PERCORSO n° 1

Sezione Epigrafica (Sala I)

La raccolta epigrafica costituisce il nucleo più importante della collezione Civica.
Ordinata con criteri espositivi aggiornati, comprende in prevalenza lastre e stele, alcune are, poche edicole, due cippi miliari, materiali tutti provenienti in massima parte dalle aree necropolari della città di Brindisi, poste lungo il percorso della Appia e Appia-Traiana, e solo eccezionalmente sono corredati dai contesti archeologici di origine.


Epigrafe decorata con attrezzi a ricordo della professione del defunto
epigrafeCronologicamente le epigrafi si collocano in un arco di tempo che va dal I sec. a.C. al III-IV sec. d.C. Per la maggior parte sono redatte in lingua latina, dieci in lingua greca e tre in lingua ebraica; fra queste ultime degna di particolare menzione è la stele in cui il dedicante augura ad una giovane donna di nome Lea che le siano aperti i giardini dell'Eden.
Per le epigrafi redatte in lingua latina il gruppo più cospicuo è costituito da iscrizioni funerarie, siano esse stele, edicole o are.
I principali elementi che costituiscono le iscrizioni funerarie sono la formula iniziale D M (Dis Manibus-agli Dei Mani) vale a dire una dedica agli Dei protettori della tomba; seguono il nome del defunto e l'indicazione degli anni; a volte si fa menzione delle cariche politiche e militari o della professione esercitata in vita, più frequentemente si indica il rapporto di parentela fra il defunto e il dedicante.
Una statistica sulla mortalità porta alla considerazione che, per gli uomini, stante i pochi casi di morte senile, il limite di vita si aggira dai 30 ai 40 anni, con una forte mortalità infantile, e per le donne fra i 18 e i 25 anni.
Spesso le epigrafi oltre alla parte scritta, recano disegni decorativi ad intagli e ad incavo: palmette, rosette, motivi foliati; ma anche disegni di chiaro significato apotropaico: un pesce, o una mano incisa su un'ara esposta nell'atrio del Museo; e oggetti di uso comune. Alcuni attrezzi sono raffigurati a ricordo della professione esercitata dal defunto.

Sezione Statuaria (Sala I)

La raccolta statuaria raggruppa statue e ritratti rinvenuti, quasi tutti, negli scavi condotti a Brindisi e nel territorio circostante, fra la fine del secolo scorso e gli inizi di questo ultimo; si tratta in genere di opere minori funerarie e decorative, queste ultime a volte copie di originali famosi, ascrivibili in un arco cronologico abbastanza ampio, coincidente con il I sec. a.C. e il II sec. d.C.. Presumibilmente lo sviluppo dell'arte nella provincia di Brindisi si svolse parallelamente a quello di Roma e ciò fu reso possibile dal momento che i due centri erano collegati per mezzo della via Appia. Quando Roma perse il suo impero, anche Brindisi fu condannata ad un processo di irreparabile involuzione sia commerciale che artistica.
Le opere che ci restano lasciano comunque intravedere il caratterre artigianale della produzione. Nei ritratti si nota un certo interesse nel riprodurre le finezze espressive e i tratti del volto. Nel complesso la statuaria non è priva di qualsiasi originalità e di caratteri propri.
Brindisi fu influenzata dalla Grecia dopo che, divenuta colonia latina nel 244 a.C., divenne ricca di cantieri navali, di traffico e fervida di attività economiche e di scambi con l'Oriente.


Ritratto femminile
ritrattoI contatti con l'Ellinismo, in particolare, furono molto intensi. La presenza della civiltà ellenistica in Brindisi è testimoniata, per quanto riguarda la scultura, da due ritratti databili fra il I sec. a.C. e il I sec. d.C., e da due statue rappresentanti presumibilmente Ninfe o Afrodite vestita.
Notevole interesse riveste la statua acefala di figura femminile vestita di chitone e himation, databile alla fine del II sec. a.C.

Statua femminile raffigurante una Ninfa o Afrodite
statuaAlla cultura funeraria rimanda la statua di un personaggio femminile, databile al I sec. d.C., presumibilmente una replica romana di un originale greco della tradizione d'arte del IV sec. a.C., periodo in cui questo tipo è adottato per la scultura funeraria.