Con i transiti marittimi la Puglia si inserì in quel processo di fermenti culturali, testimoniati già in età micenea e documentati nel golfo di Taranto e nel Salento, ma anche sulla costa adriatica a Brindisi, nell'insediamento costiero di Punta Le Terrare.
Con l'XI secolo i rapporti fra le opposte sponde dell'Adriatico si intensificarono grazie alle numerose migrazioni degli abitanti delle coste orientali.
È indubbio l'apporto dato da questo popolo di migratori, noti con il nome di Iapigi, alla formazione in Puglia fra il IX e l'VIII secolo a.C. di una cultura unitaria apula, sia pure geograficamente articolata in dauna, peuceta e messapica.
Con la fondazione, alla fine dell'VIII secolo a.C., della colonia di Taranto ad opera di spartani guidati da Falanto e soprattutto con il consolidarsi del potere economico e politico di tale città, nel corso del IV secolo a.C., i rapporti fra la Puglia, la Grecia e la costa illirica dell'Adriatico si rinsaldarono.
Questi rapporti non si arrestarono con la colonizzazione romana allorché Brindisi, legata alla politica militare di Roma in Oriente, divenne anche base strategica commerciale per la localizzazione di fabbriche di anfore olearie e vinarie utilizzate per il trasporto marittimo verso i grandi mercati del Mediterraneo.
Visto in questo senso il mare Mediterraneo assurse a ruolo di tessitore, fra le opposte sponde, di scambi economici e non solo, in quanto sul mare e attraverso di esso transitavano anche artisti, uomini di pensiero, artigiani, maestranze e con loro opere d'arte, religioni e culture.