Tropical   di Templar

 

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Caldo, il sudore come un torrente gli scorre sulla fronte, gocciola sul petto e scivola giu, giu, sempre più giù, sperava che con questa umidità almeno le corde non si sarebbero asciugate, e invece si sono chiuse come tenaglie intorno ai suoi polsi, quasi fermandogli il sangue. Oggi ha avuto la pietà di legarlo qui, dentro la capanna, non avrebbe sopportato un’altra giornata di sole tropicale, immobilizzato sul pontile, nudo con le membra tirate all’inverosimile in una grottesca x, che in questo atollo desolato non indica nessun tesoro sepolto. Ricorda ancora quando di tanto in tanto passava a spalmarlo di olio di cocco, rinfacciandogli che con la sua pelle non si sarebbe

di certo scottato, unto con un grosso pennello come un maiale che rosola lentamente su uno spiedo, e invece la sua pelle ora lo fa impazzire, come se milioni di spilli facessero a gara per raggiungere il suo scheletro. Suda, suda ancora, l’unico sollievo che gli hai dato sono state le mutandine del suo costume, ancora bagnate di acqua salata, quando è entrata sembrava una dea, con i capelli che le gocciolavano sul corpo, si è sfilata il tanga e glielo ha infilato con un sorrisetto divertito in bocca, quell’umidità gli aveva ammorbidito per un pò la bocca riarsa ma poi, il sale lo devasta e ha ancora più sete! Quanto lo farà rimanere ancora appeso a quelle travi, cosa dovrà sopportare ancora per dimostrarle che ormai in lui non c’è più nulla di ciò che era. La immagina, mentre beve cocktail ghiacciati stuzzicando bulli palestrati e ridendo con le sue amiche, li ci torna solo alla sera, se ha ancora voglia di divertirsi. Incredibile! Come un cane, quando sente il rombo del suo motoscafo, gli sale una felicità immensa e sarebbe pronto a ricominciare da zero. Lo sento anche adesso e sa che tra poco avra diritto ad una ciotola di acqua tiepida e al pane che si è fatta lasciare da parte a pranzo, gli accarezzerà la pelle scottata facendolo mugolare e se non sarà troppo stanca, lascerà che la sua lingua rinvigorita le regali qualche attimo di piacere, poi a riposare, ognuno dove merita, lei nel boungalow fresco di condizionatore e protetto dalle zanzare e lui come un docile zerbino appena fuori dalla sua porta felice di scendere sempre più in basso.



 

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By Simon Templar