In Viaggio   di Vittoria

 

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Era la prima volta che andavo in treno da sola, Fabio mi accompagnò in
stazione e aspetto fino a quando il treno partì. Avevo comprato un libro in
stazione,  appena trovato il mio scompartimento sistemai la borsa da viaggio
mi sedetti e mi misi a leggere, faceva già buio, mi aspettava una lunga
notte di viaggio,fortunatamente lo scompartimento era vuoto, lo restò per
poco però, dopo un paio di fermate due uomini entrarono salutarono molto
educatamente sistemarono le loro valigie e si immersero in una lunga
conversazione. Non ero vestita in modo eccentrico quella volta, ma la mia
gonna faceva intravedere lo stesso le mie gambe, ed era proprio lì che lo
sguardo dei due uomini si posava spesso. Continuavo a leggere ma la
stanchezza mi stava vincendo, posai il libro e appoggia la testa per
riposare un poco, dovetti addormentarmi perché quando apersi gli occhi mi
ritrovai con le gambe accovacciate sul sedile, la gonna questa volta non
lasciava intravedere bensì vedere, i due uomini erano sempre lì e questa
volta mi guardavano continuamente, mi ricomposi arrossendo un poco, perché
non distende un poco le gambe mi chiese uno di loro spostandosi un poco,
grazie risposi, in effetti lo desideravo, così appoggiai le gambe sul sedile
di fronte accanto all'uomo e richiusi gli occhi, stavo sicuramente più
comada. Erano passati pochi minuti quando la mano dell'uomo si appoggiò
delicatamente sulla mia caviglia, ero imbarazzata non sapevo cosa fare,
restai immobile facendo finta di dormire,la mano di quell'uomo continuava a
carezzarmi arrivando quasi al ginocchio appena coperto dalla gonna,
continuai a fare finta di dormire ancora per un bel pò fino a quando quella
mano cominciò ad armeggiare con il mio perizoma, feci finta di svegliarmi,
cosa fà? è forse impazzito? dissi senza ritrarre le gambe, va tutto bene
rispose lui si lasci andare, intanto stava carezzandomi l'interno delle
cosce < io, mah, no, non riuscivo a parlare> stavo ferma a guardarmi con la
gonna alzata e quella mano tra le gambe, certo faceva effetto vedere lo
stacco tra le autoreggenti e il bianco delle mie cosce e il nero del
perizoma, guardai l'altro uomo, era sempre seduto al suo posto e aveva una
mano posata sul suo grembo, era eccitato si vedeva benissimo, vedevo
crescere il gonfiore dei suoi pantaloni, cresceva sempre di più, cresceva in
un modo impressionante, ripensai in quel momento al sesso di Gianni quel
giorno sulla spiaggia, pensai a quello e chiusi gli occhi, li riapersi
subito le dita di quell'uomo avevano raggiunto la mia figa e stavano
giocando con le mie labbra, riguardai l'altro uomo, era al massimo
dell'eccitazione, stringeva attraverso i pantaloni il suo membro, non
riusciva a chiudere la mano, io ormai ero quasi in estasi ma avevo paura che
entrasse qualcuno, mentre quella mano lavorava tra le mie cosce guardavo
continuamente la porta, l'altro uomo si rese conto della mia paura si alzò
chiuse bene la porta accostò le tendine e si avvicinò a me, adesso potevo
vedere meglio la sua eccitazione, non riuscivo a distogliere lo sguardo
mentre lui si avvicinava, poi mi prese una mano e la guidò all'interno della
zip già abbassata, hooo! esclamai appena quella carne dura e turgida venne a
contatto della mia mano,  è tanto grande farfugliai scorrendo le mie dita su
tutta la sua lunghezza, se vuoi e tuo, l'uomo disse, non risposi ma
continuai a massaggiare quel bastone enorme di carne pulsante, allungai
l'altra mano per aiutarmi a farlo uscire dai pantaloni, l'uomo mi fermò si
slacciò la cintura e abbassò i pantaloni insieme alle mutandine, restai lì a
guardare con la bocca aperta, era più grosso di Gianni pensai senza riuscire
a muovermi, ci pensò l'uomo a farlo, prese con la sua mano il cazzo lo
avvicinò alla mia bocca, io feci per aprire le labbra, no ferma mi disse,
comincio a carezzarmi le labbra chiuse con la cappella, la sentivo bene, la
sentivo calda e umida, lui continuava a carezzarmi le labbra mentre l'altro
aveva appiccicato la sua bocca come una ventosa sulla mia figa, avevo la
bocca piena di saliva mentre quel cazzo continuava a carezzarmi, non
resistevo più allargai le labbra per farlo entrare, ci provai ma non
riusciva ad entrare come io volevo, avrei voluto farlo entrare tutto fino a
toccare con le labbra le sue palle dure e gonfie, ma non ci riuscivo, lo
sentivo che mi riempiva completamente la bocca, lui mi tirava per la nuca,
lo entrava e usciva, Hooooo! mi stava scopando in bocca, mi scopava come se
fosse la mia figa, dava colpi di fianchi tremendi, sentivo la sua cappella
che arrivava in fondo alla gola,dalle mie labbra colava un fiume di saliva
che gli ricopriva tutto il cazzo, dio non avevo mai fatto un pompino così
stupendo, non mi accorgevo nemmeno che l'altro uomo stava chiavando la mia
figa, ero completamente presa da quel grosso arnese che stava pompandomi la
bocca, ad un tratto l'uomo lo sfilò dalla mia bocca mi fece alzare e lo mise
tra le mie cosce vicino alla figa, stringi mi disse stringi le cosce, lo
feci e! haaa! non riuscivo a chiudere bene le cosce, allungai una mano
dietro il mio culo, usciva dalle cosce di dietro, stringevo le cosce e
intanto con la mano gli carezzavo la cappella, intanto l'altro uomo era
dietro di me che stava dandosi da fare con le mani in mezzo alle mie
chiappe, muovevo il bacino avanti e indietro, sbattevo le cosce contro quel
cazzone e il culetto sulla bacca di quell'altro, comincia a mugolare e a
implorare, ancora, più forte, lo voglioooooooooo, lo voglio tuttooooooooo,
dove lo vuoi chiese allora quel grosso cazzo, dillo troia dove lo vuoi,
ovunque vuoi tu risposi basta che fai prestooooooooo, mi piegarono mi fecero
appoggiare con la testa sul sedile, avevo il mio culetto alzato, apriti,
apritiiiiiiii, gridarono, io mi presi le natiche con le mani e allargai
quanto più potevo, sapevo benissimo che mi avrebbero inculata, sapevo che
quando sarebbe entrato quel mostro avrei gridato di dolore, riuscivo a
immaginare il buco del mio culo tutto spalancato mentre era forzato da
quell'enorme cappella, sentivo come si apriva, io allargavo con le mani,
affondando la bocca sul cuscino del sedile, piano, piano, ti prego fai piano
dicevo mentre spingevo il culetto in aria, lo sentivo, si lo sentivo
entrare, mi sentivo allargare e riempire allo stesso tempo, sentivo entrare
in tutta la sua lunghezza il cazzo, cominciai a muovere il culo spingendo
forte, dai porco, dai inculami, inculami tutta, si, si, ti inculo tutta
troia, ti riempio tutta di cazzo vacca, si, siiiiiiiiii, sono una troia, una
vacca, ma muoviti, spaccami tuttaaaaaaaaaaa, l'altro intanto aveva girato il
mio capo e stava sfondandomi la bocca, entrava e usciva, usciva e entrava,
porci, siete dei porci gridavo, e tu sei una scrofa dicevano loro, si, sono
una porca, una gran troiona succhia cazzi, vorrei fare la puttana solo per
il piacere di farmi scopare, dai, inculami più forte stò venendo,
siiiiiiiiiiiiiiii, vengoooooooooooooooooo, vengo come una cagna in calore,
mi sborrarono, uno in bocca facendomi ingoiare tutto, l'altro mi riempì il
culo, quando estrasse quel cazzo senza fine dal mio culo un fiotto di sborra
ne uscì colando tra le mie cosce attraverso la figa fracida. La notte stava
passando, e io pensavo già al viaggio di ritorno.

 

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By Vittoria