Il Balcone di Lupo

 

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L'ho notata la prima volta quasi per caso, uscendo dal box la mattina
presto, un movimento sulla palazzina di fronte, attirò la mia attenzione.
Guardai in alto al secondo e ultimo piano la vidi mentre stava aprendo le
persiane. Stupenda femmina sui trentacinque anni, mora, non molto alta, ma
ben proporzionata.
Indossava una corta camicia da notte, semitrasparente e dalla mia posizione,
riuscivo a vedere, dal basso verso l'alto, l'interno delle cosce candide e
la folta peluria nera che ricopriva il pube.
Abbassò lo sguardo, mi vide, i nostri occhi s'incrociarono per un istante,
nei suoi mi parve d'intravedere un lampo di malizia, ma forse fu solo la mia
impressione.
Il tutto durò qualche secondo, ma fu sufficiente a togliermi la
tranquillità; quella breve visione mi si ripresentava regolarmente ogni
volta che dalla mia finestra guardavo il balcone, la sua immagine virtuale
si stagliava eterea sulla facciata color cremisi, vivevo ormai nella
speranza di vederla materializzare.
L'episodio, sicuramente era stato casuale ed era probabilmente destinato a
rimanere tale, ma ormai ogni volta che ne avevo l'occasione alzavo la testa
verso quel balcone.
Passò qualche settimana senza alcuna novità, finché una mattina sempre di
buon'ora, mentre salivo in auto per recarmi al lavoro, sentii le persiane
aprirsi, alzai lo sguardo, era lei, sempre in camicia da notte, corta e
nient'altro sotto. La luce limpida e radente dei primi raggi di sole
filtrando attraverso  la stoffa della leggera camiciola, illuminava l'
interno delle cosce mettendo in rilievo l'attaccatura perfetta delle natiche
ed esaltando al massimo il contrasto del pelo nero sul pube con la pelle
candida.
Rimasi paralizzato con una mano sulla portiera e una gamba sollevata nel
tentativo di entrare nell'abitacolo.
Il tempo sembrava essersi fermato, la vedevo muoversi come al rallentatore
ed ogni movimento scopriva scenari sempre nuovi delle sue parti intime. Il
mio imbambolamento era tanto evidente che non poteva non accorgersene, anche
se lei, apparentemente indifferente, continuava nella sua scrupolosa opera
di apertura delle persiane.
Fece un mezzo giro col busto, alzò la mano all'altezza degli occhi per
proteggerli dal sole, la camicia, già corta, si alzò da quel lato oltre il
limite di guardia e lentamente si ritrasse non prima di avermi lanciato una
rapida occhiata.
Non ci giurerei, ma mi parve di avere intravisto un leggero sorriso apparire
sulle sue labbra.
Sconvolto, con lo stomaco chiuso in una morsa, con gesti resi automatici
dall'abitudine avviai l'auto e mi allontanai.
Inutile dire che ogni mattina rallentavo le mie operazioni, soffermandomi il
più a lungo possibile a guardare verso il balcone per riuscire a carpire gl'
intimi segreti della dirimpettaia, ma il tempo passava senza nulla di nuovo.
Quelle persiane, ora chiuse, erano per me diventate la finestra sul mondo,
un televisore spento che guardavo per ore dalla mia abitazione sperando che
da un momento all'altro iniziasse a trasmettere immagini.
Mi ero perfino attrezzato con un piccolo ma potente binocolo da montagna,
per riuscire a scrutare anche i minimi dettagli di quel corpo che mi aveva
tolto la pace.
Le finestre, o erano aperte oppure chiuse senza che riuscissi a vederne gli
occupanti, finché una mattina, quando ancora tutti dormivano, nel perfetto
silenzio dell'ora mattutina, mentre stavo preparandomi per recarmi in
ospedale per dei controlli, un cigolio attrasse la mia attenzione,
immediatamente il pensiero andò al balcone e anche se la distanza non era
molta, con un balzo afferrai il binocolo.
Era lei! La sua figura eterea apparve sulla soglia delineata dalle sottili
barre metalliche della balaustra. La mia agitazione era tale che non
riuscivo a tenere fermo il cannocchiale, scostai con frenesia i battenti
della finestra per poter avere una visione più libera.
Se ne accorse, guardò dalla mia parte, sorrise, sapeva che c'ero anche se
non poteva vedermi.
La posizione, quasi di fronte, non mi consentiva di vedere sotto la
camiciola, riuscivo solo ad intravedere il segno delle cosce e dei glutei in
trasparenza.
Improvvisamente, come a leggermi nel pensiero, si girò abbassando il busto
verso dei vasi di fiori posti per terra, in quella posizione la camicia da
notte si sollevò scoprendo quasi del tutto il suo magnifico deretano.
Rimase così per alcuni secondi che mi permisero di scrutare con il binocolo
ogni centimetro della sua pelle; dall'attaccatura delle cosce al solco delle
natiche e perfino di vedere con una certa precisione il fiorellino nel
mezzo.
Poi, lentamente si girò di fronte accosciandosi sui talloni, presentandomi
il più bel spettacolo che madre natura potesse regalarmi, il binocolo
proiettava la gigantografia del sesso femminile all'interno del mio
cervello, tanto da permettermi di scorgere le piccole labbra leggermente
dischiuse affacciarsi da una selva di peli nerissimi, se me ne avesse dato
il tempo sicuramente sarei riuscito anche a vedere l'umidore che impregnava
il solco dilatato dalla posizione assunta.
Chi afferma che in quelle situazioni si ha una violenta erezione, o bara o è
fuori norma, per quanto mi riguarda, stavo ricevendo una forte scossa
cerebrale, un'eccitazione psichica per lo spettacolo che mi si presentava,
ma il tutto pareva essere scollegato dal mio sesso.
La figura femminile si alzò lentamente, stagliandosi in tutto il suo
splendore, i raggi del sole, ancora bassi all'orizzonte, ne scolpivano il
profilo contornandola di un'aura azzurrognola ..."la Madonna!", sì! Sembrava
proprio la Madonna.
Adesso potevo capire quelli che hanno visioni divine, li sentivo vicini,
potevo capire il loro stato d'animo, questo era il vero stato di grazia.
Lei intanto, guardò nella mia direzione con un sorriso enigmatico, tirò con
un gesto meccanico il davanti della camicia, girò le spalle e svanì all'
interno dell'appartamento con uno svolazzante movimento a campanella della
camicia da notte che mi consentì di dare un ultimo fuggevole sguardo al suo
posteriore.
Inutile e superfluo ogni ulteriore commento se non ché quell'episodio segnò
l'inizio di una mia estasi, molto più materiale che divina, e anche di una
tacita intesa con la dirimpettaia che continua a deliziarmi in sofisticate e
conturbanti esibizioni del suo magnifico corpo.
...A proposito! Quella mattina ho dovuto rinunciare agli esami clinici
previsti, .i valori sarebbero stati sicuramente alterati.


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Vedi anche:     1) Week end di terrore

                      2) Incontro al centro commerciale

Di  Lupo

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