Signorina  di Carolina

 

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Carissima Silvana,
quanto mi manchi! Che piacere ricevere la tua mail dall'altra parte del
mondo.
Ma, come al solito ,nemmeno una domanda su Tommy e sul bambino.
Sei ancora gelosa della mia famiglia? Abbiamo avuto i nostri bei momenti
quando era opportuno, no? Sei comunque sempre la mia migliore amica.
Il resto, quello che è accaduto tra noi, è stato, no...non uno sbaglio,
diciamo che è stato una parentesi.
Mi chiedi invece qualcosa di personale da raccontarti, qualcosa magari di
piccante.
Vuoi pensarmi in una situazione eccitante, dici.
Ecco, per la verità non ho nulla da dirti, poi sono fedele, come sai..
Ma, aspetta, vediamo. Una cosa simpatica da dirti ce l'ho: ora ti racconto
del giorno del mio compleanno (a proposito, grazie per i tulipani che mi hai
spedito).
Sai, ho fatto una dieta piuttosto drastica e con successo.
Volevo festeggiare il traguardo (55 kg, wow!) e la settimana scorsa mi sono
data ad un pazzo pomeriggio di shopping.
Ho deciso di non guardare nemmeno i tailleur seriosi che di solito metto al
lavoro, nè gli stivali col tacco basso che mi sarebbero invece serviti.
Mi sono fermata da Coin a Piazzale Appio e ho cominciato a comprare di
tutto: una borsa, una cinta (forse un po' troppo sadomaso, a te sarebbe
piaciuta), scarpe col tacco da vertigini. Nere lucide, con le stringhe.
Un paio di autoreggenti nere con un disegno scozzese in controluce (queste
invece davvero da bambina. ma i contrasti mi piacciono).
Una camicetta trasparente e una minigonna grigia per finire. Un look tutto
nuovo per una seratina romantica con Tommy.
Guardavo gli articoli comprati con amore, li accarezzavo con occhi e mani e
ho preso la decisione in un attimo: li avrei indossati subito.
Ho pagato e sono tornata indietro verso i camerini.
Mi sono spogliata di corsa. Ero affannata, le guance rosse per il troppo
caldo del magazzino e per l'eccitazione.
Mi guardavo e mi trovavo improvvisamente bellissima
con il mio completino di raso grigio col merletto nero.
Sì, quello che mi hai mandato tu da New York per Natale.
Ho tolto i collant, infilato le autoreggenti piano piano. Ho resistito a
stentoalla tentazione di toccarmi.
E poi su gonna, camicia e scarpe.
Ho anche cercato di guardarmi con occhi critici.
'Ehi, hai 40 anni, ricorda.Non essere ridicola!' diceva il mio
grillo parlante personale.
 Ma superai l'esame. mi sentivo e vedevo stupenda. Specialmente le gambe,
libere da pantaloni e gonnelloni dopo tanto tempo, lunghe, scattanti (i
sacrifici dell'acquagym!), le ginocchia nervose, le caviglie valorizzate dai
tacchi alti.
Sollevai piano l'orlo della mini, una gonnellina a
sbiego, che si muoveva danzandomi attorno quando camminavo davanti allo
specchio dello stretto stanzino di prova.
Scoprì il pizzo elasticizzato delle autoreggenti e la parte di coscia nuda
fino agli slip.
Chiusi gli occhi e cedetti, mi massaggiai solo per un attimo la clitoride,
spingendola e sentendola pulsare, bagnandomi quasi immediatamente. Pensai a
Tommy che in quel momento stava facendo la sua ora di spinning. Lo immaginai
teso e sudato.
E mi prese una grandissima voglia di scopare li', subito.
Improponibile: tutte femmine nel reparto(non faccio allusioni cattive, eh!).
Uscii comunque felice, riprendendomi, e andai di corsa alla macchina.
Volevo sbrigarmi, andare a casa, portare il piccolo da mia madre e preparare
una caldissima accoglienza al mio uomo.
Caricai le buste dei vecchi abiti, misi la cinta e feci per partire.
Ma, prima di mettere in moto, un vigile poco amichevolmente mi bussò al
finestrino.
'A signori' ma che le sembra normale parcheggia' qui?'
'Mi scusi tanto, pensavo di entrare solo un attimo'.
Signorina, mi aveva chiamato signorina! Un paio d'anni che non succedeva.
Non disse altro, aprendo il blocchetto delle contravvenzioni che teneva in
mano.
Allora seguì il suo sguardo.Era incollato alle mie cosce. La gonna era
salita con tempismo perfetto oltre l'orlo delle autoreggenti.
'Vabbe' signori', famo finta de gnente pe' stavolta...'.
Mi sorrise e si allontanò fischiettando. Che situazione banale da film
`poveri ma belli', vero?
Ma in quel momento amai il vigile con la sua pancia e la sua pelata, amai
quel pomeriggio romano piovoso, amai me stessa e la mia voglia di vivere.
Misi la prima, sorridendo anch'io e mi avviai verso casa.
Un abbraccio forte Silvana, con tutto il mio affetto,
Carolina

 

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By Carolina