La monetina di Venerd́

 

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Una volta, qualche anno fa, mi capito' di trovare lungo una scogliera
remota, tra le rocce a ridosso di una caletta, una monetina incastrata
in un anfratto nella pietra. Non era una moneta qualsiasi, era una
moneta romana, del secondo secolo. Penso che fosse rimasta per chissa'
quanti anni sul fondale e poi una mareggiata violenta, il giorno prima
che la trovassi, l'avesse strappata al suo lungo riposo e gettata
nuovamente a riva. Ero molto affezionato a quella monetina, la
consideravo un portafortuna che la sorte mi aveva destinato, e la
tenevo sempre con me, nel portamonete.

Dapprima non mi resi conto delle sue straordinarie proprieta', ma ben
presto iniziai ad intuire qualcosa. Devo ammettere che fino ad allora,
nonostante il mio aspetto non sia dei peggiori, ed io sia una persona
vivace ed attiva, i miei successi con le donne erano stati assai
limitati. Ma, appena trovata la monetina, le cose cambiarono, mi
accorsi che le donne, che prima sembravano ignorarmi, ora mi
consideravano. Iniziai cosi' ad intuire le proprieta' del mio
portafortuna, non ne ero certo ma, per scaramanzia, lo tenevo sempre
con me, e funzionava. Ma ci fu un episodio dal quale mi resi
pienamente conto dei suoi poteri.

Una calda giornata di primavera, ero ad un convegno di lavoro, alle
due del pomeriggio in un'auletta, assieme ad una decina di
sconosciuti. Combattevo la sonnolenza osservando con malizia
mascherata la relatrice, una biondina sui trent'anni, che,
deliziosamente agitata, presentava un suo certo lavoro. Un rossore
diffuso sulla sua carnagione chiara lasciava trasparire l'imbarazzo,
ed il corpo si muoveva con inconsapevole seducenza, mentre si
concentrava sulla sua presentazione. Non so perche', ma mi venne
voglia di dare un'occhiata alla monetina. Cosi' la tirai fuori dal
portamonete, ed ecco che mentre la rigiravo tra le dita questa mi
scivolo' e cadde a terra. Ero seduto verso il fondo dell'auletta,
vicino al corridoio tra i banchi, e la monetina inizio' a rotolare
lungo il varco. La sala era in discesa, per consentire a tutti una
buona visuale, e la monetina continuo' a rotolare scendendo
rumorosamente i gradini del corridoio uno dopo l'altro. Caso volle che
in quel preciso momento la biondina stesse tacendo, in cerca di
concentrazione, una breve pausa prima di iniziare una nuova frase. Si
distrasse, e volse lo sguardo verso la monetina, prolungando il
silenzio e sollevando le sopracciglia, come se si fosse ricordata di
qualcosa. Io ero tremendamente imbarazzato e non osavo alzarmi per
andare a raccogliere la monetina. La biondina accenno' ad un sorriso,
come tra se e se, e il suo sguardo sembro' quasi vagare nel vuoto. Non
sapevo cosa fare, ora molte altre persone nella stanza stavano
osservando la monetina. Decisi di alzarmi e recuperare il mio
portafortuna, scusandomi con tutti, ma fui interrotto da un sospiro
debole ma inequivocabilmente lascivo, che usci dalle labbra dischiuse
della biondina.

La guardai. Con un sorrisetto introverso aveva appoggiato le mani
aperte ed aderenti sui seni, come se stesse abbracciandosi. Poi fece
scendere le mani percorrendo il petto i fianchi e le cosce, afferro'
la gonna e con un sorriso, ora sfacciato, inizio' a sollevarla
lentamente, si arresto' solo quando la gonna fu all'altezza di fianchi
e si videro le mutandine bianche, minuscole, da cui traspariva la
peluria del sesso. Si giro' e se le abbasso' e, chinandosi, mostro' a
tutti il culetto che occhieggiava roseo sotto la gonna nera, poi
allargandosi le natiche con le mani disse: "Guardatela la mia
passerina! Ha bagnato le mutandine! Ha tanta voglia di cazzo!"

In un silenzio irreale si porto' una mano tra le gambe e passo' il
dito medio tra le labbra del sesso dischiudendole. "Vedete! E' tutta
bagnata!" Aggiunse. Poi fece alcuni passi ancheggiando con le
mutandine a mezza coscia e si sdraio' supina sulla cattedra al centro
dell'auletta, si sfilo' le mutandine sollevando e ostentando le cosce,
spalanco' le gambe e con le mani si apri' il sesso mostrando l'interno
delle labbra roseo e lucido, dicendo: "Oh sii dategli del cazzo a
questa passerina! Guardatela come si e' bagnata, vuole del cazzo!
Fatela cantare per bene la mia passerina!"

Nella sala tutti iniziavano ad agitarsi, ma rimasero fermi ai loro
posti, mentre la biondina iniziava a masturbarsi, inarcando le reni e
sospirando. Una bruna prosperosa, meno giovane della biondina, ma
niente affatto male, corse giu', si abbasso' pantaloni e mutandine ed
abbraccio' la cattedra sporgendo le natiche denudate e dicendo:
"Guardatemi! Datene anche a me del cazzo, riempitela questa fica
aperta! Guardatela!" E intanto con una mano si allargava i glutei e
tendeva un labbro del sesso, scuro e circondato di peli, aprendolo, e
con l'altra palpava tra le gambe la biondina che inizio' a gemere
forte. Molti dei presenti guardavano attoniti con gli occhi sgranati,
ma due maschi piu' intraprendenti, forse perche' seduti nella prima
fila, si precipitarono sulla cattedra.

Il primo, un ragazzo, a prima vista l'avevo giudicato un po' timido,
si getto' tra le gambe della biondina leccandola e facendo correre le
mani sotto la camicetta raggiunse i seni e gli si aggrappo'. La
biondina sorrise con gli occhi chiusi dicendo: "Si pendimi! Succhiala!
Aprila! Riempila di cazzo! Lei vuole tanto cazzo! Aprila ti prego
aprila!" Poi tolse le mani dal sesso e afferro' i bordi della
camicetta strappando i bottoni ed esponendo i seni sui quali si erano
avvinghiate le mani del ragazzo, e spingeva il ventre conto di lui
strusciandosi tutta. Il secondo maschio arrivo' con un attimo di
ritardo ed afferro' le natiche esposte della bruna che prese a
dimenarsi strillando: "Guardami il culo! Prendilo e tuo! Allargami le
chiappe ed riempimi di cazzo!" Anche le altre due donne presenti
nell'auletta furono travolte. Una era seduta vicino a me, non era
giovanissima, ma quando si tolse la maglia tiro' fuori due seni
grandi, bianchi con i capezzoli bruni ed eretti, che dondolavano
mentre correva verso la cattedra sollevandosi la gonna. Cinse i
fianchi del secondo maschio, che si era abbassato i pantaloni, e gli
si strusciava contro e gli abbracciava e baciava i glutei dicendo:
"Sii! Fottila, fottila forte!" E cercava di leccargli da dietro i
testicoli mentre lui stava strusciando il suo sesso tra le natiche
della bruna. La quarta donna presente nella sala era una ragazza
anonima dai capelli neri e corti, dapprima era rimasta a guardare
attonita, ma in un attimo si spoglio' completamente e tutta nuda corse
anche lei verso la cattedra. Abbracciandosi alle cosce del primo che
gli capito' nel mucchio che si andava formando e quasi strillando
imploro': "Scopate anche me, date anche a me un po' di cazzo, fatemelo
succhiare!" E strinse le labbra attorno al primo che gli venne dato,
il mio. Ormai tutti eravamo ammucchiati davanti alla cattedra.

Chiusi gli occhi mentre lei con abilita' imprevista, mi succhiava
appassionatamente il sesso e tenendomi la pelle tesa con le mani, si
muoveva su e giu' con un dolce e vellutato attrito delle labbra umide.
Riaprii gli occhi quando sentii vicinissimo un gemito maschile e vidi
il ragazzo dall'aria timida in pieno orgasmo. Scopava come un
forsennato la biondina mentre questa lo incitava dicendo "Dai! Dai! E'
cosi' che la fotti questa fica! Sbattila bene". Un'altro maschio le
stava offendo il pene da leccare, e lei, tra un gemito e l'atro,
leccava il glande, come se stesse gustando un frutto dolce e succoso.
Il primo ragazzo si era ritratto esausto e la biondina rimase per
alcuni istanti con le gambe larghe e la vagina aperta e gocciolante, e
protendeva i fianchi inarcando la schiena dicendo: "Ancora! Ancora!
Datele ancora del cazzo!" E con le mani si allargava a dismisura le
labbra del sesso. Fu subito accontentata ed un altro prese a scoparla,
mentre un terzo maschio si strusciava il pene contro i suoi seni, che
erano piccoli e con i capezzoli visibilmente eretti. La biondina
riprese il suo canto "Sii! Fottila! Cosi' riempila tutta! Tienila
sempre aperta!" Ora ai i due seni della biondina si erano attaccati un
tizio con i capelli brizzolati e la donna nera, questa intanto veniva
montata da dietro ed i suoi fianchi larghi vibravano sotto i colpi del
maschio di turno. Vidi che mentre la montava le infilava due dita nel
ano aperto e lucido, poi tolse il pene dalla vagina e glielo infilo'
senza complimenti nel'ano. La buna si allargo' ancora le chiappe con
una mano e strillo' "Si! Aprilo! Aprilo! Guardate come me lo apre bene
questo culo!"

Il tizio la penetrava forte dietro e le esplorava la vagina con la
mano. La nera inizio' a strillare "Vengoo! Vengoo! Oh Dio mio
guadatemi! Aprimi il culo mentre vengo! Aprilo! Sfondalo senza pieta'
mentre vengo!" Poi fu solo un lungo ululato che copri' ogni altro
gemito e trascino' tutti con se. Il maschio che stava montando la
biondina inizio a martellarla con furia strappando degli strilli di
gioia alla ragazza che riprese ad incitarlo: " Ohh! Sii! Ohh! Sii!
Bravo! Sfondala la mia troietta! Sfondala! Sfondala! Sfondala!" A
quella musica Il ragazzo venne ansimando mentre la mano di qualcuno
titillava furiosamente il clitoride della biondina che inizio' a
trillare "Lii! Lii!" E inizio' una specie di canto trionfale: "Vengoo!
Oh sii! Vengoo!" Un glande violaceo e grande, strusciato tra le labbra
della biondina, le schizzo' un fiotto di sperma in bocca e sulla
faccia estatica, lei mugolando e cercando di leccarsi ingoio' tutto
quello che riusci'. Un altro maschio prese a sbattere furiosamente da
dietro la bruna. La ragazza che, inginocchiata davanti a me mi stava
succhiando avidamente il sesso stinse le labbra e se lo fece
sprofondare in gola mentre mi accarezzava i testicoli, mi accorsi che
qualcuno la stava montando violentemente da dietro facendola vibrare
tutta, mentre due mani le afferravano e le mungevano i piccoli seni.
Gli esplosi in gola mentre anche lei veniva mugolando, con il volto
contratto e gli occhi rivoltati verso il cielo. Un rivolo di sperma le
colava tra le labbra, poi la ragazza prese a leccarmi ripulendomi il
sesso. Mi guardai intorno. Un terzo tizio stava montando la biondina,
mentre questa si accarezzava il clitoride e mormorava; "La mia
troiettina vuole venire ancora! Fottila! Fottila ancora piu' forte!
Rompimela questa fica! Rompimela!" La donna meno giovane era a
cavalcioni di un uomo sdraiato, dimenava i fianchi e leccava lo sperma
che colava dalle natiche aperte ed esposte della nera. Questa si
sporgeva e urlava: "Fatemelo ancora il culo, Non fatelo chiudere!
Fatemelo ancora qui davanti a tutti!" Subito un altro le fu dietro e
inizio' a sodomizzarla "Ho! Sii! Urlo' la bruna! Sbattici dentro
ancora del cazzo! Guardate come mi apre il culo!"

La donna meno giovane si disarciono' dal tizio sdraiato e a quattro
zampe si mise a leccare i glutei e i testicoli del tizio che stava
sodomizzzando la nera. I grossi seni ballonzolavano e la sua grande
vagina scura, stillante e aperta, era bene vista davanti a me. Gli
cacciai due dita dentro e iniziai a esplorare l'antro bagnato e caldo
mentre la donna si sporgeva, mi accoglieva, e aprendosi sussurrava:
"Aprila di piu'! Di piu'!" La vagina si abbandonava, scura e dilatata
sembrava il sesso di una cavalla appena montata. Le infilai dentro
quattro dita senza difficolta'. Poi sentii una voce maschile che
ruggiva: "Vengo! Vengo! Prendilo bene questo cazzo!" La nera emise un
ruggito di soddisfazione, con ambedue le mani si allargo' le natiche,
poi cerco' di afferrare i fianchi dell'uomo per sbatterselo ancora
piu' forte dentro le viscere. "Dai! Riempilo bene questo culo
sfondato! Riempilo di sborra fino in fondo!" La vagina che mi
circondava la mano inizio' a danzare in modo ossessivo attorno alle
mie dita, spingendo e sfondandosi completamente. Stringevo tra le dita
il collo dell'utero e guazzavo con i polpastrelli nel fondo limaccioso
di umori e sperma. La vagina inizio' a pulsare attorno alla mia mano
come per trascinarmi in fondo al ventre della donna e poi si levo'
alto e possente un muggito di piacere, prolungato e ripetuto, sembrava
il risuonare un corno che scuotesse le montagne.

A quel muggito possente la nera perse del tutto il controllo, sali' in
piedi sulla cattedra mostrando l'ano ed aprendolo con le mani. Aveva
infilato due dita di ciascuna mano nel foro che era rimasto dilatato e
lo allargava urlando: "Guardate come l'hanno sfondato questo culo! Ha
preso tre cazzi, e la sborra cola tra le chiappe! Impalatelo ancora
questo culo, mentre tutti guardano come sono troia! Impalatelo!"
Continuava ad implorare "Impalatelo!" La biondina si rigiro' sulla
cattedra si mise alla pecorina e lancio' un richiamo "Cazzo! Cazzo!
Cazzo!" Mostrando anche lei l'ano ed infilandosi dentro le dita e
mostrando la lingua, con gesti sconci e volgari. La ragazza che mi
aveva fatto venire ora leccava lo sperma che scendeva a rivoli dalla
vagina spalancata ed inondata della biondina, poi si mise in mostra
alla pecorina anche lei chiedendo a gran voce che la montassero
ancora. La donna meno giovane palpava la carne esposta, smaniando. Poi
come una menade infuriata afferro' sulla cattedra uno dei due
microfoni e lo infilo' nell'ano slabbrato, viscido e palpitante della
nera. "Ohh dai! Impalalo! Piu' su! Piu' su!" Il microfono era acceso,
stantuffava nelle viscere della nera ed ogni volta che penetrava si
udiva amplificato il tonfo e lo strusciare sulla carne dello sfintere
dilatato, in una specie di ritmo osceno. Qualcuno sodomizzo' con il
secondo microfono la biondina che interruppe il suo richiamo e caccio'
una serie di strilli acuti, ma sempre protendeva natiche e si offriva
alle penetrazioni. Una mano le esplorava la vagina e stava scomparendo
inghiottita dalle labbra tumefatte del sesso. Forse stava venendo
ancora, emetteva una specie di grido continuo e sottomesso. Qualcuno
stava allargando con le mani i glutei della ragazza che mi aveva
succhiato il sesso, mentre un altro le rovistava l'ano con le dita di
una mano e con le dita dell'altra la vagina. La donna meno giovane era
sdraiata a terra, si era impossessata di un microfono e con quello si
apriva ora il sesso, ora l'ano, con al lingua protesa fuori dalle
labbra  ogni tanto lanciava il suo muggito di piacere. Un maschio la
teneva ferma la nera, mentre un secondo le stava impalando l'ano con
tutta la mano ed un terzo la faceva tacere facendosi succhiare il
proprio sesso che si andava inturgidendo. Poi si udi' lo strillo
acutissimo della ragazza che mi aveva fatto venire e vidi che una mano
le era entrata completamente nella vagina. Un getto di urina schizzo'
dal sesso dilatato e si sparse per la sala. Pensai che ero
responsabile di tutto cio', e mi sforzai di riemergere da delirio in
cui ero precipitato, cosi' corsi a raccogliere la monetina.

La rimisi nel portamonete. Subito le grida ed i gemiti iniziarono ad
affievolirsi. La gente si guardava attorno con occhi smarriti; i primi
raccattarono i loro vestiti e precipitosamente si allontanarono dalla
sala come ci si allontana da uno strano sogno al risveglio, desiderosi
di scordare tutto. Le donne ci misero un po' di piu'. Io aspettavo,
seduto al mio posto, non so bene perche' ma sentivo che dovevo essere
l'ultimo.
Era rimasta solo la biondina. Aveva un aspetto sofferente ora, ma era
bellissima, le labbra rosse e socchiuse, i capelli scarmigliati
appiccicati al volto. Scese dalla cattedra, aveva ancora il microfono
piantato nell'ano che le protendeva dalle natiche e rivoli di sperma e
sudore le gocciolavano dappertutto. Mentre scendeva il filo del
microfono le diede uno strattone. Sgrano' gli occhi con un'espressione
indimenticabile, poi estrasse il microfono lentamente, con una
smorfia. Forse fu dolore. Si rivesti' in fretta e scappo' via. Poi me
ne andai anch'io.

Peccato! Ora non ho piu' la monetina. La diedi ad una ragazza di cui
mi ero innamorato, per legarla me. Poi ci lasciammo. Chissa' se si e'
resa conto dei poteri della monetina. E chissa' se leggera' questo
racconto.

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By Venerd́

 

 

 

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