MARCO di Daniele

 

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'Ciao, sono Marco, sei tu Claudia?'
'Si, sono io, ciao, ti aspettavo'
'Dici che posso parcheggiare qui?'
'Mettila lì, di fianco alla mia, è quella Punto bianca.'
'Ok'.
Furono queste le prime parole che si scambiarono
Marco e Claudia al loro primo appuntamento.
Marco è un bravo ragazzo, una bellezza comune,
niente a che fare con superpalestrati modelli da rivista.
Era da poco uscito da una storia importante, tre mesi
prima era terminato un rapporto durato quasi 5 anni,
un castello costruito con molti desideri e aspettative
era crollato, lasciandolo lì a ricostruirsi un mondo tutto nuovo.
Non era stata una litigata, una storia di corna o qualche
altro evento da cronaca a fucilare la relazione, solo
una brutta piega del rapporto, un'incompatibilità
accresciuta nel tempo, forse il conoscere veramente
la persona che amava.
Marco l'amava veramente, spesso ripensa alla camera da letto
carica di erotismo, l'intimo che strusciava sulla loro pelle
prima di stringersi l'uno all'altra, gli mancavano le carezze,
i baci profondi, la lingua di lei che disegnava i suoi lineamenti
con insistenza, gli affanni di lei al culmine dell'orgasmo.
Il grosso difetto di Marco era che riusciva a dimenticare
o, perlomeno, a scavalcare il ricordo della sua ex, ma non i
momenti dove il sesso e la passione lo dominavano.
Si, a Marco mancano i rapporti, indipendentemente
dalla partner, una passione morbosa per il corpo di una donna,
è convinto che una donna in quei momenti debba avere
tutto dall'uomo, che la si può amare anche un solo pomeriggio,
che dare tutto se stesso ad una donna è la cosa giusta.
E la cosa lo eccita, gli basta sentire una donna affannare,
magari solo per una corsa, per avere immediatamente un'erezione.
A Marco piacciono le donne, ne ha bisogno come una droga.
E' stato così, che passato il dispiacere della rottura del rapporto,
ha deciso che avrebbe cercato solo la propria soddisfazione,
avrebbe cercato una donna che condividesse con lui sesso e passione.
L'inizio non è stato un gran che, le donne difficilmente credono
che uno sconosciuto possa provare una tale attrazione, la maggior
parte di loro pensa solo allo sfogo fisiologico di un insoddisfatto.
Marco lo sa, ha deciso comunque di cercare. Ma non è così
facile e la necessità è sempre più impetuosa, a Marco non
bastano più le masturbazioni in attesa che vengano tempi migliori.
Decide che forse qualche soldo vale la pena spenderlo,
anche se sa che la sua passione non verrà ricambiata.
E' cominciato tutto con i soliti annunci, il solito massaggio
che fa ombra a prestazioni su richiesta, gli ambientini
tranquilli e con aria condizionata promessa non si sono mai visti,
tuttal'più squallidi bilocali con un ventilatore.
Non è quello che cerca Marco, è solo a metà, della donna
ha il suo corpo, ma non può comprare la sua passione,
in mezz'ora non ci sta il lento slacciare del reggicalze,
i baci sul collo mentre si accarezza dolcemente un seno
bollente in attesa di una lingua di fuoco.
Marco non si arrende, ma, per il momento, pur non
ricambiato, continua così, accontentandosi dei complimenti
delle donnine a fine incontro. E' sicuro che non sono falsi
complimenti, ha dato tutto se stesso e sa che loro se ne sono
accorte, apprezzando questo sconosciuto che le ama per solo mezz'ora,
che chiacchera con loro, sul letto, nel 'dopo'.
Il suo ultimo incontro è stato molto importante.
Aveva incontrato Silvia con il solito annuncio un mese prima
e si erano lasciati con i soliti complimenti ormai di rito.
Decise di ritornare da lei, gli piaceva. Lei riconobbe
le abili mani cariche di calore, le carezze sulle cosce, la dolce lingua
sul collo che scendeva sui capezzoli lentamente, mentre
le mani le stringevano amorevolmente i seni.
Silvia ebbe la conferma che Marco non sfogava solo una
necessità fisiologica, la stava amando veramente, per un attimo
ebbe l'impressione che lui si fosse innamorato di lei, solo il suo sguardo
sfuggente mise in dubbio la sua ipotesi.
Le piaceva davvero sentire le sue labbra scivolare l'interno
delle cosce, accarezzarle il pelo, facendole desiderare la lingua
sul clitoride, stavolta glielo avrebbe concesso, non riusciva
a resistere a quel quasi sconosciuto che con così tanto impeto
la prendeva come un'onda di mare agitato sulla spiaggia.
Lo sentiva, lo vedeva eccitarsi quando la libidine si impossessava di lei,
lo sentiva venire in quel guanto del piacere quando lei
contraeva l'utero durante l'orgasmo.
Si, si accorse che Marco non era un 'cliente' comune.
Silvia non era libera, se prima pensava che fosse Marco in procinto di
innamorarsi di lei, ora la situazione si stava ribaltando, sentiva passione
vera, qualcosa che non provava da tempo, cominciò a dubitare
dei propri sentimenti. Ma non poteva, non le era concesso, non era libera,
perchè coinvolgere in una dubbia situazione un estraneo? No, meglio di no.
Si lasciarono con un ciao. Passò una settimana, Silvia vide sul cellulare
il numero di Marco nel registro delle chiamate, è stato l'ultima volta che
l'aveva chiamata per incontrarla. Fu per lei fatale, cominciarono le
fantasie,
ripensava al loro ultimo rapporto, alle sue carezze, ai baci all'inguine,
alla lingua che circumnavigava i suoi seni, cominciò a bagnarsi,
non resistette, era troppo eccitata, raggiunse l'orgasmo sul letto,
mentre sognava ancora di cavalcarlo stringedogli i capelli con le mani,
cercando tutto il suo pene, fino in fondo, tutto, tutto.
Decise di chiamarlo, gli disse che doveva dirgli una cosa molto importante
per lui. Marco non si illuse, anzi, in un primo momento pensò in modo
istintivo ad una tremenda notizia di qualche malattia, ma era tranquillo,
sapeva quello che aveva fatto, Marco ha la testa sulle spalle, però
perchè non ascoltarla di persona? Gli piaceva, era tornato volentieri da
lei.
Marco esitò un momento prima di suonare alla sua porta, poi si convinse.
Lei lo accolse con un intimo mozzafiato, il suo profumo lo catturò.
Rimase un pò spaesato, non se l'aspettava, immaginava un viso triste
in attesa di comunicare qualcosa di brutto, non fu così.
Non ebbe il tempo di realizzare il perchè si trovasse lì veramente, lei
gli cinse i fianchi dolcemente, avvicinando il corpo al suo, cercando
le sue labbra, le trovò, quasi sorprese, forse fredde.
Lui l'allontanò un pochino, la guardò negli occhi.
'Non ero venuto qui per questo, non ho soldi con me, mi spiace
ma non credo che dovevamo incontrarci'
'Non ti sto chiedendo soldi, sto chiedendo te, l'ultima volta
mi hai colpito'
'Non ho fatto niente di strano mi pare'
'Lo hai fatto, lo hai fatto veramente, ne sono certa, rivoglio
quei momenti, mi sono mancati tanto, ti prego'
E cercò ancora le sue labbra, stavolta le trovò calde, dolci,
come le voleva già la prima volta.
Gli slacciò la camicia lentamente, lo baciava sul petto
mentre faceva scivolare la sua camicia giù dalle spalle,
scendeva lentamente, oscillando con le labbra mentre lo
baciava, ingorda della sua pelle. Marco sentiva il suo profumo
salire, mentre lei scendeva verso la sua patta, slacciandogli la cintura.
Lo spogliò, i pantaloni ancora per terra, le labbra che corrono sulle
sue mutande gonfie, impossibile resistere oltre, Marco infila
le dita nei capelli di Silvia, la sta desiderando, Silvia non
si fa pregare e toglie di mezzo le mutande, è suo, ..ancora suo.
Il letto diventa una pirofila di passione, si cercano, si vogliono,
Silvia domina Marco, lo fa suo in tutto, è irrefrenabile.
'Non correre'
'ti voglio, mi fai impazzire'
'non adesso, girati, davanti a me'
Sono in ginocchio, entrambi, la schiena di Silvia contro il petto
di Marco, lui le prende dolcemente i fianchi e, mentre con le dita
avanza verso l'inguine, le bacia la schiena, Silvia è inondata
di piacere, ha brividi dappertutto.
Marco porta le mani sotto al seno, glielo regge dolcemente,
cercando con le dita i capezzoli, turgidi e caldi, li coccola
leccandole il collo.
Ha un'erezione pazzesca sente il pene contro le natiche di Silvia,
lei lo cerca, muovendosi sinuosa.
Mentre con una mano continua a coccolarle un seno, con l'altra
cerca la sua bocca, la sua lingua, Silvia è eccitatissima, dimena le natiche
sempre più decisa contro il pene di Marco.
Le dita bagnate della saliva di Silvia scendono verso il capezzolo
turgido e asciutto che aveva lasciato, lo coccola, il polpastrello
scivola bene ora, qui, lì, intorno, mentre Silvia, con la testa da una
parte,
accoglie la lingua di Marco sul collo, proprio sotto l'orecchio.
E' l'orgasmo, Silvia urla di piacere, Marco sente la passione di Silvia
colare sulle sue gambe, strette con forza dalle lunghe unghie,
sensualmente dipinte alla francese, di Silvia.
Lei si china avanti, Marco, è tua.
Marco allarga dolcemente le natiche a Silvia, vuole assaporare
la fonte di Silvia, la lingua fa gemere ancora Silvia quando scende verso il
clitoride.
'ti voglio, ti voglio ti voglio' urla tremolante Silvia.
Marco scivola dentro dolcemente, cingendo le natiche di Silvia
e inizia la corsa della passione, prima dolcemente, poi sempre più deciso,
deciso, deciso, ancora, mentre lei con una mano si stringe un seno,
l'altro dondola al ritmo dell'impeto di Marco.
Ancora pochi momenti, è ora di uscire, Silvia lo sa, Marco lo sa,
esce, accarezza Silvia lì, mentre è ancora piegata in avanti, lei
lascia il suo seno e con la mano cerca il pene di Marco.
Marco è fuori, ma contro le natiche, il pene sotto la fontana della
passione,
le stringe i fianchi a se, Silvia continua a toccarlo, gli accarezza i
testicoli,
scivolando sul pene, stringendolo, è l'orgasmo, Silvia ne ha un altro,
i gemiti di entrambi riempiono la stanza,le lenzuola bagnate di passione.
Rimangono abbracciati molto tempo, dopo.
Silvia sa di essere rimasta troppo colpita da Marco, ha paura che Marco
provi la stessa cosa, ha pensato giusto.
'l'ho fatto?'
'si, e mi hai fatto impazzire, da tanto non provavo un piacere così'
'anche tu lo hai fatto, sei stata stupenda, sei stata imprevedibile,
non ero qui per questo, credevo mi dovessi dire qualcosa di importante...'
'..è vero', risponde Silvia, 'devo dirti qualcosa di importante, ma ho paura
che
tu non la prenderai bene, mi dispiace tanto..'
Le lacrime scendono dagli occhi di Silvia.
'Non piangere, ti prego, prima dimmi quello che mi dovevi dire, adesso
sono preoccupato'
'No, non devi, non pensare male, è che,... mi hai colpito, mi piaci,
ho paura di avere preso una sbandata per te, e da come fai con me
credo di piacerti'
'..si è vero, mi piaci, adesso più di prima, qual'è il vero problema?'
'..che io non sono libera, non posso piantare tutto, devo continuare a fare
quello che sto facendo, e non voglio che tu ci stia di mezzo, non voglio'
Marco è sbalordito, si sente un po ingannato, usato...'
'No Marco, mi piaci davvero, ti ho voluto e ti voglio tanto, credimi,
ma non posso, non devo innamorarmi' e si alza, infilandosi la vestaglia
velocemente..
'Ti prego finiamo qui, preferisco non vederti più...'
'Sei sicura? Io non ritorno, sono stato ingannato ed illuso troppe volte..'
'E' proprio per questo, non voglio illuderti, e nemmeno illudere me stessa'
Silvia è vicino alla porta del bilocale, è un invito a Marco ad uscire.
Marco ha il volto scuro, deluso, intristito, più per per il comportamento di
Silvia che per il sentimento.
Infila la camicia senza abbottonarla, Silvia gli porge i pantaloni, poi le
scarpe,
con le lacrime agli occhi.
Marco la guarda negli occhi prima di uscire..
'E' un addio?'
'Si marco', dice Silvia con la voce rotta dalle lacrime.
'Allora addio, buona fortuna Silvia.'
'Grazie Marco, anche a te' e scoppiando a piangere chiude
la porta, sfoga il suo pianto lanciandosi sul letto ancora caldo
di una passione ormai morta.
Marco scende le scale si allacciandosi i polsini della camicia,
mentre rompe con i denti un filo scucito da dentro il polsino
sente il profumo di Silvia ancora nelle sue mani, sospira,
non ha ancora ben capito cosa sia successo, sale in macchina
pensando se ne valeva la pena provare delusioni per il sesso,
se le sue teorie di passione fossero corrette o se lui è in errore
contro il mondo.
Accende l'autoradio, parte verso l'autostrada, quasi deserta,
un brivido di solitudine lo accompagna.
Si ferma in un Autogrill, un caffè è quello che ci vuole.
'ottantacinquecentesimi...' dice la commessa.
'Aspetti, guardo se ho moneta, almeno un euro...' dice Marco
infilando la mano nella tasca.
Sente in tasca della carta, forse uno scontrino vecchio e si,
l'euro c'è. La mano esce impugnando la carta e la moneta,
la moneta scivola sulla cassa. '..e venti di resto, grazie' dice con
prontezza la commessa. Marco prende il ventino, ma pensa al
foglio di carta, lo guarda, è scritto con penna a biro.
'Un caffè, un pò lungo grazie..' dice al barista, mentre con gli occhi
segue quelle scritte blu...
......
'..Marco, ti prego di perdonarmi, ti prego di capire
che quello che ti ho detto è perchè provo qualcosa
di forte, non voglio che tu ti possa trovare in qualche
spiacevole situazione per colpa mia, credimi.
Se qualcosa hai provato davvero per me, se quella passione
che ho sentito è vera, ti prego, fammi un solo ultimo
gesto, un gesto d'amore.
Ho una sorella, carina, che non sta prendendo una giusta
via, i soldi hanno conquistato i suoi ideali, aiutati dalla solitudine.
Vai da lei, ti prego, dai a lei tutto quello che hai saputo dare a me,
ti prego, fai che possa correggersi subito, se ti piacerà,
se proverai per lei quello che hai provato per me, ti sarò grata
in eterno, accanto a te so che potrà essere felice.
Dietro troverai un indirizzo.
Sono sicura che andrai da lei, farò in modo che ti aspetti
per le 21.00 di sabato prossimo, ha una Punto bianca, il suo nome è Claudia,
un ultimo bacio, addio.
Silvia'
....
......'signore il suo caffè.!!.' alza la voce il barista, Marco sta uscendo,
non lo vuole più il caffè.

 

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By Daniele fullaction@libero.it