Siamo artisti senza volerlo

una riflessione sulla musica di Erik Satie

di Giuseppe Azzarelli

 

Siamo artisti senza volerlo

L'idea può fare a meno dell'arte

Diffidiamo dell'arte: spesso è solo virtuosismo

(E. Satie)

 

Molti di noi intravedono nell'artista una figura lontana, stranamente fugace ed inafferrabile un dio che dal nulla crea la sua opera perfetta e meravigliosa, ma l'arte per esistere ha solo bisogno di un uomo, la sua creazione non viene dal "nulla" ma dalla necessità di esprimere se stesso attrverso l'osservazione di ciò che lo circonda.

Ciò che distingue il vero Artista è la capacità di Contemplare, e la sua arte è tanto più significativa qunto più è in grado di svelare la sua essenza.

Ecco perchè Satie ci invita a distinguere il puro mestiere (l'arte) dalla vera creatività (l'idea), chiedendo di contemplare noi stessi, ciò che vediamo ed ascoltiamo.

Erik Satie è una delle figure più inetressanti ed innovative del novecento musicale, attorno alla quale si raccolsero personaggi quali Picasso e Cocteau.

le sue idee e i suoi consigli incoraggiarono molti giovani compositori, sconcertando il mondo accademico verso cui fu sempre molto critico.

La sua musica è costituita da elementi semplici, poveri ed essenziali che conducono amichevolmente ad un ascolto privo di tensioni. La successione di questi "oggetti sonori", che come soprammobili arredano l'ambiente, crea una dimensione familiare ed intima che ci mette a nostro agio.

In tal modo queste note possono volare via discretamente, oppure inserirsi nello spazio e nel tempo in cui siamo, divenendone parte integrante.

Nasce così uno strano "silenzio" straordinariamente concreto, un silenzio interiore nel quale fiorisce la contemplazione.

Molti altri nel corso dei secoli hanno ricercato questo "silenzio", dal canto gregoriano fino a compositori come Morton Feldman e John Cage, i quali hanno voluto liberare la musica da tante sovrastrutture formali ed intellettuali, ridando al puro suono la sua importanza originaria.

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