LA MUSICA EXTRACOLTA

Che diavolo è la musica extracolta ???

 

Marco Basso

  
In un mondo abituato, purtroppo, a "catalogare",cioè a porre etichette su qualunque cosa e persona, non sono ancora del tutto maturi i tempi per abbattere gli steccati tra le varie tipologie musicali. Eppure c'è gente, sia tra i musicisti che tra il pubblico, che, grazie al cielo, bada sempre di meno ad erigere barriere divisorie o a delimitare confini netti tra i generi più disparati. E se chi legge, come chi scrive, giungerà alla conclusione che cercare di ascoltare ed apprezzare la musica, qualsiasi essa sia, è quanto importa, potrà ritenersi raggiunto l'obiettivo primario. Poi è naturale che la musica da amare sia quella con la M maiuscola, quella che è in grado di beare le nostre sacrosante orecchie. Ma qui s'invade il campo del gusto che, come si sa, per tutto quanto rientra nella categoria dell'arte si basa moltissimo sulla sensibilità personale del fruitore. Diffidare sempre comunque del prodotto proposto in scatola chiusa. Ascoltare sempre per credere è la regola fondamentale. Solo affidandosi ai propri rispettabilissimi timpani si può arrivare al piacere più autentico della musica.
Comunque, visto che comunemente si ritiene di dover dividere tra i generi musicali, noi cercheremo di dividere meno che si può, con l'augurio implicito che anche il più sottile dei diaframmi possa al più presto cadere, cosicchè ognuno suoni quello che sente e chi ascolta scelga in libertà ciò che maggiormente gli aggrada, senza più preoccuparsi di dover capire a che "genere" appartenga. E' così che al di là della classica c'è solo più la musica extracolta, intendendo con questo termine le istanze sonore che, pur possedendo indubbia valenza culturale e richiedendo perizia tecnica, non s'insegnano in accademie e conservatori, ma derivano dalla tradizione popolare. Spesso tramandate solo oralmente, esse godono di una diffusione popolare assai vasta anche per merito di mezzi come la radio e la televisione. Grazie ad essi la musica extracolta ha enormemente allargato il proprio pubblico raggiungendo chiunque, ovunque. La sua area sonora è immensa: va dalla filastrocca alla canzonetta alla più sperimentale delle avanguardie e più che mai oggi è utile usare un unico termine per definire la musica "non classica".
La contaminazione infatti regna sovrana: musica e ritmi provengono da ambienti sonori, culturali e geografici spesso assai diversi. I generi certo non perdono del tutto la loro identità, pur tendendo assolutamente alla contaminazione. Ma, d'altronde, non a caso un luogo comune ricorrente recita che la musica è il linguaggio universale per eccellenza.
Col termine musica extracolta, insomma, si intende tutto quell'universo di suoni che sono espressione del nostro tempo, della cultura più popolare, contaminata da tutte le altre forme artistiche come il cinema e la poesia. E' la musica che ci gira intorno, con la quale tutti conviviamo quotidianamente e che ha dato voce alla creatività giovanile che si identifica assolutamente in essa.
Forse come nessuna altra espressione artistica questa musica ha saputo esprimere veri e propri talenti prendendoli tra gli anonimi artisti di strada, creando stili e sonorità originali e raffinate: perché la musica extracolta è ovunque e fa parte della vita di tutti (anche se in percentuale variabile), anche di chi non l'apprezza. Anche se non sai cos'è, è la musica che ti appartiene perchè è parte del nostro tempo. E' veramente la colonna sonora del quotidiano, accompagna gli eventi, determina tendenze e mode.

Il mondo della musica extracolta è magico: tutto diventa possibile: Ian Garbarek, sassofonista norvegese di estrazione jazz, incontra musicisti di ogni dove fino ad approdare all'Hilliard Ensemble, uno dei più famosi gruppi vocali del mondo specializzato in polifonia medioevale; Miles Davis, una delle più grandi trombe del jazz, realizza un disco con un rapper nero, Easy Mo Bee; Paul Simon, il celeberrimo cantautore americano, incide dapprima "Graceland" con musicisti sudafricani e quindi "The Rhythm Of The Saints" con strumentisti brasiliani; Ry Cooder, uno dei più prestigiosi chitarristi rock americani, suona con Ali Farka Toure, il più virtuoso sulla sei corde di tutto il Mali; Peter Gabriel, mitico cantante dei Genesis, una delle più belle teste pensanti del rock, duetta con Youssou'n'Dour, "il leone del Senegal"; Page & Plant, indimenticabili protagonisti dei Led Zeppelin, realizzano un disco con un'orchestra tradizionale marocchina; Gil Evans, titolare di uno dei più prestigiosi ensemble jazz, suona Hendrix, il più rivoluzionario chitarrista rock di tutti i tempi. E intanto Pavarotti duetta con quasi tutti mentre Edoardo Bennato "seduce" la soprano Ricciarelli.
 Forse qualche "purista" si potrebbe scandalizzare, ma proprio il jazz è un grande esempio di

 

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Aggiornato il: 28 marzo 2001