Tuffo nel passato di Menker

 

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Ho conosciuto Flavia dodici anni fa ad una festa di compleanno. Ricordo che mi colpì subito per i suoi capelli corti e per la corporatura esile. Aveva un seno piccolissimo che si notava appena sotto il maglione di lana nera che indossava; le gambe erano dritte ed affusolate e si muoveva leggera tra la gente. Per sei anni siamo stati insieme, inseparabili dalla mattina alla sera. Abbiamo anche vissuto insieme per più di un anno poi, improvvisamente, ci siamo lasciati. Semplicemente come ci eravamo incontrati ed amati abbiamo smesso di farlo. Per gli anni a seguire abbiamo avuto grossi problemi di comunicazione; continuavamo a rinfacciarci torti presunti e nonostante entrambi sbandierassimo l'essere diventati amici, mantenevamo un astio reciproco che tardava a scomparire. Fortunatamente anche questa fase terminò, credo grazie all'aiuto di nuove storie sentimentali che ci allontanavano per periodi più o meno lunghi diluendo i nostri rancori. Comunque, dopo tanto lottare, avevamo finalmente raggiunto un equilibrio e riuscivamo ad avere piacevolissime conversazioni sugli argomenti più vari mantenendo però quella confidenza acquisita in anni di rapporto che ci permetteva di affrontare discorsi anche molto intimi nei quali spesso abbondavano minuziosi particolari senza il minimo imbarazzo da parte di entrambi.
Una sera d'estate avevo invitato Flavia a cena da me; mi ero da poco comprato casa ed ero ansioso di fargliela vedere per sentire cosa ne pensasse. Non era la prima volta che ci vedevamo da soli ed era una cena assolutamente informale. L'idea che la serata potesse prendere la piega che poi effettivamente prese non mi passò nemmeno per l'anticamera del cervello. Non apparecchiai con particolare cura e non cucinai piatti ad effetto, anzi fu una cena abbastanza frugale durante la quale chiacchierammo piacevolmente. La musica di sottofondo ed una bottiglia di vino bianco ben freddo completavano il quadro creando un atmosfera assolutamente tranquilla e rilassante. Parlavo con lei con enorme facilità, quasi come con un uomo. Finita la cena ci trasferimmo sul divano del salone per fumarci una canna o due. Flavia indossava una gonna, leggera, appena sopra il ginocchio, una canottiera di cotone ed un paio di sandali che si era tolta poco prima. Eravamo sdraiati entrambi sul divano, ognuno appoggiato ad un bracciolo con i piedi che si sfioravano appena. Non so esattamente come, ma il discorso cadde sul sesso. Ci raccontammo le nostre ultime avventure. Fumo e vino contribuirono ad abbassare ulteriormente i freni inibitori e la situazione, almeno per me, stava prendendo una piega molta eccitante. Ero seduto sul divano di casa mia a parlare di sesso con una mia ex-fidanzata con una lucidità molto approssimativa. L'idea che avrebbe potuto accadere qualcosa mi passò per la mente come una saetta nel buio della notte. Fare sesso con lei, mi stuzzicava. Il fatto che non fossimo protagonisti di un copione già scritto mi faceva vedere la cosa da un'angolazione diversa, molto più eccitante proprio perché imprevista. Erano passati forse due anni dall'ultima volta che avevamo avuto rapporti ma ricordavo bene il suo modo di amare. Potevo sentire l'eccitazione crescere in me; la salivazione era alta; il battito era lievemente aumentato ed incominciavo ad avere qualche difficoltà a celare l'erezione attraverso i pantaloncini che indossavo. Ad un tratto le dico:
"Senti questa canzone? La riconosci?"
"Si" dice lei sorridendo
"E' quella sulla quale mi avevi promesso uno spogliarello che non mi hai mai più fatto....." aggiungo, tanto per puntualizzare l'ovvio...
"Lo so, hai ragione, te lo potrei fare adesso......."
Quelle parole mi colsero completamente di sorpresa, come quando a scuola senti l'insegnante che dice ".....vediamo.....venga alla lavagna..........." e TAC tira fuori il tuo nome e tu senti quella fitta al cuore.
".........se la canzone non fosse già iniziata"
Anche lei, all'apparenza imperturbabile, era stata coinvolta dalla situazione. Presi il telecomando e schiacciai "Rewind"; la musica si interruppe per un paio di secondi e lo stesso brano ricominciò da capo.
"Ecco fatto problema risolto. Vado a fare i popcorn?" dissi io ridendo.
Flavia era bloccata sul divano come dentro un vicolo cieco nel quale lei stessa era entrata. Sapeva che non avrei desistito tanto facilmente tant'è che, facendo ripartire dall'inizio una terza volta la canzone, aggiunsi "Allora, cosa c'è ti vergogni, forse?????"
"No....." Pausa ".....è cheee............" Pausa "Se mi spogliassi tu sarebbe diverso......... così invece........." Sorrisetto malizioso.
Non persi altro tempo, mi avventai su di lei e la bacia con veemenza. La mia lingua entro prepotente nella sua bocca riscoprendo una miriade di sensazione conosciute. Esploravo la sua bocca gustando quel sapore di casa che avevo perso anni prima. Flavia mi baciò con passione mentre cingeva il mio collo con le braccia. In un attimo la canottiera e la gonna volarono via rivelando un completino intimo nero piuttosto sexy. Poco dopo stavo già lavorando sulla chiusura del reggiseno che aprii con una mano sola mentre con l'altra accarezzavo il suo interno coscia. La baciai sul collo dove sapevo le piaceva e scesi piano piano fino ai seni. Le mordicchiai i capezzoli, prima uno poi l'altro facendola gemere di piacere. Più la mia mano percorreva il suo corpo in direzione degli slip e più il suo respiro si faceva affannoso. La mia eccitazione era evidente attraverso i pantaloncini che mostravano un bozzo innaturale sul davanti. Me lo prese in mano sopra i pantaloncini e strinse con forza. In quello stesso istante le strappai gli slip, rivelando la sua splendida fica. Era come piaceva a me e come spesso quando eravamo fidanzati le chiedevo di 'acconciarla'; peli corti solo al centro, ben curata e soprattutto (ma questa era una conseguenza) .....zuppa dei suoi umori. Capii che non si aspettava da me quel gesto violento; la sorpresa le si leggeva chiaramente negli occhi. Mi avvicinai sempre di più ed incominciai a leccarla tra le cosce. Iniziai concentrandomi sul clitoride dove sapevo che era particolarmente sensibile, poi pian piano aumentai la frequenza e la lunghezza delle lappate. Adoravo il gusto della sua fica ed avrei potuto leccargliela per ore. Sapevo perfettamente che coccolandola come stavo facendo avrebbe totalmente perso il controllo. Era questa l'enorme fortuna che avevo; sapevo esattamente cosa fare per soddisfarla. Vedevo Flavia che si contorceva di piacere mugolando ad ogni leccata. Ormai partivo dal suo buchetto ed arrivavo, giocando con le grandi labbra, fino al clitoride. Lei mi prese la testa tra le mani ed indirizzò la mia lingua al centro esatto del suo piacere...
"Fermo, basta, ora voglio prendertelo in bocca io" disse staccandomi la testa con decisione.
Mi tirai su. Il bozzo sui pantaloncini era sempre più evidente e mi avvicinai. Ero in ginocchio davanti a lei che era seduta sul divano. Con un movimento rapido lo fece saltar fuori e se lo mise in bocca. Le sensazioni che provai quando la baciai pochi minuti prima, riaffollarono la mia mente amplificate cento volte. Il mio ritorno a casa si completava. La guardavo mentre lavorava sulla cappella, ingoiando quasi tutto il mio cazzo; nello stesso tempo con l'altra mano mi solleticava le palle. Flavia aveva una vera e propria abilità nello spompinarmi e lo sapeva. Giocava con la lingua intorno al glande che poi faceva sparire in bocca con grande maestria.
"Basta, fermati!!" le dissi "voglio mettertelo dentro adesso"
A malincuore si fermò. Lasciò scivolare fuori il cazzo dalla sua bocca e si sdraiò sul divano. Io avvicinai la punta del mio pisello alla sua fica ma non glielo misi dentro subito. Incominciai a stuzzicarle il clitoride strusciandoglielo con il mio membro. Poi, iniziai a penetrarla ma solo con il glande per poi riuscire subito. Ad ogni penetrazione la vedevo inarcarsi per cercare di farsi penetrare più a fondo; Voleva tutti i centimetri di cazzo che le potevo dare e non voleva aspettare oltre.
"Smetti di giocare, mettilo dentro tutto!" disse spingendosi contro di me. Era talmente fradicia dei suoi umori e della mia saliva che il mio cazzo sparì dentro il suo corpo in un attimo. Potevo sentire le leggere contrazioni che la sua fica esercitava intorno al mio uccello. Le presi le chiappe con entrambe la mani e mentre la scopavo fino all'ultimo centimetro le infilai un dito nel culo. Questo la fece gemere di piacere.
"Vedo che ti piace ancora...." Dissi.
Non rispose, semplicemente sorrise. Continuai a pompare dentro di lei mentre con il dito sollazzavo il suo ano fino a quando non venne in un orgasmo prepotente. Uscii dal suo corpo con l'uccello lucido dei suoi umori. Me lo prese in bocca quasi subito sussurando con aria maliziosa "ora tocca a te venire......". Lo introdusse nuovamente in bocca incominciando a spompinarmi come aveva fatto prima. La forma delle sue labbra intorno al mio cazzo ed i suoi occhi aperti nei miei mi facevano impazzire. Leccò ogni millimetro del mio membro, passando dal glande all'asta fino ad arrivare alle palle che mi leccò con cura sparandomi dritto in paradiso.
"Vedo che anche a te piace ancora...." Disse. Non ebbi la forza di dire niente.
Sentivo che l'orgasmo non era lontano e la forzai a riprendermelo in bocca. Venni e le riempii la bocca di sperma, guardandola negli occhi. Cademmo esausti sul divano in un abbraccio dal quale, nonostante la calura estiva, ci destammo dopo un tempo indefinibile.

 

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By Menker