Incontro al centro commerciale   di Lupo

 

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Nella vita vi sono momenti in cui bisogna saper cogliere al volo le
occasioni. Non è facile, non sempre si riesce a riconoscere quando una
situazione è favorevole e a sfruttarla come si vorrebbe.
Io questa fortuna, credo di averla avuta, almeno sta volta.
Mi trovavo un giorno in un grosso centro commerciale, tutto oggi si svolge
presso questi megastore, che non sono solo luoghi dove fare acquisti di
tutti i generi, ma sono divenuti punti di riferimento per incontri di
giovani e meno giovani, per passare un pomeriggio in allegria, pranzare,
giocare, divertirsi e fare vita sociale.
Dovevo comperare un cellulare per mia madre che andava in vacanza, stavo
guardando le vetrine delle offerte e lo stesso stava facendo una coppia di
sposi con un bambino vicino a me.
Involontariamente ero costretto ad ascoltare quello che i due dicevano, si
stavano scambiando impressioni sui vari tipi e modelli di cellulare da
acquistare.
La donna, intorno ai trent'anni, era incinta e, dalla pancia, che si vedeva
nettamente sotto il leggero vestitino estivo, doveva essere già al settimo,
ottavo mese.
Ogni volta che mi giravo dalla loro parte, incrociavo i suoi occhi che mi
guardavano con una certa insistenza, era uno sguardo magnetico, mi parve
interessato.
Non riuscivo a capire perché avesse interesse per la mia persona, anche se
capita sovente di provare attrazione verso persone sconosciute senza capirne
la ragione.
La donna era abbastanza belloccia, pur nella sua condizione di gravida, la
trovavo attraente.
Il marito un individuo dall'apparenza insignificante, piccolo e pelato, non
pareva avere una gran personalità da come si comportava, doveva essere lei
quella che decideva in famiglia. Il figlio, un bambino di circa quattro,
cinque anni, sembrava più maturo della sua età, giudizioso, se ne stava nei
pressi dei genitori timoroso al solo pensiero di allontanarsene di qualche
metro.
Inizialmente non badai più di tanto alla cosa, preso com'ero dalla scelta
del tipo di apparecchio.
Non fu lì che capii di poter cogliere l'occasione, fino a quel momento il
tutto rientrava nella normalità, forse con un pizzico di curiosità in più
che la donna dimostrava nei miei confronti.
Acquistai l'apparecchio e il mio interesse si concentrò sulle spiegazioni
tecniche dimenticandomi della coppia.
Il destino però, quando vuole metterci lo zampino..
La rividi all'ufficio tecnico per l'attivazione degli apparecchi telefonici,
sentivo il suo sguardo su di me, mentre stavo svolgendo le necessarie
pratiche burocratiche.
I nostri occhi s'incrociarono più volte in modo più eloquente, brevi ed
intense occhiate che lei contraccambiava con un leggero sorriso.
La faccenda mi stava attirando in modo particolare, se all'inizio poteva
essere solo un gioco piacevole e, tutto sommato ingenuo, man mano che la
cosa andava avanti, mi intrigava sempre di più.
Mi eccitava il pensiero di fare sesso, anche se non in modo esplicito, con
quella donna incinta e mi accorsi che anche lei doveva avere analoghi
pensieri.
Si vedeva da come spaziava con lo sguardo da me, al marito e al figlio che
avrebbe gradito un approccio più diretto.
La difficoltà maggiore non era rappresentata dal marito, ma dal figlio che
non le dava tregua rimanendo attaccato alla sua gonna.
I nostri occhi s'incrociavano sempre più spesso, quasi parlavano
scambiandosi messaggi cifrati che solo riuscivamo ad interpretare, sentivo
che c'era un'attrazione sessuale molto forte.
E' questo il momento in cui deve scattare l'interruttore che ci fa operare
la scelta se andare avanti o non fare nulla.
Nella stragrande maggioranza dei casi, ciascuno di noi, me compreso,
propendiamo per la seconda ipotesi, rimaniamo titubanti a fantasticare,
guardare, magari sorridere, ma nulla più.
Il momento favorevole dura poco e se non se ne approfitta subito, è finita,
l'opportunità sfuma per sempre.
Fortunatamente il mio interruttore scattò su "on", in un momentaneo
allontanamento del marito e del figlio approfittai per sussurrare "Vedi di
andare nei camerini a provare un paio di mutandine...io sarò lì".
Ero talmente sicuro di quello che facevo che non misi nemmeno in conto un
rifiuto o peggio, il rischio di una scenata.
Mentre parlavo le guardavo in modo eloquente il basso ventre. Non rispose e
non ebbe nessuna reazione se non un leggero rossore sulle guance.
Finita l'attivazione dei cellulari ci allontanammo, ciascuno in direzioni
diverse, tenendoci reciprocamente sotto osservazione.
Notai che stava confabulando con il marito, poi questo si allontanò con il
figlio verso la gelateria e lei si avviò in direzione del reparto intimo, la
seguii a distanza, si fermò un attimo per prendere a caso un paio di
mutandine dallo scaffale e andò decisa verso i camerini di prova, dove
scomparve in uno di essi.
Mi accertai che intorno fosse tutto tranquillo, attesi qualche secondo e con
indifferenza mi avvicinai. Guardai da sopra la porticina, era là in attesa,
rossa in viso dall'emozione e, credo, dall'eccitazione.
Un nodo alla gola m'impediva di parlare, aprii leggermente la porta e, senza
entrare, allungai le mani alzandogli la veste fin sopra la grossa pancia
constatando con piacevole stupore che si era già tolta le mutandine.
Mi lasciò fare senza profferire parola, eravamo entrambi perfettamente
coscienti di quello che volevamo.
Mi feci largo con un dito tra il fitto pelo nero che sporgeva fra le cosce e
lo passai nel solco già abbondantemente bagnato, non avevamo molto tempo,
con voce strozzata dall'emozione riuscii a mormorare "girati", capì al volo
e si girò piegandosi a 90 gradi.
Mi accertai che tutt'intorno fosse tranquillo e mi abbassai con la faccia
fra le sue natiche infilando la lingua nella fessura fradicia.
La sentii mugugnare di piacere, l'odore di sesso che emanava era forte
intenso, muschiato, conturbante, lappai e succhiai con avidità e furore
mantenendo i sensi all'erta per capire se qualcuno si stesse avvicinando.
Non durò a lungo a quel trattamento, allargò sempre più le gambe per
agevolarmi il compito e proprio mentre le stavo lambendo la clitoride con la
lingua ruvida, dai mugolii soffocati mi accorsi che stava godendo.
Uno spruzzo di liquido caldo m'investi in pieno viso, mentre il resto
raccolto in un filo colò, dallo spacco semiaperto, sul pavimento.
Ero stravolto dall'eccitazione, avrei voluto continuare cercando anche la
mia soddisfazione, ma ormai era tempo di ricomporci.
Si girò versò di me il viso ancora segnato dal godimento appena provato,
"Non so neanche il tuo nome.. dammi il telefono" disse.
M'infilai una mano in tasca consegnandole uno dei bigliettini che mi erano
stati dati poco prima e, mentre mi allontanavo, le sussurrai "Luciano"
appena in tempo per vedere il marito e il figlio che si stavano avvicinando.
Lei uscì dal camerino, parlottò con entrambi e assieme si avviarono verso un
bar poco distante, per bere un bicchiere d'acqua.
Li seguii tenendomi a una certa distanza, i nostri sguardi s'incrociarono
ancora, nel suo mi parve di cogliere un messaggio  di gratitudine.
Ricambiai con un sorriso passandomi la lingua sulle labbra per farle
intendere che avevo ancora il suo sapore addosso. La vidi rabbrividire,
prese per mano il figlio e infilò l'uscita.
Sono queste le cose che possono succedere nella vita, fiammate di passione
incontenibile in individui con un feeling perfetto che bruciano nell'arco di
un brevissimo istante.
Si tratta di esperienze uniche, irripetibili che ti segnano per il resto dei
tuoi giorni lasciandoti dentro un misto di rimpianto e di piacevole ricordo.
In ogni caso, sono in attesa di una telefonata.
Lo slogan assicura che una telefonata allunga la vita, nel mio caso, è
certo, che se arriva..qualcosa allunga.

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Vedi anche:     1) Il Balcone.

                      2) Week end di terrore.

Alla prossima   Lupo  genezu@libero.it

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