LA MUSICA CLASSICA

Pronti, partenza, via !!!

Nicola Campogrande

  
La cosa da capire bene è: a che cosa serve il direttore d'orchestra? E non se ne può proprio fare a meno?
La questione è delicata. Un direttore serve a dare e a tenere il tempo, facendo in modo che tutta l'orchestra suoni in modo sincrono, cioè che quando si arriva a quel certo punto di quella certa battuta tutti i violoncelli suonino quella certa nota, e non quella prima né quella dopo, e così facciano i flauti, i corni e tutti gli altri.
Fosse finita qui, però, il direttore l'avrebbero sostituito da tempo con un buon orologio. Ma, ti dicono, un direttore può rallentare e accelerare, seguendo ciò che la partitura gli suggerisce. E poi, insistono, c'è la questione delle orecchie. E la storia dell'interpretazione.
Vai a scoprire, insomma, che quello di gestire il tempo musicale è un po' l'ultimo dei problemi di un buon direttore. Quando toccherà a voi salire sul podio, allora, cominciate ad usare le orecchie, prima delle braccia, e ascoltate i musicisti che avrete davanti. Sarà vostro compito, durante le prove e poi in concerto, vigilare affinché l'intonazione di ogni strumento sia precisa e controllare che i rapporti dinamici siano corretti, cioè che le trombe la smettano di suonare così forte coprendo i violini e che d'altra parte l'arpa ci metta un po' più di grinta se vuole fare in modo che il suo assolo si possa sentire. Ci saranno strumenti, come gli archi, che non avranno difficoltà ad amalgamarsi tra loro, ed altri, come gli ottoni, che per loro natura (storie di metalli, bocchini e pistoni) faticheranno di più ad ottenere intonazioni precise e dovrete lavorarveli con prove separate.
Non spaventatevi, però, perché provare "a sezioni" è una cosa normale e concentrarvi soltanto sugli archi o sui legni o sulle percussioni fa parte dei vostri compiti e permette ai vostri musicisti di curare ogni passaggio della partitura con l'attenzione necessaria.
Quando sarete riusciti a far quadrare questo genere di conti - il che, a seconda delle orchestre e delle vostre abilità, richiederà un paio di giorni o diverse settimane - potrete finalmente dedicarvi all'interpretazione, cioè a definire quei dettagli che, tutti insieme, fanno sì che una sinfonia di Mozart diretta da Muti non assomigli per nulla alla stessa sinfonia diretta da Abbado (come per altro capita ad una stessa canzone se a cantarla, anziché Celentano, chiamate Paolo Conte). A quel punto far suonare un po' più forte la frase iniziale affidata ai violoncelli, chiedere ai contrabbassi un suono più morbido, rallentare leggermente quando arriva quel gioco di scambi tra il flauto e il clarinetto o ricordare ai professori d'orchestra (gli orchestrali si chiamano così) gli slanci sentimentali del Romanticismo per ottenere più passione nel secondo movimento saranno le carte che dovrete giocare, quelle che potranno fare di voi un mediocre o un grandissimo direttore. Dirvi esattamente come comportarvi non è possibile, davvero: sappiate almeno, però, che secoli di storia hanno imposto tradizioni esecutive che è bene conoscere ma che ogni epoca si è inventata "quel certo modo" nuovo e inaudito di suonare la cara vecchia Nona di Beethoven così da non stufare mai gli ascoltatori.

Quel che avrete sotto gli occhi dirigendo un'orchestra sarà la partitura, un librone sul quale, al posto delle righe di testo, ci saranno molti pentagrammi, uno per ogni strumento, con sopra le note (e le pause) che ciascun musicista dovrà suonare. Leggendo ogni pentagramma in orizzontale troverete le melodie dei flauti, quelle degli oboi, quelle dei clarinetti e così via. Guardando invece la partitura in verticale troverete, tutta insieme, la musica che verrà suonata in ogni momento. Se buttate l'occhio alla figura 00 vedrete ad esempio che nelle prime due battute della Terza Sinfonia di Beethoven suona tutta l'orchestra, mentre nella terza e nella quarta suonano soltanto alcuni dei violini, le viole e i violoncelli e gli altri strumenti tacciono (quella piccola righetta orizzontale è appunto una pausa che indica il silenzio). Prima di incominciare a dirigere dovrete aver studiato molto bene la partitura, per sapere che cosa suonerà ogni professore d'orchestra (lettura orizzontale) e quanti e quali strumenti suoneranno contemporaneamente (lettura verticale).

I professori d'orchestra non hanno davanti al naso l'intera partitura, perché se no dovrebbero girare troppe volte le pagine (ci vuole molto spazio per contenere tutti i pentagrammi). Quello che loro leggono è invece la parte, sulla quale è scritta soltanto la musica che ciascuno è chiamato a suonare. Così, per dire, un violinista non sa quali note suonerà l'arpista, però, ad esempio nell'Allegro con brio della Terza di Beethoven (la prima pagina è nella figura 00), deve smettere di suonare e voltare il foglio solo una volta, mentre il direttore deve far scorrere trentadue pagine. Comunque, perché non capiti che tutti i violinisti (o i violisti…) dell'orchestra smettano contemporaneamente di suonare per voltare pagina, si è deciso di usare una parte ogni due professori, così che mentre uno gira l'altro può continuare tranquillamente a tirar fuori suoni.

 

lcjays@yahoo.it  

Copyright © 2001 -  L.C.JAYS Music Party Service
Aggiornato il: 28 marzo 2001