L'incubo      di Fabio Piva

 

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Matteo si sveglia di colpo, come se l'avessero buttato giù dal letto; sgrana
gli occhi, per un attimo boccheggia, poi capisce di non essere più tra le
braccia di Morfeo e guarda la sveglia: 7.00 del mattino. C*!:o, la sveglia:
non l'ha sentita, ed è in ritardo di mezz'ora. Dovrebbe già essere in
viaggio verso la casa di Laura per poi partire per le vacanze, ed invece è
ancora a letto. Ho sbagliato ad uscire con gli amici ieri sera, pensa, ho
bevuto come una spugna ed ora guarda come sono ridotto!
Mentre velocemente si sta lavando e rivestendo gli ritorna in mente l'incubo
che l'ha svegliato di soprassalto: si era trovato in un bar che non
conosceva, stava guardandosi attorno per capire dove si trovava quando vide
Laura, la sua fidanzata, seduta  ad un tavolino. Decise di raggiungerla, ma
si fermò quando vide che seduto al suo fianco c'era un uomo, e gli si gelò
il sangue quando questi la baciò sulla bocca, dapprima scherzosamente, poi
con sempre maggiore passione. Non era possibile! Laura, la sua fidanzata, la
ragazza che gli era stata sempre fedele! No dev'essere un sogno! E nel sogno
Matteo si diede un pizzicotto, per tornare alla realtà che conosceva, ma
l'altro uomo non sparì, anzi si fece più audace con la sua Laura,
abbracciandola in vita, passandole le mani sulla schiena. Non può essere!
Adesso sicuramente lei gli darà una sberla! Ed invece Laura dimostrò di
apprezzare notevolmente le avanches dell'uomo, limonando con la stessa
passione.
A quel punto Matteo non sapeva più che fare, per un attimo aveva pensato di
voler sparire per sempre, talmente si era depresso, poi decise di tornare a
casa e parlare il giorno dopo con Laura. La fidanzata gli tolse però
l'imbarazzo della scelta quando si allontanò con l'uomo: Matteo non ebbe
dubbi e volle seguirli. Stava sempre alcune decine di metri dietro a loro e
rimuginava la sua vendetta mentre li osservava abbracciarsi teneramente come
due fidanzatini. Traditrice, pensava, devo fargliela pagare! ma la sua mente
era molto occupata nel cercare di capiere la direzione di quei due, e questi
erano pensieri vaghi in essa.
Li vide camminare a piedi sul marciapiede di una strada di città. Passarono
davanti al parco di una villa, davanti a una biblioteca, davanti a una
chiesa e improvvisamente riconobbe quei luoghi: era un quartiere periferico
della sua città, lo conosceva perchè ci abitava Giorg... C*!:o Giorgio, il
suo migliore amico, adesso riconosceva anche l'uomo che accompagnava Laura:
era il suo migliore amico. Si sarebbe preso a schiaffi da solo: tradito così
impunemente senza accorgersene. Si aggrappava ormai soltanto all'esile
speranza che non scopassero insieme, ma era un debole appiglio.
I due davanti svoltarono per entrare a casa di Giorgio, una bella villetta
immersa in un ricco giardino di quella zona residenziale. Senza farsi vedere
entrò anche lui nel giardino e andò a sistemarsi vicino a quella che sapeva
essere la finestra della camerea di Giorgio, nascosto dietro un albero: se
doveva esserci del movimento, sarebbe successo lì!
I fatti gli diedero ragione: dopo qualche minuto vide Laura e Giorgio
entrare in quella stanza, tenendosi abbracciati stretti stretti; appena
entrati l'uomo la strinse per le natiche sollevandola da terra ed
appoggiandola allo stipite della porta.
Continuò a baciarla mentre lentamente la faceva scivolare lungo lo stipite,
tenendole le mani sulle cosce e facendole scivolare verso l'alto la gonna.
Matteo non poteva sentire niente da lì, ma poteva immaginarsi i mugolii di
piacere di Laura, per quanto la conosceva e per quanto poteva vedere. La
vide aggrapparsi con forza al collo di Giorgio mentre scendeva sempre più
giù. Quando la gonna fu completamente alzata Giorgio con un colpo secco le
fece scendere le mutandine ai piedi. Matteo veddeva Laura chiaramente in
estasi, mentre si lasciava andare e si inginocchiava a terra, davanti a
Giorgio, aprendogli i pantaloni e tirandogli fuori il cazzo fortemente in
tiro: lo guardò pochi secondi, spostando la testa ora a destra ora a
sinistra con espressione ingenua, seguita attentamente dall'uomo che la
teneva per i capelli, poi con decisione aprì la bocca e lo lasciò entrare
completamente in lei. Giorgio era in estasi per merito del pompino di Laura
e Matteo non poteva dargli torto, ne aveva già sperimentati molti, e sapeva
quanta arte e passione ci mettesse la ragazza in questa pratica. La sua
bocca scorreva lungo tutta l'asta ora lentamente ora velocemente, seguendo i
ritmi dell'uomo, e prolungando al massimo la durata del piacere: riusciì a
far durare Giorgio per diversi minuti prima che questo le riempisse la bocca
con tanto liquido caldo, senza che lei perdesse una sola goccia. Matteo la
osservò con attenzione mentre Giorgio esplodeva in lei, vide il suo sguardo
fiero, felice di aver eccitato a tal punto un uomo, la osservò con passione
mentre lei con la lingua puliva per bene il glande dell'amico, avrebbe
voluto esserle di fronte mentre lei con un colpo secco mando giù lo sperma.
Ed invece gli toccava stare là dietro un albero, di fronte all finestra del
suo migliore amico, a guardarlo mentre sollevava di peso Laura e la stendeva
sul letto. La gonna era ancora sollevata, le mutandine erano già tolte, gli
rimaneva soltanto da togliere la camicetta e il reggiseno, cosa che fece
prontamente. Poi si dedicò a se stesso, spogliandosi velocemente dei propri
abiti. Si inginocchiò sul letto in mezzo alle gambe aperte di Laura che
aveva preso a masturbarsi con la mano. Il cazzo di Giorgio era di nuovo bene
in tiro, lui lasciò che fosse Laura a mettergli il preservativo; la ragazza
acconsentì di buon grado, svolgendo il compito con i tempi di uno
spogliarello, cosa che fece arrapare ancora di più l'uomo, il quale non
attese di più, la prese per le natiche, gliele sollevò e l'attirò a se,
penetrandola di botto. La cosa fece eccitare visibilmente Laura e quasi
uccise Matteo, che in un anno di fidanzamento si era visto sempre negare
quel frutto prelibato, lasciandosi concedere soltanto la bocca e il culo.
Passati i primi secondi di stupore e meraviglia, iniziò a farsi strada in
lui un forte sentimento di odio nei confronti della ragazza, sentimento che
cresceva con l'aumentare del numero di pompate che Giorgio dava alla
partner. Mentre stava per accarezzare l'idea di entrare in casa dell'amico e
sctenare un putiferio, si risvegliò di colpo dal sogno.
Ripensando a questo Matteo si stava vestendo: doveva fare in fretta, era già
in ritardo. Però, che sogno, pensò, ma no! è soltanto un sogno, non può
succedere veramente! Non ci pensò più mentre correva velocemente per la
strada quasi deserta nella stagione estiva, mentre suonava a casa della
ragazza senza sentire risposta. Gli tornarono in mente quelle figure dopo
aver provato a chiamarla più volte sul cellulare, anche lì senza avere
risposta. Se ne è dimenticata, pensò, oppure...
Non terminò la frase, perchè si mise immediatamente in viaggio verso la casa
dell'amico Giorgio. Vi arrivò dopo pochi minuti. Con fare deciso entrò nel
giardino: non c'era pericolo che qualcuno lo vedesse, a quell'ora in quel
quartiere, e poi c'era tanta vegetazione. Ripercorse con la morte nel cuore
la strada fatta nel sogno, arrivando davanti alla finestra della camera.
Prese fiato e si fece coraggio, si sollevò a guardare e immediatamente volle
morire: stesi abbracciati sul letto c'erano Giorgio e Laura, sul pavimento i
vestiti che gli aveva visto addosso nel sogno.

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By Fabio Piva