LA MUSICA EXTRACOLTA

E' andata così (la storia del jazz)

Marco Basso

  
Il jazz è un linguaggio musicale estremamente emozionale, nato dall'improvvisazione, ma che necessita allo stesso tempo di notevole perizia tecnica; basato sulla varietà ritmica e del fraseggio, vanta ricchezza armonica e splendide melodie. Pur essendo principalmente musica strumentale, il jazz ha espresso nel tempo, a cominciare da quella di Bessie Smith, voci straordinarie per intensità, calore interpretativo e tecnica.
Il jazz nasce e prende forma con l'affermarsi nella società americana della minoranza nera, ma, paradossalmente, all'inizio della sua storia sono i musicisti bianchi che, appropriandosene, riescono ad affrancarlo e a farlo conoscere anche al pubblico non di colore. Se ciò non fosse accaduto, il jazz sarebbe rimasto ghettizzato.
Gli schiavi neri d'America si erano inventati la loro musica: memorie di ricordi africani trapiantate sulle sonorità popolari dei bianchi e contaminate dagli inni religiosi cristiani. Dapprima il canto accompagna il lavoro (il blues) quindi diviene preghiera (spiritual e gospel). C'è anche però il carattere di intrattenimento e divertimento che compare nel jazz suonato nelle strade e nelle case chiuse di New Orleans. Imperano il ragtime ed il dixieland, i due stili più rappresentativi all'alba dell'era jazz.
Intanto i neri migranoverso il Nord e il jazz con loro. A partire dagli anni '20, dapprima Chicago e poi Kansas City e New York, tengono a battesimo formazioni guidate da musicisti che diventano subito leggenda: Louis Armstrong, Duke Ellington, Count Basie. L'improvvisazione fantasiosa di maestri come Lester Young e Charlie Christian incontra il gusto popolare di casa a Broadway. Nasce il boogie-woogie, il jazz diverte e fa ballare. La febbre dello swing, autentica linfa vitale del jazz (il verbo inglese to swing significa "oscillare"), contagia anche la California, seducendo naturalmente il mondo del cinema.
Anche i musicisti bianchi inseguono il jazz e così facendo aiutano a combattere la segregazione razziale. I dischi e la radio prima, le truppe americane poi, nell'Europa messa a ferro e fuoco durante la Seconda Guerra Mondiale sono i principali divulgatori del jazz. La rivoluzione del bop sconquassa l'affermazione planetaria dello swing. Siamo all'inizio degli anni '40 e da allora si moltiplica la frenesia di rinnovamento e di ricerca che, alternandosi a ricorrenti nostalgie revivalistiche, caratterizza l'evoluzione del jazz. Cool, hard bop, afro-cuban, free, jazz-rock fusion, sono tutte etichette che manifestano il continuo bisogno del jazz di cambiare veste, o meglio di assoggettare ogni forma sonora e tradurla nel suo personalissimo linguaggio. Dalla salsa latino-americana alla bossanova brasiliana, dalla musica classica al rock, ogni sonorità finisce per essere assorbita. Il jazz contamina anche tutta la musica popolare di questo secolo, addirittura la canzonetta. Ed è proprio nella continua capacità di contaminarsi e di ampliare continuamente i propri orizzonti il segreto dell'elisir di lunga vita del jazz e, oggi più che mai, ascoltiamo un sacco di jazz in un mucchio di forme diverse.

"Credo che la cosa più importante per un musicista sia quella di trasmettere a chi lo ascolta un'immagine di tutte le cose meravigliose che sente e avverte nell'universo; Questo è ciò che la musica significa per me, semplicemente una possibilità, tra le molte altre, di dire che viviamo in un mondo immenso e meraviglioso, un mondo che ci è stato donato..." John Coltrane, 1962.

"Non credo di cantare. Io improvviso con la mia voce come se avessi uno strumento. Un po' come fanno Louis Armstrong e Lester Young. Tutto mi viene fuori così come lo sento

 

lcjays@yahoo.it  

Copyright © 2001 -  L.C.JAYS Music Party Service
Aggiornato il: 28 marzo 2001