La canzone di Barbara di Nico
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Non le piaceva far sesso, si capiva a pelle, reagiva fredda ai miei colpi, senza godere, solo in attesa che io venissi. Non importava la posizione, la storia si ripeteva comunque e non mi piaceva, godevo a metà, se non meno, a vedere il suo comportamento. Tra noi due non c'era una storia, scopavamo e basta, ma io prendo a cuore ogni donna con cui lo faccio e cercai, nel mio piccolo, di capire cosa c'era che non andava. Barbara è una ragazza intelligente, con una sensibilità profonda e particolare, mi piaceva soprattutto per questo, non era una delle classiche ochette con cui ho a che fare, con lei si poteva parlare, si poteva imparare, era in definitiva una persona stimolante. Mi ero messo in testa di capire cosa c'era che non andava in lei, per questo cercavo di farla parlare di tutto, in modo da riuscire a cogliere dal suo modo di esprimersi, dai suoi gesti involontari, alcuni dei suoi tratti nascosti. Era piuttosto ermetica, non voleva che la gente riuscisse a penetrarla, a conoscerla. Un giorno le chiesi di prendermelo in bocca e lei reagì male, mi disse che le faceva schifo, che non farebbe mai una cosa del genere perché si sentirebbe sporca. Al momento, da buon maschio, rimasi deluso ed un po' incazzato, ma successivamente passai l'intera notte a riflettere sulle sue parole, su quel suo 'sentirsi sporca' che continuava a ronzarmi in testa peggio di una zanzara. Barbara si era senza dubbio scoperta, con la sua reazione aveva fatto trasparire qualcosa di lei, il problema era ora giungere ad una conclusione. Più passavano le ore, più ripercorrevo con la memoria il tempo passato con lei e più cominciavo a capire: Barbara viveva il sesso con vergogna, si sentiva in colpa per farlo, con il risultato di non riuscire a godere. Era un vero peccato, Barbara è un gran pezzo di ragazza. Potevo far qualcosa? Sarebbe mai potuta guarire da questa 'malattia'? Non potevo saperlo a priori, dovevo provarci, ma in che modo? Di sicuro, prendendola con la forza non avrei ottenuto risultati, lei era un muro e per quanta forza potessi usare, ci sarei sempre sbattuto contro. Scelsi la dolcezza e fu così che quella con Barbara divenne la storia più lunga della mia vita, durò 2 anni, 2 anni di scopate perse devo dire, ma vista la conclusione, ammetto che ne è valsa la pena. In quel periodo Barbara cominciò a fidarsi di me, tanto che ormai si era raggiunta una certa complicità a letto; la sentivo vibrare quando circondavo di attenzioni la sua figa, quando le succhiavo e mordevo i capezzoli. Era diventata incredibilmente calda, le bastava poco per eccitarsi e, una volta in quelle condizioni, cambiava totalmente, si trasformava quasi in una puttana alla quale il cazzo non bastava mai. Il pompino per lei non era più un problema, anzi, era diventata una vera maestra, i suoi tocchi di lingua mi facevano andar così su di giri che ero costretto a venirle in bocca, suscitando la sua gioia, dato che adorava bermi. Era lei che chiedeva di esser scopata, presa nelle posizioni più acrobatiche e nei luoghi più strani; mi incitava con le sua urla di godimento a continuare, ad esser presa sempre con più forza. Un giorno la convinsi (Con molta facilità, devo dire) ad avere un rapporto anale. Quell'esperienza l'affascinò da subito, sembrava avere un'innata predilezione per i paletti di carne presi nel culo. Nelle volte successive mi chiese con sempre più insistenza di "essere riempita di sborra nel culo", come amava dire lei. Certe volte mi capitava di guardare al passato e dirmi "Ho creato un mostro!", non riconoscevo più Barbara, era diventata un'altra persona. Non capivo il perché del suo cambiamento: voleva far piacere a me o le piaceva sentirsi puttana? I nostri incontri erano ormai esclusivamente a base di sesso e per quanto fosse eccitante, ormai mi stancava. Odio la vuota ripetitività e spesso i rapporti umani, purtroppo, sfociano in quello. Dopo averla trombata da capo a piedi, lasciai Barbara e di lei persi completamente ogni minima traccia. La vita riserva sorprese e così, a distanza di qualche anno, mi trovo ad affrontare un periodo di vacche magre; pochi soldi ed ancor meno donne. Sono costretto, dunque, a sfogare le mie pulsioni nella squalida poesia della cinematografia porno. In parole povere, mi faccio le seghe guardando i filmetti in tv. Una sera ero occupato in una delle mie performance, quando mi attirò una scena passata in tv. Una donna veniva riempita da tre cazzi contemporaneamente e la cosa sembrava darle veramente gusto, guardai bene la donna, era Barbara.
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By Nico