Rebecca di Leo

 

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Oggi è una giornata particolare, arriva la mia cognatina dal paese insieme
alla madre nonché mia suocera.
Con lei, arriverà una sferzata di aria nuova, di allegria e, di una sottile
complicità che cè tra noi.
Rebecca, questo è il suo nome, ha una lunga chioma di capelli biondi, di cui
lei tiene in modo particolare, quasi maniacale, che con movimenti
aggraziati, formando brevi spirali, svolazza compiaciuta.
Non tutti lo sanno, è un segnale che lei trasmette, come se volesse
comunicare  al primo recettore la sua eccitazione.
Questo segnale, quasi fosse un codice morse, non lo ha notato nemmeno il
marito, troppo intento al suo lavoro di ricecartore al C.N.R, lavoro che,
spesso lo costringe a lunghi periodi lontano da casa per raggiungere mete
del tipo "polo nord", dove, secondo me, ha qualche sua colleguccia che lo
spompina ben bene.
Ebbene, quella mattina presi la mia auto e accompagnai mia moglie al lavoro
e mia figlia a scuola e, durante il tragitto, non facevo altro che pensare a
Rebecca.
Mi domandai se per caso fossi attratto sentimentalmente da lei, ma, con
estrema immediatezza rimossi questo pensiero, anche perché mi piaceva
immaginarla al di fuori della sfera sentimentale.
Lasciai la mia pargola a scuola e mi diressi alla stazione, esattamente al
binario 7, il treno stranamente arrivava puntuale, ore 9.00.
Rimasi fermo nell'attesa di cogliere la sua folta chioma spuntare in mezzo
ad una miriade di viaggiatori, ero eccitato, non vedevo l'ora di
abbracciarla, di sentire il suo calore, il suo odore.
Ed eccola finalmente materializzarsi con quella sua figura solare agitando
il braccio, si era proprio lei insieme a mia suocera, con appresso due
valige trainate con fatica, mi chiesi " chissà, avrà con sé un guardaroba
intero" era comunque scontato " fanatica com'è!".
La guardai negli occhi con un sorriso accattivante sussurrandogli:
< ciao Rebecca!, ben arrivata >
< ciao dolce! ben trovato >
e ci scambiammo un tenero e dolce bacio sfiorandoci con gli angoli delle
labbra, quello era il nostro bacio, travisato in ben altre intenzioni.
Salutai mia suocera con il più falso degli abbracci, presi la sua valigia e
iniziai a trascinarla verso l'uscita senza dire più una parola.
Così, montammo in macchina e, quanto in meno si possa immaginare, in un
batter d'occhio giungemmo a casa.
Rebecca appena giunta volle liberarsi dei suoi vestiti per mettersi qualcosa
di più comodo   portandosi in camera mia, aprì l'armadio di mia moglie e
prese un lungo vestito di cotone leggerissimo quasi trasparente, lo pose sul
letto e iniziò a spogliarsi.
Aveva lasciato la porta socchiusa facendo intravedere il suo strip, si chinò
per sfilare i jeans e mostrò due belle chiappe sode con indosso un perizoma
bianco dove spuntava tutta la sua peluria chiara soffermandosi in quella
posizione per grattarsi le dita dei piedi.
Lo spettacolo era sublime, gia' sentivo l'odore della sua calda e morbida
fica, ammirarla per me era
diventata una vera mania, sentivo l'acquolina in bocca, pronto a leccarla e
assaporare i suoi umori, quando all'improvviso spunto' mia suocera che mi
vide intento a spiare Rebecca ma, con fare malandrino e svelto entrando in
camera dissi: " Rebecca! Oh! Ma sei nuda! Scusa! Comunque volevo dirti che l
'asciugacapelli è rotto" lei capendo tutto disse:" ah! Meno male che mi hai
avvisato in tempo, stavo per andare in doccia, smak!".(ma il fon funzionava
eccome!)
Uscii dalla stanza notando un'aria di soddisfazione di mia suocera, avevo
salvato capre e cavoli.
Andai in cucina e trovai mia suocera intenta a fare il caffè chiedendomi se
ne avessi voluto, dopo di che mi chiese di accompagnarla al mercato sotto
casa.
Così facendo la portai al mercato dove con grande sorpresa lei incontrò un'
amica , " e vai! immaginate che meraviglioso connubio, due amiche che non si
vedono da tanto! Tradotto in ore di assenza? Non so.
Mi congedai da loro e raggiunsi con velocità della luce casa, li mi
attendeva Rebecca.
Entrai in punta di piedi, quasi come se non volessi rompere un'incantesimo
che si stava materializzando proprio in quel momento.
Sentivo nell'aria odore di bagno schiuma speziato, di profumi orientali,
quando all'improvviso mi comparve davanti, bella, statuaria con ancora
indosso l'accappatoio e, senza dire una parola, ci guardammo intensamente,
lei fece il solito movimento con la testa svolazzando i capelli a forma di
otto, si avvicinò sfiorandomi dolcemente le labbra.
La presi per il collo sfiorando il suo lobo con le labbra, portandomi
lentamente a baciarle il collo dandogli un leggero morso  le strinsi le sue
belle chiappe sode, accompagnato da un leggero mugolio di piacere.
"Sai!" disse ansimando, facendo un lungo sospiro " è circa un mese che non
scopo".
Fece cadere l'accappatoio per terra, mentre, un lungo bacio ci stava
lentamente riscaldando.
Presi a scendere con le labbra lentamente sul suo corpo levigato e morbido,
sentivo il suo corpo fremere sotto i colpi che gli davo con la lingua, con
le sue mani che mi attanagliavano la testa.
Quando giunsi sul pube, sentii un leggero gridolino, l'odore della sua fica
si faceva sempre più intenso, mi stava entrando nel cervello e come un
istinto animalesco mi avventai sulla sua fica calda e umida già sbrodolante
di dolci e mielosi umori.
Ero giunto al paradiso, con la lingua scrutavo ogni centimetro della sua
dolce cavità fino a giungere al clitoride che stava lì ansimante di un dolce
tocco, pronto a far esplodere il piacere di Rebecca.
La lingua iniziò a scorrere dolcemente sul suo clitoride, sentendola
ansimare sempre più, la mia testa tra le sue mani che spingeva con forza
quando presi a succhiarglielo lanciando un gridolino mozzafiato, che mi fece
impazzire.
Mi staccai, volevo spogliarmi ma Rebecca mi anticipò, mi tirò giù i
pantaloni, i boxer e, prese con avidità a succhiarmelo, facendo dei
bellissimi ghiri gori con la lingua attorno alla cappella come solo lei
sapeva fare.
La sua arte di fare pompini era innata in lei, nel suo DNA era evidentemente
evidenziata la voce pompini, li fa con dedizione e passione.
Ci posizionammo sul tappeto del bagno a 69, cominciando a gemere come pazzi.
Mentre leccavo la sua calda fica, infilai "come un mastro formaggiaio fa con
la sua forma di parmigiano per sentirne e saggiarne la consistenza" un dito
ben lubrificato di saliva nel suo culetto già pronto ad accoglierlo per poi
sfilarglielo e saggiarne i suoi odori deliziosamente acri, che vanno dritti
sparati al cervello dandoti una sensazione di ebrezza.
Improvvisamente Rebecca disse:" dai! Fallo adesso, sodomizzami!
Sfondami!sarò la tua troia"
"Già, entrai davvero come il cavallo di troia" sfondare quella porta per me
fu una soddisfazione.
Si inarcò come una gattina, ponendomi quel dolce paradiso che lubrificai
abbondantemente di saliva. Posi dolcemente la mia grossa cappella che,
accompagnata dal suo risucchio, spingendola con fare quasi animalesco la
penetrai.
Sotto quei  colpi dati con forza facendogli sbattere le palle sulla sua
fichetta aperta e sbrodolante di piacere la sententivo gemere, accompagnato
da un favoloso sgrillettamento da parte sua.
Stavamo raggiungendo l'estasi, eravamo giunti al culmine del nostro piacere,
lo sentivo dalle sue vibrazioni accompagnate da contrazioni ripetute e
continue.
Posi la mano sulla sua, volevo partecipare e accompagnare il suo dolce e
sinuoso movimento sul clito, carpire ogni suo movimento di goduria.
Nel muoverci sul clito sentivo l'energia che emanava e mentre ci muovevamo
con la mano le allargavo le labbra come se qualcos'altro dovesse entrare
nella sua cavità.
Le sussurrai :" ti piacerebbe adesso avere un bel pisellone dentro la tua
fica? Eh! "
"cavolo! Non dirmelo! Bastardo! Certo che mi piacerebbe averlo e sentrmi
sfondare da due maschioni, anzi! Da tre!"
Rimasi perplesso da quella sua affermazione " da tre ! wow! Così mi fai
eccitare ancora di più porca!", stavo per esplodere ma mi trattenni, volevo
che il nostro amplesso sfociasse in una cosa unica, poi lei mi ripetè:"
dammi un dito in bocca voglio succhiartelo come se facessi un pompino,
voglio immaginare un bel cazzone che mi sborra in bocca! Si ! dai! Dammelo
che vengo!"
Quando gli misi il dito in bocca lei cominciò a menarlo come se fosse
davvero un bel cazzo "simulava alla perfezione il pompino".
Cominciò ad aumentare il ritmo sul dito come se volesse far venire l'
ipotetico cazzo e subito dopo mi annunciò con un grido che veniva.
Si, stava venendo, le sue urla, la sua forza di trasmettere passione mi fece
esplodere nel suo culo inondandolo di sborra, l'amplesso era riuscito alla
perfezione, avevamo entrambi raggiunto l'apice insieme con somma
soddisfazione.
Ci riguardammo con aria soddisfatta e, sussurrandomi mi disse " voglio
essere sempre la tua troia".

 

 

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By LEO