VIA   Di Ætereo

 

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È pomeriggio. Il caldo si fa sentire. Dopo aver sorseggiato il suo latte e
menta, fa un respiro profondo e mi dice:



- Via. Solo con te stesso e nessun altro. Con un viaggio che può portarti a
conoscere mondi e modi di fare nuovi. Con le esperienze che hai già e quelle
che farai. Convinto che puoi anche sbagliare, ma che ti sentirai certamente
molto meglio rispetto al rimanere fermo nel tuo mondo. Già, il tuo mondo.
Tuo solo perché sei tu ad appartenere ad esso e non il contrario. Per che
allora lo chiami tuo? Non c'è un rapporto reciproco. Qui il tuo cervello
corre al doppio della velocità degli altri. Anche alla guida della tua
automobile. Non ti interessa di gareggiare. Ti interessa solo correre. Non
ti interessa il confronto. Non ti interessa neppure il pubblico. Sogni solo
la tua route 66 che si srotola solitaria nel territorio degli States.

E se lei è con te, sai che durante le pause, nelle oasi di benzinai,
potresti dirle senza paura che qualcuno ti giudichi, che l'ami, che la
desideri, che come lei nessuno mai ha saputo starti vicino.

Che chiameresti l'extraterrestre per venirti a pigliare, e non gli
chiederesti di ritornare. Che adesso vuoi solo realizzarti. Che nemmeno lei
potrà mai capire quanto il suo amore può essere anche visto come una tela
vischiosa. Che il vischio che hai tirato fuori dal suo fiore è in realtà il
miele più gustoso che tu abbia mai assaporato. Il suo miele lei lo cosparge
sulla punta di ogni freccia che centra il tuo cuore, con i suoi stati d'
animo di malinconia e di tristezza per la tua voglia di ignoto.

Che non ti interessa un'altra. Che la lasceresti per tornare solamente a
corteggiarla come non hai mai avuto bisogno di fare. Perché è caduta fra le
tue braccia dopo tre volte che vi siete visti. Che il suo amore ti soffoca
come una prigione dorata. Che ti basterebbe anche non avere una mammina che
ti chiama ad ogni ora chiedendoti dei calzini e che intanto si domanda se
sei capace di vivere da solo.

Che sai già che ti mancherà, con la sua vocina da bambina che ti fa
impazzire, e che comunque qui hai già tutte le alternative per non
partire...

Che poi ti dovrai concentrare parecchio per cercare di sentire le sue dita
affusolate che ti accarezzano il torace villoso, il collo, il viso. Che ti
stropicciano le orecchie. Il suo viso che ti bacia e non sai mai distinguere
chi di voi due si sta perdendo veramente. La sua lingua che poi scende a
farti impazzire nell'orecchio (e li non resisti.), dedicandosi poi al collo
alla spalla, al capezzolo e tu sei già una macchina che sta per andare fuori
giri, impegnato in una curva in contro sterzo.

Poi scende con la lingua e tutta la bocca per il fianco e sai già che sarà
il destro, quello che poi, per via della cicatrice dell'ernia, la porterà
alla base del sesso. Il resto non merita la descrizione accurata da parte
mia.

Sai che non vai via perché poi lei venga al più presto a raggiungerti, e
nemmeno per sentirti dire ogni sera al telefono che le manchi. E nemmeno per
immaginare le sue lacrime quando vai via.

Non sarà una sega a farti star bene. E nemmeno il tentativo di cercare di
accarezzarti come fa lei. E nemmeno l'immaginazione di lei che, imperiosa, è
seduta su di te e si muove con movimenti prima piccoli, e poi via via sempre
più ampi fino a che il suo antro fluido viene ulteriormente lubrificato da
te.

E che d'estate non ti basterà scivolare con la mano sul tuo sudore per
immaginare il suo corpo flessuoso scorrere su di te.

E che puoi anche scappare, ma la realtà è fatta anche da ciò che hai
costruito. E tu oramai sei pieno solo dell'orgoglio di ciò che hai fatto
finora. Perché di tutti i terreni presi insieme, di tutte le case, di tutti
i progetti che hai realizzato, adesso non ti rimane che quello.

E che se dove andrai il trattamento delle tue costruzioni sarà come quello
che c'è qui, tornare indietro sarà come il ritorno degli"occhi di falco
ingabbiato" si Paola Turci. Certo non tornerai "ammanettato dalla libertà"
perché non sei un delinquente, ma un po' con la faccia dell'inculato
tornerai. Ma mi dici chi te lo fa fare?



Ho taciuto un poco , davanti a tutti i miei segreti e sentimenti non solo
amorosi così scodellati e serviti in un pasto amaro. Poi ho detto:

- Grazie tante Tonino. Sei stato sempre come un padre per me ed a maggior
ragione adesso che mio padre non c'è più. E con te sono riuscito a dire
sempre tutto. Mi conosci come forse io nemmeno mi conosco. Ma sai bene come
sono fatto. So che la tecnica e le scienze sono cresciute nel tempo
rifacendosi alle esperienze dei propri predecessori, ma non riesco a vivere
se non ci provo. Non prenderla come il rifiuto del tuo consiglio. TI voglio
bene e ti rispetto. Ma voglio sentire la mia vita più mia. Solo questo. E di
ciò che sarà domani lo scopriremo solo giorno per giorno. Anche con lei.

 

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By Ingegnereo