Il
dialetto gallurese viene parlato in una vasta area della
Sardegna settentrionale, delimitata ad est dal Mar Tirreno,
a nord dalle Bocche di Bonifacio, ad ovest dal fiume
Coghinas e a sud dai monti del Limbara. Nel XIV
secolo, la Gallura ha conosciuto una prima migrazione
consistente di genti Corse; un secondo flusso
migratorio di questa popolazione si avrà nel XVIII secolo.
Questa seconda migrazione determinò il ripopolamento della
Gallura, quasi totalmente disabitata nel XV secolo, con una
presenza massiccia di Corsi, che finirono con il
costituire circa i tre quarti della popolazione. Questo è il
motivo per il quale, almeno nei suoi caratteri essenziali, il gallurese
è una varietà del Corso meridionale, sviluppatasi
autonomamente in Sardegna. Questo dialetto si distingue, sia per
il lessico che per la morfologia che per la sintassi, dalla
lingua sarda (tant’è che per un abitante di Arzachena è molto
difficile, se non impossibile, capire un abitante di Orgosolo
che parli nella sua lingua). Naturalmente tra il gallurese
e le diverse varietà del sardo (le principali sono quella logudorese,
nuorese e campidanese), vi sono molti elementi,
soprattutto lessicali, in comune. Nel nostro dialetto è forte
anche la presenza di prestiti dall’italiano, dallo spagnolo,
dal toscano e dal catalano.
|