Se esiste il mare          di Moemi

 

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"Ci vorrebbe il mare che accarezza i piedi
mentre si cammina verso un punto che non vedi
ci vorrebbe il mare su questo cemento
ci vorrebbe il sole col suo oro e col suo argento"

Avrei perso la verginità sulla spiaggia, se non fossimo stati troppo
orgogliosi, io e il Grande Amore Della Mia Vita.
Invece è successo su un letto, con un'altra persona, le luci basse, l'
incenso alla vaniglia che bruciava sul comò e la musica new age in
sottofondo. In quella musica c'erano le onde del mare.
Onde registrate. Onde finte.
E il mio sangue è finito sulle lenzuola, invece che sulla sabbia.
Cosa volete, sono cose che capitano. Niente va come vorremmo.
La vita non è un film, non sempre c'è un lieto fine.
E poi non c'è più la mezza stagione, la mamma è sempre la mamma e ai miei
tempi le cose erano diverse.

Il Grande Amore Della Mia Vita cambiò volto e nome, nel corso degli anni.
E accettò di seguirmi sulla spiaggia con un telo di spugna sotto il braccio
ed un pacchetto di preservativi alla fragola nella tasca dei pantaloni. Ci
siamo nascosti dietro le barche, per non dare spettacolo.
Ma distesa sotto di lui, non potevo vedere il mare.
Con il suo respiro affannato nelle orecchie, non potevo sentire il mare.
Tanto valeva restare a letto, ad ascoltare le onde registrate su cassetta.

Oggi mi sono guardata allo specchio ed ho scoperto delle piccole rughe sotto
gli occhi.
Niente che una buona crema non possa risolvere.
Ma il tempo scorre, e il mare aspetta di riscuotere il suo tributo.
Quand'ero una giovane sirena gli ho promesso di tornare, una volta trovato
il Grande Amore Della Mia Vita.

Un tempo, queste mie gambe erano unite in una coda. Una lunga coda di
smeraldo, che il mare contribuiva a rendere splendente.
La sera, invece di andare a ballare con le amiche, mi accoccolavo sugli
scalini di pietra, con la coda stretta al petto;  e nel nostro linguaggio
segreto fatto di lacrime, sospiri ed onde infrante sulla riva, io e il mare
facevamo lunghi discorsi.

Parlavamo dei naufraghi che ogni volta lasciava approdare nella mia vita.
Giovani naufraghi dagli occhi trasparenti, che si dissetavano bevendo baci
dalle mie labbra, che si sfamavano con le mie carezze e poi ripartivano,
alla ricerca di nuove isole, di nuove sirene. Ed ogni volta che li guardavo
ripartire, dal dolore divenivo sempre più di carne.
La mia coda di smeraldo si spezzava pian piano, tramutandosi in un paio di
gambe, e le parole del mare diventavano sempre più difficili da capire.
"Dovevi aspettartelo", dicevo, "non puoi lasciarli approdare sulla mia anima
e pretendere che il loro passaggio non porti alcuna conseguenza. Di questo
passo, presto non sarò più una sirena".
Increspando appena la sua superficie, il mare rispondeva che il prossimo...
il prossimo sarebbe stato quello giusto. Che il prossimo avrebbe abbandonato
la zattera sulla riva e si sarebbe fermato.
"No, basta. Non scruterò più l'orizzonte in attesa del suo arrivo. Da questo
momento, rinuncio alla mia vita da sirena".

Così andai nel mondo e quando facevo l'amore con un uomo, aprivo le gambe il
più possibile, perché la coda smettesse di esistere.
Con il tempo, ho smesso anche di soffrire per la lacerazione.
All'inizio era difficile, serravo gli occhi al momento della penetrazione
per non incontrare lo sguardo del mio amante di carne, e non fargli capire
quanto dolorosa fosse per me la sua invasione.
Squame perlate si perdevano tra lenzuola, svanendo al calore dell'amplesso.
Ero sirena e diventavo conchiglia, umido muscolo da leccare, nascosto tra
corte alghe salate.
Il mare lo sapeva e urlava nella mia anima cava, per non farmi dimenticare
la promessa.

Sono una donna, oggi, una donna con le rughe intorno agli occhi.
Ho sempre avuto le gambe, da che mi ricordo.
E le ho sempre aperte per la persona sbagliata, per un motivo che credevo
giusto e invece non lo era.
Altri naufraghi sono approdati sul mio corpo; ma non li ho chiamati
"naufraghi", li  ho chiamati "uomini" e tuttavia nulla è cambiato.
Quando guardo il mare, una misteriosa nostalgia mi stringe il petto e nella
testa... un malinconico brusio mi sussurra parole in una lingua sconosciuta.

Ho smesso di credere che nella mia vita possa esistere un Grande Amore.
Ma quando scendo a piedi nudi nella sabbia e guardo verso l'orizzonte, la
sirena che è in me riprende a credere che se esiste il mare, esiste anche un
naufrago che cerca un'isola su cui ormeggiare.
Se esiste il mare...

"Ci vorrebbe il mare sulla nostra vita
che lasciasse fuori, come un fiore, le tue dita
così che il tuo amore potrei cogliere e salvare
ma per farlo ancora, giuro, ci vorrebbe il mare."
("Ci vorrebbe il mare" - Marco Masini)

 

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Di Moemi

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