Gli aghi della bilancia    di Rubicande

 

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Molte cose sono rifiutate dai più: la guerra, l'odio, l'amore, l'invidia. Ma
come spesso accade il desiderio di una sola di queste le porta tutte. Come
ad esempio; quello odiato a un certo punto può venire compreso, allora la si
considera una conquista la propria scoperta, la si ama. si invidia quelli
che ne sono intorno, e sé l'individuo che osa iniziare il giro e degno di
questi spregevoli sentimenti, va in guerra con quello che è intorno a lui
per conquistare l'oggetto del proprio odio. Così gira.
Questa regola non è ferrea, cambiano i protagonisti, la sequenza, e i
pensieri che credono d'avere quelli che la recitano. Prenderò ad esempio una
storia che ho sentito, che pare attinenze fino a quando; bhe' non sé ne
trovano alcune.
Gli umani erano in guerra, e cosa più unica che rara non l'avevano iniziata
loro.  Dalle montagne venivano i troll, dalle spiagge e scogliere piccoli
draghi, dalle foreste si rivelavano gli elfi che offrendo alleanze verso le
tribù più deboli di uomini ingannavano, così facendo crollare ancora più
rapidamente ogni speranza per la sopravvivenza di quella misera specie che
erano gli umani. E' in questi momenti in cui una qualsiasi specie ricorda l'
unità di tutta la popolazione per la sopravvivenza: naturalmente qualsiasi
specie che non siano gli uomini. Ogni tribù, castello, feudo montava ora
mura per sé, lasciando le grida dei ritardatari fuori. Così piccoli puntini
si apprestavano ad affrontare una mareggiata. Lasciamo ora perdere questo
insieme confuso, focalizziamoci ora su quello che veramente interessa; una
tribù manda ora tre campioni a difendere i loro confini: una donna, due
uomini. Una druida, due guerrieri.
Il gruppo si mise in viaggio verso il confine del territorio che circondava
la loro tribù. Non passarono neppure molti giorni che incontrarono il loro
battesimo del fuoco, un gruppo di troll aveva formato un piccolo campo.
"Aspettano rinforzi" era il primo dei guerrieri a parlare "deve essere cosi,
portano troppe risorse con loro per quanti sono" rispose la druida; il loro
modo di parlare era semplice e diretto, nessuno doveva informare su quello
che erano i troll, chi sul campo di guerra chi nel villaggio aveva visto
quei golem di pietra abbassare i poderosi pugni di roccia sui corpi quasi
inermi di soldati in armatura, familiari, amici, o semplici contadini,
liberando il sangue e l'anima da corpi spesso innocenti.
"Andiamo" il suono della voce del guerriero non aveva nessun colore, era
mortalmente serio, poi d'improvviso si accese in un urlo isterico ai limiti
dell'ossessione, era il richiamo all'odio, era il richiamo al combattimento.
I due guerrieri si lanciarono contro il gruppo di troll ad armi tratte, la
druida rimase indietro a lanciare maledizioni che aveva dovuto imparare
esclusivamente a questo scopo: un leggiadro gesto della mano invocò nubi
nell'istinto dei troll terrorizzandoli, una cantilena quasi inaudibile fece
muovere la sabbia  intorno ai loro piedi impedendo il più elementari dei
movimenti, in questo frangente furono raggiunti dai guerrieri e con il
metallo delle loro armi tranciarono la pelle rocciosa e crearono rivoli di
sangue di pietra nella massa tumultuosa di troll, il risultato della
battaglia era ora terribilmente prevedibile.
Sull'orribile campo di battaglia venne raccolta la malefica essenza che
animava i troll, quindi chiuse in un sacco. Tornarono al villaggio con quel
testimone della loro prima vittoria, pregando che questo possa rianimare le
speranze assopite dei loro simili. Fu enorme festa al loro ritorno, quando i
popolani udirono la facilità con cui era stata abbattuta la minaccia vennero
creati molti sonetti e canti in loro onore. I campioni erano ora acclamati
con ancor maggior fervore, e già dalla mattina seguente vollero riprendere
la guardia e la difesa della loro gente, e cosi partirono ancora. Trovarono
altri nemici: vennero abbattuti anch'essi. Poi trovarono altra gente che
udite le loro gesta vollero unirsi. Cosi la tribù crebbe: da villaggio si
iniziò a costruire, quindi forte, a seguire castello, feudo. Ora tornava la
speranza nel cuore degli uomini, il trio era un simbolo per questo non mutò
mai: i due guerrieri e una druida, due braccia i quali sforzi non venivano
sprecati grazie la mente. Pareva un equilibrio perfetto, ma l'equilibrio per
natura non e mai costante, la realtà era destinata a mutare ancora, sino a
quando la speranza sarà riposta negli uomini essa avrà la mutabilità dei
loro sentimenti.
E il cambiamento arrivò presto, se ne accorse prima la druida. In ogni
battaglia lei manteneva una posizione arretrata rispetto ai guerrieri,
questo non le impediva in ogni caso di partecipare fisicamente alla lotta.
Suo non era solo il compito di indebolire i nemici e curare le ferite dei
guerrieri con poderose invocazioni durante la battaglia, ma anche in alcuni
casi affrontare i nemici che eventualmente riuscivano a passare il muro che
erano i due compagni. Col passare del tempo pareva che un'oscura
consapevolezza animasse i nemici, iniziarono a farsi più audaci: la loro
pressione non era più addosso ai guerrieri. In numero sempre più crescente
essi cercavano di scavalcare i due per farsi contro di lei, sperando di
mettere fine alle loro maledizioni per poter finalmente fuggire. L'eroico
gruppo si era già regolato a questo, semplicemente era sufficiente che uno
dei due guerrieri ritornasse sui propri passi a raggiungere lo sciagurato
che osasse affrontare la druida, mentre lei pesava ad ingaggiare lotta con
la sua falcetta tenendolo a bada o in alcuni casi riuscendo ad abbatterlo;
il problema non era questo.
Capitava ora sempre più spesso che fossero entrambi i guerrieri a soccorrere
la loro compagna, anche quando questo non era necessario. Molto spesso i due
guerrieri per lanciarsi in soccorso della druida dimenticassero una massa
brulicante di nemici alle loro spalle, e ancora peggio intralciandosi tra di
loro per effettuare un soccorso più delle volte inutili. A nulla servivano i
moniti della poverina che cercava di far capire che poteva cavarsela da
sola, fino a quando non s'insinuò l'idea di quello che succedeva, si rese
concreto il dubbio, si fece strada una terribile certezza.
Le era capitata essere amata, d'amare, mai di essere contesa. In quegli
orribili tempi sapeva che responsabilità gravava sulle loro spalle, e il
rischio che è l'amore durante una guerra. Non diceva a loro nulla a
riguardo, in parte voleva illudersi di sbagliarsi, in parte invece lo
temeva.
Fu il più vecchio dei due a prendere una sera l'iniziativa; a seguito di una
contesa tra i due guerrieri per stabilire chi dovesse andare a cercare la
lagna per il fuoco, i due si sfidarono con bastoni, Scontro cui fini con uno
scivolone del più giovane, infatti nel mentre che dava la carica pose il
piede su una roccia liscia. Il giovane sentendosi umiliato per aver perso d'
avanti agli occhi della druida si alzò, e senza dire una parola cercando di
ignorare gli occhi compassionevoli della stessa s'inoltrò nella foresta alla
ricerca della legna necessaria. Questo rese quasi esultante il più vecchio
che ora era solo con la druida riflettendo su quante occasioni potevano
tornare come queste: molto poche, pochissime; poteva poter essere quella la
sua unica possibilità.
Si avvicinò a lei dopo poco tempo.La druida sapeva quello che voleva lui,
quello che buttava ombre nella sua anima era che non sapeva cosa volesse
lei. Mancò la fermezza d'animo di rifiutare il primo contatto o forse non
voleva rifiutare? Il guerriero prese questa possibilità nel tentativo di
eccitare l'oggetto del suo desiderio, ottenendo solo di eccitare il suo
oggetto. La druida era confusa, sapeva che accettare in amore lui avrebbe
espulso l'altro senza colpa, per questo rifiutava i suoi tentativi senza
però scacciarlo mai. Ora però gli attacchi di lui si facevano sempre più
insistenti portando la poverina quasi sull'orlo delle lacrime, nella sua
vita aveva imparato a affrontare la morte nelle situazioni più disperate,
combattere nemici impossibili per lei, in tutta la sua esistenza non era mai
stata costretta ad far fronte alle nefaste insistenze di un bene amato
amico. Passò cosi molto tempo, la donna era oppressa dal panico della
confusione, il guerriero era consapevole di questo, e senza mai provare
compassione per la lotta interiore di lei continuò nell'infliggere il
tormento cercando e con le mani e con la bocca di trovare il contatto di
lei, senza però osare mai nel forzare. Poi finalmente arrivò il capitolo di
questo patetico teatrino. L'altro guerriero tornò dal bosco finalmente il
gruppo si riunì fisicamente, si guardarono tra di loro, videro il loro
destino compiuto. Il più giovane rimase lì immobile, aveva vissuto quel
tormento nella sua mente attraverso il bosco, li vedeva ora realizzati. Fu
la druida a prendere l'iniziativa, mossa da una scelta imprescindibile pose
una mano tra le gambe del suo oppressore che tanto l'aveva tormentata
sinora. Il guerriero in piedi sentiva ora mancare l'equilibrio, era colpito
da quello spettacolo crudele, non riusciva a immaginare perché ciò che più
desiderava avesse deciso di voltare tanto odio verso di lui.
Vide la donna ripiegare se stessa tra la gambe del suo ritrovato nemico,
liberargli il sesso e iniziarlo a stimolarlo con la bocca, persino la
vittima di una così allettante attenzione era sorpreso, la vide passargli la
sua lingua sulla punta del muscolo semi teso e quindi con deliziosa audacia
riempì con quanto poteva la bocca con la sua tensione, poi appena il palato
si trovava a lottare con la completa rigidità si liberò la bocca da quella
massa invadente e si rivolse verso l'altro. Era immobile alla stessa
distanza cui lo avevano lasciato, immobile quasi stesse lottando per
mantenere il suo equilibrio. La druida gli fece cenno di unirsi a loro.
All'inizio il giovane era combattuto, la sua mente subiva gli effetti della
disperazione dell'inganno lasciandolo incredibilmente confuso, ma come
spesso capita per noi maschi quando riusciamo a dare una sonora lezione alla
mente dimostrandole di riuscire ad avere più senno con le opera dell'istinto
riuscendo ad organizzare una ribellione: dapprima furono le sue gambe, si
mossero verso la sua traditrice mentre i pensieri si torcevano per la
delusione dell'inganno, si fermarono solo quando portarono il suo arnese fu
a pochi centimetri di distanza rispetto alla bocca della sua impostora
mentre il suoi pensieri fantasticavano sul da quando tempo esistevano i suoi
tormenti. In questi istanti le sue mani notarono che rimanendo fedeli ad una
piccola parte del corpo ( quella che diparte da dopo il collo per intendere)
non si facevano gli interessi del patrimonio genetico, presero quindi anche
loro parte alla ribellione liberando l'incolpevole arnese dai pantaloni che
in assoluta passività ancora in attesa di istruzioni dal cervello, era
rimasto fedelmente molle. Rimase comunque per poco in quello stato poiché
suo malgrado fu eletto come arma della ribellione, e quindi portato a essere
miseramente catturato fra le labbra della druida mentre si gonfiava e
irrigidiva mentre veniva saggiato dalla punta sino a buona parte dell'asta.
Anche di questa battaglia fu facile prevederne la vittoria, la mente quando
era sul punto di accorgersi di essere stata tradita anche da tutto il corpo
venne miseramente battuta dall'istinto che ora era riuscita a prendere pieno
controllo del ragazzo guerriero (forse ora un po' meno guerriero ma
notevolmente molto più "ragazzo").
La druida divise la sua lingua con sapiente imparzialità tra i due, ogni
tanto uno dei due approfittava nell'accoglienza del suo adorabile volto
penetrandole la bocca, venendo sempre bene accolto da una esperta lingua, e
da due gemme bronzee che guardavano l'intensità del piacere che scavava il
volto di colui che aveva osato riempirle la bocca. Venne il momento in cui
distesero la druida, entrambi pensavano se avessero dovuto ricambiare il
servizio che gli era stato reso, ma presto si accorsero che le loro possenti
spalle non avrebbe permesso a tutti e due di passare tra le gambe e
raggiungere con la lingua il delicato punto tra esse, fu il più giovane che
guidato da puro istinto ora iniziò a leccare la ferita umida (non di sangue
naturalmente) felice di accedere ad un punto così delicato di ciò che
considerava l'essenza stessa della purezza. Da parte sua il più anziano si
dilettava ancora con la bocca della licenziosa compagna comune, ritrovando
per sua esclusiva delizia nella passione infertale dal giovane che adoperava
la lingua tra le cosce della donna facendogli ricavare un effetto ancora
migliore sul piacere che gli concedeva la druida attraverso la bocca che si
chiudeva con maggior trascinamento sulla sua carne. Continuarono così per
poco però, il livello di eccitazione collettivo ora rendeva quei estasianti
preliminari insufficienti a contenere il loro desiderio. Le labbra furono
staccate dal loro impegno, la carne liberata, le fantasie ora domandavano
una scelta decisa: la druida sapeva quale.
Furono tutti e tre in piedi ora, mani si movevano e deliziavano le parti che
volevano, eccitando i proprietari degli osceni oggetti che subivano queste
attenzioni. Se vi foste avvicinati a loro senza abituare i vostri occhi al
buio sareste anche potuti essere eccitati dal loro respiro, dai loro rumori;
ma terrorizzati nel vedere quella che sembrava un'unica creatura che
realizzasse su di se chissà quale osceno rito. Ora i due guerrieri
torreggiavano avanti e dietro la druida, essi muovevano i loro mastini tra
le cavità eterne del bacino della confidente sessuale che minuta com'era si
sentiva sommersa dalle due colonne di muscoli, vibranti nel desiderio di
quello che di lì a poco avrebbe concesso semplicemente aprendo le cosce e
quindi facendo crollare le ultime esili difese. Si deliziarono in ultimo
profondo bacio prima l'uno poi l'altro, come a suggellare un patto in cui i
due si impegnarono nel realizzare quello che desideravano sino a quando lei
non avrebbe unto con il suo amore le armi dei due guerrieri, suggellato il
patto la druida venne issata sull'asta del guerriero che le era di fronte,
mentre usava le gambe per avvolgerlo sentiva diversi effetti su di se: il
primo che si stesse lasciando senza difese alla passione irruente dei due
mentre sentiva l'arnese del guerriero puntare oscenamente tra le sue gambe,
poi si senti serrata tra i pettorali muscolosi dei due mentre l'altra asta
poggiava la sua punta in quel piccolo spazio che precede il suo foro più
piccolo, un brivido la scosse: conosceva un incantesimo che le avrebbe
permesso di non sentire dolore, ma per contro non avrebbe sentito nulla,
usandolo sarebbe semplicemente scampata da quella situazione; ma non voleva,
quello che desiderava era prendere i suoi diritti su quel tacito contratto
che aveva fatto all'inizio. I guerrieri iniziarono il movimento che avrebbe
permesso a tutti e due di fare della loro carne la sua carne.
La druida sentii entrambe le aste penetrarla con effetti totalmente
differenti, il primo dilatava le sue pareti mentre le cosce con leggeri
spasmi accoglievano l'asta proprio come voleva la loro padrona, mentre il
secondo forzava in un punto che questo non era concesso, conquistando con
forza la sua entrate, facendo pagare anche con il dolore l'affetto che
provava verso i due. Poi iniziarono a muoversi.
La druida era ora totalmente sommersa e riempita dai due torreggianti
guerrieri, stringeva i denti ma quando i due iniziarono a muoversi dentro di
lei proruppe in eccitanti gemiti di piacere e dolore che ebbero l'effetto
sui due guerrieri come un comando a infierire con maggiore decisione e
velocità. Quando poi finalmente anche il dolore dovette arrendersi alla
supremazia incontrastata del piacere, senti il prepotente guerriero che
dominava le sue spalle afferrarle i seni e accarezzarli appassionatamente,
in questo frangente di cose la druida tirò fuori la lingua leccando i
pettorali che le erano di fronte, come se avesse voluto subire ancora di più
da quella poderosa carne che era ormai in ogni suo dove. I bacini dei suoi
compagni pulsarono molte volte tra le cosce e i glutei della loro compagna,
così capita negli uomini che ottengono dopo tanto tempo le proprie amate. Si
avvicinava il momento, la druida voleva che la loro prima volta insieme
fosse perfetta, non avrebbe lanciato un incantesimo che toglie la volontà
imponendone un'altra, avrebbe infatti pronunciato un incantesimo che
rilevasse loro il momento; tutto qui, sarebbe stato a loro capire e
accettare se volevano. Nonostante il piacere annebbiava la mente con un
incredibile sforzo riuscì a conservare in una infinitesima parte del suo
cervello la concentrazione necessaria per muovere le labbra tra i gemiti e a
pronunciare l'ultimo incantesimo che fosse stata in grado di lanciare per
quella serata; una voce rotta dai gemiti inizio una cantilena in una lingua
sconosciuta, questa voce si poso sulle orecchie dei guerrieri, sussurrava
dolcissime suppliche di attesa ai guerrieri promettendo un momento che
sarebbe valsa la pena ricordare per tutta la vita a chi avesse saputo
attendere, questa voce venne seguita fedelmente da entrambi che desideravano
molto questo momento, infine arrivò.
Le dolci voci rilevarono il momento, poi entrarono nella mente dei due
portando via il timore che fa esitare istanti preziosi agli uomini
permettendo a tutti e tre di librarsi nel culmine all'unisono, fluidi
riempirono i canali della donna, schizzavano dalle punte delle aste o
passavano attraverso le pareti avvolgendo le carni guerriere e continuarono
il loro viaggio dentro e fuori la druida mentre tutto il resto di loro era
paralizzato dall'intensità di quello straordinario momento.
Riposarono profondamente quella notte, i pensieri e i dubbi sul destino del
loro gruppo non riuscivano a attaccare; la stanchezza domina i bracci più
forti, le menti più fine.
Quella mattina si alzarono evitavano a stento di guardarsi, dopo una buona
mezzora di struggimenti interni, e dubbi futuri; quando furono pronti per
affrontarsi a vicenda con il timore di un duro destino, un suono continuo e
composto arrivò alle loro orecchie, era come il rumore della pioggia a
distanza: migliaia di piccoli suoni, e qualche leggero verso. Salirono
rapidamente la piccola collina per osservare l'origine di quei rumori:
videro una piccola marea di creature verdi; i piccoli draghi a sei zampe che
facevano rotta verso la città natale dei campioni, questi impugnate le armi
corsero in direzione della massa, i guerrieri brandivano le armi e urlavano,
la druida rimaneva più in dietro mentre preparava con gesti le sue magie. Un
brivido caldo (poiché quelle sono a sangue freddo) di paura scorse le prime
file delle lucertole drago, vedevano quel piccolo gruppo che si faceva
contro di loro con eccessiva sicurezza che non presagiva nulla di buono, ma
quello che davvero le sconcertava e che essi si facessero avanti correndo e
in più pareva che urlassero di. gioia.

 

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By Rubicande