Primo Raccontino di Alessia

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Gambe aperte, ancora , in un'attesa senza fine. Peli umidi, odori, umori. Il pensiero in testa dell'altro, senza sapere bene cosa la faccia bagnare così tanto e così spesso, ovunque, in macchina, in ufficio, una farfalla nello stomaco, un agitare d'ali, un palpitare fra le gambe.
Alle 6 di mattina di un normale giorno di lavoro, del resto, è tipico, dormiveglia, pensieri confusi ed una voglia che ogni giorno la travolge, fino a costringerla a toccarsi piano, e poi sempre più di fretta, ma in silenzio per non farsi scoprire da chi le dorme accanto.
Lei sa, e lo sta già facendo, che basta allungare un piede, sfiorarlo con una gamba, per risvegliarlo e trovarlo pronto ad ogni gioco.
Lui ormai la conosce bene. Sa quello che le piace.
Con la mano la allarga, si insinua con le dita ed inizia a toccarla piano, senza grossa capacità, ma lei ha voglia, ha finito adesso di sognare, e si bagna, ed ecco quello che la fa impazzire, con le dita bagnate arriva fino al solco del culo, fino al buchino, e lo cosparge dei suoi umori, poi torna indietro, la fa bagnare ancora un pò, e poi ancora nel buchino, fino a lubrificare, fino a farci entrare un dito, magari due, dolcemente, lei ha imparato a rilassarsi bene, dolcemente entra ed esce, entra ed esce come fosse la cosa più naturale al mondo.
Ed i pensieri dell'altro che la prende velocemente e dove capita le si affollano adesso nella mente, e sogna quelle mani così esperte a toccarle il clitoride mentre le dita la prendono, la sua voce il suo sorriso.
La fa venire sempre.
Le prime volte l'ha scopato lei, sopra di lui, massima libertà, pelle calda, labbra gonfie, capelli arruffati, morsi fino ad urlare di piacere, un solo ostacolo, forse, un divano scomodo, che non li fa mai rilassare, una mancanza di tempo che non li fa perdere in convenevoli. Ma baci, quelli si e tanti. Profondi e voluttuosi, con la lingua che entra dura, mimando il dopo, mimando il cazzo che si fa strada dentro di lei.
Lei lo guarda negli occhi e si sente davvero troia.
Mai nella vita aveva pensato che si sarebbe sentita così libera, o forse l'ha sempre e solo cercato.
"Mi hai fatto venire, lo sai che non voglio venire se non sei dentro di me"
Il cazzo duro, in mano, glielo mena piano, con leggerezza, non si sente capace di farlo venire così, lo conosce così poco, non sa se è eccitato abbastanza.
Ma nel dubbio glielo accarezza, e lo guarda, occhi vogliosi.
"Me lo devi dire che vuoi che te lo prenda in bocca, me lo devi dire, altrimenti non lo faccio"
E' un gioco, perverso, adora farsi prendere con la forza. Adora la forza, al contrario che nella vita, dove vuole dominare tutto e tutti, vorrebbe trovare qualcuno che glielo metta in bocca, e poi le guidi la testa in una scopata forsennata, fino a sentire lo schizzo sul palato, ma non può confessarlo adesso.
Io non faccio pompini, gli ha detto una delle prime volte in chat, quando lo stuzzicava con un filo di parole, quando, seduta alla scrivania, lui le chiedeva di toccarsi, e lei lo faceva davvero, e si bagnava tutta.
Ma già lo conosceva dal vivo, e tutto era più facile.Ma adesso il pompino glielo farebbe, se lui volesse davvero.
"Tanto lo so che mi vuoi prendere il cazzo in bocca"
Finalmente l'ha detto !
Si inginocchia ed inizia a giocarci, e lo sente muoversi, vivo fra le mani, a scatti, gonfiarsi bene, e con la lingua gli percorre il solco del glande, e poi il buchino, e lo prende ora tutto in bocca, facendolo sbattere in gola, ora lo tira fuori e lo lecca ancora.
Lui le scosta i capelli, per vedere meglio, vedere la sua bocca che lo inghiotte, le piace fare la troia, lo guarda bene negli occhi anche lei, gli sorride, non si vergogna.
"Mi farai norire così"
"Morire mai, magari soffrire un pò"
Continua a leccare ed ha di nuovo voglia, voglia di cazzo dentro adesso, voglia di farsi sbattere.
"Scopami adesso"
"Ma ti devi spogliare"
Lei si abbassa i pantaloni e sale con le ginocchia sul divano, mettendo in mostra il culo, sodo e burroso, lui non se lo aspettava forse, la prende da dietro, lei lo vorrebbe nel culo, ma ancora non può chiedere, può fargli gustare nuove angolazioni, ma non ancora chiedere.
Mani sul muro, vicine. Corpi che sbattono in una danza frenetica e dolce.
"Ci metto un minuto"
"Vieni dentro, schizzami dentro, ti prego, e scopami"
Rumori, sussurri, ansimi, liquidi.
"Certo che siamo due fuori di testa"
"Perchè?"
"Dovrebbe essere uno studio notarile questo"

Di Alessia

 

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