Quando piove    di Op

 

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sai cos'è?
la pioggia.
questa umidità costante e sfiancante.
il muro d'acqua che vedi dai vetri dell'autobus, del tram, dell'auto.
e pensi ad un muro d'acqua a fare da velo ai vetri di un'altra macchina
forse un'allucinazione.
un muro trasparente ma violento che isola l'interno dall'esterno
in modo completo.
vista, udito.
concentrazione sui particolari interni.
un colpo di tosse, una striscia gialla di cravatta, radica sotto agli occhi.
braccia paralizzate a cui la mente ordina di rimanere inerti.
mani che non devono lasciarsi andare a gesti che possano suggerire
qualcosa che è già presente.
tutti i sensi acuiti ma l'impossibilità di tradurre gli stimoli in
ragionamento.
gesti asimmetrici che rivelano dubbi e certezze, assieme.
strati e strati di abbigliamento a fare da barriera al desiderio di
sentire il caldo di un'altra pelle sul caldo della tua.
sarà un caldo più fresco o un caldo più caldo?
palmi infilati attraverso qualche strato, fermi come quelli di
pranoterapeuti
improvvisati a fare conoscenza della resistenza altrui.
zone neutre, schiena offerta a polpastrelli e unghie, collo, gole offerte a
lingua e denti.
nessuna gioia si fa spazio tra la pioggia che scende e le mani che la
imitano.
cinture, cinture, quante cinture, quanti ostacoli, quanta emozione
nello scavalcarli.
gesti d'imperio per passare oltre.
neanche una parola e neanche un sorriso.
no, dicono gli occhi.
solo la speranza che continui a piovere forte.
sentire senza vedere.
le mani arrivano dove non è ancora arrivato lo sguardo.
quello sta fisso sull'altro sguardo mentre dita penetrano, a prendere un pò
di possesso, e altre dita stringono a reclamare certezze sull'altro.
le conferme del desiderio, e piove.
gli occhi che si chiudono un attimo.
ricordi di parole eccitanti.
quelle, in assoluto più ricorrenti ed evocative: voglio che tu esca di
casa per me.
desiderio.
e piove.
vedrai che con il sole sarà diverso.

 

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By Opinionipersonali