FERRARA |
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mercoledì 29 marzo 2000, V di Quaresima |
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"Scuola complessa e fragile Docente di lettere con trent'anni di esperienza, dalla cattedra del prestigioso liceo Beccaria Roberto Vecchioni ha sviluppato naturalmente un suo ben preciso punto di vista sui cambiamenti e sullo stato della scuola italiana. E una collega (professoressa) nonché ammiratrice ("ho accompagnato qui mia figlia di 20 anni che l'adora, come me") gli fornito il... "la" per esprimerlo. "Il mio dramma è questo - ha esordito Vincenzina D'Elia - la scuola è in crisi, è sempre meno in grado di spiegare, di insegnare la vita. C'è un modo per salvarla, questa scuola?". Non si è dimostrato molto ottimista, Roberto Vecchioni, secondo il quale oggi la scuola è al tempo stesso una struttura complessa e fragile, "con elementi tenuti insieme con lo sputo". E se gli insegnanti hanno ragione a sentirsi frustrati e malcontenti ("sono intellettuali trattati come fattorini"), sta anche a loro accettare, se non stimolare, i cambiamenti, "ma i cambiamenti veri, quelli per i quali può anche essere necessario soffrire". Quindi, "è inutile che gli insegnanti vadano a braccetto a protestare sotto il Ministero quando le leggi sono già state decise, devono muoversi prima". Quello dell'insegnante è un compito difficile e difficilmente quantificabile", per cui "se un professore insegna bene è sottopagato, ma se insegna male è sovrapagato". Ma un bravo docente, ha insistito Vecchioni, "non è quello che semplicemente entra in classe, fa l'appello, firma il registro e mette i voti (un applauso scrosciante da parte degli studenti). Perché non basta sapere la propria materia, non basta sedersi in cattedra la mattina e pensare che il proprio compito sia finito lì. Anche se per fare di più ci vorrebbero stipendi più decenti". Ma ce n'è anche per i ragazzi: "La nuova maturità è già qualcosa". Un brontolio. "Cosa credete, che le cose migliori siano sempre quelle più facili?". Secondo Vecchioni quello che la scuola deve prima di tutto recuperare è l'umanesimo, inteso come continuità, "perché a cambiare è l'equipaggio, ma la nave è sempre la stessa". Così, per gli stessi ragazzi la scuola vissuta come semplice momento di passagio perde gran parte del suo valore formativo: "Manca la consapevolezza di vivere un momento fondamentale della propria esistenza, durante il quale è importante saper cogliere tutti gli insegnamenti". |
Roberto Vecchioni ieri alla sala Boldini Ha partecipato anche la classe IV Y (nota di Enzo Padovani) |
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