La semina avveniva dopo che padrone e pastore si mettevano daccordo:
analizzate le condizioni della (tanca di punì a laori) il
tancato da preparare
per
la cultura del grano. Il proprietario metteva il terreni, i buoi, le sementi e
gli
attrezzi. Il pastore doveva preparava il terreno (dibbià);
decespugliare,
(laurà);
arare, (schivià) rompere le zolle e infine seminare. Due le
varietà di grano usate: lu tricu ruju; il grano duro,lu tricu
cossu;
il grano tenero, altra coltura era quella dellorzo usato abitualmente per ingrassare
lu mannali il maiale da ingrasso. Nel mese di (lampata) giugno si preparava
la
(missera) la mietitura: l'operazione veniva svolta con (la falcia)
la falce. Allineati per procedere più speditamente (li missadori) i falciatori avanzavano
tenendo in una mano la falce e nellaltra le spighe appena tagliate legata con steli
di grano veniva confezionata la (maniata), dodici maniate
costituivano (lu
manneddu) il covone. Venticinque manneddi costituivano il carico
di un carro a buoi (almatu), con le sponde prolungate per loccasione, questo
carico depositato a terra costituiva lu fascaggju.
A coronamento
dellannata agraria si svolgeva lagliola; operazione complessa da
svolgere in un cerchio realizzato con grosse lastre di granito chiamato lu rotu e
delimitato da lu ribiddìnu muretto alto circa mezzo metro che impediva al frumento
di
fuoriuscire da lu rotu. Il giorno della trebbiatura (agliola) si
scioglievano i legacci (la prisoggja) dei covoni (li manneddi),e li
maniati venivano depositate sulla superfice di lu rotu, così potevano entrare
in funzione i buoi che in coppia percorrevano in cerchio lu rotu trascinando pietre
levigate (li petri di l'agliola). legate con catene al giogo dei buoi, queste
pietre provocavano il distacco dei chicchi dalla "pula". Dopo questa operazione
con i forconi (li triuzzi) la paglia veniva separata dai chicchi. Approfittando
poi di una giornata ventosa il prodotto veniva vintulàtu, le donne
raccoglievano dentro
grandi corbule linsieme di chicchi e pula e che venivano lanciati in aria, così la
pula veniva portata via dal vento e i chicchi racadevano nella corbula. Il grano
faticosamente ricavato veniva conservato in madie di legno di ginepro. chiamate cascioni.
Dopo il primo ventennio di questo secolo la trebbiatura venne fatta in modo
meccanico con la trebbia e il trattore.
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