Felini a caccia di passione

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Chi era Proserpina?
Un fantasma, un'anima persa, una maga, un vampiro...
o forse come dicevano tutti un diavolo?

.....

Proserpina era reduce dall'incontro con il Dominatore della città che
l'aveva accolta.
E quell'incontro le aveva messo molta fame addosso. Ma non era solo fame...
Gli occhi profondi del Dominatore le avevano fatto venir voglia di mangiare
un uomo...di nutrirsi della sua carne, ma anche della sua passione.
Così, uscita dal cimitero -palcoscenico dell'incontro-  camminò, e camminò.
Giunta nei pressi del Tempio, inizò a guardarsi in giro.
 La gente che passava era poca, gli uomini ancora meno.
Quello troppo basso, quell'altro troppo brutto, di quello non le piacevano
gli occhi, di quell'altro le labbra. Quello era carino, ma la sua
patta-piatta non lasciava presagire nulla di interessante...
Poi lo vide. Alto, bruno, occhi scurissimi. Carnagione chiara.
Stava aprendo un portone a pochi metri da lei. Tornava a casa, forse.
O forse no. Chissà. Ma in quel momento non contava. A Proserpina piaceva
quell'uomo dal bellissimo portamento.
E decise che lo avrebbe avuto, a qualunque costo.
E così fu.


Entrare in casa altrui le fu facile come sempre. Era una notturna, viveva
una nuova vita, morta e rinata con conoscenze e capacità impensabili per i
'normali viventi'.
Cos'era per lei aprire una porta? Era un batter di ciglia, un comando fatto
piano al suo fedele gatto, un movimento lesto ed ecco avere tra le mani le
chiavi di casa della sua vittima.

Si avvicinò al portone, aprì e salì lentamente le scale, lasciando dietro di
sè l'eco dei suoi tacchi alti.
Aprì la porta lentamente e lui non si accorse di nulla.
Entrò. Camminava con passi felpati. Seguita fedelmente da Ade.
Si udiva lo scrosciare dell'acqua provenire da una stanza illuminata, era
sotto la doccia la sua preda...
L'idea di trovarlo già nudo le fece correre un brivido lungo la schiena.
Trovò il bagno, e con un calcio spalancò la porta.

"Mioddio, ma chi sei tu? cosa ci fai in casa mia? come sei entrata?"
Proserpina si appoggiò al muro di fronte a lui.
"Quante domande, caro. Una cosa per volta."
I suoi occhi erano fissi sul corpo nudo e statuario dell'uomo.
Aveva pettorali ben curati, la pelle chiara e liscia, le gambe sode.
Ed in quel momento era davvero disorientato.
"Ma... come dannaz..."
"Certo che prometti bene" - Proserpina sorrise soffermandosi con lo sguardo
sul sesso dell'uomo, che rilassato si lasciava andare sulla coscia sinistra,
ma che lasciava intravedere la cappella, solleticata dal getto della doccia.
Alle parole di Proserpina, l'uomo si ricordò di essere nudo, e velocemente
cercò un asciugamano per
coprirsi.
"Chi diavolo sei tu?" disse mentre usciva dalla doccia.
"Dici bene. Quale diavolo sono? difficile darti una risposta." e così
dicendo prese una sigaretta dal pacchetto che l'uomo aveva lasciato posato
sul lavabo e l'accese.
"Cosa vuoi da me?"
"Scoparti. E poi mangiarti." Proserpina sorrideva. Sorrideva come sorride
una donna che sa quel che vuole.
"Io non capisco, sei entrata in casa mia, non so come hai fatto, io non ti
conosco nemmeno, e ti presenti davanti a me dicendomi che vuoi scoparmi?",
l'uomo uscì dal bagno, e si avviò verso il telefono posto nel corridoio.
Ma quando fu fuori dal bagno, quel che gli si presentò davanti non fu certo
una bella sorpresa. Una pantera dagli occhi indivolati gli bloccava il
passaggio, minacciandolo con i canini appuntiti e gli artigli estratti di
fargli fare una brutta fine... Ade, il gatto-non gatto, di Proserpina stava
facendo buona guardia.
"Oh miodioooo, aiuto, questa è una maledizione!"
Lentamente Proserpina riaprì gli occhi, era poggiata al muro del bagno, ed
aveva seguito la scena in silenzio.
Spense la sigaretta nel lavabo e raggiunse l'uomo nel corridoio.
L'uomo era per terra, steso a pancia all'aria. Ade davanti a lui.
"Povero il mio uomo, fatto male?"
"Sei un diavolo, sei un diavolo!! due occhi, due occhi, gialli, e.."
"Taci." sentenziò Proserpina "e seguimi".
Lo prese per mano, avendo cura di lasciar cadere l'asciugamano che gli
copriva il basso ventre...
L'uomo era davvero spaesato. Cosa fare? Opporre resistenza e rischiare di
essere assalito da quell'immenso animale nero? O assecondare gli ordini di
quella diabolica ragazza? Non poteva fare nulla, solo subire gli arcani
misteri che quella donna portava con sè.

Proserpina lo fece stendere sul letto. Lo ammanettò, ed iniziò a spogliarsi.
"Cosa vuoi farmi?", l'uomo non si dava pace.
"Vuoi davvero saperlo? fossi in te non lo vorrei sapere."
Il corpo della notturna usciva da sotto i vestiti neri, sensuale, pieno,
seducente. Il seno sodo e dalla carnagione chiara fieramente sfidava la
forza di gravità, facendo bella mostra di capezzoli proporzionati ed
invitanti.
Lasciò che cadessero tutti i suoi vestiti, ma le restò in vita il cinturone
di pelle nera.
Seppur in quella condizione di prigioniero (anzi preda), l'uomo non riuscì a
trattenersi dallo scrutare il corpo della donna, di perquisirne con gli
occhi ogni piccolo incavo e lasciarsi infine andare all'eccitazione, che si
manifestò prepotentemente con l'erezione del suo ben dotato sesso.

"Mmm, il mio uomo inizia a desiderarmi" Proserpina parlò con voce
maliziosa... "Che voglia di assaporare quel sesso pulsante..."
"Ma io, non voglio...insomma... chi sei..."
"Parli ancora? -un grido di rabbia s'innalzò dalle labbra carnose di
Proserpina - Taci! O sarò costretta ad imbavagliarti... e a chiamare Ade per
farti compagnia..."
La proposta non era certamente allettante... L'uomo tacque soccombendo
all'imperiosità della notturna.

Allora Proserpina iniziò la sua danza.
Sfiorò prima lentamente il suo corpo, facendolo tremare ad ogni tocco, poi
assaggiò il suo sesso, baciò, lecco, lo fece affondare nella sua bocca calda
e famelica, morse, leggermente nonostante la fame che la straziava, succhio
avida dissetandosi di quel sapore acre, lo fece mugolare di piacere, lo fece
sussultare ad ogni affondo, quando il pene, gonfio e pulsante, sbatteva
contro la gola della donna...
Dopo un po' si fermò. Si passò una mano tra le gambe, e scoprì di essere
bagnata al punto giusto...
"Sei fantastica..." disse l'uomo ancora ansimando.
"Potrei fare di meglio." fu la risposta di Proserpina.
E mentre parlava gli fu sopra...
sfiorò prima la cappela con il suo sesso bagnato, fece in modo che pressasse
sul suo clitoride, che le provocasse quel piacere che da tempo aveva
perso...
poi si spostò leggermente in avanti ed iniziò a scendere con il bacino, e a
far penetrare il sesso svettante dell'uomo... lentamente, molto
lentamente...
finchè non gli fu tutto dentro, allora potè giocare, stringere, muoversi
ritmicamente, accellerare e rallentare...

"Come ti chiami?" gli chiese.
"Luca"
"Luca, sei un uomo interessante."
"E tu, come ti chiami?"
"Il mio nome non è importante, ora"
"Voglio toccarti, liberami le mani."
Proserpina si irritò: "MAI! nessun vivente mi toccherà, mai più, mai!" la
sua voce era terrificante. La sua ira pari ad un uragano.

La danza di passione si fece più intensa. Lei si divertiva a portarlo
sull'orlo del piacere e rallentare, e poi riportarlo sul baratro,
un'altalena continua che faceva impazzire il corpo e la mente dell'uomo.

"Basta. Non fermarti più, per favore!" disse lui ansimando.
"mmm implorami di metter fine alla tua agonia."
"Sì, ti imploro."
Proserpina rallentò ancora.
"So che puoi fare di meglio"
"Per favore, per favore, non fermarti, continua."
"Implorami."
"Ti imploro, metti fine a questa agonia"

Il movimento di Proserpina fu veloce.
Si sfilò il pugnale dalla cintura e glielo affondò nel cuore.

L'agonia era finita.

Si alzò, ed ancora nuda iniziò a mangiare il corpo dell'uomo, ancora caldo,
assieme al suo gatto.


Proserpina


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