Il Sole d'estate    di Silverwings

 

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C'erano solo due motivi per cui Diego voleva starsene a casa quell'estate,
il primo era a causa delle sue risorse finanziarie piuttosto scarse e il
secondo perché non gli entusiasmava l'idea di viaggiare in una grande
autostrada con una Fiat Duna risalente più o meno al medioevo ellenico.

"Non ti preoccupare" gli aveva detto il suo amico Stefano.

"Troveremo un piccolo alberghetto che costi poco".

Effettivamente quel piccolo rudere su cui aveva posato gli occhi, arrivato a
Forte dei Marmi, si poteva considerare un alberghetto, anzi probabilmente
ripensandoci assomigliava più alla casa dei fantasmi, con le imposte scure e
il colore tutto scrostato sui muri.

L'uomo alla reception dopo avergli chiesto che cazzo avessero da rompere i
ciglioni, mentre stava fumando una canna, gli consegnò le chiavi di due
stanze. Diego fissò in faccia gli amici, Stefano era sbigottito dall'
ambiente poco consono alla vita a cui era abituato fare, visto che suo padre
era un facoltoso industriale veneto, Jessica rideva per non piangere,
Alessandra continuava a scuotere la testa, mentre Anna aveva un'espressione
che tendeva alla disperazione. Diego si sentì mettere una mano gelida sulla
spalla e credendo che si trattasse di uno zombie o altro si voltò
lentamente, per fortuna si trattava del suo amico Walter che aveva terminato
di portare i bagagli dentro l'albergo.

Dopo aver salito le scale, non capirono perché il drogato alla reception li
avesse dato delle chiavi visto che le serrature delle stanze erano tutte
disarcionate.

"Non possiamo dormire in tre in queste stanzette" disse Anna, dopo aver
visto l'interno della camera e il misero lettino matrimoniale posto al
centro.

"Tu cosa proponi" disse Walter

"affittiamo un'altra stanza e dormiamo due per camera"riprese Anna.

"C'è un piccolo dettaglio siamo tre maschi e tre femmine questo significa
che almeno in una stanza dovranno esserci un maschio e una femmina"

"e allora?" ribatté Anna

"Con questo caldo non credo che voi ragazze siate al sicuro"disse ridendo
Walter

"Ma falla finita, io vado giù a farmi dare un'altra camera" disse Anna "ah e
Diego tu dormi con me"

Diego non si meravigliò molto che Anna avesse scelto proprio lui, si
conoscevano da quando erano nati e non si piacevano a vicenda.

Una cosa però Diego doveva ammettere, che Anna aveva il più bel sedere che
avesse mai visto, anche se i suoi seni erano piccoli dalla vita in giù era
perfetta, i suoi fianchi erano rotondi e le natiche rotonde anch'esse
formavano un culetto da nove.

Passarono la giornata a disfare i bagagli e a risposarsi per il viaggio, la
sera andarono in un locale chiamato Blu Lion dove una piccola band suonava
dal vivo. Tornati distrutti la notte verso le tre si recarono nelle proprie
stanze.

Imbarazzo si, lo sapeva benissimo Diego che Anna la conosceva da una vita,
ma dormire insieme lo metteva un po' a disagio, lei probabilmente accortasi
della cosa cercò di rompere il ghiaccio

"guarda qui ti piace il mio pigiamino?" e tirò fuori dall'armadio una
maglietta bianca con scritto il suo nome in nero e un paio di pantaloncini
scuri molto corti.

"solitamente dormo con mutande e maglietta, ma credo che stasera non sarebbe
una buona idea"

"Certo" riprese Diego

Anna andò in bagno dopo di lui e uscì fuori dopo circa dieci minuti tenendo
in mano il suo reggiseno e le mutandine che posò su una sedia.

"a dormire allora, buona notte papero" disse Anna.

"Buona notte paperetta"rispose Diego

Si chiamavano così da quando erano piccoli per prendersi in giro, finalmente
Diego riuscì a chiudere gli occhi e ad addormentarsi, anche se dopo un'ora
era già sveglio. Si guardò intorno con gli occhi assonnati, la finestra era
aperta e i raggi lunari penetravano all'interno illuminando parte della
stanza e con sorpresa il corpo di Anna. Aveva gettato via il lenzuolo che
prima la ricopriva forse per il caldo, i suoi capelli neri erano spettinati
sul cuscino, il suo respiro era regolare e Diego immaginava il suo volto
disteso e rilassato, dovette immaginarlo perché lei gli voltata di spalle,
la maglietta si era leggermente sollevata e scopriva una parte della
schiena, le gambe erano ben affusolate e le cosce erano piene. Il caldo lo
stava opprimendo e l'erezione dovuta a quella visione lo stava uccidendo,
guardò in alto il soffitto cercando di rilassarsi, ma niente, poi guardò la
sedia e si accorse della biancheria intima che Anna aveva usato. Si alzò
come fosse lui uno zombie che vagasse per quel nero albergo, si avvicinò
alla sedia e prese le mutandine di lei, le distese poi se le portò al volto
e inspirò profondamente. Fu invaso dal profumo del suo detergente intimo, ma
anche da qualcosa di più primitivo che gli fece quasi perdere il controllo,
era il suo odore, l'odore del suo sesso che aveva bagnato chissà come e
perché quell'indumento. Riguardò un secondo Anna distesa e seminuda, se non
si fosse sbrigato le sarebbe saltato addosso, invece riuscì ad imboccare la
porta del bagno ad aprire la doccia e a bagnarsi con l'acqua fredda. Lei si
svegliò a causa del rumore del getto, quando Diego uscì, gli chiese cosa
succedesse, ma lui rispose solo che aveva troppo caldo.

Mattina, l'aria fresca entrava con il profumo del mare, Anna era già
sveglia, si girò verso di lui ancora distesa sorridendo, era bella, come
aveva fatto a non accorgersene prima, i suoi occhi color del miele erano
limpidi, il suo viso, anche se assonnato era dolce come i suoi occhi.

"Mi faccio una doccia" disse andando verso il bagno e chiudendo la porta.

Diego si portò le mani sulla faccia

"ma cosa mi sta succedendo" disse.

Dopo un attimo d'attesa e con il viso risoluto si alzò di scatto e andò
davanti alla porta del bagno e si piegò per guardare attraverso il buco
della serratura, era un porco, questa sensazione con un'altra ragazza gli
avrebbe fatto piacere, ma con Anna, la bella Anna. Stava per rialzarsi, ma
fu bloccato da quello che vide di nascosto dentro il bagno, mentre lei era
inconsapevole, a causa dell'altezza del foro vedeva solo la parte inferiore
del corpo di lei e una parte della pancia che era nuda, quindi si era già
tolta la maglietta. Dopo alcuni momenti d'immobilità Anna portò le mani sui
fianchi e si sfilò i pantaloncini scuri che usava come pigiama rimanendo
nuda. A Diego balzò il cuore in gola il sedere di lei era più bello di
quanto avesse potuto immaginare talmente pieno e sodo che avrebbe perso le
giornate a baciarlo, poi Anna sparì dalla vista perché la doccia era sulla
sinistra della porta. Diego si vestì senza lavarsi e corse in spiaggia per
tuffarsi nel mare gelido del mattino.

"Mi spieghi che ti sta succedendo?" chiese Stefano

"perché?" rispose Diego

"perché? E' tutto il giorno che stai fissando Anna con aria truce, mentre
siamo qui in spiaggia dove c'è tanta di quella gnocca da non dormire la
notte, tu sei tutto corrucciato, di un po' avete litigato?"

"no è che questo cazzo di caldo non mi ha fatto dormire bene"

"dai andiamo a farci una partita a pallavolo"

"ok"

Diego non era arrabbiato con Anna, ma con se stesso, adesso lo sapeva si era
innamorato e questo lo fece sorridere, mentre tirava la sua prima battuta di
là della rete. Innamorato cotto e perso, geloso marcio mentre Anna se ne
stava sul lettino in riva al mare, con Jessica e Alessandra, a guardare e
fare commenti sugli altri ragazzi. E adesso cosa faccio pensò?

Tornarono in camera dopo una giornata al sole, Anna e Diego erano entrambi
in costume in pedi per discutere chi doveva fare la doccia per primo, mentre
lei gli girò le spalle.

"guarda quanta sabbia ho addosso" disse scuotendosi il sedere con la mano
per toglierne un po'.

Diego le arrivò alle spalle prese Anna sotto le braccia la sollevò
leggermente e la spinse sul muro e affondò il suo sesso sul morbido sedere
di lei.

"Diego cosa fai?"

"Anna" lui parlava col respiro affannoso

"Diego cosa vuoi fare?" anche lei adesso strascicava le parole.

Le afferrò i capelli, ma non con violenza, li prese per dirle che era sua e
la voleva, l'accompagnò con le braccia sul letto e la fece distendere con la
pancia verso il basso, le slaccio i lacci del reggiseno e anche quelli delle
mutandine del costume, Anna si girò per guardare quello che stava facendo,
con un colpo deciso le sfilò il costume, abbassò il suo e cercò di
penetrarla, quando sentì qualcosa di bagnato e caldo spinse a fondo ed entrò
in lei. Si mosse con foga, mentre il sedere di lei strusciava sul suo
ventre, le riprese i capelli con la mano le affondò la faccia nel collo e le
baciò ogni centimetro di pelle che trovava. Poi Anna voltò la testa per
guardarlo e la vide sudata e bella come non aveva mai visto nulla, sfilò il
pene e la girò per penetrarla nella posizione in cui poteva sentire sul suo
petto i suoi seni e avere il suo viso vicino e soprattutto dove poteva
baciarla. La baciò e sentì il suo sapore, era più buono dell'acqua e di
qualsiasi cosa esisteva sulla terra, riprese a muoversi dentro di lei,
mentre vide delle lacrime lambire le guance d'Anna.

"Ti amo" disse quasi piangendo "ti amo da quando ero una bambina"disse lei

Diego a quelle parole d'amore stava per raggiungere l'orgasmo e stava per
uscire, ma lei, che si accorse di quello che stava per accadere, lo fermò.

"Rimani" disse.

E lo avvinghiò con le sue gambe sode, Diego venne e riempì il suo corpo,
mentre la baciava ancora una volta, rimase così finché ogni spasmo del suo
sesso non cessò.

Adesso erano distesi l'uno di fianco all'altra, fuori era buio, Anna aveva
la testa appoggiata sul petto di Diego e sorrideva, lui guardandola e
accarezzandole i capelli pensò a quella vecchia canzone di Gino Paoli "il
cielo in una stanza". Era vero quell'orrenda stanza dove si trovavano aveva
alberi e il soffitto era diventato cielo, ma soprattutto al suo fianco, che
si stava ora addormentando, aveva il sole.

 

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By Silverwings