LA MUSICA CLASSICA

E' andata così (la storia della musica)

Nicola Campogrande

  
La storia della musica è storia di una conquista. Pensate ad un coro di monaci medievali, tutti uomini naturalmente, tutti a intonare, all'unisono, la stessa preghiera. Poi pensate ad un piccolo ensemble rinascimentale, con quei chitarroni che sono la tiorba o l'arciliuto, con un flauto di legno ed una voce che canta. Poi fatevi venire in mente un'orchestra barocca, con un clavicembalo, qualche legno, trombe e una manciata di archi. Poi dovete saltare all'orchestra classica, quella di Mozart e Beethoven, con i clarinetti, i controfagotti, il pianoforte e tutto quel che ci vuole. Poi pensate infine ad un ensemble specializzato in musica contemporanea, con strumenti tradizionali mescolati a chitarre elettriche, batteria e campionatori. Se riuscite a pensare a tutto questo è perché la storia della musica ha conquistato, poco a poco, sempre nuovi suoni da usare, da ascoltare e da ricordare. E anche perché la modernità in cui abitiamo è il primo momento magico in cui tutto ciò che di musicale gli uomini si sono inventati esiste contemporaneamente e si può ascoltare con facilità, in concerto oppure grazie ai dischi.
Ma la storia della musica è anche storia di un'esitazione. Sulle prime è andato forte chi cantava da solo; poi è stata la volta della polifonia, in cui ognuno cantava una melodia diversa e la musica che risuonava nelle cattedrali era un complicato intreccio; poi hanno inventato l'opera, e allora è tornato a farsi vivo chi preferiva cantare come solista lasciando gli altri a fargli l'accompagnamento. Poi non sono più riusciti a mettersi d'accordo e, mentre l'opera è andata avanti con la melodia su un piatto d'argento, l'altra musica - quella sinfonica, quella da camera - ha giocato a complicare e semplificare e complicare e semplificare…
La storia della musica è poi anche storia dell'ascolto. Ascoltare la parola di Dio attraverso una messa cantata è stato diverso dal danzare una gavotta sostenuti dall'orchestra di corte. E, nel Settecento, ascoltare "razionalmente" una sinfonia di Mozart (inseguendo i temi e le loro capriole, facendo attenzione ai cambi di tonalità, provando a capire esattamente quali scelte ha compiuto il compositore) è stato diverso dall'abbandonarsi ad un poema sinfonico di Liszt, come si faceva nell'Ottocento, lasciandosi invadere l'anima dal suono e godendo delle proprie emozioni invece che della musica. Così come seguire le avventure di un'eroina dell'opera è stato diverso dal considerare gli aspetti metafisici legati agli ultimi Quartetti di Beethoven.
E la storia della musica è stata infine storia dell'organizzazione dei suoni, di quali scegliere ogni volta, di come disporli nel tempo, di quali relazioni stabilire tra uno e l'altro. Modalità, tonalità, atonalità, dodecafonia, serialità sono stati (e sono) modi diversi di gestire i dodici suoni in uso nel mondo occidentale.

La storia della musica classica la si impara andando ai concerti (e leggendo i programmi di sala) oppure ascoltando i dischi (e leggendo le note di copertina). La si impara anche stando attaccati a RadioTre o facendosi raccontare qualcosa dagli amici più esperti. Ma se proprio volete leggere dei libri dovete provare con questi:

Baroni, Fubini, Petazzi, Santi, Vinay, Storia della musica, Einaudi;
Autori Vari, Storia della musica (a cura della società italiana di musicologia), 12 volumi, Edt.

Per avere informazioni spicciole (e imparare le cose poco alla volta) potete invece procurarvi una di queste piccole enciclopedie:

L'enciclopedia della musica, De Agostini;

La nuova enciclopedia della musica, Garzanti

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Aggiornato il: 28 marzo 2001