In treno di Tigrotta

 

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Elena scese dal treno di corsa, trafelata.
C'era stato un ritardo, come al solito, e come al solito rischiava di
perdere la coincidenza.
Balzò giù, attraversò il marciapiede e, prima di salire sul nuovo treno,
riuscì a dare un'occhiata in tralice al tabellone delle partenze, tanto
per assicurarsi di non finire da un'altra parte.
Già la giornata era stata abbastanza pesante... 6 ore di lezione, un'ora
di coda alla segreteria dell'Ateneo per non riuscire a concludere nulla,
il pasto della mensa universitaria che ancora le comprimeva lo stomaco.
Quello era il quarto treno che prendeva... solo un'altra mezz'ora
abbondante e poi sarebbe stata finalmente a casa!
Non vedeva l'ora d'infilarsi sotto la doccia bollente, sentire l'acqua
calda e il sapone profumato che scivolavano e si mischiavano sulla sua
pelle, togliendole finalemente di dosso l'odore acre, caratteristico dei
treni per i pendolari, sovraffollati e poco puliti.
Erano da poco passate le 17.00 e per fortuna non c'era tanta gente; dopo
aver attraversato un paio di vagoni, riuscì a trovare 4 posti
completamente liberi e si sedette vicino al finestrino.
Appoggiò la borsa nel posto accanto a sè, tirò fuori il libro e lo
sfogliò cercando il segno... l'esame si avvicinava e le tre ore al
giorno che passava su e giù per i treni le usava per studiare.

Il treno era appena partito e l'uomo si sedette di fronte a lei, dalla
parte del corridoio; gli diede un'occhiata... sui 35, moro, carnagione
scura, bruttino, bocca carnosa e volgare, occhiali da sole... no,
decisamente non le piaceva; tornò al libro di psicologia della
famiglia... non che quello le piacesse in maniera particolare...
Stanca com'era non riusciva a concentrarsi sulla lettura, quindi chiuse
gli occhi e si appoggiò allo schienale.
Eppure c'era qualcosa che non andava... li riaprì e lanciò uno sguardo
basso all'uomo... sguardo che immancabilmente finì "lì"... era proprio
un vizio, non riusciva a farne a meno, soprattutto in treno... era più
forte di lei... il suo sguardo cadeva immancabilmente sul "pacco" degli
uomini, che sedevano sempre a gambe spalancate.
Solo che stavolta i pantaloni di cotone color crema non nascondevano un
certo rigonfiamento a sinistra... Elena lo fissò qualche secondo,
indecisa se pensare che quell'uomo ce l'avesse un po' duro oppure se
credere che magari avesse un fazzoletto appallottolato in tasca...
inutile... tanto sapeva e mentalmente stava sghignazzando per la
scoperta!!
Lasciò perdere... non era molto educato fissargli l'uccello... magari
lui si sentiva in imbarazzo per l'erezione.
Prima di tornare con lo sguardo dalle parti del libro, gli fece fare il
giro largo, passando a dare un'occhiata alle altre persone sedute:
dall'altra parte del corridoio c'erano 4 posti liberi, dietro a lei
sentiva delle voci, davanti invece, alle spalle d'uomo, intravvedeva una
schiena... buttò un occhio anche all'uomo, evitando accuratamente il suo
inguine e... da dietro le lenti scure riusciva a scorgere il suo
sguardo... era rivolto verso di lei e non le piaceva... sentì un brivido
di paura attraversarle la schiena e un formicolìo alla nuca, come se i
capelli si stessero rizzando. "Che cazzo vuole da me?" pensò.
Distolse immediatamente lo sguardo, intimorita, e tentò di concentrarsi
sul libro, ma non le sfuggì che la mano dell'uomo si era palesemente
appoggiata sopra la protuberanza, con il pollice infilato nella tasca e
le 4 dita aperte quasi a voler nascondere l'evidenza...o ad
accarezzarla.
Elena si rivolse verso il finestrino e tentò di analizzare la
situazione... non capiva il comportamento dell'uomo, di sicuro non
poteva molestarla... c'era gente in treno, non poteva toccarla, nè
violentarla... lo sbirciò con la coda dell'occhio: lui ora stava
apertamente sfregando la mano su quello che, in tutta la sua evidenza,
si stava delineando come un gran bel cazzo duro che aumentava le proprie
dimensioni a vista d'occhio!!
Tanto ormai Elena aveva capito... quello non le avrebbe fatto nulla, si
stava facendo solo una sega solitaria... però non sapeva se "lo
spettacolo" fosse rivolto a lei, oppure se quell'uomo fosse affetto da
qualche distubo psichico di natura compulsiva... sapeva che esisteva
anche questa possibilità, e decise di dedicarsi al suo libro... meglio
far finta di nulla, non si sa mai che reazione possa avere sentendosi
"scoperto".
Tsè, una parola... come si fa a concentrarsi sul fatto che "...l'amore
coniugale e una buona intesa di coppia..." etc.. con uno che si sta
strofinando il cazzo a mezzo metro di te!!!
Si morse la labbra per non parlare, ormai certa di non correre nessun
pericolo: la sua indole ironica e un po' porcellina stava emergendo al
galoppo, stuzzicata dalla situazione insolita ed inaspettata... stava
per chiedergli se aveva bisogno di una mano!
Si costrinse a pensare ad altro, ma non ci riuscì... provò a guardarsi
intorno e vide che stava arrivando il controllore, prese il portafoglio,
tirò fuori l'abbonamento e glielo porse. L'uomo interruppe il suo
"lavoro" e fece altrettanto. Elena diede un'occhiata al controllore...
le passò per la mente l'idea di chiedergli se c'era una multa per chi si
faceva le seghe in treno... alla fine optò per il silenzio e il
controllore si allontanò senza essersi accorto di nulla. E l'uomo
riprese a toccarsi.

Il treno si fermò e salirono nuove persone... 2 ragazzi si sedettero
proprio dall'altra parte del corridoio, dove prima c'erano 4 posti
liberi... buttarono gli zaini su 2 sedili e si piazzarono stravaccati
sugli altri 2, le gambe lunghe dentro jeans stinti e strappati, le felpe
che lasciavano intuire braccia abbastanza muscolose e spalle larghe,
sulle quali ricadevano i capelli lunghi raccolti in grosse trecce rasta.
"Beh, almeno qualcuno al quale chiedere aiuto se questo qua allunga le
mani...o forse la smetterà!".
Trasalì quando il ginocchio dell'uomo toccò il suo, gli lanciò
un'occhiata e si rannicchiò sul sedile, tentando d'allontanarsi...
Guardò verso i 2 ragazzi saliti da poco... eh no! Non era possibile, un
uomo se lo stava menando a 1 metro da loro... e loro? Avevano sistemato
gli auricolari del lettore CD e, mentre ascoltavano chissà quale musica,
si erano addormentati!! Dormivano beati, gli occhi chiusi, le bocche
semiaperte, le teste reclinate...

Elena tornò a guardare fuori dal finestrino, ma non disdegnò uno sguardo
all'uomo... tanto per vedere come procedeva il suo lavoro: la mano ora
stringeva il cazzo attraverso la stoffa, andava su e giù, si vedeva
chiaramente il segno della cappella turgida e gonfia.
Elena deglutì, ormai non tentava nemmeno più di pensare ad altro, i suoi
sforzi erano volti a fissare quella mano che si muoveva e quel cazzo
duro stretto dalla stoffa, tentando di non farlo in maniera troppo
evidente.
Si ritrovò a pensare alle cose più assurde... al fatto che almeno stava
assistendo ad "uno spettacolo totalmente gratuito", beh, c'è gente che
paga per vedere queste cose!
Si accorse di avere un po' di fame... i suoi pensieri andarono allo
yogurt della mensa che teneva ancora in borsa... l'associazione tra lo
yogurt e quella mano che si muoveva sempre più veloce su quel cazzo duro
la fece sorridere... "beh, se aspetto ancora un po' potrò avere lo
yogurt appena fatto!".
Aveva voglia di guardarlo apertamente, di fargli liberare l'uccello per
poterlo vedere bene mentre se lo menava, magari di poterlo aiutare con
le sue mani o con la bocca...
Si sentì improvvisamente accaldata, di quel calore caldo e umido che
partiva tra le sue gambe e che arrivò subito al suo viso... si sentì
arrossire, di eccitazione mista a vergogna. Eccitazione per la
situazione, per quella mano esperta che faceva una sega a quell'uccello
che lei aveva visto ingrossarsi e tendere disperatamente il cotone dei
pantaloni; vergogna per il piacere che provava davanti ad una visione
che avrebbe dovuto disgustarla o spaventarla...
Eppure non poteva farci nulla, quello spettacolo l'aveva eccitata...
strinse le gambe, le accavallò nel tentativo di darsi un po' di
sollievo, si rese conto che stava respirando in modo un po' affannoso,
con la bocca semiaperta, mentre con la coda dell'occhio continuava a
sbirciare quella mano, senza avere il coraggio di alzare lo sguardo
verso il volto dell'uomo, per vedere se la stesse guardando.

Poi lui si alzò e se ne andò...
Forse voleva finire quello che stava facendo in santa pace, senza
nessuno che lo guardasse; oppure, aveva iniziato con l'idea di
spaventarla e, quando si era reso conto che invece lei gradiva, aveva
deciso di cambiare aria; magari doveva scendere alla fermata ormai
prossima; o semplicemente era andato al bagno, aveva aperto in fretta i
pantaloni, se l'era tirato fuori e aveva continuato a menarselo con
foga, dando gli ultimi, energici colpi finchè 4 schizzi poderosi avevano
imbrattato i muri del cesso...

Tanto ad Elena non importava; sorrise e pensò che domani avrebbe avuto
una storia interessante da raccontare agli amici.

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By TIGROTTA