Il Teatrino di Venerdì

 

back    next

 

Quand'ero bambina, non e' passato molto tempo da allora, mi piaceva molto
giocare al teatrino. Improvvisavo una specie di palcoscenico e mi esibivo
in spettacolini improvvisati a cui dovevano assistere genitori ed amici.
Questo gioco mi ricorda quei tempi. Gia' allora Carlo frequentava casa
nostra, ed assisteva ai miei teatrini.
Forse proprio per questo gli e' venuto in mente questo gioco. Si ricorda di
certo di come mi divertivo, e mi sembrava che anche lui si divertisse, ma
chissa' se era vero. Interrompevo i discorsi dei grandi e imponevo a tutti
il mio teatrino. Carlo era indulgente, mi assecondava, anche quando mio
padre s'infastidiva della mia insistenza e guardandomi severo mi sgridava,
spazientito; lui sorrideva compiacente, ed io mi sentivo importante e
insistevo.
E quando Carlo mi ha proposto questo gioco del teatrino ho accettato
subito. Del resto accetto sempre tutto quello che lui mi propone. Fa parte
del mio ruolo, con me le sue fantasie diventano realta'.
Ora quest'attesa, le istruzioni che mi ha dato, i preparativi, sono forse
la parte piu' bella del gioco.

Sono arrivata a casa sua in anticipo, con lui non riesco mai ad arrivare in
ritardo, ho il tempo per prepararmi come lui ha deciso. Nel camerino e'
tutto pronto, la maschera, la guepiere, le scarpe, i trucchi. Pero' sono
agitata, faccio fatica a truccarmi, le labbra, rosse e pesanti, gli zigomi,
soffusi di porpora, i capezzoli, scuriti. L'ansia di quest'attesa mi
eccita, sono tesa ed incapace di concentrarmi. Ecco! Bussano alla porta.
Come d'accordo.

Sono pronta. Posso uscire. Carlo mi ha chiesto di indossare solo questa
guepiere che mi stringe il busto e lascia esposti il seno ed i fianchi, e
tutto il resto. Sono peggio che nuda. La maschera che mi copre gli occhi mi
da un po' di sicurezza. - Non ti riconosceranno! - mi ha detto - la tua
nudita' sara' il miglior travestimento! - so che, come sempre, ha ragione.
Mi guarderanno tutti con occhi diversi, come carne esposta per il loro
piacere. Occhi lascivi, finalmente sinceri. Mi piace essere guardata cosi',
senza finzioni, sempre io, ma un'altra per loro, una che si puo' guardare
in "quel modo".

Apro la porta del camerino. La mano e' incerta. Attraverso il corridoio
nella penombra. Entro nella sala e mi fermo un istante sulla soglia. Sono
imbarazzata. Questa sua casa, dove giochiamo i nostri giochi. Ho imparato a
conoscerla bene; ma ora e' un po' come la prima volta, quando mi ha
invitata, quella sera, sussurrandomi, nella mia stanza - Domani vieni da
me! Nel pomeriggio! Ti aspetto! - sicuro che avrei obbedito. Come ero
agitata ed eccitata, quella notte senza dormire e la mattina successiva...

Ecco. La voce di Carlo che mi accoglie:

"Ecco. E' arrivata la protagonista della serata! Alice! Vieni, sali sul
palco!"

Si'. Sono Alice. Ma sono impacciata, poco spontanea, sento gli sguardi
pesare su di me. Attraverso la stanza. Devo espormi mentre cammino, mettere
in mostra quello che ho da offrire loro. Carlo mi spiegato come devo
muovermi. Mi ha fatto provare. Cerco di farlo. Forse non va male. Vorrei
guardare chi c'e'. Sono sicura che c'e' anche Lui, ma non ho il coraggio di
incrociare gli sguardi del pubblico. Evito gli occhi puntati su di me.
Cerco di affrettare il passo. La strada e' breve. Salgo il gradino del
piccolo palcoscenico. Eccomi.

"Fermati li' in mezzo Alice! In modo che ti si veda bene!"

Un riflettore puntato su di me dal basso mi illumina e mi impedisce di
vedere bene il pubblico. Meglio cosi'. Ci sara' anche Lui?

"Alice e' una ragazza ubbidiente e fara' tutto quello che le chiedero'? Non
e' vero Alice?"

"Si'!"

"Parla piu' forte! Non ti si sente! Ripeti che farai tutto cio' che ti
chiedero'!"

"SI'!"

Il corpo si mostra senza problemi, sa come fare, lui, si espone e mi
trascina, ma la voce, e' un'altra cosa, sono io che parlo, e' la mia voce
che ora trema. E Lui la riconoscera' la mia voce?

"Faro' tutto cio' che mi chiederai!"

"Brava! In realta' Alice e' una vera puttanella! Non e' vero Alice,
ripetilo anche tu!"

"Si'! Sono una puttanella!"

Si'. Le parole... Faccio fatica.... Ma non mi vergogno, il gioco mi piace.
Mi sporgo. Non e' difficile mostrarsi. Mi guardano. Si staranno eccitando.
Certo e' diverso dai miei giochi di bambina. Allora non mi guardava
veramente nessuno. Eppure avrei fatto di tutto per farmi vedere. Dovevo
combinare qualche guaio - cattiva - allora mi badavano.

"Fatti vedere meglio! Allarga un po' le gambe, e spingi in avanti la
fichetta! Fai la brava bambina!"

Ecco allargo le gambe e mi sporgo, guardatemi.

"Brava! Resta cosi'! Guardate che bella posizione da puttanella! Come la
mostra bene! Guardate che bel ciuffo di peli neri, e sotto le labbra tumide
e rosate che si ripiegano nel taglio umido e scuro tra le cosce. Ti piace
mostrare la fica Alice?"

"Si'! Mi piace!"

Si'. Ora mi guardano perche' sono una bambina cattiva. Si'. guardatela la
faccio vedere a tutti come Carlo mi ha chiesto di fare. Lo so che e' una
cosa che non si deve fare. Lo sapevo anche allora, e sapevo anche che gli
piaceva guardarmi, era facile capirlo, il suo sguardo su di me era
eloquente. Non ero piu' una bambina. Gia' lo sapevo di cosa parlavano, con
mio padre, quando poi cambiavano discorso, appena mi avvicinavo e io
allungavo le orecchie. Mio padre sempre severo e rigido, con me, sempre
timoroso che gli facessi fare una brutta figura. Sempre riservato, di certe
cose si poteva solo parlare con una proibizione - questo non si fa! - cosi'
certe cose le conoscevo dai suoi - no! - i giochi che non dovevo fare, ed
erano poi i giochi che gli piacevano.
Ed io morivo dalla voglia di giocare ancora, come quando ero una bambina.
Non era passato molto tempo e, in fondo, la malizia era la stessa, ma il
mio corpo no.... Ora si scaldava di desiderio e voleva mostrarsi. E ho
lasciato la porta della mia camera socchiusa, quella sera, la prima volta,
perche' Carlo mi guadasse, e come sali' il piacere, cosi' intenso come non
era mai stato, li' tra le gambe, quando lo vidi passare, e sbirciare mentre
mi toccavo. Non disse nulla, e neanch'io. Ma da allora immaginavo sempre
che c'era lui, mentre mi toccavo, tutte le sere, lui con lo sguardo fisso
li'. E talvolta eri veramente li' a guardarmi furtivo...

"Ti piace stare li' a gambe larghe con tutti che ti guardano? Dillo,
spiegaci perche'!"

"Si'! Mi piace che tutti mi guardino tra le gambe...Perche'..."

"E' perche' sei una puttanella, e' la tua natura e non puoi pensare ad
altro. Ripetilo puttanella!"

"Si' e' perche' sono una puttanella!"

Mi piace che lui me lo dica e lo dica davanti a tutti, e mi piace
ripeterlo. Credo che in fondo sia vero.

"Ora le faremo fare qualche giochino alla puttanella! Facci vedere la
linguetta! Tirala fuori ed appoggia la punta al labbro superiore.
Guardatela come si protende tra le labbra, umida e indecente, si vede che
e' abituata a leccare. Cosa lecca quella linguetta? Forza Alice cosa lecca?"

"Mi piace leccare!"

"Cosa ti piace leccare Alice! Rispondi!"

"Mi piace leccare il cazzo!"

Sento il suono della parola mentre la pronuncio. Una parola volgare. La
prima volta che si pronuncia suona artificiosa, sforzata, poi pero' scende
dentro, e ti prende tutta. E' la parola che ti ho detto quando finalmente
sei entrato nella mia stanza, mentre ti aspettavo con le gambe larghe, sul
letto, e mi toccavo. Il nostro nuovo gioco. Ma ora il tuo cazzo era fuori,
grosso e duro, essenziale, sporgeva indecente dai pantaloni sbottonati, e
io te l'ho baciato, spontaneamente, senza che tu me lo chiedessi, era la
mia natura, come tu dici. E cosi' prima che sulla bocca ti ho baciato li',
e poi ti ho detto che mi piaceva, senza che tu me lo chiedessi, e come mi
piaceva, baciarti li', assaggiare il tuo sesso, e sentirlo dentro di me, e
tenerlo spudoratamente in bocca, e guardarti mentre chiudevi gli occhi
fremente...

"E come lo lecchi?

"Mi piace leccarlo!"

"Descrivi come ti ho fatto leccare l'ultima volta! Te lo ricordi vero!
Spiegalo a tutti! Forza puttanella! Descrivi tutto con precisione! Come hai
iniziato?"

"Prima mi hai fatto baciare e leccare i testicoli..."

"Forza, so che non hai dimenticato niente!"

"Poi ti sei fatto leccare tra le cosce e i testicoli. Poi mi hai detto di
succhiarteli...."

"E cosa ti ho chiesto?"

"Mi hai chiesto che sapore avevano ed io ti ho risposto che sapevano di te
e del tuo sudore..."

"E ti piaceva?"

"Oh si'!  Mi piaceva!"

"E poi?"

"Poi ti ho leccato l'asta con tutta la lingua, bagnandola bene di saliva. E
poi mi hai fatto succhiare il glande, e mi hai chiesto che sapore aveva, ed
io ho risposto che mi piaceva da impazzire..."

"Forza! E poi?"

"Poi mi hai chiesto se ero bagnata, ed io ti ho detto di si', naturalmente,
allora me lo hai infilato dentro e mi hai scopato, senza venire, e poi hai
detto: - sara' bagnato anche lui ora? - e me lo hai fatto leccare di nuovo
e mi hai chiesto che gusto aveva, ed io ti ho risposto che era
meraviglioso..."

"Ed ora sei bagnata?"

"Si'!"

Si'. Mi sto bagnando fradicia, come vuole Carlo, qui davanti a tutti,
davanti a Lui. Mi piace questo gioco. Voglio che Carlo mi faccia fare le
cose peggiori. E' sempre stato cosi, la sua presenza mi eccitava e gli
chiedevo: - che gioco mi fai fare adesso? - sapevo cosa voleva da me,
sapevo che mi voleva cattiva. Volevo che me lo chiedesse.

"Brava! Ora fai vedere a tutti come sei brava a succhiare! Bagnati un dito
nella fica e poi succhialo! Mostra bene le labbra!"

Salgo col dito dentro la mia carne bagnata e raccolgo il succo che cola.
Vorrei indugiare e scavare ancora e perdermi nel piacere. Gli sguardi si
posano insistenti e pesanti su di me come carezze laide. Ora mi succhio il
dito e sento nel silenzio qualche commento osceno. Lo succhio per farmi
vedere, per eccitarli. Mi immagino di succhiare il cazzo.

Le prime volte ti accontentavi di fartelo baciare, un bacio breve, eccitati
ambedue da quella porta socchiusa, con mio padre nella stanza vicina, se
l'avesse immaginato, come ero indecente - a volte quasi avrei voluto che se
ne accorgesse - poi te ne andavi in fretta, ed tenevo in bocca il tuo
sapore e mi toccavo fino a perdermi...

"Ora Alice bagnati bene i capezzoli! Raccogli la saliva sul dito e spargila
attorno alla punta dei capezzoli! Guardate che belle tette tonde bianche e
sode, e come le si induriscono i capezzoli, sono dritti lucidi di saliva e
scuri. Chiedono di essere stretti e succhiati. Racconta cosa succede quando
ti tocco i capezzoli, puttanella!"

"Se mi tocchi i capezzoli mi eccito subito e ti chiedo di toccarmi sotto..."

"Ma qualcosa sui seni ti piace in mondo particolare!"

"Mi piace quando mi vieni su seni e mi piace spargere lo sperma sui
capezzoli, e lasciarlo li' che poi tira la pelle quando si secca..."

Ora le parole salgono spontanee, senza sforzo, senza freno, e' semplice
come mostrarsi. La lingua si muove spontanea. E Lui sente tutto? Strano che
non si sia mai accorto di nulla. Carlo indugiava sempre piu' a lungo nella
mia stanza; la prima volta che l'ho fatto venire, quando lo leccavo e lo
strusciavo sempre piu' forte sui miei capezzoli eretti a godere di quel
contatto sempre piu' duro ed eccitato, quando dal suo cazzo teso e pulsante
usci' il fiotto di sperma e mi inondo' i seni. Ed al di la' della porta
socchiusa mio padre lo aspettava. Ed io sono rimasta li' sul letto a
spargermi il tuo sprema sui seni ed ad assaggiarlo, godendo, e a non
lavarsi per lasciarlo li', e sentirlo nella notte seccarsi e tirarmi la
pelle. Ora stiamo attenti. Ma all'inizio, a casa mia, eccitati, con Lui
nella stanza a fianco. Praticamente sotto i suoi occhi, si, come adesso...

"Continua a toccarti i capezzoli Alice, e fatti vedere per bene in faccia!
Guardate! Si sta eccitando! I lineamenti si contraggono nella maschera del
piacere, gli occhi sono lucidi e le labbra piu' rosse. Non e' bellissima la
nostra puttanella!"

Si', si', e' vero, mi sto eccitando e tutti mi guardano, e sento i
commenti, e mi eccito ancora di piu', ora non posso piu' fermarmi. Sto
gocciolando e vorrei che mi chiedesse di toccarmi tra le gambe.

"Ora la fica di Alice e' tutta bagnata! Aprila Alice, aprila con due dita e
faccela vedere!"

"Guardatela! Come se la allarga bene! Sembrava una fichettina all'inizio,
ora guardate che come e' larga, grossa, rossa, e sta gocciolando! Sali sul
tavolino Alice e siediti su cuscino con le cosce aperte in modo che tutti
possano guardarti. Mettiti in modo che la luce ti illumini bene la fica!"

Sono salita sul tavolino. E' basso, di legno massiccio. Mi siedo sul
cuscino, sul bordo del tavolo verso gli spettatori. Metto un piede su uno
sgabello a sinistra, uno su uno sgabello a destra. Cosi' sono completamente
aperta ed esposta.

"Brava Alice! Sporgi beni in avanti la fica, in modo che sia fuori dal
tavolino, ed inarca i fianchi verso l'alto, mostra anche il buchetto del
culo. Brava! ora apriti di nuovo la fica. Guardate come si spalanca la
fica! E proprio una vera toietta! Diccelo cosa sei, Forza! "

"Si'! Guardatemi sono un toietta!"

Come mi piace dirlo e aprirmela cosi' davanti a tutti. Come e' eccitante.
Sto gocciolando. Le gocce colano dal mio sesso e si allungano in fili densi
che luccicano alla luce intensa della lampada. C'e' un piatto sotto il
tavolino. Le gocce colano sul piatto che lentamente si riempie del mio
succo. Tutti possono osservarlo...Me lo farà leccare, dopo?

"Guardate! Gocciola dalla fica fradicia! Piove il succo dalle labbra aperte
e si raccoglie nel piatto! Lo senti Alice come stai sbrodolando! Non ti
vergogni! Lo vedono tutti!"
"Guardate come si vede bene l'interno della fica, rosa acceso e lucido, il
succo denso e chiaro si raccoglie e stilla dalle labbra lasciando fili
palpitanti di rugiada, prima di staccarsi e gocciare sul piatto, ed il
bottoncino della puttanella, eretto, si sporge dalla cima del taglio
divaricato e implora di essere torturato."
"Ora possiamo ordinarle tutto quello che vogliamo! Lei ubbidira'! Non e
vero Alice?"

"Si'! Si'! Cosa vuoi che faccia?"

"Passati il dito tra le cosce e le labbra della fica, in circolo, senza
toccati dentro! Continua cosi'! Guardatele la faccia contratta! Tra poco
verra' davanti a tutti! Guardatele il buchetto del culo! E' tutto bagnato,
la pelle tenera e vellutata attorno al buchetto e sulle pieghe e' lucida di
umori!"
"Ora Alice posa il dito sul buco del culo! Stai ferma cosi' e fatti vedere!
Ora sali col dito passalo tra le labbra, una sola volta poi torna giu' e
continua! Lentamente!

Oh Dio come sto gocciando. Guardami mentre mi tocco, guardami come sono
bagnata, guardami come mi sto aprendo. Sempre prima di prendermi mi fai
perdere la testa in questo modo. Ti pregavo di scoparla, ma non lo facevi,
pensavo che non mi volessi prendere perche' ero vergine, e quando ti dissi
che ero abituata a penderne di cazzi, che non ero piu' vergine, ancora mi
lasciasti ad aspettare. Forse per gelosia, come speravo, o forse perche'
avevi paura della situazione. Scoparmi li' nella casa dei miei. Ma in
realta' tu mi conosci bene, da sempre, sai come sono, sai come fare per
legarmi a te, per domarmi. Ancora mi hai fatto aspettare, e ubbidirti come
una schiava, e raccontarti tutto quello che facevo con gli altri. Poi mi
hai presa, finalmente una sera, e sei andato di la' da mi padre,
lasciandomi sdraiata, con le gambe aperte, sul mio letto di ragazza a
gocciolare sulle lenzuola, a toccarmi li' sciogliendomi di piacere, ed a
assaggiare il tuo ed il mio sapore sulle mie dita, ed ad addormentarmi
cosi' piena del tuo seme. Poi non lo abbiamo piu' fatto a casa dei miei. E'
logico, era troppo rischioso. Ma da quella prima volta mi hai chiesto
sempre di piu', dischiudermi sempre di piu', legandomi sempre di piu' nelle
catene del nostro dolcissimo gioco...

"Guardate amici che cascatella dalla fica di Alice! Ora non puo' proprio
piu' fermarsi! E verra' qui davanti a tutti come una maialina. Guardate!
Sta per venire! Guardate il volto come si contrae nella maschera del
piacere! La lingua che si protende dalle labbra dischiuse! E vero Alice?"

"Si'! Si'! Ordinami di toccarmi ti prego! Ti prego!"

"Voi venire cosi' aperta, con tutti che ti guardano?"

"Si'! Lo voglio! Ti prego!"

"Allora apriti bene la fica puttanella! Mostrala ancora! Allargala di piu'
con le mani in modo che la luce entri e tutti possano guardarti dentro!"

"Ti prego fammi venire!"

"Di a tutti di guardarti Alice!"

"Sii! Guardatemi! Guardatemi! Guardate come la mostro a tutti aperta!
Bagnata!"

"Ora toccati e vieni puttanella! Guardate come si masturba e gode davanti a
tutti! Si bagna e sbrodola senza vergogna!"


Si, vengo, vengo, vengo ...


...Oh come mi piace quando mi chiedi di toccarmi e di venire mentre tu mi
guardi, mi scruti tra le gambe, nel mio intimo, e negli occhi, nell'anima,
e la mia carne e' cosi' nuda ed aperta, offerta ed indifesa, ed io sono
travolta dal desiderio e mi sento posseduta dal tuo sguardo e mi abbandono
ebbra di piacere...

"Ora Alice la darebbe a chiunque! E non si vergogna di niente! E' vero Alice?"

"Si'! Fammi fare quello che tu vuoi!"

"Girati puttanella! Mettiti alla pecorina e mostraci il culo!"

Mi giro e mi inginocchio sul tavolino. Mi metto carponi. Sporgo bene le
chiappe ed inarco i fianchi. Mostro a tutti il culo.
Presto mi hai insegnato che ti piaceva aprirmi il culo. Ed io godevo felice
quando mi rigiravi e le tue dita mi esploravano la' dove non si doveva. E
quando mi hai fatto il culo la prima volta, come mi piaceva sentirti li' e
sentirmi aperta dietro, svergognata, senza pudore, sfondata...

"Guardate che bel culetto! aprilo Alice! Mostraci il buco del culo! Come e'
bagnato del succo della fica! E che bei colori scuri e lucidi! Si vedono le
pieghe... Cosa ci fai Alice con quel delizioso buchetto scuro?"

"Mi piace farmelo aprire!"

"Che puttanella svergognata! Raccontaci come te lo fai aprire!"

Voglio che sentano tutti, e Lui insieme agli altri. Le parole mi trascinano
e mi eccitano. Ogni parola oscena e' come una delle tue carezze indecenti
che mi aprono e mi fanno sciogliere di desiderio. A casa tua mi baciavi
sulla bocca e mi esploravi l'ano con le dita, e io beata aprivo il mio
corpo a quei baci e a quelle carezze nuove, senza stupirmi, pronta a tutto.
A casa tua la prima volta. Non c'ero mai stata. Curiosa ed eccitata.
Un'avventura con te. La casa grande e sconosciuta che mi parlava di te. E
poi le tue carezze finalmente in liberta'. Come mi hai esplorata, come ti
sei saziato del mio corpo...

"Si mi piace farmi baciare, ed intanto porgere il culo e farmelo esplorare,
e succhiare la lingua che mi viene offerta, mentre il dito mi penetra
dietro e sale e lo sento dentro di me..."

Quando mi baci cosi' sai che sono pronta. Mi puoi montare ed aprirmi come e
quanto vuoi. Puoi farmi il culo ed io godo. Si'! Godo di tutto cio' che mi
fai...

"Racconta Alice, come te lo fanno il culo!"

"Mi piace che mi bacino li'! Ma prima mi scopi. Poi mi metti alla pecorina
e mi baci il culo..."

Dio essere baciata li! Che sensazione meravigliosa. La prima volta a casa
tua, quando la tua bocca e le tue mani mi avevano sciolta, mi hai scopato e
hai leccato il mio succo, e poi mi hai baciato il culo, ero carponi, con la
faccia sul cuscino, e poi me l'hai aperto e mi hai fatto il culo, forte, ma
quel dolore lo ricordo piu' dolce delle tue carezze, e finalmente mi sei
venuto dentro, li'...

"Mi piace quando mi baci il culo e so che stai per aprirmelo, e te lo offro
e tu lo inumidisci di saliva e lo allarghi con le dita, e poi mi fai il
culo e sento il tuo cazzo che sale nelle mie viscere e mi allarga tutta, e
sono la tua schiava..."

La tua schiava. Uno dei nostri giochi preferiti. Quando mi ordini di fare
ogni cosa, per il tuo piacere, e mi punisci. Si', in fondo ho sempre voluto
che tu mi maltrattassi, e per questo facevo la bambina cattiva, perche'
volevo essere punita, che tu mi punissi senza pieta' come la tua schiava,
che dipende dal suo padrone, e aspetta con ansia che arrivi a casa la sera
e la faccia giocare, e guardi solo lei, e la punisca perche' e' stata
cattiva, che le sollevi la gonna e la colpisca forte, per farla piangere e
farle capire che lui e' il suo padrone.

"E ti piace Alice fare la schiava?"

"Oh si'! Mi piace!"

Come mi piace sottomettermi ai tuoi ordini, e non avere piu' una mia
volonta', divenire una cosa tua, come un animale con il suo padrone, come
la tua bambina che verra' punita...

"E perche' ti piace! Dillo!"

"Perche' alle schiave si fa il culo! E a me piace farmi fottere nel culo! E
tastare con le dita il cazzo piantato nel culo e accarezzarti le palle
mentre me lo sbatti dentro, e fami guardare dopo, quando resta aperto, e il
tuo seme cola fuori!"

"Aprilo bene Alice, aprilo questo culetto sfondato! Sporgilo in modo che
sia bene illuminato e aprilo con due dita!"

Si'. Mi piace aprirmi e farmi vedere, e spiare nel tuo volto i segni del
desiderio ed eccitarmi e sciogliermi davanti ai tuoi occhi e toccarmi come
tu mi ordini. Ho bisogno delle tue parole che inchiodano il mio corpo alla
tua volonta', e mi liberano da me stessa e mi costringono alle cose
peggiori. E sono ubbidiente e sottomessa, un brava bambina, sconcia e
oscena, e puttana come tu vuoi, la tua schiava.
Schiava ed ubbidiente, anche mio padre mi ha sempre voluta cosi'. Lui che
forse mi sta vedendo. Chissa' se ha mai sospettato nulla! Ma forse Lui non
vuole sospettare, e anche ora, se c'e', non mi stai riconoscendo. Guardami
guardami come sono puttana! Ora sono con il volto appoggiato sul cuscino e
con due dita, una per mano, infilate nel culo e lo apro perche' tutti lo
possano vedere bene, anche Lui.

"Brava Alice! Guardate come si' e' aperta il culo la puttanella! Guardate
il colore della carne, che passa dal rosa chiaro al bruno ed al violaceo
per scomparire nel nero profondo del buco spalancato! E scommetto che ora
vorresti venire di nuovo Alice! Non e' vero?"

"Si' lo sai! Lo sai che cosi' mi eccito da matti e che mi fai venire tante
volte! Ti prego ordinami di venire ancora!"

"Qui davanti a tutti puttanella! Ma sarai brava ti farai vedere e sentire
per bene!"

"Si'! Saro' brava! Ti prego, mi faro' vedere e sentire come una puttanella!"

"Allora infilati due dita nel culo, e muovile, dentro e fuori, muovile per
bene!"

"Guardate come si sta eccitando! Guardate come agita le dita nel culo e si
sporge e le chiappe palpitano dall'eccitazione. Ti piace aprirti il culo!
Dillo Alice

"Si'! Mi piace aprirmi il culo mentre mi guardate! Mi vedete?"

"Si'! Puttanella ti vediamo vede bene!Tutti ti vedono mentre ti apri il culo!"

"Fammi venire! Ti prego!"

"Allora ripetilo Alice! Ripetilo davanti a tutti, mentre le dita entrano ed
escono, che ti piace!

"Lo sai bene che mi piace. Te l'ho confessato senza pudore fin dal primo
momento, e quando mi fai mettere alla pecorina e mi prepari per farmi il
culo ti dico sfondalo il culo alla tua schiava, come tu mi hai insegnato, e
lo dico perche' e' quello che desidero che tu mi faccia. Vorrei che fosse
il tuo cazzo ora a tormentarmi il culo, piu' su, piu' su, dove le mie dita
non arrivano. Ti prego premia la tua schiava e falle il culo, fottila nel
culo ed esplorami la fica. Lo sai che cosi' godo come una troia, godo
mentre mi sfondi il culo, e poi faccio tutto quello che mi comandi. Si'! Ti
prego fai venire ancora la tua schiava! Falla venire davanti a tutti!
Guardatemi tutti"

"Forza puttanella! Ora toccati la fica! Facci vedere come vieni!"


"Oh! Grazie! Guardatemi! Guardami! Ora, vengo! Vengo! Vengo!"


...Fu allora, mentre venivo e gemevo, piano senza strilli, come sempre, che
udii la voce di mio padre, chiara, inconfondibile, dire "Che troia!"
Ed allora venni, venni ancora, venni come mai, urlando questa volta,
strillando finalmente davanti a Lui, e a tutti, con rabbia il mio piacere,
un urlo intenso, infinito.

Mi sarei liberata ora dalla schiavitu' in cui mi hai trascinato?

Si udivano i commenti osceni e le risate degli spettatori.

"Brava Alice!"

"Amici! La prossima volta ad Alice le faremo fare ancora di piu'!"...


back    next

 

By Venerdì

 

 

 

I racconti illustrati e altro sul sito http://venerdi000.tripod.com/