Francesca   di Zodyako

 

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Da ragazzo passavo le estati presso un albergo di proprieta' della mia
famiglia, vicino al mare, dove svolgevo anche qualche mansione. Nel corso di
una di quelle estati, quando avevo circa 15 anni, incontrai colei che
avrebbe cambiato la mia vita. Giunta in ferie con i genitori mi colpi'
subito per il suo sguardo, che scatenava in me sensazioni travolgenti. Aveva
un corpo splendido appena sbocciato, un sedere fantastico e dei seni
deliziosi, capelli lunghi scuri e molto scura era anche la sua pelle. Il suo
nome era Francesca. Vennero messi all'ultimo piano dell'albergo, e pur
facendo finta di nulla quando la incontravo insieme ai genitori nel momento
del pranzo e della cena, cominciai subito a studiarmi le sue abitudini e
quelle dei genitori. Vidi che mentre i suoi genitori andavano al mare nel
primo pomeriggio, lei restava a dormire nella camera attardandosi anche per
diverse ore.
    L'ultimo piano dell'albergo dove era situata la loro camera, aveva ai
lati un cornicione molto grande, talmente grande che da bambino ci andavo
con altri bambini a giocare. Ricordo che giocavamo a saltare sullo spazio
vuoto di qualche metro innanzi a cui il cornicione si interrompeva, per
riprendere poco piu' avanti, in corrispondenza dell'unico bagno del piano.
Poi accadde un incidente, un bambino non riusci' a saltare e cadde per i 6
piani sfracellandosi a terra. Da allora non ci ero piu' andato. Ma in quel
momento l'occasione era troppo ghiotta. Attesi che la famiglia di Francesca
uscisse dall'albergo per andare al mare, e salii all'ultimo piano. Ero piu'
grande e saltare su quello spazio vuoto non sarebbe di certo stato un
problema, ed era fondamentale per raggiungere la finestra della stanza in
cui stava lei. Il problema era il rumore che saltando avrei provocato, se
non dormiva forse se ne sarebbe accorta ed affacciandosi mi avrebbe visto.
Non avevo la piu' pallida idea di che scusa inventare, speravo non
accadesse. Cosi' scavalcai il parapetto in cemento e arrivai sul cornicione,
mi avvicinai a quell'abisso, che stranamente mi faceva piu' paura di quando
lo saltavo da bambino. Lo saltai senza problemi ma cercando di fare meno
rumore possibile, mi avvicinai alla finestra e mi misi aderente al muro, in
modo che anche se si affacciava difficilmente mi avrebbe visto. Poi mi
portai sotto la finestra e lentamente alzai la testa per vederla.
    Era sdraiata sul letto con il ventre in giu', le mani sotto il cuscino,
indossava solo degli slip, il suo bel sedere mostrava tutta la sua
longilinea perfezione in quella posizione. Gli slip bianchi facevano
contrasto con la sua pelle scura. Non tardo' molto che mi eccitai, la mia
erezione premeva contro gli slip e i pantaloncini corti, allungai la mano e
mi masturbai spiandola. Ad un tratto cambio' posizione, si giro', e si mise
supina. Mi venne quasi un infarto, mi nascosi immediatamente temendo che si
fosse svegliata, che preso dalla mia masturbazione non mi fossi accorto di
aver fatto un qualche rumore e di averla quindi svegliata. Ma tutto torno'
subito quieto. Cosi' rialzai la testa e ripresi a spiarla. Ora le potevo
vedere i seni, piccoli, leggermente piu' chiari di carnagione, con i
capezzoli rosa, e gli slip lasciavano trasparire anche qualche pelo. Ripresi
a masturbarmi e il piacere' non tardo' ad arrivare. Poi sempre cercando di
fare meno rumore possibile me ne andai. La incontrai alla reception un'ora
dopo mentre stava uscendo per andare al mare, con il costume blu intero ed
un pareo, la salutai cordialmente e lei fece altrettanto.
    La stessa cosa avvenne piu' o meno uguale nei giorni successivi, il
secondo giorno pero' indossava un completo rosa slip e reggiseno di pizzo,
il terzo una maglietta colorata lunga che copriva a malapena dei minuscoli
slip, che lasciavano intravedere tutto il bellissimo sedere, il quarto
giorno la vidi addirittura cambiarsi, non era nuda perche' portavaa una
maglietta lunga, ma si mise il costume innanzi a me, e potei vederle
distintamente la fitta peluria tra le gambe, da davanti ed anche da dietro.
Da dietro lo spettacolo fu magnifico, con la maglietta che copriva fino a
meta' sedere, lei piegata in avanti, il pelo ben visibile sotto. Pensando e
ripensando a quella visione mi masturbai piu' volte nell'arco della
giornata, ma il giorno dopo mi aspettava uno spettacolo ancora migliore.
    Il giorno dopo era sdraiata sul letto ma non dormiva, stava leggendo,
indossava solo delle mutandine bianche. Dovevo fare molta attenzione, potevo
essere notato, temevo piu' che altro che quando alzavo la testa a guardarla
la mia ombra potesse abbassare la luce nella stanza rivelandomi. La osservai
e vidi che mentre leggeva con una mano si accarezzava i seni, poi piu' giu'
sull'ombelico fino ad arrivare sopra gli slip. Si accarezzava sempre con
maggior vigore, ad un certo punto getto' il libro e dedico' entrambe le mani
al suo corpo, con la destra prese ad accarezzarsi sotto gli slip, con
l'altra si torturava i capezzoli, emetteva gemiti smorzati, ansimava. Per
quanto eccitato non riuscii a masturbarmi, ero fermo immobile ad osservarla
avidamente, ero troppo concentrato ad osservarla per fare altro, ma pur
senza accorgermene ero eccitatissimo. Ad un tratto il suo respiro si fece
piu' forte e piu' violento, la sentii chiaramente venire, fu magnifico, mi
sembro' di impazzire, senza accorgemene mi ero bagnato slip e pantaloncini,
ma la cosa peggiore e' che persi a tal punto il controllo che scivolai.
Appena scivolato corsi subito via sperando di non essere stato visto. Anzi
ero certo di non essere stato visto per come ero caduto, ma sicuramente
aveva sentito il rumore sordo che avevo provocato.
    Il giorno dopo non andai sul cornicione, e la evitai nelle altre
occasioni. Mi masturbavo come un ossesso ripensando a cio' che avevo visto.
Ma il pomeriggio dopo, mentre guardavo un gran premio di Formula 1 alla TV,
vidi i suoi genitori uscire e Francesca sedersi proprio vicino a me. Non
avevo il coraggio di rivolgerle la parola. Rimasi seduto a guardare la TV,
lei seduta al mio fianco, con una camiciona trasperente che mostrava il
bikini scuro che portava sotto. Era molto vicina, la mia mano destra era a
pochi centimetri dalla pelle della sua coscia sinistra, e quando per un
qualunque motivo si muoveva, riuscivo a sfiorarla con il dorso. Questo mi
provoco' una evidente eccitazione che tentavo di nascondere accavallando le
gambe, ma lei se ne accorse. Si avvicino' ancor piu' lentamente finche' il
contatto fra la mia mano e la sua coscia divenne stabile. Io ero ingessato,
non mi voltavo, lei prese l'iniziativa, avvicino' le sue labbra al mio
orecchio destro e mi sussurro' -Se ti va puoi accarezzarmi-. Immediatamente
dopo infilo' lentamente la sua mano sinistra sotto i miei pantaloncini,
prese il mio pene e comincio' a masturbarmi. Eravamo seduti in fondo alla
sala TV, nessuno poteva vederci. Io timidamente iniziai ad accarezzarle la
coscia, poi piu' su, fino al bordo del costume, sotto il bordo, e seguendone
il profilo arrivai ai suoi peli. Ma l'urlo da tifoso di un'altro spettatore
interruppe entrambi. Ritirammo tutti e due la mano. E per la prima volta mi
voltai a guardarla. Non ero mai stato tanto vicino al suo volto, aveva due
bellissimi occhi neri, i capelli lunghi le incorniciavano un viso dolce e
selvaggio al tempo stseso, le labbra carnose. Mi guardava anche lei con un
sorriso complice, torno' a sussurrarmi all'orecchio -Torna a trovarmi nella
mi stanza, ok?-, io arrossii ancor piu', annuii, lei sorrise di nuovo, si
alzo', e se ne ando'.
    L'indomani la raggiunsi con il solito metodo nella sua camera, ma questa
volta scavalcai la finestra ed entrai nella stanza. Lei era sdraiata, non
sapevo se dormiva o faceva finta. Era sdraiata voltata dalla parte opposta a
quella della finestra, indossava una camicia lunga aperta e slip. Una gamba
distesa, l'altra sollevata con il ginocchio vicino al petto, le mani sotto
il cuscino. La chiamai sussurrando il suo nome, ma non accadde nulla. Allora
cominciai ad accarezzarla e a baciarla, cominciando dai piedi e salendo su,
fino alle cosce, scostai la camicia aperta in modo da scoprire i seni, le
accarezzai il ventre soffermandomi sull'ombelico e in prossimita' del bordo
degli slip, scoprendone appena appena i peli, quello che bastava per
accarezzarli. Poi arrivai al viso e la baciai sul collo e sulla guancia, le
spostai i capelli per scoprire l'orecchio, le leccai il lobo, le infilai un
pezzettino di lingua nell'orecchio. Sentivo il suo respiro aumentare, era
sicuramente sveglia e le stavo facendo provare piacere. Era una sensazione
molto appagante per me, provocarle piacere, pensando anche a quanto piacere
aveva provocato lei in me. Si giro' e si mise supina, le gambe leggermente
divaricate, i seni scoperti, gli occhi chiusi. Mi spostai anche io, mi misi
in mezzo alle sue gambe ad osservarne il sesso celato dagli slip, riuscivo a
intravedere una leggera macchia di umido, e ne sentivo l'odore. Mi rimisi ad
accarezzarla sulle cosce, soffermandomi sull'interno, mentre al
contempo le baciavo l'ombelico. Con le labbra scesi fino agli slip, ne presi
il bordo fra le labbra e lo tirai verso il basso, aiutandomi con le mani per
levarglieli, lei inarco' la schiena e sollevo' il bacino per aiutarmi
ulteriormente. Le abbassai gli slip fino alle caviglie e mi misi ad
osservare quel mistero che tanto avevo desiderato, che tanto mi aveva
incurosito, e che ora vedevo svelato. Francesca divarico' ancor piu' le
gambe e sollevo' leggermente le ginocchia, poi apri' gli occhi, mi guardo' e
mi domando' -Ti piace? Se ti piace baciala..- Io mi chinai, lentamente
avvicinai il mio viso al suo sesso, l'odore di lei era sempre piu' forte, la
baciai una prima volta sui peli, poi ancora piu' intensamente, poi vi posi
la lingua ed iniziai ad esplorarla scendendo giu', tra le labbra,
assaggiandone anche l'insolito sapore. Lei ansimava, mentre il mio viso
premeva in mezzo alle sue gambe, sempre con maggiore avidita', le passavo la
lingua in tutte le fessure e i rilievi della pelle, la succhiavo, mentre con
le mani le accarezzavo i seni a volte delicatamente a volte con forza.
Finche' lei godette, la sentii godere, mi piaceva molto sentirla godere, ma
stranamente io non ero ancora venuto. -Ora pero' devi essere tu a mostrarmi
bene il tuo sesso, sono cosi' curiosa di conoscerlo sai...- Bastarono queste
poche parole per renderle la mia gia' presente erezione ancora piu'
possente, sentivo il mio pene pulsare. Ero inginocchiato sul letto, tra le
gambe di lei, quando Francesca si mise seduta davanti a me, abbasso' la
testa sul mio sesso e prese a leccarlo e succhiarlo come un gelato. La
lasciai fare, mi appoggiai con le mani dietro, e la osservai mentre faceva
scomparire il mio pene fra le sue splendide labbra, con i capelli che le
cadevano ad accarezzarmi il ventre e lei che li ritirava indietro, raggiunsi
presto un orgasmo talmente intenso che mai avevo provato, lei raccolse tutto
il mio seme e lo ingoio', tranne un po' che le sfuggi' dalle labbra ma che
prontamente si puli' leccandolo. Dopo ci facemmo una doccia insieme,
dedicandoci a vicenda tante attenzioni, io insaponavo e lavavo lei, lei
faceva altrettanto con me. Giocammo con l'acqua, poi nudi sul letto giocammo
con i cuscini, infine lei si vesti' per andare al mare dai genitori, e io
tornai nella mia camera.
    I nostri pomeriggi di sesso continuarono anche nei giorni successivi,
senza mai arrivare alla penetrazione facevamo tantissimi giochi, ci
esploravamo a vicenda, ci mettevamo alla prova, giocavamo al dottore,
facevamo scommesse e chi perdeva doveva sottostare al volere doverosamente
morboso dell'altro, mangiavamo leccando il cibo dai nostri corpi, ci
disegnavamo, e cosi' via. Ma quella stanza stava cominciando a diventare
stretta e limitata, nasceva in noi la necessita' di portare fuori da quella
stanza le nostre voglie e i nostri desideri, i nostri giochi e le nostre
perversioni.




    Inizio' Francesca, con una scommessa : doveva riuscire, stando in piedi,
a fare pipi' in una piccola scodella ai suoi piedi, evitando completamente
di sgocciolare fuori, se ci riusciva, io avrei dovuto fare quello che
voleva, senza limiti, eventualmente anche fuori da quella che era diventata
la nostra stanza dei giochi. Se non ci riusciva, sarebbe toccato a lei fare
qualunque cosa per me con lo stesso criterio. Astutamente me lo chiese dopo
che nei nostri giochi mi aveva portato ad un punto di eccitazione tale che
non avrei detto di no nemmeno all'ipotesi di una decapitazione. Accettai
subito. Lei pose una bacinella il cui uso originario era quello di
contenitore per la frutta, la mise ai suoi piedi, sollevo' la gonna che
indossava, divarico' le gambe. Io mi posi ai suoi piedi, osservandola da
sotto, afflitto da una dolorosa erezione. Passo' qualche minuto, finche' un
leggerissimo filo di pipi' inizio ad uscire dal suo sesso e  finire nella
bacinella. Riusci' a farla tutta dentro. E quando fini' la asciugai io con
le dita, dita che poi mi misi in bocca per assaggiarne il sapore, per sedare
un'altra delle mie curiosita' morbose nei confronti di tutto cio' che
riguardava Francesca. Aveva un sapore aspro, salato, e dolce al tempo
stesso. Ma avevo perso la scommessa, e Francesca ne fu talmente felice che
fece salti di gioia per 5 minuti buoni. Quando finalmente si calmo' le
chiesi cosa avrei dovuto fare. Mi disse che dovevo vestirmi da femminuccia,
lei mi avrebbe dato i vestiti e mi avrebbe truccato all'occorrenza, poi
sarei dovuto uscire con lei per andare in un locale frequentato
principalmente da lesbiche.
    L'occasione per tutto questo ci fu la sera
stessa, i suoi genitori avevano appuntamento con amiciin una citta' vicina,
lei con la scusa che non stava bene riusci' a svicolarsi e a rimanere sola
per una intera notte. La raggiunsi a tarda serata, lei aveva gia' preparato
i vestiti. Per un'ora almeno passo' il tempo a plasmarmi come voleva,
truccandomi e vestendomi come desiderava. Mi fece indossare i suoi slip, poi
un reggiseno imbottito, una gonna di jeans lunga e stretta, una camicia
legata davanti. Mi mise una delle parrucche della madre, capelli rossi
lunghi fino alle spalle e lisci, poi mi trucco'. Alla fine ero talmente
carino, o carina, che mi sarei scopato da solo. Ora pero' c'era il primo
problema, uscire senza essere visti. Dopo un quarto d'ora di prove e
tentativi con Franscesca che sondava, riuscimmo ad uscire senza essere
visti. Ma per strada incontrammo un cliente dell'albergo che riconobbe
Francesca e si avvicino' a salutarla. Lei finse di non vederlo ma purtroppo
ci si paro' praticamente davanti. Dopo i soliti convenevoli le chiese chi
fossi e Francesca mi presento' come una amica conosciuta in spiaggia, di
nome Elisa. Io accennai a malapena un salve a bassissima voce camuffata.
Conoscevo anche io quella persona ovviamente, ma pur guardandomi con aria
interrogativa sembro' non riconoscermi affatto, anzi si permise pure di
farmi degli apprezzamenti cordiali. Poi se e ando'. Come primo test non era
male. Tornammo ad avviarci verso quel locale, che si trovava vicino ma in
una zona un po' desertica. Una volta usciti dalla via principale non avrei
piu' corso il rischio di essere riconosciuto. Arrivammo, entrammo, ci
sedemmo, ordinammo. Ora si trattava solo di aspettare un abbordaggio. Dopo
circa venti minuti si fecero avanti due ragazze, fisico palestratissimo,
aria da dure, chiesero di sedersi e noi accettammo. Il locale era fumoso,
luce soffusa, musica a volume alto. Da una parte era un vantaggio, visto che
potevo mascherare meglio la voce e i miei tratti maschili. Io ero seduto di
fronte a Francesca, le ragazze erano una al mio fianco e una al fianco di
Francesca. Non riuscii a seguire bene la conversazione, ma dopo una mezz'ora
di chiacchiere e birra offerta dalle due tipe, con Francesca che al
contrario di me parlava animosamente di non so cosa, le vidi alzarsi,
Fracesca mi invito' a fare altrettanto, e poi avvicinando le labbra al mio
orecchio sinistro mi disse di seguirle. Andammo tutte e quattro nel bagno
del locale. Vidi le due tipe a turno calarsi i pantaloni, gli slip, e
sedersi a fare pipi'. Poi tocco a Francesca. Loro continuavano a parlare io
rimanevo in silenzio. Una volta che Francesca ebbe finito mi disse che era
il mio turno. Io dissi che non mi scappava sempre dissimulando la voce, ma
per le due tipe pare fosse una sorta di rito di conoscenza piu'
approfondita, infatti insistevano sostenendo che non dovevo vergognarmi,
dicendo che ero troppo timida e silenziosa, che era una cosa naturale e non
dovevo farmi intimorire. Alla fine Francesca intervenne dicendo che si
sarebbe interposta di schiena tra me e le altre due tipe. Cosi' mi calai la
gonna di jeans, gli slip che mi aveva prestato Francesca, mi sedetti sulla
tavola del gabinetto, e mi misi a fare pipi'. Non appena si udi' il suono
della mia pipi' nell'acqua del gabinetto le due palestrate si misero a
complimentarsi con me - Finalmente, vedi che ti scappava, non era cosi'
difficile no dai? - Quando ebbi finito mi alzai, Francesca si volto', la
fulminai con lo sguardo, mentre lei si tratteneva a fatica dal ridere.
Tornammo nel locale al tavolo di prima, Francesca e una delle due ragazze si
misero a scambiarsi effusioni, mentre l'altra ci provava a farlo con me,
toccandomi le gambe sopra la gonna, cercando di baciami, leccandomi
l'orecchio sinistro, cercando di infilare una mano sotto la mia camicetta.
Arrivo' con una manovra' degna di un prestidigitatore a toccarmi il seno e
si accorse che era imbottito. Ci scambiammo una occhiata, io terrorizzato
per essere stato scoperto, lei sorpresa, mi si avvicino' all'orecchio e mi
disse - Non ti preoccupare, sei ancora giovane, vedrai che ti cresceranno
con il tempo - La serata continuo' con situazioni tra il grottesco e il
tragicomico, io sempre piu' imbarazzato e Francesca sempre piu' divertita.
Non so cosa accadde, ma ad un certo punto Francesca litigo' con la tipa con
cui stava flirtando, e le due se ne andarono. Noi uscimmo dal locale, ormai
era notte fonda, Francesca volle andare in riva al mare a fare una
passeggiata. Stavamo tutti e due in silenzio, io indispettito, lei felice.
Mi prese per mano, mi porto dentro una cabina, era molto eccitata, e per
farmelo capire bene mi prese una mano e la guido' dentro i suoi slip, sotto
la minigonna cortissima che indossava, era bagnatissima. Inizio' a baciarmi
e spogliarmi, lasciandomi pero' i suoi slip opportunamente scostati, io le
levai solo gli slip, ci mettemmo a fare l'amore, e per la prima volta
arrivammo fino in fondo. All'alba ci avviammo sulla via del
ritorno.
    Mi resi conto che fino ad allora era praticamente sempre stata
Francesca a prendere l'iniziativa, che era stranamente molto esperta per la
sua eta'. Per cercare di capire meglio, le feci la solita domanda infantile,
ovvero se per lei era stata la prima volta oppure no. Non mi rispose, mi
disse soltanto di provare a spiarla dalla finestra come avevo fatto
all'inizio, ma di farlo pero' la sera dopo, subito dopo cena. Non capii la
richiesta, pensai fosse semplicemente un gioco che voleva fare, e che
preferiva non rispondere alla mia domanda, di cui in effetti mi vergognavo
un po' io stesso. I suoi genitori tornarono la mattina del giorno dopo. Io e
Francesca ci rivedemmo di pomeriggio. La scommessa questa volta la proposi
io. Doveva riuscire a rompere delle uova fresche che mi ero portato dietro
dalla cucina, schiacciandole fra le natiche. Doveva farcela almeno tre
volte. Francesca accetto' la scommessa. Ma incontro' subito delle
difficolta'. Provo da in piedi a mettersi un uovo tra le gambe e a
sciacciarlo da in piedi stringendo le cosce, ma nulla. Allora provo' stando
in ginocchio, ma ancora peggio. Infine provo' sdraiandosi di schiena sul
letto, con le gambe sollevate, si pose l'uovo tra le gambe, strinse forte
forte, stringendo anche le mani sui glutei e ci riusci'. Non mi misi
ovviamente a pignoleggiare sul fatto che si era aiutata con le mani, ma mi
misi ad osservare invece quell'uovo che esploso tra le sue cosce la aveva
intrisa tutta, mi misi a leccarla per pulirla. Riusci' a fare la stessa cosa
anche con il secondo uovo, ma non con il terzo. Ci provo' poco a dire il
vero, si diede subito per vinta, al punto che penso lo abbia fatto apposta a
perdere. Infatti poi curiosissima mi chiese subito - Allora cosa mi vuoi far
fare? - Le dissi che dovevamo andare all'edicola vicino la chiesa, quello
stesso pomeriggio, subito dopo esserci rivestiti. Lei avrebbe dovuto
acquistare delle riviste porno, del tipo piu' perverso che riusciva a
trovare, e mettersi poi a discutere con l'edicolante circa il fatto che non
erano sufficentemente spinte, che lei voleva molto di piu', se non c'era
magari qualcos'altro nascosto dietro il bancone per una clientela ristretta,
che avrebbe aperto quelle riviste e mostrandole all'edicolante si sarebbe
lamentata della qualita' delle stesse. Questo mentre io avrei osservato il
tutto fingendomi un'altro cliente. Ovviamente doveva vestirsi
opportunamente, un vestitito strettissimo, bianco, ,corto, leggermente
trasparente, di sua madre, sotto solo un perizoma nero. La aiutai a
vestirsi,
era davvero molto sexy. Poi ci avviammo all'edicola. L'edicolante che
ricordavo non c'era, c'era la figlia, Sara, una bella ragazza molto timida e
timorata, su cui correvano voci circa il fatto che non ci fosse del tutto
con la testa. Dissi a Francesca, prima di entrare, dopo un sopraluogo, che
forse era meglio rinviare. Lei invece disse che voleva farlo e subito, cosi'
entro' sfuggendomi quasi dalle mani. Poco dopo entrai anche io. Prese delle
riviste estremamente porno e davanti a quella ragazzina comincio' la scenata
che le avevo detto di recitare. Francesca era fin troppo brava e a tratti
cattiva, mentre Sara cercava di rispondere come poteva, arrossendo
terribilmente, mentre altri clienti entravano e uscivano, ed io rovistavo
tra le riviste di auto. Mi faceva una grande pena, ad un certo punto si mise
addiritta a piangere e scappo'. Francesca la rincorse, e io rincorsi lei.
Alla fine ci ritrovammo trecento metri piu' in la, Francesca che consolava
Sara ancora piangente, io che arrivai e cercai di fare altrettanto. Poi la
portammo a mangiare un gelato. Mi piaceva molto Sara, e mi resi conto che
anche a Francesca piaceva molto, le dedicava molte attenzioni. Con una scusa
Francesca la convinse a seguirla in albergo, e tutti e tre ci ritrovammo
nuovamente nella stanza di Francesca, in albergo. Francesca' invito' Sara a
fare una doccia, la spoglio' davanti i miei occhi, Sara non faceva
resistenza, poi si spoglio' lei stessa e si misero insieme a fare la doccia.
Sara era piu' o meno coetanea di Francesca, aveva una corporatura simile, la
carnagione molto chiara pero', capelli biondi, occhi chiari, uno sguardo
quasi perso nel vuoto. Mi eccitai molto nel vederle fare la doccia insieme,
Francesca se ne accorse e mi invito' ad unirmi a loro sotto la doccia. Non
me lo feci ripetere, e tutti e tre sotto la doccia ci lavavamo a vicenda,
anzi piu' precisamente le mani mie e di Francesca si prendevano grande cura
del corpo di Sara, che osservava smarrita la mia erezione, mentre io e
Francesca ci scambiavamo sguardi complici. Dopo la doccia continuammo a
prenderci cura di lei sul letto, io la accarezzavo e leccavo tra le gambe e
sulle cosce, mentre Francesca la cavalcava dolcemente strusciando il suo
pube contro il ventre e i seni di lei. Sara si lasciava fare di tutto, era
impaurita ed eccitata al tempo stesso. La prima a venire fu Francesca, che
subito dopo si dedico' a me succhiandomi e leccandomi il membro fino a farmi
venire. Sara non riusci' a venire, pero' sembrava contenta e tranquilla.
Alla fine dei nostri giochi la riaccompagnammo, il padre la accolse a urli e
grida per aver lasciato l'edicola incustodita, lei non disse nulla.
    Arrivo' poi la sera. Come da accordo con Francesca dovevo mettermi a
spiarla dalla finestra subito dopo cena. Mi appostai con un certo anticipo,
curioso di sapere cosa avesse in mente Francesca. Dopo 20 minuti di attesa
vidi entrare Francesca e suo padre, vidi poi suo padre iniziare a toccarla,
palparla, Francesca era immobile. Suo padre la spoglio' e la violento',
davanti ai miei occhi, sbarrati e sconvolti. Non riuscii a fare nulla,
rimasi li immobile... Non dormii per tutta la notte, non capivo...o non
volevo capire.
L'indomani prima di recarmi in camera da Francesca passai a prendere
Sara, che ormai era diventata una nostra compagna di giochi. Quando ci
trovammo tutti e tre non ci fu alcun riferimento o chiarimento tra me e
Francesca circa la sera precedente, riprendemmo i nostri giochi come se
nulla fosse accaduto. Io avevo paura a farle domande. Inoltre le vacanze di
Francesca erano ormai alla fine, mancavano pochi giorni prima che partisse,
ed io non riuscivo ad immaginare delle giornate senza di lei, tutto quello
che avevo vissuto prima di lei lo consideravo noia, e noia immaginavo tutto
cio' che potrebbe essere stato dopo senza di lei. Quel pomeriggio, invece di
giocare alle scommesse, cercammo di conoscere meglio Sara e di darle modo di
conoscerci meglio. Ci facemmo un'altra lunghissima doccia tutti e tre, ma
questa volta prendendo le mani di Sara la invitammo ad esplorare il corpo
mio e di Francesca. Inizialmente era molto titubante, poi un po' alla volta
si lascio' andare e non ci fu nemmeno bisogno che la accompagnassimo nei
movimenti. Aveva un'aria molto incuriosita, e si concentro' soprattutto su
di me,  attratta dal mio membro eretto. Francesca ci osservava e si
masturbava, mentre io masturbavo Sara e lei giocando con il mio sesso
masturbava me. Io stavo in piedi, Sara era accovacciata alle mie gambe
piegata sulle gambe, Francesca era seduta sotto di lei a gambe divaricate.
Sara di sua iniziativa inizio' a leccarmi il membro come fosse un gelato,
provai prendendogli il capo tra le mani a farglielo entrare in bocca e lei
mi lascio' fare. Lo prese per una buona meta', continuando a leccarlo,
mentre con una mano si reggeva ai miei glutei e con l'altra mi accarezzava i
testicoli. Francesca come sempre fu la prima a venire, Io venni sul viso di
Sara subito ripulito dall'acqua della doccia, Sara non venne affatto. Il
fatto che Sara non fosse venuta nemmeno quella volta convinse me e Francesca
a tentare in tutti i modi di farla godere. La sentivamo ansimare, emettere
suoni gutturali di piacere, ma non arrivava mai all'orgasmo. Cosi' una volta
asciutti la facemmo sdraiare sul letto e insieme le dedicammo tutta la
nostra attenzione, per tutto il resto del pomeriggio, accarezzandola e
baciandola ovunque, stimolandola in tutti i modi possibili, finche' a
Francesca venne l'idea di bendarla. Una volta bendata Sara sembro' lasciarsi
andare del tutto, Francesca mi disse di penetrarla, e io lo feci, era
strettissima, faticai non poco ad infilarlo tutto fino in fondo, poi iniziai
a muovermi avanti e indietro, Sara provo' del dolore misto al piacere.
Francesca era in ginocchio appoggiata al petto di Sara, rivolta verso di me,
la accarezzava sul sesso, intorno al mio membro che entrava ed usciva da
Sara. Finalmente arrivo' il sospirato orgasmo di Sara, seguito quasi
immediatamente da quello di Francesca, io ormai prossimo al piacere uscii da
Sara, Francesca mi prese il membro e mi masturbo' con vigore fino a farmi
godere e inondare lei e Sara del mio sperma. Quel pomeriggio aveva creato un
legame molto forte tra Sara Francesca a me. Non sono sicuro che Sara
comprendesse a pieno cio' che le accadeva, ma stava bene con noi ed era
attratta dai nostri giochi. Noi allo stesso tempo eravamo attratti dal suo
corpo delicato e dal suo sguardo perso nel vuoto, era come una fatina.
    Il pomeriggio passo', Sara era tornata a casa. Malgrado Francesa non mi
disse nulla, dopo cena mi riappostai dietro la sua finestra. Lei era
sdraiata sul letto, la stanza buia. Probabilmente mi senti', infatti mi
chiamo', io le risposi ed entrai nella stanza dalla finestra. Parlavamo
sussurrando, mi disse che presto sarebbe arrivato suo padre e che dovevo
aiutarla ad ucciderlo. Non so come, ma una richiesta che poche settimane
prima avrei considerato assurda e sconvolgente, in quel momento mi sembrava
quasi un evolversi naturale della situazione. Francesca aveva portato con se
un lungo ed affilato coltello da cucina, mi disse di nascondermi
nell'armadio con quel coltello e di colpire suo padre non appena possibile.
Ci scambiammo un bacio durante il quale avvertimmo dei passi avvicinarsi
oltre la porta. Cosi' mi nascosi come mi disse Francesca. Suo padre entro'
nella stanza, e comincio' una scena simile a quella che mi sconvolse la
sera prima. La stanza era illuminata solo dalle luci provenienti da fuori,
nella penombra mi avvicinai di schiena a suo padre che le stava levando gli
slip da sotto la camicia lunga e baciando i seni. Lo colpii diverse volte
fino a che non si accascio' a terra, dopo un urlo strozzato. Il pavimento si
coloro' presto del rosso del suo sangue. Francesca e io lo guardammo a lungo
in silenzio. - Ora dobbiamo fuggire lontano - disse Francesca interrompendo
quel silenzio. Inizio' subito a vestirsi e a raccogliere delle cose, prese
da un cassetto del denaro e mi trascino' fuori dalla stanza, dall'albergo, e
da tutta la mia vita passata. Corremmo lontano a piu' non posso, ci fermammo
in prossimita della spiaggia. - E Sara? - le chiesi. Mi disse che dovevamo
passare a prenderla, e che ci serviva un auto per fuggire ancora piu'
lontano. Ci avviammo verso il parcheggio di un ristorante, c'erano diverse
auto parcheggiate, guardai Francesca e le chiesi quale preferiva. Mi indico'
un'auto sportiva. Scassinai la portiera come avevo imparato da ragazzino
insieme ad una banda di amici, rubammo l'auto e ci diressimo verso la casa
di Sara. La chiamammo dal giardino piu' volte finche' lei si affaccio' al
balcone, era in accappatoio, lasciato aperto davanti, la luce della citta' e
della luna la illuminavao appena, i capelli bagnati. Le dicemmo di scendere
ma rispose che non poteva, c'era il padre nell'altra stanza e l'avrebbe
vista. Visto che il balcone non era molto alto le dicemmo di calarsi dalla
ringhiera, l'avrei aiutata io prendedola da sotto. Mi posi sotto il balcone,
lei scavalco' e un po' alla volta si calo', io la presi da sotto facendola
appoggiare con il sedere sulla mia mano, poi con l'altra mano la avvinghiai
a me finche' non cademmo tutti e due per terra, lei sopra di me,
fortunatamente senza farci male. Andammo alla macchina, Francesca le fece
indossare una gonna ed una camicetta che si era portata dietro, poi tutti e
tre scappammo senza sapere dove. L'importante era andare il piu' lontano
possibile. Prendemmo l'autostrada che costeggia il mare in direzione nord,
correvamo ai 180. Sara non poteva capire cosa stesse accadendo ma forse non
le importava nemmeno visto che non faceva domande, era semplicemente
contenta di stare con noi. Probabilmente a causa dell'eccessiva velocita'
un'auto della polizia in pattuglia che superammo aziono' la sirena e prese
ad
inseguirci. Per chilometri e chilometri continuammo la corsa, Francesca che
era seduta dietro doveva trovare la cosa molto eccitante visto che dallo
specchietto la vidi infilarsi una mano tra le coscie ed iniziare a
masturbarsi. Divarico' le gambe poggiandole sui sedili anteriori il sesso
esposto ed aperto alla mia vista che mi distoglieva l'attenzione facendomi
sbandare piu' volte pericolosamente. Allungai una mano verso Sara che era
seduta al mio fianco e iniziai ad accarezzarle la coscia sotto la gonna e
poi piu' su. Sara, che era senza slip, sollevo' la sua gonna fno a scoprire
tutto il suo sesso, divarico' le gambe e lascio' che la accarezzai, mentre
anche lei infilava una mano dentro i miei pantaloni a cercare il mio membro
gia' durissimo. Lo tiro' fuori e inizio' a masturbarmi. Poco dopo con la
mano con cui la accarezzavo azionai la leva per far muovere il sedile
indietro, poi la presi per i capelli e le feci piegare la testa sul mio
sesso, che lei avidamente inizio' a leccare...


[continua]

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Di Zodyako