LA MUSICA EXTRACOLTA

Mettetevi a suonare

Marco Basso

  
Suonare è poter riuscire ad esprimere quello che dentro ci rugge. Esprimersi, quindi comunicare: il linguaggio prescelto è quello musicale, che appartiene a tutti ed è familiare a molti. Permette di creare, ed è questo il più grande sfogo che sia consentito all'animo umano. Molto più semplicemente suonare è un bel modo per impegnarsi, per passare il tempo. Suonare può essere aggregante: c'è stato un periodo in cui una chitarra aiutava a trovare più amici che una bella moto e tutti cercavano di imparare almeno a strimpellarla con quei quattro accordi utili per cantare un po' di Battisti, De Gregori e Guccini. Qualcuno azzardava anche Dylan o Cat Stevens, tutti facevano l'inizio di "Smoke On The Water" dei Deep Purple. Inni di una generazione, veri e propri simboli di un preciso periodo storico. Di certo anche oggi non ne mancano: e allora mettetevi a suonare.
Provare ad imitare ciò che piace ascoltare può essere l'inizio per approdare a comporre qualcosa di proprio. Suonare può anche rappresentare uno sfogo: a volte è il modo migliore per fare sfociare la propria ribellione. Quante rivoluzioni con la musica: spesso i suoni hanno saputo veicolare ideali e principi più di tante parole. Forse nulla come la musica ha saputo legare giovani ed adulti, uomini e donne di razza diversa, di nazioni anche lontane, di differenti fedi religiose. Tante sono le canzoni che hanno sottolineato e denunciato soprusi, ingiustizie, la stupidità della guerra. "Il mio mitra è un contrabbasso che ti spara sulla faccia..." cantava Demetrio Stratos, indimenticabile leader degli Area, uno dei gruppi più schierati politicamente del rock italiano degli anni '70.
Insomma, non mancano certo dei buoni motivi per imbracciare una chitarra o percuotere dei tamburi. I giovani oggi l'hanno capito, tant'è che, soprattutto a livello amatoriale, è in costante aumento il numero di musicisti e band.
Sperimentare, inventarsi autentiche alchimie sonore, "fare" la musica oggi è più che mai possibile, grazie anche ad una tecnologia avanzatissima supportata da computer e campionatori che permettono qualsiasi magheggio musicale. Suonare è un piacere da assaporare che ricorda da vicino la soddisfazione che si provava da bambini quando si pasticciava per creare qualcosa col piccolo chimico piuttosto che col meccano. Certo spesso è solo "pasticciare" con la musica, ma non è detto che non si possa arrivare a ben altri livelli. E poi l'appetito vien mangiando... da strimpellatori a musicisti il passo non è poi così lungo.
Per iniziare a suonare basta uno strumento ed un po' di buona volontà. Se decidete di non dare fastidio ai vicini evitate accuratamente batteria, percussioni e fiati: troppo rumorosi e lontanissimi da qualsivoglia parvenza melodica, almeno all'inizio del loro studio. Dalle tastiere al basso, alle chitarre, tutto risulta più semplice e poco rumoroso: molti di questi strumenti, se elettrificati, possono essere suonati addirittura in cuffia. Acquistare la strumentazione è alla portata un po' di tutte le borse e c'è sempre un florido mercato dell'usato. Per imparare uno strumento si può provare col metodo "fai da te": spesso dà ottimi risultati. Sennò non mancano le scuole né maestri pronti a rendervi partecipi di tutto quanto sanno. Ci sono pure i corsi per corrispondenza, ormai quasi del tutto soppiantati da quelli venduti in edicola; se preferite, in videocasetta, i più grandi musicisti e virtuosi di uno strumento insegnano le tecniche più sofisticate ed all'avanguardia. Comunque, oltre al talento, nulla spiana la via al professionismo come la fortuna.
 Volendo si possono anche suonare i dischi: mettendo a frutto passione e conoscenze musicali è possibile concretizzare quello che è un sogno a cui aspira gran parte della gioventù sonica, ovvero diventare disc jockey. Non esistono autentiche scuole, quindi spazio alla fantasia ed all'iniziativa personale. I dischi si suonano per gli altri, ma anche un po' per sé: questa è la regola fondamentale, quindi coltivate sempre il vostro entusiasmo e la curiosità di ricercare ed ascoltare nuove sonorità. Il disc jockey opera fondamentalmente in una radio oppure in discoteca. Le finalità che gli vengono richieste sono diverse, intrattenimento e informazione nel primo caso, far muovere e ballare il pubblico in discoteca.
 

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Aggiornato il: 28 marzo 2001