Attesa     di Giocattolo

 

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"Inizia."

Mi inginocchio davanti a lui, nuda come sempre sono in sua presenza.
Gli apro la cerniera e infilo la mano dentro, cercandolo, inalando il
suo profumo.

Lo sento indurirsi, glielo tiro fuori e comincio a leccarlo. La punta
della lingua che guizza sul glande, poi giù verso i testicoli,
lentamente, bagnandolo con la mia saliva, stringendo lievemente con i
denti. Con le mani adesso dietro la schiena, posso usare solo la bocca
per eccitarlo. Non mi ha legata, preferisce che obbedisca. Lo chiamo
bondage mentale.
Prendo il suo scroto tra le mie labbra, lo sfioro appena, e con la
lingua lo tormento. Salgo di nuovo su lungo la sua asta, la mia lingua
calda copre ogni centimetro, fino a raggiungere ancora il glande, con
la sua piccola gocciola. Adoro sentire il suo sapore, e la lecco via
lentamente, gustandomela, prima di circondarlo con le labbra. Comincio
a scendere su di lui, un poco per volta, fermandomi per darmi il tempo
di aggiustarmi, ma mai la lingua, gli piace che quella sia sempre in
movimento.

"Puttana, lo sai come farmi eccitare, vero..."
Non posso rispondere, neanche ringraziare il mio Signore per
concedermi di leccarlo; fermarsi, anche per un secondo non è permesso.
Commisi quell'errore all'inizio della mia sottomissione, e il ricordo
della frusta mi fa ancora male.

Sento le sue dita tra i miei capelli che cercano una presa, e la sua
mano spingermi giù se mi soffermo troppo a lungo. Adesso comincio a
sentirmi soffocare e un riflesso involontario mi fa cercare di
allontanarmi. Me lo impedisco prima che lui dica niente, cerco di
respirare dal naso e il suo profumo mi inebria. Piano, piano sta
scivolando dentro di me, sento la sua punta sfiorarmi la gola... un
altro conato involontario, ma mi sforzo di rilassarmi i muscoli e
accettarlo. Giù, giù... La sua mano ancora fra i capelli, ma ha smesso
di spingere troppo, sa che faccio del mio meglio e che ho solo bisogno
di tempo. Intanto la mia lingua lo accarezza ancora, movimenti
impercettibili, ma a lui piace. E finalmente è tutto dentro, il calore
della la mia bocca che lo circonda completamente, il glande che sbatte
contro la faringe sotto la spinta dei suoi fianchi.
Lo sento accelerare, e un fiotto di sperma mi inonda. Adesso mi spinge
di nuovo la testa contro se stesso, non posso muovermi, mi manca il
respiro... Mi gira la testa, ho paura di svenire...
E la spinta si allenta, permettendomi di risalire in superficie, pur
tenendolo in bocca. Mi sembra di volare, come tutte le volte che mi
dona il suo seme, mi permette di berlo, mi regala se stesso.

Per qualche minuto non mi muovo, non voglio fargli male adesso che è
così sensibile. Semplicemente lo cullo tra le mie labbra, finché non
lo sento risvegliarsi appena, una piccola pulsazione.

"Vai, preparati, e non muoverti."
Mi spinge via.

Salgo sul letto. Mi inginocchio ancora, questa volta dandogli le
spalle, per poi prostrarmi il più a fondo possibile, il mio viso fra i
due cuscini, le mie braccia distese in avanti, i seni schiacciati
contro la coperta, il sedere in alto, le gambe leggermente divaricate
per dargli migliore visibilità.

Aspetto in silenzio.

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By Giocattolo