Il Falcone di Valentina

 

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La luna stava facendo capolino dietro le colline. La notte era ormai giunta.
La notte tanto attesa e tanto temuta. Tutto ebbe inizio la mattina di quello
stesso giorno. Quel falcone l'aveva sempre affascinata. Suo padre le aveva
ripetuto più volte di stare lontana da quella casa. Ma la tentazione era
ancora più forte della paura, alimentata dal mistero che aleggiava dietro
quell'uomo. Come ogni mattina Emily si era diretta verso la fermata
dell'autobus. Era una brava studentessa. Aveva sempre avuto il pallino dello
studio. La fermata distava poco dalla casa di James. Era noto a tutti come
quell'uomo vivesse di bracconaggio. Ma quel falcone la chiamava in quella
casa. Inevitabilmente. Ogni giorno. Non era mai entrata. Quando si
avvicinava al cortile, il falcone era già sul suo trespolo che aspettava il
padrone. Le sue ali si dimenavano convulsamente mentre lei tendeva la sua
mano. Ma l'avvicinarsi dell'uomo l'aveva sempre messa in fuga. Ma non quel
mattino. Timidamente Emily entrò nel cortile. Il falcone non era al suo
solito posto. Si trovò smarrita quando James scese le scale che conducevano
verso l'interno della casa. "Cosa cerchi qui?" le chiese bruscamente. Poi,
come se l'avesse riconosciuta, aggiunse "Ah, sei la ragazzina che viene a
guardare il falco--Come puoi vedere oggi non esco con lui. Ma se vuoi potrai
vederlo questa sera. Fatti trovare qui quando sale la luna. Uscendo ti
mostrerò ciò che desideri." E così dicendo rientrò in casa. Emily rimase
interdetta e, non sapendo cosa fare, si diresse verso la fermata
dell'autobus. Quel giorno fu particolarmente distratta. Continuava a
ripensare a quell'invito. Non sapeva come comportarsi. Sapeva dell'esistenza
di alcune tecniche di caccia notturna, ma mai avrebbe immaginato di poter
assistere ad una di queste battute. Alla fine si decise a cogliere
l'occasione e ad accettare l'invito. Tornata a casa si ritirò subito in
camera da letto con la scusa di studiare. Si coricò e dormì un paio d'ore.
Al tramonto si svegliò e decise di mettere in atto il piano studiato quel
mattino a scuola. Dopo cena disse ai suoi che restava in cucina a studiare,
mentre gli altri andavano a letto. In questo modo nessuno si sarebbe
insospettito trovando il suo letto vuoto. Non era insolito, infatti, che
restasse anche tutta la notte sui libri. Quando il cielo iniziò ad
oscurarsi, una strana agitazione la percorse. Attese con impazienza il
momento di agire. Ormai mancava poco al momento in cui tutti si sarebbero
alzati dal loro posto a tavola, e si sarebbero affaccendati a prepararsi per
il sonno ristoratore. Quando anche l'ultima candela fu spenta, Emily si
diresse verso la porta d'entrata. Uscì. Il vento primaverile l'accarezzava.
Un fremito le corse lunghe la schiena. Corse verso quella casa tanto temuta.
Entrò in quel cortile che conosceva bene. Il resto della casa le era
totalmente sconosciuto. Aveva paura. Dalla casa giunse il tipico fischio del
falcone. Nuovo coraggio le si infuse e salì quelle stesse scale percorse da
James quel mattino. La porta si aprì prima che arrivasse in cima. Due
potenti braccia la cinsero e la trascinarono con forza all'interno. Non
riusciva a gridare. Nessun muscolo le rispondeva più. Era tutto buio.
Sentiva solo il falcone fischiare. Poi una candela illuminò lievemente
l'ambiente circostante. Era chiaro che quella casa non vedeva una donna da
molto tempo. Cercò di alzarsi. Le due braccia la costrinsero nuovamente
nella sua posizione. Era dietro di lei. La prese in braccio e la fece sedere
su un pagliericcio. Sentiva il suo respiro farsi sempre più veloce. Aveva
paura. Ma non riusciva a lottare contro quelle braccia. Quelle braccia che
stavano affannosamente cercando di alzarle la gonna. Era ormai chiaro quello
che voleva da lei. Ma il terrore l'aveva pietrificata. Sentì le mani
lasciare la presa dal suo corpo. Subito dopo il membro di quell'uomo era
vicino alla sua bocca. Non voleva fare ciò che fece, ma lui glielo spinse in
bocca e per non soffocare decise di succhiarlo. Evidentemente l'uomo gradì
il trattamento, perché iniziò a muoversi dentro la sua bocca. Sentì il pene
ingrossarsi sempre più. Era ormai al limite. Sentiva già il sapore dello
sperma riempirle la bocca, quando lui lo tolse velocemente. Fu un attimo.
Neanche se ne rese conto e lui era sopra di lei. Come un animale. Sentì che
puntava il pene nella sua vagina. Era vergine! Non sapeva più cosa fare. Non
ebbe il tempo per pensare. Un dolore nel basso ventre le fece capire che lui
aveva già agito, senza aspettare la sua approvazione. Quella strana
sensazione la fece stare meglio. Uno strano torpore la pervase
completamente. Si lasciò andare alle spinte che quell'uomo le dava.
Improvvisamente non ci vide più. Sentì un esplosione nella sua vagina.
L'uomo era venuto dentro di lei. Sentì lo sperma colarle sulle gambe e sulla
gonna. Lui non voleva uscire. Le restava dentro e continuava a spingere. Non
riuscì a resistere a lungo a quello stimolo, e venne anche lei. Lui non
uscì. Quando gli spasmi della ragazza terminarono, lui riprese le spinte
regolari che aveva all'inizio. Venne di nuovo. Lei non capiva, sapeva solo
che aveva toccato il paradiso con un dito e ne voleva ancora. Assecondò le
spinte dell'uomo e venne di nuovo anche lei. C'era qualcosa di strano in
tutto ciò. Ben presto sentì altre mani che le toccavano le spalle. Senza
preavviso senti un pene accarezzarle le labbra. Dischiuse la bocca e lo
accolse dentro di sé. Riprese a succhiare, mentre il primo uomo continuava a
spingere violentemente dentro di lei. Ora sentiva un dolore interno, perché
l'uomo spingeva sempre più in fondo. Ben presto venne nuovamente e il suo
orgasmo fu seguito da quello dei due uomini che si davano da fare su di lei.
Lo sperma le riempì la bocca. Non sapeva cosa fare ed ingoiò tutto ciò che
riuscì a mandare giù. Poi il primo uomo uscì da lei. Sentì lo sperma che
usciva dalla sua vagina. Questa sensazione la eccitò al punto che giunse
quasi all'orgasmo. Sentì nuovamente qualcosa che le si avvicinava e
riconobbe il pene del primo uomo vicino alla bocca. Esigeva di essere
pulito. La sua lingua di allungò fino a sfiorarlo. Lo sentì fremere. Poi lo
spinse dentro e la scopò nella bocca. Venne per un'ultima volta. Il poco
sperma che restava fu completamente ingoiato da Emily. Nel frattempo il
secondo uomo aveva iniziato a scoparla. Anche lui venne velocemente ed
esplose dentro di lei. Poi anche lui esigette di essere pulito ed apprezzò
il trattamento tanto quanto il primo. Emily era stanca. Sentiva una strana
spossatezza. Non aveva più paura. Non era mai riuscita a vedere in faccia i
due uomini. La lieve luce della candela illuminava solamente la gabbia del
falcone. Si rivestì meglio che riuscì e scorse alcune ombre allontanarsi. Si
diresse verso la candela, ma nella casa non c'era più nessuno. Trovò solo un
biglietto sul tavolo. Era scritto da un semianalfabeta, era chiaro, ma il
senso era più che comprensibile: se ti sei divertita torna domani sera. Il
mattino successivo Emily non trovò il falcone in cortile. Ma alla sera era
al suo posto, nella gabbia vicino alla candela.

 

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by Valentina