Storia di averroè di François Bonhomme

 

back    next

 

Storia di Averroè, gran ciambellano, e di Giulia, troia di Loano.

Atto unico in unica scena.

Personaggi:
Il narratore
Averroé, del Califfato di Cordoba gran ciambellano
Giulia, gran troia di Loano

Scena: l'alcova di Giulia


Narratore (rivolto al pubblico): Averroè, signore e signori, dotto arabo del
primo Medioevo, ricordato anche da Dante nella Commedia, fu filosofo e
scienziato famoso soprattutto per avere reintrodotto in occidente le opere
dei filosofi greci classici, in primo luogo Aristotele.
Quanto a Giulia, credo che l'appellativo di gran troia di Loano dica tutto.
Dal fortuito incontro tra questi due personaggi, la storia della scienza
moderna ricevette grande impulso.
La nostra storia comincia e finisce in una qualsiasi giornata del 1175--

(il narratore esce di scena e va a sedersi su uno sgabello a lato del
palcoscenico. Entra Giulia, una splendida quarantenne vestita solo di una
vestaglietta trasparente, e prende ad agghindarsi davanti allo specchio).
Giulia (tra sé): il prossimo cliente ha un nome strano, Averroè--sempre che
abbia capito bene al cellulare--

(Suonano il campanello. Giulia, senza alzarsi, aziona con un pulsante
l'apertura elettrica della porta di casa. Entra Averroé, un omino con una
gran barba abbigliato alla marocchina. Giulia lo squadra con sospetto)

Averroé: Buongiorno, madame.
Giulia: Il Dottor Averroè, suppongo.
Averroé: Signora, sì. Questo è il nome con cui sono chiamato in terra
cristiana; ma nel mio paese ed in lingua materna sono conosciuto come Ibn
Rushd.
Giulia: Venite dal Marocco, come sembra--Mica vorrete vendermi qualcosa?
Poiché sappiate che qui sono io che vendo e gli uomini comprano.
Averroè: Vero è, madama, che sono marocchino; ma lavoro a Cordoba, alla
corte del Califfo, ove sono gran ciambellano, fisico, protomedico,
matematico, filosofo, giurista, astronomo--
Giulia: basta, basta, non penserete mica di impressionarmi con i vostri
titoli--Ditemi, piuttosto, cosa significa quello strano nome che avete detto?
Ivn Rashid?
Averroè: Ibn Rushd, volete dire. Significa--ehmmm, "pistolino d'oro".
Giulia (sghignazza sguaiatamente): Hahahaha--mi impressionerete con ben
altro, allora. Ma veniamo alle cose concrete, agli affari, ché tra mezz'ora
ho il prossimo cliente. Questo, signore, è il mio prezziario. (Leggendo da
un cartello appeso al muro) Una sega--4 genovini; un pompino--6 genovini;
scopata normale --8 genovini; nel culo--10 genovini.
Averroé: sono interessato, signora, al vostro culo.
Giulia (ancora ridendo): Ah, un intenditore, un buongustaio--
Averroé: In verità, madama, è a motivo della scienza che venni a voi. Dovete
sapere che nei miei studi dei filosofi greci, da me tradotti e commentati
nell'armoniosa lingua araba, mi sono imbattuto nel quarto teorema di
Archimede, che voi forse non conoscete--
Giulia si guarda intorno con aria annoiata.
Averroé: Nel quarto dei suoi teoremi, il sommo studioso stabilì un rapporto
aureo e stabile tra la circonferenza e il suo diametro, indicandolo in
3,1428: è questo, signora, il famoso Pi greco--
Giulia scruta l'orologio con crescente impazienza.
Averroé: Questo magico numero è la base di tutte le moderne scienze: la
matematica, l'aritmetica, l'algebra; e se la mia teoria è giusta, presto
potrò inventare la ruota a raggi e forse anche la roulette e il frullatore--
Giulia sbadiglia rumorosamente.
Averroé: Ma ora spontanea sorge la domanda: come poté il divino Archimede
calcolarlo e come possiamo noi controllarne l'esattezza, posto che non
esiste in natura circonferenza perfetta?
Giulia: Perché diavolo non usate un compasso?
Narratore (sporgendosi dal suo sgabello verso la scena): Giulia, siamo nel
1175, non hanno ancora inventato il compasso.
Giulia: Ah già.
Averroé: Ed ecco, madama, il motivo del mio viaggio e della mia visita. Il
vostro culo è infatti ben conosciuto in tutta la cristianità, e si
favoleggia fino in terra di Spagna che esso sia perfettamente tondo.
Giulia: In effetti, non è male. Fanno, però, due genovini in più, come
dicevo.
Averroé: Dovrei solo misurarvelo, madama--
Giulia (indignata): Chiavarlo o misurarlo, sono sempre 10 genovini; oppure
andate a cercarne un altro uguale.
Averroé (toglie dalla borsa le monete e le depone sul tavolo): quand'è così,
apprestatevi alla bisogna; non posso lesinare denari, per amore della
scienza.
Giulia si solleva la vestaglia e si dispone a quattro zampe sul divano.
Averroé armeggia dietro a lei con riga e squadra, borbottando tra sé cifre e
misure.
Giulia: Ohi, ohi, sento il vostro perno proprio al centro della mia
circonferenza--
Averroé (con gesti di esultanza): eureka, esatto, esatto--son giusti 22
centimetri dal buchino al fondo della schiena--tre e quattordici è il mitico
pi greco, lo conferma, signora, il vostro culo. Il divino Archimede era nel
giusto--
Giulia: e a me converrà aumentare i prezzi, considerata l'importanza del mio
culo.
Narratore (rivolto al pubblico): Così sapienza greca e ingegno arabico si
fondono a base della scienza, e grazie alla geometrica simmetria del culo
femminile, Averroè traccia la strada a Galilei e Newton--
Mentre il narratore parla e Averroé incula Giulia, cala lentamente il
sipario.

 

back    next

 

By François Bonhomme