Una vera magia           di Moemi

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 "EVENTO SPECIALE!
Il Mago Orgasmus sarà in città per una breve tournee natalizia, per un
Natale all'insegna del Sesso e della Magia! I biglietti del suo spettacolo,
in vendita presso il botteghino di via Verdi, stanno già andando a ruba!
Affrettatevi!"

"Mah! Le inventano proprio tutte per spillarci soldi sotto Natale!" commentò
Giancarlo,  abbandonando la pagina dello spettacolo per rivolgere la sua
attenzione alle questioni più importanti del giornale. Lo sport ad esempio.
Alzò tuttavia la voce nel commentare, in modo che Elena, alla ricerca di
frasi originali da scrivere sui biglietti d'auguri, potesse concordare con
lui.
Alla "voce del padrone", Elena fu finalmente distolta dalla missione
impossibile di trovare una frase gentile per zia Anna e facendo ondeggiare i
lunghi capelli biondi per gonfiarli, recuperò la posa del viso più graziosa
del suo repertorio per chiedere al suo fidanzato: "Di cosa si tratta,
amore?".
Non che Giancarlo potesse notarla dalla sua posizione: stravaccato com'era
sul divano e nascosto dietro il giornale, gli era impossibile guardarla,
senza aggiungere poi che la aveva alle spalle! Ma Elena era fatta così.
Giancarlo, pur senza vederla, conosceva tutte le mossettine della sua Barbie
in carne ed ossa. Ossa tante, ma carne nei punti giusti. Certo, aveva visto
di meglio, prima e durante la sua storia con Elena, ma non poteva
lamentarsi. Era una cagnetta adorante che pur soffrendo per le sue scarse
dimostrazioni d'affetto, continuava a venerarlo e vezzeggiarlo con una
costanza che spesso riusciva ancora a sorprenderlo.
Certo, aveva ancora quella patina di donnina per bene, quel comportamento da
fidanzatina fedele e da "futura mogliettina perfetta" che gli dava ai nervi.
Forse l'avrebbe preferita un po' più troia, per usare un eufemismo. E poi,
era così attenta a tutto ciò che era alla moda, che di certo si sarebbe
rivelata una polla perfetta per il famigerato Mago Orgasmus.
"Oh, nulla, piccola...solo questo mago, qui...Grugnus, no...come si chiama?
Orgasmus...tu sai quanto sia diffidente nei confronti di questi
imbroglioni..."
A questo punto Elena, Giancarlo lo sapeva, aveva già spalancato gli occhioni
azzurri e si portava le mani al viso in un riflesso incondizionato che la
faceva apparire drammaticamente stordita dalla notizia.
"Oh, caro, il Mago Orgasmus! E' famosissimo! Tutte le mie amiche hanno
assistito ad un suo spettacolo ed hanno detto che è incredibilmente
eccitante! Trovare dei biglietti sarà difficilissimo..."
"Non so...non credo...chi vorrà andare ad uno stupido spettacolo di
prestigidi...vabbè, quella cosa là? Figurati che un mio collega voleva
regalarmi dei biglietti per il suo spettacolo di Natale perché lui e la
moglie non potevano, sai, la suocera, ma io ho detto che no, non ero
interessato."
A questo punto l'espressione di Elena era la seguente: un terzo di
"indignazione per il rifiuto di Giancarlo", un terzo di "immenso
dispiacere", un terzo di "pacata rassegnazione per il mancato avvenimento",
il tutto mescolato in un' smorfia omogenea e condita da un sapiente pizzico
di "speranza che le cose potessero cambiare". Una espressione
difficilissima. Giancarlo non si voltò subito, sarebbe stato spiacevole se
le fosse venuta male.
"Perché, ti sarebbe piaciuto?". Godeva nel metterla in difficoltà. Poiché
lei sapeva bene che per ottenere qualcosa avrebbe dovuto far finta di non
essere interessata, ma l'emozione causata dalla speranza le si leggeva in
volto.
"Bè, sì...credo di sì, sarebbe stato interessante forse...ne parlano così
bene...ma non fa nulla, voglio dire...prima o poi tornerà in tournee da
queste parti."
Giancarlo era un bravo giocatore di poker. Aspettò un paio di minuti prima
di prendere il telefonino e borbottare:" Perché aspettare, dopotutto...se
proprio ti piace, togliamocela davanti..." Poteva sentirla scintillare di
gioia, con il sorriso che non osava rivelare e le mani giunte a preghiera.
"Ciao, sono Giancarlo. Hai ancora quei biglietti per lo spettacolo? Credo
che accetterò la tua proposta!...ok, allora li passo a prendere stasera."
Nella testolina di Elena gli ingranaggi lavoravano furiosi. Era già alle
scarpe: seducenti con il tacco a spillo o semplici ma eleganti?
"Hai sentito tesoro? A Natale sarai allo spettacolo del Mago Orgasmus..."
Elena non rispose subito, com'era prevedibile. Era già al suo ingresso a
teatro, sottobraccio a Giancarlo, modesta nella sua eleganza ma guardata con
ammirazione dai presenti.
Lo sguardo ironico del suo fidanzato la risvegliò, ricordandole la fase
finale ed importantissima del"ringraziamento". Lo omaggiò con il suo sorriso
più bello, chinandosi sulla spalliera della poltrona per abbracciarlo.
"Amooooore, graziegraziegrazie! Tu sì che sai come far contenta la tua
Topolina!" squittì con gioia schioccandogli un bacio sull'orecchio.
"Sì, sì, va bene Topolina...ora lasciami leggere. E speriamo ne valga la
pena..."
Anche se già la panoramica del suo culo proteso mentre si chinava ad
abbracciarlo, che aveva sbirciato nei due specchi gemelli appesi
frontalmente alle pareti, era una premessa interessante. Difficile mettere
Elena a culo in fuori. "Speriamo davvero che Orgasmus faccia una bella
magia!" pensò Giancarlo, che avrebbe desiderato la sua Topolina un po' meno
Minnie e un po' più Zoccola.

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E la sera di Natale arrivò, portando al Teatro Regina Gertude una folla di
festanti, ancora gonfi come tacchini per il pasto luculliano della Vigilia.
Tutti erano imbarazzati per il tema della serata (già l'idea di uno
spettacolo di prestidigitazione in sé ne causava tanto, ma quella sera ci
sarebbe stato anche il sesso...) ma con quella temerarietà propria di chi
ostenta la sua apertura mentale e non ci si sarebbe stupiti, accostandosi
agli habitué dei teatri, di sentirli parlare di erotismo, preso molto in
generale.
"Oh, cara, ma tu quando la fai la "fellatio"? Prima o dopo il rapporto?"
diceva una matrona, sforzandosi vistosamente di usare termini tecnici.
"Senza dubbio prima, tesoro. Ma hai provato il "bondage"? Mio marito usa una
sciarpa di seta di Armani!" le rispondeva l'amica, rossa in volto, tentando
di riportare il discorso su temi neutrali.
Giancarlo invece aveva gonfio qualcosa d'altro. Le palle. Dopo una giornata
passata a casa dei futuri suoceri, a parlare di programmi matrimoniali di
cui non gliene poteva fregare un emerito, o a giocare a carte, sperimentando
i brividi del "Mercante in fiera" e del "Ramino", Giancarlo era davvero sul
piede di guerra. E se avesse avuto tra le mani il mago lo avrebbe fatto
nero. Ma non era di gusti difficili: avrebbe fatto nero chiunque pur di
potersi sfogare.
Elena invece, era troppo allegra per fare caso all'umore del suo compagno.
Avrebbe camminato saltellando per la soddisfazione, ma si tratteneva.
Aveva indossato un vestitino azzurro che era un amore, con le scarpe
abbinate dello stesso colore e fremeva dalla voglia di togliersi il
cappottino per poterlo sfoggiare.
"Ma che bello, tesoro...siamo quasi sotto il palco! Che peccato che il tuo
collega abbia dovuto rinunciare a questi posti. A proposito chi è? Giorgio?"
"No, questo non lo conosci." Le rispose Giancarlo distrattamente.
"Oh, ma deve essere di certo una brava persona".
All'interno della sala faceva molto caldo. Troppo. Nessuno venne a scusarsi
per questo, ma di certo doveva essersi rotto l'impianto del condizionatore.
Al centro del palco una grande cabina cilindrica poggiava su un piedistallo
formato da due enormi sfere. Si capiva subito che di là sarebbe arrivato il
mago.
Le luci si spensero, lasciando illuminata solo la fallica cabina, che
cominciò a produrre un piacevole stantuffìo. Poi, accompagnato da un lungo
"Oh" di meraviglia del pubblico, il mago Orgasmus, un uomo giovane e
prestante con lunghi e sottili baffi neri, uscì dalla cabina, mentre la
punta arrotondata della stessa si apriva per spruzzar fuori lunghi
coriandoli gialli e bianchi, con un effetto molto significativo.
"SIGNORI E SIGNORE... ECCO A VOI... IL MAGO ORGASMUS!" Echeggiarono a lungo
forti applausi in tutta la sala... ed un fischio, anche.
"Giancarlo ma che fai! Che vergogna...il mago ci sta guardando!" bisbigliò
seccata Elena.
"Ma quanto la fai lunga!" le rispose lui.
"Signori!" cominciò il Mago "So che molti di voi sono scettici riguardo alla
magia...ma ciò non mi impedirà di portarvi ai limiti della meraviglia,
questa sera. Certo...non faccio miracoli: non porterò i vostri amanti ad
avere un erezione che duri nel tempo..." (risatine femminili) "né potrò
accelerare i tempi dell'orgasmo femminile" (sbuffate maschili) "ma posso
fare in modo, stasera, che voi uomini torniate a casa con una forte erezione
e le vostre compagna con le mutandine già bagnate!" (grande applauso di
approvazione) "Vedo che l'idea vi piace, perciò...che lo spettacolo abbia
inizio!"
"Ma che stronzata!" borbottò Giancarlo. Elena gli diede una gomitata.
Lo spettacolo ebbe inizio. Dapprima furono solo trucchi semplici: tipo
"Scegli una carta e ti dirò a che posizione del Kamasutra stai pensando"
oppure "Il preservativo magico"  (il mago si metteva un preservativo e poi
togliendolo ne veniva via una lunga fila di preservativi colorati con una
scritta che era poi la risposta ad una domanda del pubblico).
Poi arrivarono i trucchi più complicati.
Per esempio:con la collaborazione di una valletta, il mago si nascondeva
dietro un lungo telo nero, scopavano e cambiavano posizione in pochi
secondi, giusto il tempo che ci metteva il telo ad alzarsi e ad abbassarsi
di nuovo. Ed erano posizioni complicatissime.
Poi, con una variazione sul trucco della spada, il mago ipnotizzò la
valletta, che ingoiò un lunghissimo pene di gomma, molto simile
all'originale in verità, senza soffocare. Le donne esplosero in un coro di
meraviglia. In pratica aveva ingoiato un metro di cazzo senza fare una
piega!
Infine il mago stesso rimase in equilibrio sulla sua stessa erezione,
reggendo tutto il suo corpo.
Mentre Elena seguiva tutto con passione e le luccicavano gli occhi
dall'emozione, Giancarlo non aveva fatto altro che sbuffare per tutto lo
spettacolo. Non si era fatto catturare dalla magia.
Ogni tanto Elena gli prendeva la mano, nei momenti più intensi, e Giancarlo
se la portava sul pacco. Ma non era interessato allo spettacolo.
Chi lo conosceva bene avrebbe detto che era solo una posa la sua. O che
forse aveva gravi pensieri per la testa. Ma che di certo non era lui. Era
troppo nervoso, poco partecipe alle scene che si susseguivano sul palco.
Tanto che al numero della donna tagliata in due non riuscì a non sbottare ad
alta voce:" Che puttanata!"
Un profondo silenzio gelò il pubblico. Tutti cercavano con lo sguardo
l'impudente che aveva osato proferire quelle parole. Un faretto lo trovò per
loro. Elena si nascondeva la faccia.
"E così" disse il mago "abbiamo uno scettico tra noi. Allora, signore.
Proprio non vuole arrendersi alla magia?"
"Certo che no!" rispose Giancarlo senza alcuna soggezione "Sono solo
trucchi! Scemenze! Di certo i vostri attrezzi hanno subito qualche modifica,
qualche...cosa strana che fa vedere a tutti quello che lei vuol farci
credere! Ma la magia non centra!"
Gli astanti restarono sconvolti per la bestialità di Giancarlo. Ma il mago
non si scompose.
"Dunque lei non crede. Quindi non avrà problemi a far salire la sua compagna
sul palco per farmi da valletta per il prossimo numero, vero?"
Elena sgranò gli occhi e si aggrappò al braccio del suo ragazzo, scuotendo
la testa. Si vergognava troppo!
"Ma sì, certo! Che problemi dovrei avere! E' tutto finto! Tanto lo so che
userà una controfigura...dai Elena, và sul palco, facciamogliela vedere a
questo sbruffone!"
"Nononono, Giancarlo, no, ti prego, mi vergogno!" ma due maschere l'avevano
già presa per le braccia e la scortavano verso il palco.
"Forza signori, un applauso per la nostra timida amica! Come ti chiami,
bellezza!"
Elena aveva dimenticato tutte le sue mossettine magiche e teneva lo sguardo
basso, nella speranza che i capelli le nascondessero il volto arrossato. Ma
così era peggio: Orgasmus era nudo ed in erezione e tenendo lo sguardo basso
non riusciva a non guardargli l'uccello.
"E...Elena."
"Elena? Un bellissimo nome! Non è vero signori? Non ricorda anche a voi
antiche leggende tipo...la magnifica Elena, di Troia?" (applausi e risate
dal pubblico).
"Allora, Elena...sempre se il tuo ragazzo non cambia idea, dovrai distendere
il busto in questa scatola nera. Come vedi ci sono delle aperture per le
mani, la testa, e per i fianchi. Ed io ti dovrò tagliare in due pezzi con
questa sega, qui, in questo punto, verso la vita. Non ti lascerò segni,
promesso."
Elena deglutì, tra le risate del pubblico. Perché lei ci credeva davvero
alla magia, e ne era un po' intimorita.
Il mago guardò ancora Giancarlo per richiedere la sua approvazione. "Allora,
procedo?"
Lui rise, annuendo. "Vada, vada. Voglio proprio vedere."
"E tu, Elena, sei pronta?" Anche Elena annuì, confortata dalla gentilezza
del mago.
"Bene."
Elena fu chinata sulla scatola nera, che la racchiuse dal collo fino ai
fianchi, come annunciato, lasciandole fuori la testa, le mani e le gambe,
fino al sedere. Certo, era un po' imbarazzante come posizione, messa lì a
90°, ma doveva comportarsi bene, per non far fare brutte figure al mago.
Così Giancarlo avrebbe imparato a non fare più di queste spacconate. Ma cosa
gli era saltato in testa di provocarlo in quel modo?
Il mago cominciò a segare la scatola. Elena serrò gli occhi e si morse le
labbra, aspettando che la lama le toccasse la pelle. Ma non sentì nulla.
Proprio nulla. Il mago aveva segato la scatola fino in fondo dividendola in
due e lei si sentiva ancora le gambe e il sedere. Fantastico!
"Allora signor Scettico...lo vede? Ho tagliato in due la sua bella Elena.
Cosa mi dice ora?"
"Che è un manichino. Non mi prenda in giro..." rispose sfrontatamente
Giancarlo.
Uno schiaffo le venne mollato sulla coscia. "Ahia!" gemette la ragazza.
"Ed ora?" chiese ancora il mago.
"Guardi, lo so che esistono bambole che se le tocchi parlano come persone
vere, non mi vorrà mica fare fesso?" insistette Giancarlo.
Gli spettatori assistevano in un concentrato silenzio.
"Ancora scettico? Lei è un duro. Quindi non sarà geloso se tocco la sua
ragazza sotto la gonna..." alluse il mago, facendo sussultare Elena.
"Faccia, faccia."
Orgasmus allora, poggiò la mano sulla gamba di Elena, scivolando in una
lunga carezza fin sotto la gonna della ragazza e andandole a planare sul
pube. "Con il suo permesso, signore".
Una piccola telecamera inviò le immagini sul grande schermo alle spalle del
palco. Si videro le mani del mago abbassare gli slip della ragazza sotto i
glutei, poi lasciarli cadere lungo le gambe fin sul pavimento.
"Elena, alza le gambe per favore. Grazie" Il mago prese gli slip di seta e
li lanciò verso Giancarlo. "Le riconosce?"
Con uno sguardo di sufficienza, Giancarlo aprì gli slip appallottolati. "La
perla. E' biancheria intima molto conosciuta. Come posso sapere che siano
veramente della mia ragazza? Lei potrebbe averne acquistate un paio uguali."
"Mi dispiace Elena, il tuo ragazzo non vuole cedere." E così dicendo, dopo
averla accarezzata un po' nel suo punto più sensibile, il mago le introdusse
le dita nella fica, facendola gemere con forza. Anche il pubblico gemette.
"Mmh...la sua ragazza deve essere molto calda a letto...è già tutta bagnata!
E...sniff...che buon odore che ha!" annunciò annusandosi le dita. "Può
confermare?"
"Non stia a portarla così per le lunghe, avanti! Glielo sbatta dentro!" lo
punzecchiò Giancarlo dalla platea. Tutti i presenti erano sconcertati dalla
sua mancanza di sensibilità.
Elena mormorò un timido "No!" ma nessuno la sentì.
"Va bene...se è quello che vuole, lo farò." E così dicendo, il mago affondò
il sesso turgido tra le gambe di Elena che si sentì mancare il respiro per
le dimensioni del membro di Orgasmus.
Il grande schermo mostrava tutta la scena. Le donne, che prima si sfioravano
segretamente i seni, si portarono le mani tra le cosce, gli uomini fecero lo
stesso.
Solo Giancarlo sembrava immune alla scena. Ridacchiava, pensando che Elena
non aveva mai voluto farlo da dietro.
Intanto il mago affondava con furore nel ventre di Elena. Tutti avrebbero
detto che stava godendo sul serio e molti uomini avrebbero voluto essere al
suo posto.
All'improvviso si fermò, senza essere arrivato all'orgasmo. Sembrava
sofferente.
"Allora...anf! E' ancora convinto che questo sia un pupazzo? L'ha sentita
gemere, no?"
"Macché. Io non ho sentito nulla. In fondo è il viso quello che mi dice che
è Elena. Le gambe non lo so di chi sono" rispose Giancarlo.
"Accetto la sfida" rispose il mago, e si portò verso il viso di Elena, che
non avrebbe potuto impedirgli in alcun modo di metterglielo in bocca, tranne
serrando le labbra.
"Su, Elena, fa la brava. Non senti il tuo ragazzo che ancora non ci crede
che sei tu?"
"Sì Elena, fa la brava!" commentò ad alta voce tutto il pubblico, che non
voleva veder finire lo spettacolo troppo presto.
Ed Elena si trovò costretta ad aprire la bocca per accogliere il sesso del
mago che aveva il sapore e l'odore dei suoi umori. Con Giancarlo non lo
faceva spesso, era riluttante a leccarlo proprio lì. Ma, sarà per la magia,
sarà perché in fondo il mago era un gran bel mandrillo, questa volta le
piacque molto, anzi, ci prese gusto.
Ma il mago ancora una volta si fermò ed Elena non poté reprimere un gemito
di frustrazione.
"Allora...è finalmente convinto?"
"Nooo" si lamentò il pubblico, in preda ad una eccitazione da svenimento."dì
di nooo".
Giancarlo, grande giocatore di poker, li tenne un po' sul filo sospeso. Per
un attimo tutti credettero che avrebbe ceduto.
"Guardi, forse non è una bambola, può aver messo lì la sua valletta,
camuffata in qualche modo. Perché non prova a metterglielo in culo? Lì di
certo capirò se è Elena o meno."
(Applauso scrosciante del pubblico).
"NO!IL CULO NO!" trovò la forza di gridare Elena.
"IL CULO SI'!!" le rispose il pubblico.
"Va bene...cercherò di accontentarvi tutti. Natascia, portami la vaselina."
Chiese il mago imperturbabile.
Natascia tornò sul palco con passo sinuoso, mostrò il vasetto al pubblico e
poi lo passò ad Orgasmus, che ne prese un pugno. Lo spalmò per bene nell'ano
di Elena che cominciava già a soffrire, solo all'idea, e poi la trafisse con
il suo spadone di carne, senza aspettare che si abituasse all'idea. Elena
urlò. Il pubblico ululò. Il mago ansimò. Giancarlo guardava, zitto.
Un coro di voci accompagnava le spinte di Orgasmus, in molti si
organizzavano per una hola al momento dell'orgasmo, che di certo sarebbe
arrivato di lì a poco.
E l'orgasmo arrivò, innaffiando il sedere di Elena di sperma (non poteva
venirle dentro, il pubblico aveva il diritto di vedere).
Un silenzio appagato calò sulla sala e sul palco.
Poi il mago richiuse la scatola nera e lasciando emergere una Elena al
contempo intatta e disfatta e le chiese.
"Elena, puoi giurare che eri davvero tu nella scatola e che ho sodomizzato
te e nessun'altra?"
La giovane lo guardò, interrogandosi sulla sanità mentale di chi formulava
una tale domanda, e poi rispose "Sì, posso giurarlo.".
"Allora, adesso ci crede?" si rivolse di nuovo a Giancarlo. Ci fu un momento
di suspance.
"Sì, adesso ci credo."
Un boato fragoroso esplose dagli spettatori, che erano in piedi ad
applaudire, tutti commossi, tutti con le mutande bagnate.
Elena fu ricondotta al suo posto, sostenuta dalle due maschere di prima,
poiché aveva l'aria di stare per svenire. Giancarlo, che l'aspettava in
piedi, la abbracciò.
"Giancarlo, io..." cercò di spiegarsi, ma lui la fermò. "Non dire niente.
Sta tranquilla. Ti amo."
Si avviarono verso l'uscita con il consenso della platea.
Poi, all'improvviso, Giancarlo si voltò verso il mago, gli occhi negli
occhi. Ci fu un lungo sguardo carico di significato, poi alzò la mano,
pollice alzato. Orgasmus rispose allo stesso modo.
Gli astanti si erano ormai sbucciati le mani a furia di applaudire. Che
bella serata, che bei ricordi avrebbero avuto, per masturbarsi nelle notti
solitarie!
Una volta in strada, Elena baciò il suo fidanzato con passione.
"Sono fiera di te, amore. Sono fiera del modo in cui hai reagito. Pensavo
salissi sul palco a spaccargli la faccia, invece non lo hai fatto. Hai
capito. Ti amo davvero."
"Anche io sono fiero di te. Ti sei comportata bene sul palco. Andiamo a
casa."
Grande uomo, Giancarlo, tutto d'un pezzo.
Grande giocatore di poker, anche, ma non quella volta, contro il mago
Orgasmus, che gli aveva promesso di abbuonargli l'enorme debito che aveva
contratto, in cambio di una scopata con la sua ragazza.
Stavolta gli era andata di lusso. Una vera magia.

fine

 

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Di Moemi

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