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In
un mondo abituato, purtroppo, a "catalogare",cioè
a porre etichette su qualunque cosa e persona, non sono ancora del tutto
maturi i tempi per abbattere gli steccati tra le varie tipologie
musicali. Eppure c'è gente, sia tra i musicisti che tra il pubblico,
che, grazie al cielo, bada sempre di meno ad erigere barriere divisorie
o a delimitare confini netti tra i generi più disparati. E se chi
legge, come chi scrive, giungerà alla conclusione che cercare di
ascoltare ed apprezzare la musica, qualsiasi essa sia, è quanto
importa, potrà ritenersi raggiunto l'obiettivo primario. Poi è
naturale che la musica da amare sia quella con la M maiuscola, quella
che è in grado di beare le nostre sacrosante orecchie. Ma qui s'invade
il campo del gusto che, come si sa, per tutto quanto rientra nella
categoria dell'arte si basa moltissimo sulla sensibilità personale del
fruitore. Diffidare sempre comunque del prodotto proposto in scatola
chiusa. Ascoltare sempre per credere è la regola fondamentale. Solo
affidandosi ai propri rispettabilissimi timpani si può arrivare al
piacere più autentico della musica.
Comunque, visto che comunemente si ritiene di dover dividere tra i
generi musicali, noi cercheremo di dividere meno che si può, con
l'augurio implicito che anche il più sottile dei diaframmi possa al più
presto cadere, cosicchè ognuno suoni quello che sente e chi ascolta
scelga in libertà ciò che maggiormente gli aggrada, senza più
preoccuparsi di dover capire a che "genere" appartenga. E' così
che al di là della classica c'è solo più la musica extracolta,
intendendo con questo termine le istanze sonore che, pur possedendo
indubbia valenza culturale e richiedendo perizia tecnica, non
s'insegnano in accademie e conservatori, ma derivano dalla tradizione
popolare. Spesso tramandate solo oralmente, esse godono di una
diffusione popolare assai vasta anche per merito di mezzi come la radio
e la televisione. Grazie ad essi la musica extracolta ha enormemente
allargato il proprio pubblico raggiungendo chiunque, ovunque. La sua
area sonora è immensa: va dalla filastrocca alla canzonetta alla più
sperimentale delle avanguardie e più che mai oggi è utile usare un
unico termine per definire la musica "non classica".
La contaminazione infatti regna sovrana: musica e ritmi provengono da
ambienti sonori, culturali e geografici spesso assai diversi. I generi
certo non perdono del tutto la loro identità, pur tendendo
assolutamente alla contaminazione. Ma, d'altronde, non a caso un luogo
comune ricorrente recita che la musica è il linguaggio universale per
eccellenza.
Col termine musica extracolta, insomma, si intende tutto quell'universo
di suoni che sono espressione del nostro tempo, della cultura più
popolare, contaminata da tutte le altre forme artistiche come il cinema
e la poesia. E' la musica che ci gira intorno, con la quale tutti
conviviamo quotidianamente e che ha dato voce alla creatività giovanile
che si identifica assolutamente in essa.
Forse come nessuna altra espressione artistica questa musica ha saputo
esprimere veri e propri talenti prendendoli tra gli anonimi artisti di
strada, creando stili e sonorità originali e raffinate: perché la
musica extracolta è ovunque e fa parte della vita di tutti (anche se in
percentuale variabile), anche di chi non l'apprezza. Anche se non sai
cos'è, è la musica che ti appartiene perchè è parte del nostro
tempo. E' veramente la colonna sonora del quotidiano, accompagna gli
eventi, determina tendenze e mode.
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Il
mondo della musica extracolta è magico: tutto
diventa possibile: Ian Garbarek,
sassofonista norvegese di estrazione jazz, incontra musicisti di ogni
dove fino ad approdare all'Hilliard Ensemble, uno dei più famosi gruppi
vocali del mondo specializzato in polifonia medioevale; Miles Davis, una
delle più grandi trombe del jazz, realizza un disco con un rapper nero,
Easy Mo Bee; Paul Simon, il celeberrimo cantautore americano, incide
dapprima "Graceland" con musicisti sudafricani e quindi
"The Rhythm Of The Saints" con strumentisti brasiliani; Ry
Cooder, uno dei più prestigiosi chitarristi rock americani, suona con
Ali Farka Toure, il più virtuoso sulla sei corde di tutto il Mali;
Peter Gabriel, mitico cantante dei Genesis, una delle più belle teste
pensanti del rock, duetta con Youssou'n'Dour, "il leone del
Senegal"; Page & Plant, indimenticabili protagonisti dei Led
Zeppelin, realizzano un disco con un'orchestra tradizionale marocchina;
Gil Evans, titolare di uno dei più prestigiosi ensemble jazz, suona
Hendrix, il più rivoluzionario chitarrista rock di tutti i tempi. E
intanto Pavarotti duetta con quasi tutti mentre Edoardo Bennato
"seduce" la soprano Ricciarelli.
Forse
qualche "purista" si potrebbe scandalizzare, ma
proprio il jazz è un grande esempio di |
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