La donna giusta.   Di Nico

 

back    next

Erano ormai mesi che mi ero chiuso in un isolamento impenetrabile, non avevo voglia di vedere nessuno, ero troppo deluso ed abbattuto. Passavo le giornate fisso davanti allo schermo di quel pc, ormai sentivo quasi che mi avvolgesse, proteggendomi dal resto del mondo, filtrando quella realtà che mi aveva fatto male. Mi annientavo su quell'oggetto, annullavo tutte le mie sensazioni, lasciando funzionare solo quei quattro neuroni che mi galleggiano in testa; avevo deciso di dedicare tutto me stesso all'informatica, di aumentare le mie conoscenze per poter finalmente abbandonare questi luoghi. Ogni casa, ogni strada, ogni pietra ormai era solo dolore. Le giornate passavano via tutte uguali, riuscivo a soffocare ogni emozione, ma avevo bisogno di sesso, ormai ero da parecchio in astinenza e non lo sopportavo più; non mi bastava masturbarmi, avevo bisogno di una donna, di stringerla, di scaldarla con il mio corpo, di sentire i suoi gemiti. Le rare volte che uscivo, consumavo le donne con lo sguardo, speravo di incontrare il loro e di agganciarle, ma raramente riuscivo ad andare oltre un caffè. Dovevo andar via, altrimenti non avrei più amato la mia terra. Finalmente riuscì a trovare lavoro al nord, l'impiego mi piaceva e la paga era da favola, mi sentivo rinato. In breve riuscì a conoscere delle persone con le quali uscire, mi iscrissi in palestra, dove rimorchiai un paio di ragazze, ma non ero ancora soddisfatto, sentivo il bisogno di amare; sentivo il bisogno di accarezzare un corpo riempiendomene le mani; sentivo il bisogno di svegliarmi di notte cercando l'odore della mia donna. Ma ormai mi ero rassegnato, mi dicevo "Quando sarà il momento, troverai la donna giusta"; inoltre, non mi dispiaceva essere libero, senza legami. La vita scorreva quasi piacevolmente, senza intoppi; l'anno stava per finire ed io ero indaffarato nel cercare dei regali da portare ai miei parenti. Stavo girando per un mercatino, alla ricerca di qual cosa di originale, quando vidi una donna stupenda. Rimasi a bocca aperta, non era una bellezza da sezionare, era tutta splendida e basta. Rimasi ancora più sorpreso quando la guardai bene in viso, la conoscevo, avevamo frequentato lo stesso liceo. Frequentavo l'ultimo anno e lei il primo nella mia stessa sezione. La vedevo ogni giorno, le sorridevo e lei arrossiva. Era ancora un po' bambina, infatti mi scrisse una "lettera d'amore", che io feci prontamente leggere ai miei compagni di classe, nemmeno io ero maturo. Da allora non mi guardò più, nè io ci feci molto caso, visto che avevo già una ragazza (quella troia!). Ora la riavevo davanti, non era più la ragazza minuta di un tempo, ora era una donna. Tirai fuori la mia faccia di culo, quella per le grandi occasioni ed andai a salutarla. - Ciao Roberta! Lei si voltò, tolse gli occhiali, mi squadrò e mi disse con freddezza: - Thò, il grande uomo! Normalmente, quelle parole mi avrebbero imbarazzato, sarei diventato rosso, le avrei chiesto scusa e sarei andato via. Questa volta però, sentivo di dover rimanere, cominciai a guardarla sorridendo ed alla fine mi sorrise anche lei. Passamo il pomeriggio insieme ed alla fine accettò di venire a cena a casa mia. Si presentò puntuale alle nove in punto, sia io che lei sapevamo che la cena era solo una scusa, perciò non ci perdemmo molto tempo e dopo mezz'ora i nostri corpi erano già avvinghiati. La accarezzavo, la sentivo fremere, mi baciava senza farmi respirare. Sentivo nascere la passione, sapevo che questa volta il sesso non sarebbe stato qual cosa di meccanico. Iniziai a spogliarla per fare largo alla mia lingua, la assaporavo ovunque mentre lei era distesa sul divano con lo sguardo perso verso il soffitto; il suo sesso era bollente e me ne riscaldai la bocca. Lei mi accarezzava la testa, aggrappandosi ai capelli nei momenti in cui era più forte il piacere. Venne, con un sorriso compiaciuto sulle labbra. Ci spostammo in camera da letto, trascorrendo lì il resto della notte. Il sesso con lei era divino, ci amammo in ogni modo. Ogni momento sembrava una novità, niente di banale, ero convinto di aver trovato la donna "giusta". Vinti dalla stanchezza ci addormentammo. La mattina seguente mi svegliai, avevo ancora gli occhi chiusi quando sentivo tra le coperte il suo odore, mi voltai per abbracciarla, ma lei non c'era. Al suo posto un biglietto: Da piccola ero innamorata di te, ti sognavo, ma tutto è finito e ne sai anche il perché. Mi era però rimasto il desiderio di fare sesso con te. E` stato bello, un bel capriccio. Non mi cercare, parto oggi per studiare all'estero.
Addio, Roberta 

back    next



By Nico