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Il
modo più semplice ed immediato per conoscere la musica è ascoltarla.
Il modo più comodo per farlo (anche se non il più economico,
purtroppo) è attraverso i dischi. E' vero: ci sono anche la radio e
la tv. Ma quest'ultima personalmente la ritengo poco adatta alla
diffusione (generalmente l'audio non è soddisfacente); la radio
sarebbe il mezzo ideale poichè lascia tutto lo spazio alle orecchie
non distraendo con immagini, ma è pur vero che si tratta di un
ascolto sempre passivo (vi beccate quello che vuole il conduttore),
spesso propinando musica di scarsa qualità con un commento raramente
esauriente… Allora meglio il disco. O il CD. O la cassetta.
Sceglietevi il supporto che più vi è comodo e più vi piace. La cosa
fondamentale è che vi avviciniate alla musica e facciate il possibile
per procurarvi qualcosa che suoni.
E' logico che vi saranno da sborsare dei soldi, ma sappiate che si
tratta di un investimento prezioso. Allora compratevi quello che più
vi piace. Attenzione a non farsi troppo prendere dalle manie del tipo
"il vero vinile è meglio del CD" o "il suono del
compact è più brillante": primo, perchè le nostre sacrosante
orecchie per cogliere determinate differenze devono essere
estremamente sensibili; secondo, perchè occorrerebbero impianti Hi Fi
sofisticati che suonino a volume altissimo. Da sfratto immediato, per
intenderci. Oltrettutto, oggi in Italia si stampa veramente poco in
vinile, per cui spesso per recuperare il buon vecchio disco occorre
rivolgersi al mercato d'importazione, sostenendo costi elevati e
sopportando le ovvie difficoltà per procurarselo. Se poi il disco non
è uscito di recente le cose si complicano ulteriormente e la ricerca
può trasformarsi in caccia grossa. L'ultima speranza è affidarsi ai
collezionisti.
Comunque, qualsiasi sia il supporto, l'importante è rendersi conto
che ascoltare la musica accresce la cultura personale ed un buon disco
ha lo stesso valore di un libro o di un film d'autore. Abbandonarsi
all' universo di suoni e di ritmi contenuti in un disco dovrebbe
diventare un piacere comune a tutti. Purtroppo in Italia non esiste
una politica culturale nei confronti dei supporti fonografici che
oltre a costare cari per una discutibile scelta commerciale delle case
discografiche, subiscono un ulteriore rincaro con l'IVA che viene
applicata nella percentuale di un bene di lusso.
Quando la musica sarà considerata un prodotto ed un patrimonio
culturale, verrà ridisegnato il rapporto con la gente e in
particolare con i giovani. Solo allora si potrà pensare di
rivitalizzare effettivamente le istituzioni musicali che oggi non
godono buona salute, poco attente come sono alle attuali esigenze
dell'utenza. |
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