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CRISTIANO DE ANDRÈ

Scaramante

Target/Edel 2001

Malgrado Cristiano De André abbia iniziato in giovanissima età la sua attività professionale, con il gruppo dei Tempi Duri, la sua carriera non si può certo definire prolifica: una manciata di CD dal 1987 ad oggi e ben sei anni di distanza fra questo nuovo album e il precedente “Sul Confine”. Lui è artista di notevole spessore, un polistrumentista (chitarre acustiche, violino, bouzouki, tastiere, tromba sinth, piano rhodes) con gli attributi e di classe, musicista nel senso più ampio del termine. Il titolo del CD non è riferito solo alla scaramanzia. “Scaramante” è, infatti, anche il nome di un germoglio che tenta di nascere in una terra arida, chiaramente rappresentato sulla copertina. Tutti i brani sono caratterizzati da un’interessante ricerca sonora impregnata di atmosfere etniche, di world music, di voci e cori particolari, amalgamati con contaminazioni derivate dalla musica rock ed elettronica. In questo progetto i musicisti diventano dei “complici” impegnati a tessere tessuti sonori da ascoltare con attenzione. Spiccano in particolare Giovanni Imparato (percussioni), Roberto Melone (basso), Rocco Zifarelli (chitarra classica ed elettrica), Stefano Melone (tastiere e programmazioni), Sergio Barlozzi (batteria). Da segnalare che nel coro di Le quaranta carte compare la sorella Luvi. Alla stesura delle liriche e delle musiche hanno collaborato tra gli altri Oliviero Malaspina, Danny Greggio, Rudy Marra e Mauro Pagani. Le canzoni che compongono il disco, pur essendo tutte indipendenti, sembrano fare parte di un discorso unitario e omogeneo, soprattutto per quanto riguarda i testi, quasi tutti legati dal filo comune della “scaramanzia”. Molto interessante è quello di Fragile scusa, una specie di confessione autobiografica delle proprie responsabilità e degli errori commessi, una presa di coscienza per il futuro. Un personale omaggio al padre è contenuto in Il silenzio e la luce, dove la voce è accompagnata unicamente dal piano. Verranno fatti paragoni con Fabrizio, ma nel caso di Cristiano non è giusto parlare di eredità artistica, ma di “dote”, di un lascito di cultura, passione, background, atto a costruire una carriera che ormai brilla di luce propria. Non è un’eredità immeritata e sfrutta: in questo album tutte le canzoni meritano una particolare citazione ed un ascolto attento.

Stefano Tognoni