COME UN RACCONTO EROTICO. di Gosuto Raita

 

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Aspiro l'ultimo tiro fino in fondo, consumando tutto il tabacco, bruciando l'inizio del filtrino. Ingoio tutto d'un fiato l'ultimo quarto della birra e solo dopo espiro il fumo con un leggero colpo di tosse. "Minchia che trip!" dico a voce alta senza essere sicuro che qualcuno mi stia ascoltando. Sono quasi le cinque del mattino, la festa e' abbondantemente conclusa, ormai tutti dormono accartocciati su poltrone, divani e cuscini sparsi per terra. Mi alzo a fatica, devo assolutamente pisciare prima di lasciarmi andare anche io, se non voglio svegliarmi in un lago. Mentre mi dirigo verso il bagno barcollando apprezzo mentalmente le ore di fumo, birra e divertimento appena trascorse. Entro in bagno e mi richiudo la porta alle spalle, e solo quando mi giro verso la tazza, con i pantaloni gia' sbottonati, mi accorgo di lei. Non la riconosco, non so se per colpa del mio stato mentale o perche' non l'ho proprio mai vista. E' seduta sulla tazza del cesso, i jeans e le mutandine bianche di cotone sono arrotolati sulle caviglie. La testa sostenuta dalle braccia appoggiate sulle ginocchia. Per un attimo ho paura che abbia collassato o qualcosa del genere, ma mi accorgo che, semplicemente, sta dormendo beatamente. Mi fermo per qualche secondo a guardarla e la trovo veramente carina. L'imbarazzo tipico di questo momento e' agevolmente spazzato via da tutto quello che mi circola nelle vene, per cui mi limito a sorridere mentre la spingo leggermente sulle spalle. Si riprende di colpo non capendo, nei primi secondi, in che cazzo di situazione si trovi. Quando realizza scoppia in una cristallina risata a cui mi accodo senza problemi. "Scusa ma devo proprio usare il cesso." "No, no, scusami tu." Si alza senza paranoie, tirandosi su i jeans, e si sposta di qualche passo facendomi posto, appoggiandosi mollemente al muro poco distante da me. E, come se fosse la cosa piu' naturale del mondo, mi tiro fuori il pisello liberandomi a lungo. Rimettendolo nei boxer mi giro a guardarla e vedo il suo sguardo fisso all'altezza del mio bacino. Sorrido maliziosamente tronfio di tutta la sicurezza fumata e bevuta in precedenza, facili vincitori del naturale imbarazzo che dovrei provare. Mi avvicino a lei con i pantaloni ancora slacciati, le cingo la vita attirandola contro di me e la bacio. Ricambia alla grande roteando la lingua nella mia bocca senza alcun tentennamento. Alcuni pensieri lucidi si stanno facendo strada nella mia mente. "Cazzo, cazzo, cazzo, ci sta! Allora `ste cose non succedono solo nei racconti!" e paradossalmente penso proprio che, dopo questa esperienza, lo scrivero' io un racconto e mi fermo a riflettere se sara' d'uopo inserire un incipit in cui spiego che e' una storia vera, oppure lasciare che, quelli come me, pensino sia pura fantasia-- Ma quest'importantissima decisione viene posticipata dal fatto che la sua piccola e graziosa mano mi sta accarezzando il pacco sopra i boxer. A questo punto sposto lentamente le mie labbra sul suo naso, e poi sulla fronte, baciandola delicatamente, appoggiandole distrattamente le mani sulle spalle e, ancor piu' distrattamente, imprimendo una leggera spinta verso il basso. Lei, imperterrita, continua a baciarmi sul collo, ansimando leggermente, ma, soprattutto, continua a muovere la mano sopra i boxer. "E che cazzo, almeno tiralo fuori!" penso. Dopo un altro minuto, in cui non guadagno neanche un centimetro, mi rassegno, riflettendo che forse nei racconti si omettono queste parti, inserendo solo quelle veramente calde, e decido di prendere io l'iniziativa. La faccio ruotare lentamente, incollando il mio bacino al suo grazioso culetto. La bacio sul collo, mentre scivolo con le mani sul davanti, accarezzandole la pancia partendo lentamente in direzioni opposte, dirigendo la destra sul suo basso ventre e la sinistra verso il suo seno, e, per surriscaldare il tutto, le infilo contemporaneamente la lingua nell'orecchio. Lancia un urletto divertito mentre con uno scatto si piega su se stessa, colpendomi l'uccello durissimo con il sedere. "Ih ih ih -- mi fai il solletico." Sorrido stringendo i denti per il dolore al all'inguine, e mi limito a riportarla in posizione, riflettendo sul fatto che anche queste piccole cose, probabilmente, venivano omesse nei racconti. Ecco perche' non in tutti gli amplessi la gente infila lingue nelle orecchie ! Forte di questa nuova verita' acquisita arrivo a lambire l'elastico delle mutandine dopo aver slacciato i primi bottoni dei jeans. Mi intrufolo piano, senza mai smettere di baciarla sul collo. Mi inserisco maggiormente, incoraggiato dal suo respiro sempre piu' veloce, supero il clitoride spostandomi piu' in basso sulle labbra, pronto a paciugare allegramente i suoi umori che, secondo i miei calcoli, a questo punto dovevano essere almeno al livello di "infradiciarle le mutandine", o almeno cosi' mi aveva preparato la letteratura di cui avevo fruito in passato. Sfioro, tocco, mi insinuo .. ma niente. Asciutta come se si fosse passata del borotalco. Qualcosa non mi torna, cazzo, dovrebbe essere ECCITATA! E le donne eccitate dovrebbero essere BAGNATE! Forse il fatto che riesca arrivare da quelle parti solo con il dito medio mi impedisce di esaminare a fondo la situazione, ma la stoffa e' troppo aderente per aggiungere dita. Mi ritraggo e comincio ad abbassarle i jeans con entrambe le mani. Secondo copione dovrebbero "scivolare a terra insieme alle mutandine" invece, gia' dopo un paio di centimetri qualcosa blocca il movimento. Non riesco a capire cosa cazzo stia succedendo. Incuriosito e irritato arretro di mezzo passo per rendermi conto della situazione. I jeans sono abbassati fino a meta' del culo. Mi sconvolge la visione della carne lasciata libera dai pantaloni. Non riesco a capire come sia fisicamente possibile, ma la vedo fuoriuscire di almeno cinque centimetri in ogni direzione. Sembra che sia stata versata direttamente dentro e che qualcuno non abbia chiuso il rubinetto in tempo. Mi ricorda la schiuma della birra e mi aspetto che la pelle cominci orridamente a colarle sulle gambe da un momento all'altro. "Sono un po' attillati" dice lei sghignazzando, mentre con movenze degne di una contorsionista si abbassa i pantaloni fino al ginocchio. Il ributtante pensiero viene subito cancellato dalla nuova eccitazione che la vista del suo culo, finalmente nudo, mi procura, anche se non e' piu' cosi' piccolo e delicato come quello su cui mi strusciavo fino a poco fa. Comunque me ne frego. Le appoggio una mano sulla schiena facendola piegare verso la parete, godendomi lo spettacolo del suo bacino che si spinge in fuori. Ho il pieno accesso visivo e tattile della sua fica e non indugio oltre cominciando ad accarezzarla dolcemente, a piena mano questa volta, per tutta la lunghezza delle labbra che, piacevolmente, si aprono al mio tocco. Finalmente sento un po' di umido che mi tranquillizza un po' -- non "cola" come mi sarei aspettato ma e' gia' qualcosa. Comincio a sospettare che i racconti siano un po' infiorettati di tanto in tanto; ma forte delle mie conoscenze mi accuccio dietro di lei per penetrarla con la lingua. Lavoro con passione per un bel po' di tempo. Posso leccarle agevolmente tutto l'apparato "labiale", grande e piccolo, e mi ci dedico con abnegazione. Quando decido di provare il mitico "titillamento" del clitoride, mi spacco quasi il collo, scoprendo che e' assolutamente fuori portata di lingua nella posizione in cui sono. Di certo la stronza non aiuta standosene ferma, con le gambe solo leggermente divaricate, comunque ben lontana da una postura che permetta alla cellulite delle sue cosce di separarsi. Penso che ne ho avuto fottutamente abbastanza. Mi rialzo tutto sudato con la convinzione di vedere finalmente un po' lei all'opera, ricambiarmi gentilmente il lavoretto che, almeno nelle intenzioni, le ho appena fatto. Rifletto che me lo faro' succhiare per non meno di 10 minuti prima di cominciare a scoparla. Si gira guardandomi con gli occhi un po' lucidi sospirando un: "AH, e' stato molto bello." "--" Dentro di me penso "Che cazzo vuol dire che e' stato molto bello ? Cioe' mi stai dicendo che tu avresti gia' FINITO ? Hai avuto un orgasmo ? Dove erano le grida e le mani che furiosamente incollavano la mia bocca al tuo sesso ?" ma mi limito ad assumere una faccia ebete, rinunciando a capirla, e mi avvicino per baciarla. Lei si ritrae. "Ma che schifo, sarebbe come se mi baciassi da sola la -- !" Rimango stranito con la voglia di urlare addosso qualcosa, ma il mio uccello mi ricorda la scala delle priorita' e mi accontento di prenderle una mano portandola a contatto col mio "fratellino". Appena prima di lasciarla, una vocina mi suggerisce di non correre rischi e la spingo fino a DENTRO i boxer. Lei sorride maliziosa (buon segno) e comincia un movimento masturbatorio all'interno del mio intimo. Me lo godo per un attimo, ma dopo qualche secondo vedo che non ha nessuna intenzione di cambiare modus operandi. Trattengo il "TIRALO FUORI CAZZO !!" che vorrei gridare e mi limito ad un sommesso "Perche' non lo tiri fuori ?". Lei rimane titubante, ma poi comincia ad abbassarmi l'elastico con un freddo "Se vuoi --." "Che cazzo vuol dire "se vuoi" ? CERTO CHE VOGLIO !", penso. La timidezza non sembra comunque trattenerla troppo, una volta libero non distoglie mai lo sguardo dalla mia punta ormai paonazza e irritata dal continuo sfregamento contro la stoffa dei boxer. Comincia a farsi strada in me l'idea che non me lo prendera' in bocca, ne tantomeno in altri orifizi. Raggiungo una specie di pace dei sensi convincendomi ad accontentarmi di questa sega. Mi accomodo meglio contro il lavandino e socchiudo gli occhi rilassato. "Pensi di averne per molto ?" "--" Non ho neanche piu' la forza di incazzarmi mentalmente. E la risposta esce da sola, triste e rassegnata: "Magari se aumenti un po' la velocita' --" E la velocita' l'aumenta eccome, il primo strappo mi fa un male boia, ridestandomi immediatamente dalla pace semionirica a cui mi ero abbandonato, ma tento di non darlo a vedere, sento qualcosa muoversi là sotto, e mi convinco che venire il piu' velocemente possibile sia la scelta migliore. Chiudo gli occhi e comincio a concentrarmi -- vedo stupendo bionde lesbicare con passione, e gruppi di modelle eccitarsi da sole aspettando il mio arrivo, bocche calde pronte a donare la giusta alcova al mio membro possente e finalmente sto per godere, ancora due colpi e -- -- e lei stacca la mano. Mi ridesto di scatto lanciandole un'occhiata fulminante, non so se si impaurisca veramente o non abbia capito (propendo per questa seconda ipotesi comunque) ma si massaggia il polso dicendo: "Eh eh -- mi fa male il braccio". "Stavo -- stavo per venire --." Biascico tentando di suscitarle almeno un po' di compassione. "Che stronzo" dice lei imbronciata "se stavi per venire dovevi dirmelo e girarti verso il lavandino, vorrai mica riempirmi di sperma ?!" Sorrido sadicamente per la visione mentale del mio seme biancastro colarle sulla faccia mentre cerca affannosamente un asciugamani, ma mi rassegno con un piu' conciliante "scusa -- finisci dai, ti prego" mentre ruoto puntando l'uccello verso il lavandino. Lei si accomoda dietro di me e ricomincia il veloce massaggio, mi occorre qualche secondo per ritornare al punto di cui prima, durante i quali mi scorrono in mente le immagini degli innumerevoli racconti letti, di sborra che cola copiosa agli angoli di bocche grate, di mani intrise del succo prodotto dalle loro delicate carezze -- Ma tutte queste figure lasciano posto all'onda di piacere che sta finalmente salendomi dai testicoli -- esclamo velocemente: "Sto per venire, sto per venire" onde evitare altre spiacevoli sorprese -- -- la mano di lei scende alla base dell'asta, e mentre risale fin sopra la cappella sento fluire dentro di me il liquido accompagnandone il movimento -- -- la pelle del prepuzio si richiude sopra la punta e il primo schizzo erutta imperioso infrangendosi contro lo specchio di fronte a me e -- -- e lei molla il mio uccello. "Uff .. finalmente non ce la facevo piu'". "Che caz --. Ma che ca --.. CHE CAZZO FAI ?" infine le urlo, mentre dolorose, piu' che piacevoli, contrazioni dei miei muscoli pelvici fanno mollemente colare lo sperma sul bordo del lavabo. "Che cazzo vuoi, ti ho fatto venire, no ? Ma pensa che stronzo! Vaffanculo!" E si sbatte la porta alle spalle uscendo. La tristezza di quell'orgasmo interrotto sul nascere ha la meglio e mi limito a sciacquarmi con un po' d'acqua prima di accomodarmi nella vasca per dormire un po'. Mi addormento pensando al racconto che avrei dovuto scrivere di quest'esperienza -- e raggiungo la conclusione che forse e' meglio lasciare perdere.

 

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