Goccioline  di Ladybird

 

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Il bimbo mi fissa con due enormi occhi neri, spalancati e curiosi.
Comodamente seduto nel suo passeggino stringe fra le mani il biberon, le
scosse del vagone lo cullano piano e lui, curioso di vita, si guarda intorno
interessato al microcosmo della metropolitana.
Adesso ha scelto di analizzare me. Alzo gli occhi dal libro che sto leggendo
e gli sorrido, poi il mio sguardo si sposta sul sedile di fronte al
passeggino dove una ragazza biondina e minuta, certamente la mamma, lo
guarda amorevole e fiera.
In piedi davanti a lei, a completare il quadretto familiare, il padre.
Niente male. Niente male davvero.
Alto, vestito casual ma elegante, i capelli mori, ricciolini, gli occhi
dolci ed una bocca carnosa al punto giusto.
Ci osserviamo per un po' ed io ho difficoltà a distogliere lo sguardo,
niente male davvero. Poi lui fissa la copertina del mio libro, dove spicca
un ritratto del marchese De Sade, mi guarda e sorride, dolce e malizioso.
O almeno così mi sembra.
Distolgo lo sguardo in uno slancio di pudore e torno ad osservare il pupo,
che intanto ha scelto di esaminare l'anziana signora al mio fianco. C'è poca
distanza fra il viso del bimbo ed il bacino dell'uomo, così faccio finta di
guardare gli occhioni del figlio, mentre in realtà sono attirata dalla
cerniera dei pantaloni del padre.
Un'improvvisa frenata mi scuote appena in tempo, prima che la mia mente, con
le sue manine invisibili e birichine, cominci a sbottonargli i pantaloni.
Decido di tornare a guardare il bimbo e noto che sulla tettarella del
biberon, che lui adesso snobba preso da ben più importanti pensieri, è
rimasta una gocciolina di latte. Mi incanto a guardarla.
Adoro leccare quella piccola goccia di liquido che sgorga solitaria quando
mi dedico a leccare e succhiare il sesso di un uomo.
E' un piccolo assaggio, una dolce anteprima, il presagio di un piacere che
io sto donando, il segno delicato che le mie cure e le mie attenzioni
porteranno ad un piacevole finale.
Quando quella solitaria gocciolina spunta fuori io avvolgo piano la cappella
con le labbra e, delicatamente, con un umido bacio, la assaporo sulla mia
lingua. Ha un sapore lieve e squisito ed in quel momento mi rammarico che
sia così piccola, eppure so che così deve essere, una lacrima dolce e
gustosa che, in un attimo unico e speciale, soddisfa la mia bocca ed eccita
i miei sensi.
Una voce metallica mi distoglie crudelmente dai miei dolci pensieri e mi
avverte che la prossima è la mia fermata.
Mi rendo conto che la mia bocca è semiaperta, che devo deglutire più volte
per eliminare l'eccesso di saliva, e che il mio sguardo si muove
impaziente e spudorato dalla gocciolina di latte al rigonfiamento che mi
sembra di notare sotto la cerniera dei pantaloni del padre.
Metto via il mio libro. Il bimbo mi sorride ed io gli ricambio la
gentilezza.
Guardo la mamma, anche lei mi regala un sorriso, forse convinta che io sia
rimasta imbambolata a contemplare la bellezza di suo figlio. Non ha capito.
Prima di voltarmi verso la porta guardo il padre, ci scambiamo un lungo ed
eloquente sguardo.
Il suo sorriso adesso è inequivocabile. Lui ha capito.

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By Ladybird

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