capotesto -N-el centro storico di Brindisi ha sede il Museo Archeologico Provinciale della città.
Ad ospitarlo è un ampio edificio, costruito nella seconda metà degli anni cinquanta, a ridosso dell'antico porticato dei Cavalieri di San Giovanni Gerosolomitano.

Il Museo, di pertinenza della Provincia, fu aperto al pubblico il 1956.
La nuova istituzione nasceva dall'esigenza di esporre, in maniera più razionale, i reperti archeologici facenti parte delle ottocentesche Collezioni Civica e De Leo, fino ad allora conservate rispettivamente nel Museo Civico di San Giovanni al Sepolcro e nella Biblioteca Arcivescovile Annibale De Leo, e della Collezione Gorga affidata nel 1956 dal Ministero Pubblica Istruzione al costituendo Museo Archeologico F. Ribezzo.

Atrio del Museo
  atrio

Nello stesso edificio furono collocate la Biblioteca provinciale e il Provveditorato agli Studi: si creava così alla fine degli anni cinquanta un rapporto proficuo e diretto fra istituzioni culturali cittadine.
Agli inizi degli anni ottanta Provveditorato e Biblioteca furono trasferiti in altre sedi, rendendo possibile un ampliamento del Museo.
La disponibilità di nuovi spazi ha offerto la possibilità di concepire un progetto strutturale ed espositivo, reso urgente dalla immissione di materiali archeologici recuperati in scavi effettuati a Brindisi e nel territorio circostante e dall'acquisto della Collezione Marzano.
Alla luce di più moderni criteri didattici e museografici sono state riorganizzate le Collezioni Civica, De Leo, Marzano e Gorga distinguendole dai reperti provenienti da scavi che illustrano la storia della città e del suo territorio, dai più antichi insediamenti preistorici al periodo medioevale.


Al visitatore vengono così proposti tre differenti percorsi:
  1. La sezione epigrafica e statuaria.
  2. Le collezioni storiche.
  3. Brindisi e il suo territorio.


Di grande interesse è il primo percorso che dall'atrio, dove sono sistemate alcune stele, iscrizioni e sculture di età romana, si dipana più compiutamente nel sotterraneo, in cui sono collocate le epigrafi e le statue rinvenute sia in città, che nel territorio di pertinenza.


Il secondo percorso, che si sviluppa tra il pianterreno e il secondo piano, attraversa le collezioni storiche del Museo.

La lettura proposta per le collezioni storiche è essenzialmente tipologica trattandosi di materiale frutto di acquisti sul mercato antiquario o di recuperi di rinvenimenti occasionali, privi del contesto archeologico, cioè di notizie inerenti alla circostanza e al luogo di rinvenimento.


Il terzo percorso, che prevede la visita ai reperti archeologici provenienti da Brindisi e provincia, ordinati secondo criteri cronologici, è tutt'oggi in fase progettuale, essendo stata realizzata solo la Sezione Preistorica.


Attualmente sono in corso studi di progettazione per il restauro e l'adeguamento di ampi locali al piano terra, che consentiranno l'uso di spazi espositivi per la sezione di Archeologia Subacquea, dove troverà una idonea collocazione il copiosissimo materiale archeologico recuperato durante le campagne di scavo effettuate dal Museo, lungo il litorale brindisino da Egnazia a Torre Mattarelle, a partire dal 1972.


Piede in bronzo
di età romano imperiale
piedeAi ceppi di ancora in pietra e in piombo, alle numerose anfore da trasporto, alla abbondante ceramica da mensa e soprattutto al piede bronzeo di statua femminile della lunghezza di 51 centimetri, verranno ad aggiungersi i numerosi frammenti di statue in bronzo recuperati nella recente campagna di scavo di archeologia subacquea di Punta del Serrone: due torsi maschili, di cui uno panneggiato, arti maschili e femminili nudi o panneggiati con dita inanellate quelli superiori, nudi o con calzari quelli inferiori, panneggi sinuosi e sette teste riconducibili a sculture decorative e onorarie databili in un periodo compreso fra il IV sec. a.C. e il III sec. d.C.

Ritratti in bronzo da Punta del Serrone

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