Vorrei dedicare questo racconto alla mia amica Piera ed al suo bel
bambino a cui mi sono ispirato per questo racconto, che ha sempre uno
sfondo autobiografico.
Comunque sia vorrei il commento di tutti voi, sulo stile e sui
contenuti.


Vita!!!     di Ingegnereo

 

 

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Il silenzio è da poco tornato, ed è già interrotto. E' una bambina. È
bellissima, come te. Anche se le infermiere adesso la lavano, tagliano
il cordone ombelicale, qualcun'altra mi caccia via:- vada al 5° piano!
Lì c'è la neonatologia---
Esco. Ancora con il camice di carta, il copri - scarpe, la cuffietta..
mia madre e la tua che mi chiedono. Io non so. So solo che sto
piangendo come un bambino , con la faccia da pesce lesso ed una specie
di sorriso stampato ed appiccicato sul viso. Prendo le scale.
Ripercorro le immagini di ciò che è successo. Tu. Sudata. Con i
capelli in un ordine indefinito. Piccolissima in quella specie di
camicia da notte. Sul lettino ginecologico, a gambe divaricate. Che
urli perché qualcosa più grande e forte di me ti sta trapassando.
Diceva Leopardi" il bello dei bambini è il ricordo della notte in cui
li abbiamo fatti". E' vero.
Avevamo litigato. Forse da lì a poco ci saremo anche potuti lasciare.
Per l'ennesima volta blateravi del fatto che tu volevi una tua
dimensione con me, la stessa che tutti gli altri però calpestavano. Io
cercavo di farti capire che sono il tuo uomo, non uno come quelli che
ti sottomette a lavoro.
Lo sapevi che con me non si fa pace nemmeno fra le lenzuola. Infatti
ci eravamo coricati per la  mitica serie "uno di culo all'altro".
Fuori aveva iniziato a piovere, ed anche forte. Tu muori di paura
quando vedi lampi e senti i tuoni. Ma speravi di prendere sonno
evitando di doverti avvicinare a me per sentirti protetta. Le tue
speranze svanirono in un baleno quando un fulmine è caduto. Il
frastuono ti ha fatto tornare bambina immediatamente: ti sei
avvinghiata a me tremante, chiedendomi, supplicandomi di abbracciarti.
Non so più quanti "Ti Prego" mi hai detto: non ti sopportavo più. Lo
giuro. Mi sono girato verso di te ed ho steso il braccio sinistro. Tu
ti sei avvicinata e mi hai trascinato su di te. La tua vestaglia ti
nascondeva completamente. Mi hai abbracciato così forte  che quasi mi
facevi male. Ho avvicinato il viso al tuo. Stando a pancia in giù mi
sono ritrovato fra i tuoi capelli, mentre tu ti giravi e mi baciavi .
Allora mi sono girato ed ho aspettato. L'attesa è durata un
infinitesimo di secondo. Il tuo bacio è stato lungo, soffice, dolce
per poi diventare appassionato, profondo, languido.
-Fammi tua. Ne ho voglia. Ne ho bisogno-
-Per poi vederti farle la master con me e la slave con il resto del
mondo?-
- Sei ancora il mio uomo. Ti amo anche se questa cosa non è appianata.
E voglio che mi faccia tua. Perché siamo l'uno dell'altro alla stessa
maniera. Questo lo hai detto tu prima. Dimostrami che questi sono
davvero i fatti e non sono solo parole.-
Non so perché ma il tuo viso e la tua espressione nella penombra della
notte erano ancora più belli. Ho posato il pollice sulla tua guancia
destra ed ho incominciato a baciarti il lobo dell'orecchio sinistro.
Non so come, ma non seguivo uno schema prefisso. In realtà non mi ero
prefisso nemmeno di fare all'amore. Non pensavo che avere la mia donna
che me lo chiedeva esplicitamente mi facesse venire voglia tanto
rapidamente. Ho incominciato ad accarezzarti con la lingua e con le
mani, contemporaneamente, dappertutto. Carezze leggere, di quelle che
fanno venire la pelle d'oca, i brividi lungo tutto il corpo.
Ad un tratto i miei pollici si sono trovati all'altezza delle tue
mutandine. Le ho abbassate finché potevo. Dopo ho fatto lo stesso con
le mie. A concludere la faccenda ci hanno pensato i nostri piedi--
I nostri piedi che avevano un preciso ordine inquadrato e coperto (uno
mio uno tuo, uno mio ed uno tuo) hanno  rotto le righe: i tuoi si sono
allontanati uno dall'altro per riavvicinarsi solo quando le mie gambe
erano nel cavo delle tue ginocchia.
-Prendimi, forza!-
Non me lo sono fatto ripetere due volte. Ho cercato tutta la dolcezza
che avevo per mettere a tacere il solito rinoceronte che ho dentro di
me quando ho voglia di affondare dentro di te. Inutile. La tua
orchidea selvaggia era già tutta umida e come una pianta carnivora mi
attirava dentro di sè. Ho incominciato a spostarmi con movimenti
lunghi e lenti mentre le tue mani mi accarezzavano il viso, il collo ,
le spalle, il torace. Il tuo viso era diventato compiaciuto per il
massaggio che stavo procurandoti. I tuoi seni hanno iniziato a
muoversi quando i miei movimenti hanno cambiato ritmo.
Addio dolcezza allora: i nostri occhi avevano sguardi diversi. Il
rinoceronte si fece di nuovo vivo dentro di me e non potevo più
tenerlo a freno. Ogni volta che mi muovevo in avanti andava alla
carica contro l'albero che voleva abbattere. Anche il tuo sguardo si
era modificato ancora. Eri una tigre che, pur essendo posseduta dal
tuo maschio, volevi mostrare le unghie e la tua forza. Certo che è
stata una bella lotta.
Peccato.
L'ultimo attimo l'ho visto proprio bene: il cielo e l'orizzonte vicino
a noi si sono illuminati del balenare di un `altro fulmine vicinissimo
a casa nostra. Il tuo viso dall'aspetto felino è tornato a quello di
un gattino impaurito, ma che intanto si sollazza dello scambio
sessuale in atto. Hai iniziato a piangere, con un sorriso beato e la
pelle d'oca.
Dio come avrei voluto scattare una foto. Non so se rivedrò mai la tua
espressione di spavento e di orgasmo contemporanei in cui il secondo
aveva avuto il sopravvento sul primo.
E' stato solo allora, mentre uscivo dal negozio di cristallerie, con
il mio rinoceronte che finalmente aveva abbattuto il suo odiato
baobab.Mi è venuta in mente una cosa, che ho detto a voce alta:
- Cazzo il preserva!!!! Non lo abbiamo messo!!! Anzi non l' ho
messo!!! Ecco perché ti sentivo molto più scivolosa dentro. Ed adesso?
Adesso che facciamo? Lo sai che non possiamo permetterci un bambino
adesso. Abbiamo ancora da pagare la macchina e la casa. Lo sai che non
posso vivere per sempre a fare straordinari--..-
- Calmati. Sento che mi stanno per arrivare. Non ti preoccupare. Ci
sono amici miei che ci provano parecchio e che non riescono ancora ad
averne. Il che significa che non necessariamente quando non ci si
protegge la cicogna si mette al lavoro. Stai calmo. E per di più sai
che penso? Che con tutto quello che ho fatto in ufficio, penso di
meritare una promozione ed un aumento. Quindi se per caso sono in
attesa non penso che ci possano essere altri problemi a riguardo.
Credo che avevi ragione. Non devo far valere le mie ragioni su di te ,
ma sulla causa delle mie irritazioni, cioè al lavoro. Ti chiedo scusa.
Non dovevo farti incazzare come una iena.-
Il tuo viso soddisfatto era adesso illuminato dall'abat - jour acceso.
Aveva un'espressione serena ed il tuo sorriso trasmetteva tranquillità
e felicità. Eri tutta sudata. Con i capelli a ciocche attaccaticce,
sparse disordinatamente sul cuscino.

Un po' come ti ho lasciato in sala parto. Buona come il pane. Con
quell'espressione spaventata, dolorante, provata ma felice. A vederti
non sembrerebbe che adesso sei la capoufficio.
Le scale non mi sembrano tantissime, mentre in realtà sono quatto
piani buoni.

Al contrario di quello che fanno tutti i papà novelli, io sono
scappato a casa ed ho sradicato il tronco ormai carbonizzato di abete,
abbattuto dall'ultimo fulmine di quella notte. Lì ho messo dei semi di
ulivo. E crescerà, diventerà grande e forte come nostra figlia.
Lucrezia sta bene. Sembra un dolcetto con la sua pelle delicata e
bianchissima.
+-È una bambina di 4.3 kg. E da come urla ha già svegliato il reparto.
Forse da grande , se segue questa strada, farà la cantante rock
Solo Io sono stato cattivo. Al medico, dopo il nome Lucrezia, ho fatto
aggiungere una virgola ed un altro nome, che poi è scritto sul
cartello del seminato. Il nome è Zoe, che significa Vita.

 

 

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By Ingegnereo