B B 8    di Bibi Captain

 

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Kayth si muoveva lentamente sulla nave fantasma, attenta a non
ostacolare il lavoro degli agenti della scientifica, e allo stesso tempo
scattando foto, raccogliendo indizi, facendo congetture. Sulla nave
appoggio Cunningham, appartenente a una flotta che non aveva mai visto
una vera guerra, gli oggetti della vita quotidiana lasciati in giro
lasciavano pensare ad un'atmosfera rilassata, per nulla militare.
Pensandoci, la tragedia che aveva travolto l'equipaggio appariva ancor
più insensata.

"Come procedono le cose laggiù, allora?" disse la voce annoiata di Klaus
al comunicatore. "E' una faccenda che ci interessa, o una delle solite
sciocchezze che cercano di rifilarci perché loro non hanno voglia di
occuparsene?"
Kayth si preoccupò che nessuno dei poliziotti avesse sentito.
"Maledizione, stai zitto Klaus!" mormorò, ma con voce irritata, nel com,
"qui è successo un vero macello... c'è sangue, e cadaveri dappertutto. A
bordo della Cunningham dovevano esserci una dozzina di marinai, due
specialisti civili e una giornalista, e finora abbiamo trovato dieci
morti, di cui uno galleggiava in acqua con ancora il salvagente."
Il volto di Klaus nel piccolo video si fece serio. "Mmh... allora
abbiamo davvero fatto una brutta figura. Passo e chiudo." Si riferiva al
fatto che la chiamata urgente da parte del comando dei servizi segreti
non era stata presa sufficientemente sul serio. L'Agenzia BB avrebbe
dovuto aprire l'azione calando i suoi agenti sulla Cunningham che non
rispondeva alle chiamate sulla rete militare, invece il ritardo era
stato tale che un team speciale della polizia era intervenuto da un
elicottero per primo, all'alba. Kayth, intenta in un'altra missione che
le richiedeva di raccogliere informazioni in un ambiente altolocato, era
apparsa in abito da sera e tacchi a spillo verso le undici. Gli agenti,
che stavano cercando di identificare i corpi e raccogliere prove,
avevano espresso il loro disappunto indirizzando una serie di frizzi e
lazzi verso la donna. Perfino dopo che il loro capo aveva ripristinato
l'ordine, ogni tanto partiva ancora una frecciatina.

"Beh, c'è poco da dire" commentò Gregor, l'uomo della Scientifica,
indicando a Kayth alcuni dei cadaveri. "Sono stati uccisi tutti con armi
da fuoco, suppongo tutte dello stesso tipo, ma più tardi sarò più
preciso. I marinai di questa unità non avevano armi a portata di mano.
Di fatto la piccola armeria di bordo è stata aperta, ma dev'essere
servito a poco."
Kayth seguì Gregor, un uomo biondo un po' massiccio, sulla quarantina,
in coperta.
"Ecco," disse lui "questo ragazzo ha impugnato un fucile, e quest'altro
stringe ancora una pistola... però sembra che li abbiano colpiti alle
spalle, da una direzione che non stavano tenendo d'occhio."
"Nessuno si è salvato, di quelli a bordo?" domandò Kayth.
"Un paio di subacquei stanno esplorando qua sotto. Non abbiamo trovato
ancora tutti i componenti dell'equipaggio e i passeggeri, in sei mancano
all'appello. Ma i cadaveri ci mettono un po' di tempo ad emergere... A
parte quel disgraziato che è stato colpito mentre era vicino al
salvagente, ha fatto in tempo ad aggrapparsi e non gli è scivolato...
perciò lo abbiamo già recuperato."
Kayth si schiarì la gola. "Una brutta storia, devono aver cercato di
saltare fuori bordo, sfuggire in tutti i modi..."
Gregor annuì, mentre scattava a sua volta delle foto. "E' stato un
massacro, chi lo ha perpetrato sapeva che la nave aveva una missione
importante. Non so se si tratta di un potente locale, di uno stato o di
terroristi, ma di sicuro è gente dotata di buona intelligence e ben
equipaggiata."

Non c'è più nulla da vedere per adesso, pensò Kayth preparando la sua
partenza. Stava per avvertire Klaus di venire a prenderla quando uno dei
soldati gridò: "Ehi, venite a vedere qui!"
Kayth corse nella stiva, poi nella sala macchine. "Questa forse è ancora
viva" gridavano gli uomini. La giornalista presente a bordo, infatti,
era stata neutralizzata ma era viva e vegeta, per quanto svenuta.
L'avevano infilata in un angolo, per questo i poliziotti non l'avevano
localizzata immediatamente. Kayth si fece largo e si chinò sul corpo. La
donna, sulla trentina, era stata legata con una pesante catena, avvolta
intorno a tutto il corpo. Le mani, soprattutto, erano state
immobilizzate con cinque o sei giri dietro la schiena. Le era stato
infilato uno straccio in bocca, sporco di olio o combustibile, o
qualcosa di simile. I vestiti non le erano stati tolti, ma erano in
disordine e strappati. Si trattava di un abitino bizzarro, colorato e
con delle frange, che avrebbe ricordato a Kayth lo stile post-neo-hippy
in voga sulla Terra, se lei si fosse interessata della moda di quel
pianeta.
"Signori" disse con calma Kayth agli agenti, "la vittima è avvolta in
una catena, chiusa da un pesante lucchetto. Qualcuno ha un attrezzo
adatto ad aprirlo?"
Uno del team speciale puntò la sua machine-pistole contro il lucchetto
ma Kayth la scostò. "Non scherziamo con queste armi. Forse basta un filo
di ferro o una forcina..."
Si adoperò attorno al lucchetto con un piccolo attrezzo multiuso
fornitole da un agente, e nel giro di un minuto la serratura scattò.
Kayth aveva sicuramente recuperato dei punti nella stima dei poliziotti.
Allo stesso tempo la giornalista legata diede segni di vita e sputò con
un verso di disgusto lo straccio che le tappava la bocca.

"Allora come è andata?" domandò Klaus quando Kayth fu a bordo. In un
angolo dell'hover, Consuelo dormiva ancora placidamente.
"Un massacro con una persona superstite, e forse un rapito... se hanno
davvero ripescato tutti" spiegò la bella agente. "La Cunningham doveva
recuperare delle scorie radioattive. Plutonio di qualche antica nave
spaziale o di una centrale sporca, materiale pericoloso che andava
portato in uno stoccaggio sicuro, ed invece è finito in fondo al mare
qualche mese fa..."
"... con l'affondamento del piroscafo Chirac" completò Klaus.
"Sì, ma allora non si era sospettato nulla. Era stata una collisione con
un grosso mercantile. Bisognerebbe indagare meglio, alla luce di quello
che è successo oggi."
Klaus diede potenza ai motori e il velivolo si sollevò. Consuelo mandò
un soffice gemito, ma continuò a dormire.
"Da New London hanno mandato allora questa nave militare Cunningham con
due specialisti civili e un robot subacqueo che può contenere piloti o
essere filoguidato" proseguì Kayth, "poi la notizia, maledizione, è
filtrata e quella giornalista è capitata a bordo, non hanno saputo dire
di no."
"Si è salvata lei soltanto?"
Kayth alzò le spalle mentre si levava le scarpe che la stavano facendo
dannare. "La giornalista, che di nome fa Veronique, è stata
neutralizzata senza difficoltà: dice che le hanno dato un colpo in
testa. I militari sono corsi alle armi, alcuni sono saltati fuori bordo
cercando di arrivare nuotando alla costa per dare l'allarme, non che la
costa sia vicina, beninteso... insomma, nonostante fossero stati colti
di sorpresa, per dovere hanno reagito, e come da copione si sono fatti
ammazzare tutti, dal comandante all'aiuto cuoco... e anche uno dei due
civili specialisti di recuperi. Ma non l'altro, che è scomparso, e anche
il robot subacqueo manca all'appello." Kayth si sporse dal suo sedile
verso il retro del mezzo e accompagnò le parole con una robusta pacca
sulla natica più a tiro di Consuelo, che si svegliò di soprassalto
strillando indignata.
"Il robot potrebbe essere finito sul fondo e lo specialista... in pasto
ai pesci" osservò Klaus senza badare alle proteste della bella
addormentata.
"Già, questo è tutto da vedere, non si può dire ancora" replicò Kayth,
"quello che mi indispone è che non abbiamo nessuna prova o indizio
importante su chi sia stato..."
"...E ovviamente il capo vorrà risultati subito, vista la gravità del
caso, e non vorrà sentir ragioni..."
"Esatto."
 
 
 
 
BB 8 parte seconda di cinque - I viaggi della Medusa

***attenzione*** valgono le solite avvertenze... il contenuto è
piuttosto forte e chi non fosse convinto, o dell'età adatta è pregato di
andare a farsi un giro da un'altra parte. Questo racconto può essere
diffuso a patto che non si faccia alcun tipo di profitto su di esso (no
siti a pagamento ecc...) e si citi l'autore.
Captain BB

Erano passati due giorni da quel drammatico inizio, la missione aveva
ormai assunto un tono più rilassato. Una piccola nave privata, la Eric
Stanton, ospitava l'equipaggio dell'Agenzia BB, e in particolare Kayth,
Ami, Klaus e Consuelo. Veronique, la giornalista freelance, si era
dimostrata molto accondiscendente e aveva rimandato il suo scoop,
comprendendo i motivi di sicurezza. Klaus invece aveva fatto di tutto
per approfittare delle grazie della bella giornalista, e c'era riuscito.
Questo creava un motivo di preoccupazione per Kayth, che per quanto la
riguardava dava poco peso alla relazione dei due, ma doveva per forza
considerarla una possibile, e inopportuna, fonte di difficoltà nel corso
di una missione così delicata. Non sapeva come farlo capire a Klaus
senza peggiorare le cose. Il che era irritante, visto che Klaus era un
veterano, perfettamente in grado di capire che... avrebbe dovuto
arrivarci da solo.

La conoscenza di Veronique si era rivelata apparentemente utile, ad ogni
modo. La giornalista era in contatto un gruppo di oceanografi che
studiavano i fondali non molto lontano, e grazie a quella provvidenziale
coincidenza gli agenti avevano potuto arruolare un paio di specialisti
muniti di batiscafo.
Era una coppia alquanto bizzarra: il capo, un certo signor Hounot, un
uomo sulla cinquantina che aveva frequentato l'università sulla Terra,
era di origine un po' sudamericana e un po' francese. Era il classico
vecchio lupo di mare, alto e secco, con un maglione a collo alto nemmeno
troppo pulito e i capelli bianchi raccolti in un codino. Il suo socio,
conosciuto solo con il soprannome di Zouzag, si distingueva per la gran
chioma nera, quasi un cespuglio ribelle, e la barba altrettanto scura e
folta. I compiti di Zouzag erano essenzialmente di pilotare la nave
dello strano duo, un vecchio catorcio di nome Margot.

Il mini sottomarino dell'Agenzia BB, la Medusa, era invece guidato da
Ami, mentre Consuelo la seguiva con il sonar dalla cabina della Stanton.
Il relitto della Chirac non era esattamente dove era stato segnalato,
toccava ricercarlo in fondali profondi oltre trecento metri e molto
frastagliati. Il mezzo del buon Hounot giungeva a proposito: simili
attrezzature non erano frequenti nel giovane pianeta Sahr, dove non era
stato necessario trivellare più di tanto i fondali marini e dove non
c'erano antichi galeoni da andare a cercare.

"Finalmente l'ho trovato, è proprio lui!" esclamò Ami nel microfono.
Consuelo gridò dalla gioia e avvisò Kayth. Se le cose fossero andate
bene, la Medusa poteva estrarre i fusti di scorie radioattive col suo
braccio meccanico. Con estrema calma, manovrando le eliche direzionali
dal suo stretto abitacolo, Ami guidava il mini sottomarino dentro lo
scafo squarciato.
"Procedi con calma, Ami" raccomandò Kayth. "Se vedi che è difficile,
lascia perdere. Non rischiare collisioni, venirti a recuperare sarebbe
un problema di non facile soluzione."
Ami sorrise. "Va bene mamma. Adesso sto illuminando una parte della
stiva, dovreste ricevere le immagini."
Consuelo e Kayth, con Veronique che si sporgeva tra di loro, osservarono
il carico sparpagliato del piroscafo. Le scorie erano contenute in
pesanti cilindri metallici, inconfondibili.
"Ne conto quindici, Ami" comunicò Kayth. "Nei vari comparti, in tutto
devono essercene centoventi."
Ami fece un fischio nel microfono. "C'è da lavorare per mesi. Dubito che
se ne possa estrarre più di uno o due al giorno. Adesso vedo se il
braccio ce la fa a sollevarne uno."
"Prova... ma quel lavoro non lo completeremo certo noi" replicò Kayth.
"Mi interessa sapere se i fusti ci sono tutti, e se si possono
riprendere, per il resto il nostro compito è scoprire chi ha ammazzato
l'equipaggio della Cunningham, e perché. ."
Ci fu un momento di silenzio, poi Ami parlò: "Passo dall'altro lato a
cercare un ingresso. Qui non riesco a farmi strada ulteriormente."

Passò un altro minuto o due. Ad un tratto Consuelo esclamò: "C'è
qualcos'altro sott'acqua!" Prese il microfono. "Ami, mi ricevi? Ho
identificato con il sonar un grosso oggetto vicino a te."
"Come? Sto facendo una manovra delicata, aspetta..." replicò la voce
della giovanissima agente.
Consuelo guardò Kayth, che osservò per un attimo lo schermo del sonar,
poi afferrò il microfono.
"E' una situazione di possibile pericolo, smetti di manovrare e
guarda... sopra di te, un po' a destra."
Nel piccolo schermo del comunicatore, Ami si voltò un po' impaziente
nella direzione indicatale.
"Sei sicura? Non c'è nulla, cosa dovrebbe essere, un pesce?"
"Bambina cara" ribatté Kayth, "prova a dirigere uno dei proiettori della
Medusa verso la direzione che ti ho indicato, se no non vedrai mai
niente..."
"Va bene."
Consuelo si intromise: "Guarda, è in rotta di collisione. Digli di
spostarsi."
"Muoviti subito" gridò Kayth allarmata. "in qualunque direzione ci sia
spazio."

Udirono Ami mormorare seccata: "Insomma, che diavolo devo fare..." Poi
si sentì un forte urto. Sul volto della ragazza chiusa nell'abitacolo di
disegnò la perplessità, mentre Kayth e Consuelo, trecento metri al di
sopra, seguivano la scena estremamente allarmate.
"Infiltrazione di acqua nello scafo!" urlò Ami. "Si è aperto il
portello..." poi l'audio cessò di pervenire alla cabina della nave
Stanton.
"Madre de Dios!" gridò Consuelo. "Stanno arrembando la Medusa!"
Kayth era altrettanto scossa, ma fece cenno di no. "E come farebbero a
quella profondità? Un subacqueo morirebbe per la pressione, un palombaro
sarebbe troppo impacciato per..."
Le immagini pervenivano ancora, ed erano inequivocabili. Anche se non si
vedeva l'avversario, Ami cercava di scalciare e di difendersi, mentre
l'acqua scorreva lentamente su di lei. Poi con un'ultima scintilla il
video si oscurò.

Ami era coinvolta in una lotta disperata, mentre l'acqua che irrompeva
in cabina faceva sfrigolare e andare in cortocircuito tutte le
attrezzature elettriche della Medusa. L'intruso era un'altra donna,
forte e decisa. Proveniva da un altro scafo forse simile, ed era entrata
tramite una camera stagna o un sofisticato corridoio di comunicazione
applicato al portello del mini sommergibile. L'acqua che era filtrata
non arrivava direttamente dall'oceano: se così fosse stato, data
l'enorme pressione l'acqua avrebbe invaso la cabina in un attimo e
sarebbe stata fatale ad entrambe le donne.
Ami riuscì a scalciare vigorosamente l'avversaria, che era dotata di
maschera e bombole, e coperta da una pesante muta da sub, mentre quella
di Ami era una tutina leggera, che la lasciava più libera, e quindi, per
il momento, in vantaggio. Nello spazio angusto la donna ripiegò, fu
messa sulla difensiva, ma l'acqua che era entrata con lei, e continuava
a scorrere, riempì completamente l'abitacolo del mini sommergibile
lasciando Ami al buio e senza una risorsa di aria: tutte le luci erano
spente tranne i potenti fari esterni, che puntavano verso il relitto
della Chirac, e l'orologio completamente sigillato, lievemente luminoso.

Ami cercò di reagire, alla cieca, tentando di voltarsi per arrivare con
le mani alla sua nemica e costringerla a cedere l'erogatore di ossigeno.
Stando così le cose, a quanto sembrava, per vivere avrebbe dovuto
uccidere l'altra. Ma l'avversaria non aveva certo intenzione di privarsi
dell'aria, e teneva energicamente a bada l'agente, che cominciava ad
agitarsi in preda al panico.

"Cazzo dobbiamo fare qualcosa!" gridava Consuelo guardandosi intorno
come in cerca di un'idea. Kayth aveva freddamente lanciato il segnale
d'allarme a Klaus e stava chiamando con la radio la nave Margot,
distante poche centinaia di metri.
"Abbiamo tutte una piccola scorta di ossigeno impiantata nei nostri
corpi" disse a Consuelo per tenerla calma, "ce l'ha anche Ami, può
andare avanti per alcuni minuti anche se si allaga la cabina, e se si
libera può tornare su coi comandi di emergenza. Tu recupera la Medusa
col cavo."
Consuelo armeggiò coi comandi. Il cavo di comunicazione, che poteva
essere anche usato come un cavo da traino, venne messo in tensione dal
paranco che ne riavvolse alcuni metri. Poi nient'altro.
"L'oggetto sconosciuto che avevamo avvistato si è agganciato alla
Medusa" commentò Kayth guardando nello schermo del sonar. "Ci ostacola,
non possiamo tirarla su. Dobbiamo scendere col batiscafo della Margot a
vedere..."
Consuelo fece un gesto d'impazienza. "Quel maledetto batiscafo non ha
possibilità di interagire con l'esterno, potremo vedere ma non aiutare."
Kayth annuì. "No, è vero. Non c'è tempo da perdere. Adesso collego una
delle riserve di aria compressa al collegamento d'emergenza che c'è
dentro il cavo. La soffieremo dentro la cabina della Medusa."
Dopo aver eseguito rapidamente l'aggancio della grossa bombola, fece
segno a Consuelo, che schiacciò un paio di tasti.
"Adesso potrà respirare" disse Kayth. "Sempre che non le sia entrato
l'intero oceano in cabina."

Ami aveva deciso di giocare d'astuzia, e fingersi incosciente. Dominare
il panico richiedeva un particolare sforzo di volontà, ma era possibile.
Sapeva di avere un asso nella manica, le mini capsule di emergenza che
le alimentavano il sangue di ossigeno. Doveva sostenere per un po' il
fortissimo istinto di respirare, poi la fame d'aria si calmava e poteva
di nuovo tenere il fiato senza grossi problemi. A seconda dello sforzo
che faceva, poteva durare ancora tre o quattro minuti, o un po' di più.
L'avversaria la lasciò per un po' immobile nella cabina allagata.
Probabilmente era spossata, e stava recuperando le forze. Dopo un
periodo che ad Ami parve lunghissimo, la tirò per un piede verso di sé.
Faticosamente, la trascinò fuori dell'abitacolo della Medusa. Ami
socchiuse un occhio. Era in una camera stagna un po' più spaziosa. Da
qui era entrata la sua nemica, agganciandosi e semplicemente forzando il
portello d'ingresso dell'abitacolo. La Medusa non era accessoriata con
una camera stagna che permettesse all'equipaggio di uscire sott'acqua,
perché era nata per l'uso a profondità impossibili ai subacquei. Perciò
Ami si era ritrovata sommersa dall'acqua piovuta dalla camera stagna del
mezzo aggressore, dove si trovava adesso.

Quando la sua misteriosa assalitrice cominciò a voltarla sulla schiena,
Ami scattò e le assestò un gran pugno sul volto. La donna gridò e cadde
all'indietro, con uno sventolare di capelli scuri. Ami si avvicinò per
colpirla ancora, quando per un attimo fu distratta da un gorgoglìo che
proveniva dalla cabina del suo mini sottomarino. Fece in tempo a
realizzare che, dalla nave appoggio, le stavano mandando dell'aria,
quando fu colpita allo stomaco da una ginocchiata.
"Sembravi svenuta, sgualdrinella, e invece mi fai di questi scherzi?"
disse la donna digrignando i denti, "brava, ma ora ti sistemo io."
Ami aveva riconosciuto Rosa, una mercenaria che lavorava per il miglior
offerente. Aveva già avuto il dispiacere di incontrarla, per la prima
volta quando era in missione per salvare il padre di Cora.
"Oh mio Dio, sei tu!" esclamò Ami senza nascondere un certo spavento.

Rosa ne fu piacevolmente sorpresa. Aveva inflitto dolore e sofferenze a
piene mani ad Ami, nel passato, ma non si aspettava di averle instillato
un sacro terrore.
L'agente si appoggiò alla parete della camera stagna e raccolse le
ginocchia al petto. "Ti prego, non farmi del male," piagnucolò, "non
farò resistenza, se vuoi il sottomarino prendilo..."
"Mi prendo quello che voglio, ragazzina!" esclamò Rosa trionfante
stringendo fra due dita il mento di Ami.
"Comincia a prendere questo" disse Ami facendo scattare le gambe in
avanti. Rosa fu scagliata lontano un paio di metri, dove la sua corsa si
fermò contro la parete metallica con un sonoro tonfo. Ami balzò su di
lei e la finì con un colpo di karate al collo. Per un attimo rimase a
contemplare il corpo inerte fasciato dalla muta subacquea. "Un paio di
volte la tua banda ha avuto meglio su di me, Rosa" mormorò. "Ma non
bisogna mai diventare troppo sicuri di sé."
Poi aprì il portello di comunicazione e iniziò ad esplorare il mezzo da
cui era partito l'attacco.

Klaus forse passava troppo tempo a palpare il corpo di Veronique stesa
nuda a prendere il sole sul ponte della Margot, ma Kayth dovette
riconoscere che arrivò di corsa. Hounot stava indossando la muta e aveva
già preparato il batiscafo, cui Zouzag dava gli ultimi controlli, mentre
Veronique controllava le macchine fotografiche. La Margot si affiancò
alla Stanton, e Kayth, saltò a bordo. Aveva indossato solo a metà la
muta, e cercava di infilarvi l'abbondante seno e contemporaneamente di
entrare nel batiscafo. Hounot salì subito dopo di lei, e in un attimo
furono sott'acqua.

"Credo che l'aggressore sia ancora collegato alla Medusa. Il segnale del
sonar è uno solo. Sono a pochi metri dal relitto." La voce di Consuelo,
che finiva di mettere al corrente Klaus, era controllata ma tradiva
l'emozione.
"Beh, maledizione, ne hanno di mezzi questi gran fottuti," osservò Klaus
grattandosi il mento. "Ma speriamo di recuperare Ami. L'aggressore è per
caso lo stesso mezzo che è stato rubato ai militari della nave
Cunningham?"
Consuelo alzò le spalle. "Non saprei dirlo. Forse lo vedranno Kayth e
il... consulente civile, Hounot."
"Sono già a una cinquantina di metri sotto il livello del mare."

I minuti passarono, mentre il batiscafo veniva calato. Quando fu oltre i
250 metri, Consuelo gridò: "Se ne stanno andando via!"
Klaus tornò a guardare lo schermo del sonar. "Vero. E si portano via la
Medusa. Hanno tagliato il cavo di traino."
Consuelo armeggiò con la radio.
"Sì?" disse Veronique dalla Margot, distante meno di cento metri.
"Tirateli su, è inutile proseguire," disse Consuelo, "il nemico si sta
allontanando portando il nostro sommergibile con se."

Ami era decisa ad impadronirsi del sommergibile nemico e a trasformasi
da aggredita in conquistatrice. Purtroppo per lei, appena varcò il
portellone della camera stagna ebbe a che fare con un'altra conoscenza
pessima, e di lunga data. Era François, compagno di Rosa in tante
malefatte. Senza mostrare nulla del presuntuoso eccesso di fiducia che
aveva rovinato la sua compagna, tenne Ami sotto tiro puntandole contro
un fucile subacqueo e squadrandola con un volto duro, inflessibile.
Ami alzò le mani emettendo un sospiro triste.
"Cosa hai fatto a Rosa?" domandò l'uomo in perfetta calma.
"Niente di male, si sveglierà con un po'... di torcicollo" rispose Ami.
"Quanto a me, in virtù della nostra antica conoscenza, e in vista del
fatto che le sorti potrebbero un bel giorno cambiare, chiedo un
trattamento meno disumano del solito."
François la fece voltare e le legò le mani con una corta cinghia di
plastica. "A te e a quelle altre tue amiche bisogna sempre insegnare a
non mettersi sulla nostra strada. Non so più le volte che mi sei
capitata tra i piedi, bambina cara, ma non ho perso la speranza di
fartene passare la voglia!"
Raccolse i lunghi capelli biondi di Ami in una cuffia, poi prese un
rotolo di nastro adesivo.
"Avete ucciso i soldati per prendere questo mezzo subacqueo..." mormorò
Ami.
"Silenzio!" la interruppe severamente François, passandole il nastro
adesivo sulle labbra. La imbavagliò con pochi rapidi giri a livello
della bocca, poi le avvolse il nastro sulla testa, davanti agli occhi e
sotto il mento, e in breve aveva completamente coperto la testa della
ragazza, lasciando libere solo le narici.
Prendendo un altro rotolo di nastro, completò in breve il legamento
della ragazza bloccandole braccia e gambe, e la fece sdraiare. Poi andò
a rianimare la sua complice.
Kayth era furiosa di aver mancato l'avvistamento del nemico, pur essendo
cosciente che il batiscafo della Margot non le avrebbe permesso nessuna
azione per contrastarlo.
"Abbiamo perso la Medusa, che era l'unico mezzo decente a nostra
disposizione" commentò quella sera, dopo aver riunito Consuelo e Klaus
per una cupa riunione di guerra.
"Abbiamo delle tute da palombaro" replicò Klaus. "Speciali tute
pressurizzate e protette, sono ottime per lavorare anche alla profondità
del relitto, anche se, ovviamente, non sono molto comode quando devi
manipolare oggetti, dal momento che le dita vengono impedite e la mano
diviene un po' come una pinza. Bisognerà stare attenti ad infilarsi
nella stiva, perché la tuta è legata a un cavo e tramite il cavo riceve
ossigeno, ovviamente. Del resto lo stesso problema lo aveva anche la
Medusa."
Kayth scosse il capo. "La Medusa avrebbe potuto individuare e seguire un
avversario, magari affrontarlo. Cose che un palombaro non può fare.
Adesso dobbiamo fidarci delle intercettazioni radio, o di qualche colpo
di fortuna del genere."
"Potrebbero aver fretta" aggiunse Consuelo. "Forse torneranno presto per
recuperare i fusti e avere le scorie che tanto desiderano... noi siamo
sul posto e abbiamo il sonar. Siamo di guarda al tesoro che cercano, non
possono ignorarci."
"Allora ci faranno fuori tutti, come quei disgraziati di soldati"
commentò ridacchiando Klaus.
"Per evitare che vengano ad innaffiarci di pallottole, potresti aiutarci
a fare buona guardia, anziché passare tutte le notti nella cabina della
tua bella Veronique," commentò duramente Kayth.
Klaus si schiarì la gola. "Va bene, non fatemi la predica. Da stanotte,
sarò sempre qui di guardia. Però mi permetto di far notare che anche
l'altra nave è in pericolo. L'unico grosso mezzo subacqueo che ci resta
è il batiscafo della Margot."
Kayth annuì. "Hounot sarà un tipo strano ma non è stupido, ha qualche
arma a bordo. Gli dirò di fare turni anche sulla sua nave, e comunque
saremo vicini."
"Cosa sarà successo ad Ami?" si chiese Consuelo, malinconicamente.
"La tireremo fuori, se non l'hanno ammazzata" replicò Kayth.
"Ricordiamoci che tuttavia non possiamo accettare di scambiarla con il
materiale che stiamo sorvegliando. Se ci dovessero ricattare,
rifiuteremo. Siamo tutti sacrificabili, se necessario, e questo vale
anche per Ami."
Consuelo e Klaus sospirarono, ma non dissero niente.

Ami non poteva credere ai propri occhi. Non immaginava proprio che
potesse esistere una base subacquea sconosciuta a così poca distanza
dalla costa. Eppure la cupola, perfettamente mimetizzata e camuffata con
alghe e rocce, disponeva di un vasto spazio, sufficiente per i piccoli
sommergibili coinvolti in quell'avventura, per un piccolo modulo
abitativo, varia strumentazione e un laboratorio.
"Non ci crederai, ma questa è una struttura sperimentale e non è stata
fatta per tenere d'occhio le schifezze radioattive a bordo della Chirac.
L'hanno rilevata i nostri alleati là sopra... e ci fa maledettamente
comodo."
François aveva lasciato Rosa a riposare, e si gingillava a percorrere
con dita leggere le curve del corpo quasi nudo di Ami, ora libera dalla
muta da sub e legata con una corda sottile, ma robustissima. Aveva
avvicinato una bottiglia di plastica con una cannuccia alle labbra della
prigioniera, e Ami stava bevendo una bevanda alla frutta. Si interruppe
per domandare: "Quali sono i vostri alleati?"
L'uomo sorrise, e con uno sguardo diabolico si passò la mano tesa
davanti alla gola. "Dovrei ucciderti dopo avertelo detto, bambina, e
invece preferisco divertirmi con te ancora un po'."
"Vi tengono d'occhio, da là sopra. La nostra nave ha un sonar, siamo
dotati di mezzi sofisticati. Forse non hanno capito che qui c'è il
vostro rifugio, ma lo capiranno appena vi muovete di nuovo con il
sottomarino. Non farete in tempo a raccogliere le scorie, vi silureranno
prima."
François rise a mezza voce.
"Siluri sulla vostra piccola nave? Vorrei proprio vederli... E se ci
mandassi te, a fare l'operazione di recupero? Colpirebbero te, non noi."
Ami scosse il capo furiosa. "Io per voi non faccio niente, maltrattami
quanto vuoi. E non credere che i miei compagni esiterebbero a sparare."
François rifletté parlando fra di sé a mezza voce. "Un ordigno ad
orologeria nel sottomarino, quello non è un problema: lo so fare. Ti
legherei al posto di guida. Se non rientri entro una certa ora, salti
per aria. Se cerchi di saltare insieme a noi, ti manovro via telecomando
in un posto più lontano, ed esplodi da sola. Insomma, posso costringerti
ad obbedire. Quanto a Kayth e agli altri tuoi compagni, non mi
preoccupo." François la guardò con durezza e alzò il tono della voce.
"Li posso ricattare, o li posso far fuori quando voglio. Io e Rosa non
siamo due fessi assediati sott'acqua, ti ripeto. Noi non siamo soli."

"Siete riusciti a prendermi" ribatté Ami, "Avete la Medusa, avete anche
il robot sottomarino della nave militare Cunningham... ma supponiamo che
voi non siate capaci di usare le loro braccia meccaniche, e supponiamo
che io non sia disposta a farlo per voi."
François la guardò interessato. Ami sorrise. "Credo di aver fatto
centro, voi non sapete come fare per recuperare quei fusti. Noi abbiamo
un addestramento superiore al vostro."
L'uomo cominciò a toccarla più intimamente. "Ti sbagli, ragazza. Avevamo
già chi è capace di farlo, e un altro ce lo siamo procurato proprio
dalla nave militare. O forse... non vi siete contati i cadaveri?"
"Così il tecnico è nelle vostre mani?"
"Esatto, cara, è proprio qua sotto, in un'altra stanza. L'unico problema
è come toglierci dai piedi... l'Agenzia BB."
Ami voleva ribattere ma François fa più lesto nel tapparle la bocca con
uno straccio. Con calma, le slegò le gambe e la costrinse ad allargare
le ginocchia.
"Adesso basta parlare di tattiche per il nostro piccolo duello sul fondo
del mare... Ho voglia di altro, sai. Voglio del piacere, almeno del
piacere per me, che del resto è quello che conta! Voglio darti una
piccola lezioncina per non voler collaborare, cara Ami."

Sulla Eric Stanton, Klaus e Consuelo passarono una notte insonne a
studiare le registrazioni del sonar e a condurre una nuova scansione del
fondale. La mattina dopo, mentre il sole lanciava i primi raggi sulla
distesa infinita dell'oceano, avevano preparato la loro attrezzatura.
"Ci serve il tuo parere, Kayth" disse Klaus, mentre Veronique lo aiutava
a indossare la muta da sub.
Kayth, vestita solo di una lunga T shirt, una tazza di caffè in mano, si
sedette e annuì. Apparve Consuelo con dei diagrammi.
"Crediamo di aver scoperto dove sono andati, anche se il segnale era
ormai lontano. Vedi, li abbiamo persi qui. E ci sembra di rilevare una
forma quasi perfettamente semi-sferica sul sonar."
Kayth guardò la ragazza senza dire niente e bevve un lungo sorso di
caffè.
"In pratica" intervenne Klaus, "se è vero quello che pensiamo, i nostri
avversari hanno usato il robot militare di cui si erano impadroniti per
prenderci la Medusa e portarla via, fino a una base subacquea, che
sarebbe a poca distanza da qui."
"Però, siete in gamba!" esclamò Veronique. "Chi lo avrebbe detto? Li
avete beccati!"
Kayth finalmente parlò. "Eravamo troppo lontani per avere
un'informazione precisa dagli strumenti. Dobbiamo rifare i rilevamenti."
"Ci siamo mossi con la nave stanotte, mentre dormivi" disse Consuelo.
"Abbiamo rifatto la scansione del fondale. L'impressione che ci sia una
cupola rimane, e abbiamo localizzato un punto preciso. Possiamo andare a
vedere con il batiscafo della Margot."
Kayth annuì. "Non abbiamo di meglio da fare quindi per me va bene, però
la nostra nave resta qui, sulla verticale del relitto."

Kayth li vide trasbordare sulla Margot e allontanarsi. Poi vide arrivare
un insetto, una farfalla che non avrebbe dovuto esserci, poiché erano a
una certa distanza dalla costa e gli insetti non arrivavano,
normalmente, così lontano... Kayth sporse una mano e raccolse il
delicato mini robot. Ne estrasse un chip, una minuscola memoria che
collegò al suo comunicatore. Mantenendo un occhio sullo schermo del
sonar, cominciò a guardare le fotografie che la finta farfalla aveva
raccolto a bordo della Margot.

Rosa si era divertita a usare una potente colla e delle cinghie per
modificare la muta di Ami, fino ad incollare le dita sui muscoli
dell'avambraccio e le caviglie contro le cosce. Ami era impedita nei
movimenti come se le fossero stati troncati gli arti, e sembrava
impossibile che riuscisse a liberarsi dell'indumento, che era chiuso da
una cerniera per lei decisamente fuori portata.
"Così imparerai a fare scherzi" disse duramente alla prigioniera. "Anzi,
già che mi avanza un po' di neoprene, ho un regalo anche per la tua
testolina."
Ami aveva sopportato tutto con la stoica indifferenza che spesso aveva
adottato anche in passato, quando voleva isolarsi da un tormentatore
troppo insistente e terrificante. Al vedere il cappuccio tentò però
un'ultima resistenza e mosse violentemente il capo, ma Rosa non ne volle
sapere e presto la ragazza bionda fu incappucciata, e le rimase solo un
pertugio per respirare.
"Questa almeno non ci darà più fastidio" commentò François guardandola
dibattersi debolmente. Poi aiutò Rosa a salire sul mini sommergibile. Il
tecnico catturato durante la strage sulla nave Cunningham era già lì,
legato, seduto accanto al portello di entrata.

"Partiamo subito, signor Vukov" esclamò Rosa perentoria. "Io manovrerò
il sommergibile, tu mi servi ai comandi delle braccia meccaniche
snodabili. Sai bene quello che devi fare: vogliamo un paio di quei
maledetti contenitori. Il resto se lo può anche recuperare il tuo
governo."
Il tecnico, che non sembrava del tutto rassegnato, si dibatté,
imprecando.
"Io non voglio essere complice in questo crimine!" gridò.
Colto da questa frase nell'atto di scolare una bottiglia di cognac,
François interruppe la sua libagione. Guardò serio il prigioniero e
replicò: "Non la credo così coraggioso, signor Vukov. Guardi cosa è
successo a questa spia che ha tentato di fermarci." Indicò la figura
nera e completamente inguainata di Ami, a pochi passi. "La nostra
sventurata forse morirà lo stesso. Ma siccome si è negata a sua volta,
quando le abbiamo chiesto di manovrare quelle maledettissime braccia
meccaniche, potrei ucciderla subito per darle un esempio, vero, signor
Vukov?"

François si limitò a sigillare con due dita le narici di Ami, che legata
com'era non poteva minimamente reagire... del resto, a stento aveva
sentito qualche parola del dialogo che si era svolto a pochi passi da
lei. La ragazza si dibatté e cercò di contorcersi in tutti i modi,
gemendo attraverso il cappuccio di materiale sintetico.
"La smetta, la lasci stare!" gridò Vukov.
François sollevò la mano e lasciò respirare la vittima. Sorrise a Vukov
e disse: "Allora, ci darà una mano?"
Il tecnico si voltò per non vedere la terribile scena di François che
minaciava di soffocre la ragazza impotente. Ma non disse niente.
"Non importa" continuò François, abbiamo altri specialisti, anche se
sarà una seccatura farli venire fino a questa base sott'acqua. Adesso
ammazzerò la ragazza, signor Vukov, e poi lei farà la stessa fine. Se è
così cinico da lasciare che questa incantevole ragazza venga soffocata,
non pretenderà di avere sconti per se stesso, vero?"
Il tecnico rimase silenzioso, rifiutando di guardare nella direzione di
François e della prigioniera.
François sorrise. "La piccola Ami. Una bella ragazza bionda... Très
jolie. E' inutile rifiutarsi di vedere, se morirà la colpa sarà solo
usa, caro Vukov."
Vukov, che aveva visto il personale della Cunningham massacrato nella
mattanza di pochi giorni prima, non aveva dubbi sulla crudeltà dei suoi
carcerieri. Si decise infine a capitolare. "Farò quello che vorrete,"
mormorò, "vi prego di risparmiare le nostre vite."
L'operazione aveva finalmente avuto inizio. Klaus era entrato nel
batiscafo da solo e Hounot lo aveva calato nelle profondità, mentre
Veronique, nuda e cosparsa di olio abbronzante, osservava dal parapetto.
Consuelo stava preparandosi ad indossare la rigida muta da palombaro,
quando ebbe una chiamata sul com.
"Proprio adesso!" esclamò, e stava per non raccogliere la chiamata,
quando si avvide che era Kayth.
Il volto della comandante le apparve subito preoccupato nel video
dell'apparecchio. Non disse una parola e mostrò un foglio con la scritta
PRIVATO.
"Puoi parlare, sono sola in cabina" annunciò Consuelo.
"Ieri ho mandato la farfalla a ispezionare la Margot dove ti trovi
adesso. Ho esaminato le foto e ho scoperto un'armeria giù nella stiva,
chiusa. Ovviamente la farfalla ha infilato un'antenna ed ha
fotografato..."
"Cosa hai scoperto?"
"Ci sono dei fucili automatici H&K 7,62 ovvero lo stesso tipo del
massacro sulla Cunningham."
Consuelo si guardò attorno allarmata. Possibile che sotto la loro aria
un po' bohemien e un po' sballata Zouzag e Hounot fossero...
"Quelle armi sono molto comuni" ribatté. "E poi Veronique era stata
legata e tramortita nell'arrembaggio della nave..."
"Non perdiamo tempo a discutere il ruolo di Veronique, che potrebbe
essere estranea. I due uomini mi avevano detto di essere armati,
mostrando però un vecchio catenaccio e un fucile sportivo di precisione,
che è quello che ci si aspetterebbe più o meno in una imbarcazione così.
Poi, nascosti, ci sono questi fucili da guerra, che di solito finiscono
solo nelle mani di militari e di delinquenti."
Consuelo annuì. "Merda. Forse hai ragione. Cosa dovrei fare?"
"Beh, adesso sai dove sono quei fucili, scendi giù, prendine uno e tieni
tutti sotto tiro. Chiamo Gregor alla scientifica e lo faccio venire per
una prova balistica, e se le cose stanno come penso io i nostri due
ricercatori vagabondi passeranno una vita dietro le sbarre. Nel
frattempo li terremo sotto chiave, senza correre rischi."

Klaus aveva mandato il segnale.
"Profondità raggiunta 310, visibilità modesta."
Zouzag parlò al microfono. "La cupola che dovrebbe esserci? la vedi?"
"Non vedo niente," fu la risposta, "fammi scendere di altri cinque
metri."
Hounot fece per azionare i comandi ma fu bloccato da un grido
perentorio.
"Mani in alto! Tutti quanti! E tirate su il batiscafo, adesso!"
Consuelo, in bikini rosa shocking, aveva uno dei temibili fucili puntato
sugli occupanti della nave. Zouzag rimase paralizzato, Veronique la
guardò incredula.
Hounot alzò le braccia. "Consuelo," disse, "ma cosa diavolo ti prende?"
"Aziona quel comando! Tira su il dannato batiscafo! Subito!"
L'uomo non se lo fece ripetere e cominciò a maneggiare i comandi. Subito
la voce di Klaus risuonò dagli altoparlanti vicino a Zouzag. "Ehi
compare, ti ho detto giù di altri cinque metri, non su. Ehi! Mi senti?!
Maledizione!"

"Credo che dovresti dare qualche spiegazione, Consuelo" disse acidamente
Veronique, alzando le mani a sua volta.
"Se sarà una coincidenza farò le mie scuse. Ma che ci siano nascosti in
un'armeria segreta diversi fucili del tipo usato nel massacro della
Cunningham, questo richiede che siate voi a dare le spiegazioni..." si
voltò verso Zouzag che la fissava con odio. "E secondo me un'ottima
spiegazione è proprio la faccia che hai adesso, brutto caprone. Non sai
più mentire? Allora ditemi, perché l'avete fatto?"
Veronique guardò i due uomini, fuori di sé per la rabbia. "Sono stati
loro, vuoi dire? Incredibile! Sono stati loro che credevo amici a
legarmi con la catena dopo avermi dato un colpo in testa?"
"Sembravano amici anche a me," replicò Consuelo, "cosa posso dirti?"
Mentre Consuelo era occupata a sorvegliare i due e a vedere che Klaus
risalisse senza problemi, Veronique era arrivata più vicina e aveva
abbassato le mani, ponendosi implicitamente come parte innocente nello
smascheramento in atto. Consuelo per un attimo ne fu ingannata, poi si
voltò bruscamente per tenere a bada anche lei, ma Veronique era stata
veloce e furba, e fece in tempo a sferrare un calcio deviando la canna
dell'arma. Poi si gettò su Consuelo per immobilizzarla.

"Sotto!" Gridò Hounot. In pochi istanti tutti e tre furono addosso
all'agente e la immobilizzarono, per quanto Consuelo si dibattesse come
una furia.
"E' proprio agitata!" gridò Zouzag. "La curiamo con un proiettile?"
"Non allarmiamo l'altra sgualdrina sulla loro nave!" comandò Hounot.
"Legatela, e non fate riemergere il batiscafo. Blocca tutto, il bravo
Klaus lo facciamo soffocare appeso a metà strada."

Ci volle molta insistenza per avvolgere le corde attorno alle braccia di
Consuelo, ma alla fine la furiosa agente fu immobilizzata mani e piedi,
e imbavagliata con del nastro adesivo.
Klaus urlava nel comunicatore dal batiscafo. "Perché adesso mi avete
fermato? Ehi! Mi manca l'aria, avete spento il compressore? Rispondete!"
Veronique prese il microfono sorridendo. "Pronto?"
"Veronique! Ehi, amore, ma cosa succede? qui non capisco più niente..."
La donna rise fragorosamente. "Ah, non hai capito? E' tempo di morire,
mon amour!"
E staccò il collegamento.
"Bene," disse Hounot. "Abbiamo tutto sotto controllo, spero. I nostri
amici dovrebbero essere usciti per recuperare i fusti di scorie
radioattive. La nave dell'Agenzia BB la mettiamo fuori uso tra poco...
ancora venti minuti e il fesso dentro il batiscafo sarà svenuto. Lo
tiriamo su e diciamo che si è sentito male. Kayth arriva, o andiamo noi
da lei... e la mettiamo fuori combattimento. Dopo ci allontaneremo dalla
zona."
Consuelo gemette, ascoltando il destino riservato ai suoi compagni. Non
aveva motivo di ritenere che il suo sarebbe stato migliore.
"Adesso quei dannati al governo dovranno ascoltare la nostra voce!"
continuò Hounot, "sotto la minaccia sulle loro maledette città, dovranno
cominciare a rispettare
l'ambiente."

"Scorie radiattive per difendere l'ambiente?" domandò una voce
incredula. Hounot fece per voltarsi ma cadde, la coscia trapassata da un
grosso arpione. Era stato colpito con un fucile subacqueo. Agile e
muscolosa nella sua lucente tenuta nera, Kayth era apparsa a bordo, e
ora brandiva il pugnale da sub avvicinandosi a Zouzag. "Ho sentito
abbastanza, purtroppo per voi sono abbastanza svelta a nuotare," disse.
"Ora liberate Klaus e Consuelo, immediatamente."
Veronique ebbe per un istante una luce folle negli occhi, cosa che Kayth
percepì appena in tempo per parare l'assalto. La ragazza, nuda, si
scagliò su di lei e incontrò la lama del pugnale. Finì sul ponte,
rotolandosi e gridando, con uno squarcio nel braccio destro.
Zouzag ne approfittò per afferrare il fucile che Consuelo aveva portato
sul ponte. Kayth gli impedì di puntarlo, e per un paio di secondi la
donna e il barbuto terrorista si contesero l'arma tirando e sbuffando.
L'impasse fu risolta da una potentissima ginocchiata all'inguine
dell'uomo. Zouzag lanciò un lamento roco e si inginocchiò portando le
mani alla parte lesa. Non vide arrivare il colpo che Kayth gli assestò
con il calcio del fucile, mandandolo nel mondo dei sogni.

"Adesso ti libero" disse Kayth usando il pugnale per tagliare le corde
di Consuelo. Le tolse il bavaglio e sospirò. "Adesso ci resta di
scoprire, e catturare, i bastardi laggiù sott'acqua, quelli che tengono
prigioniera Ami."
Consuelo appena fu libera applicò delle medicazioni provvisorie a Hounot
e Veronique, che sanguinavano copiosamente.
"Chiudili nella stiva" disse Kayth. "L'elicottero arriverà entro un paio
d'ore."
Rosa non aveva collegamento diretto con il robot sommergibile su cui
erano partiti François e il riluttante Vukov, poiché il mezzo non aveva
l'interfaccia di collegamento via cavo di solito in uso. Il cavo lo
avevano rotto gli stessi malviventi, quando avevano rubato il mezzo
dalla Cunningham. Perciò per ingannare la lunga attesa Rosa aveva una
sola distrazione, ovvero giocare al gatto col topo con Ami, la sua
prigioniera.
"Ho ancora tutta la schiena a pezzi per il colpo che ho preso quando mi
hai sbattuta contro la parete, sai?" Accompagnava le parole coi gesti,
picchiando o pizzicando. Poi si divertì a soffocare Ami come aveva fatto
François, divertendosi dell'impotenza della prigioniera, che poteva solo
dimenarsi con i suoi arti ripiegati, senza riuscire a difendersi in
alcun modo. Ma alla fine, stancatasi di non vedere la vittima in faccia,
Rosa le aveva levato l'elmetto consentendole di respirare meglio.
"Tra poco avremo le nostre brave scorie radioattive" commentò
sorridendo. "E ci guadagneremo un sacco di soldi, sai? Potremo
influenzare le azioni del governo. Certo, quegli stupidi che ci hanno
aiutato ad aver la meglio sull'equipaggio della Cunningham credono ad
altri ideali, ma elimineremo anche loro. Tu non sai chi sono? Quasi
quasi te lo direi, solo per vedere che faccia faresti."
"Se me lo dici, poi mi uccidi" replicò con voce stanca e affannosa Ami.
Rosa sorrise di un sorriso malvagio. "Sgualdrinella, potrei deciderlo lo
stesso, sai? Ogni volta che cerco di portare a termine un colpo, di fare
qualche bel business come si deve, ti trovo tra i piedi. Sei troppo
tenace, forse dovrei inchiodarti al fondo dell'oceano."
"Mi cercheranno in capo al mondo. Verranno a vendicarmi se mi
ucciderai."
Rosa annuì, e replicò con una voce cattiva: "Lo so. Non mi fate paura,
ve le abbiamo date di santa ragione in passato, ve le potremo dare
ancora. Vi conosco tutte, siete solo un branco di puttanelle dilettanti,
e gli uomini della vostra squadra sono ancora più incapaci di voi."

Improvvisamente si udì uno sciabordio, e Rosa interruppe la sua
dichiarazione di disprezzo per l'Agenzia BB.
"Cos'é?... Questo non è il mini sommergibile che ritorna, ma che
diavolo..."
Nel piccolo approdo della base subacquea era emerso un palombaro, che si
era aiutato con un piccolo motore ad elica ad arrivare all'interno della
base segreta. Il nuovo venuto stava cercando di togliersi l'ingombrante
muta, con movimenti necessariamente lenti e goffi.
"Maledizione, questi sono i tuoi dannati amici che ci hanno scoperto!"
esclamò Rosa. "Ma faccio ancora in tempo a mandarlo all'altro mondo,
chiunque sia."
La donna prese un coltello e corse fuori dall'alloggio, lasciando sul
pavimento Ami legata e impotente. Il palombaro tuttavia vide il pericolo
e fece in tempo ad usare il fucile subacqueo che aveva portato con sé,
prima che Rosa fosse su di lui. L'arpione scattò sibilando, la donna
schivò ma non del tutto: fu colpita di striscio e iniziò a perdere un
copioso fiotto di sangue dalla mano destra. Il pugnale le cadde,
inutile.

Rosa gridò, bestemmiò selvaggiamente, ma decise di abbandonare la
partita: saltò sulla Medusa, il mini sommergibile che aveva abbordato
catturando Ami. Prima che il misterioso intruso potesse fare qualcosa
per impedirlo, era già in fuga, abbandonando la piccola base subacquea.
L'intruso, che era Consuelo, si dedicò a liberare Ami e ad attendere
l'arrivo dei soccorsi.
Chi arrivò, invece, fu François, che portava trionfalmente con sé alcuni
fusti di scorie radioattive recuperati dal relitto della Chirac.
François non aveva contatto radio e scese senza sospettare nulla,
portando con sé il suo riluttante collaboratore. Consuelo ebbe un
invidiabile vantaggio, potendo coglierlo del tutto alla sprovvista. Per
non correre rischi lo arpionò con il fucile subacqueo appena fu a tiro,
ferendolo seriamente. Finalmente, il povero Vukov fu liberato e tutti
risalirono alla superficie.

"Non posso dire di essere contento per come si sono svolte le cose,"
disse Klaus osservando i soldati delle forze speciali che ammanettavano
Hounot e i medici che preparavano la barella di François per essere
sollevata sull'eliambulanza che volteggiava sopra la Eric Stanton. Kayth
lo guardò, incoraggiandolo a proseguire il discorso.
"So di essere caduto in una trappola da pollo, ma pensavo che quella
Veronique fosse speciale" ammise l'uomo. "Mi sembra così irreale che
fosse in combutta assieme a due poveri scemi come Hounot e Zouzag."
"Per un po' ci hanno preso in giro tutti, in fondo non è tanto grave,"
disse Kayth per consolarlo. "L'importante è che siamo rimasti abbastanza
sospettosi da smascherarli in tempo."
"Io posso dire di avere ricevuto soddisfazione, ma solo a metà," disse
Ami. Il suo volto di ragazza sportiva e senza pensieri era incupito
dalle sevizie subite, ma gli altri avevano già visto in tante occasioni
che la loro giovane compagna aveva la pelle dura: sopportava di tutto e
qualunque malessere le passava presto. "Quel grandissimo bastardo finrà
in galera per anni" e stava indicando François, "ma la sua degna compare
se l'è cavata con un graffio su una mano, portandosi via la nostra
Medusa, e starà già tramando per liberarlo."
"Se tu sei soddisfatta a metà, io non sono soddisfatta per niente,
invece" commentò Kayth, e tutti si voltarono a guardarla.
"Una volta presi gli esecutori, chi manca all'appello?" disse la
comandante. "François è uno di quei duri che non parlano facilmente ma
sappiamo che è un mercenario, gli altri sono dei pazzoidi che contavano
meno di zero in questo affare, tranne che per le abilità tecniche che
servivano nel complotto... Ma il mandante, l'organizzatore e
finanziatore, il maledetto che voleva quest'arma terribile, in effetti
non sappiamo chi fosse. Che cosa combinerà la prossima volta?"
 

 

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By  Bibi Captain