capotesto -I-l Museo Civico Archeologico U. Granafei fu istituito nel 1935 con una donazione privata che faceva parte della Biblioteca Popolare omonima.
Si è successivamente arricchito con i materiali di altre donazioni, rinvenimenti fortuiti, campagne di scavo, e grazie anche ai reperti assegnati in deposito dalla Soprintendenza Archeologica della Puglia. Attualmente il patrimonio complessivo è di circa 2.500 reperti, di cui circa 1.000 esposti.

Cratere stile Gnathia
(Primi decenni III sec. a.C.)
cratereGran parte delle teche documenta la cultura materiale dell'età messapica (VI-IV sec. a.C.), relativamente nell'area urbanaed a quella dei due villaggi apuli di "Muro Tenente" (Scamnum) e "Muro Maurizio" (Graxa), compresi nell'ambito territoriale della città. Le restanti teche illustrano vasellame dell'età del Bronzo, reperti di industri litica, reperti di età romana e ceramica di età medievale.
Il lapidarium è costituito prevalentemente di iscrizioni latine, a testimonianza dell'importanza dell'insediamento romano nell'ager brundisinus dopo la conquista avvenuta attorno al 240 a.C.; vi è anche una lastra tombale con iscrizione messapica, proveniente da "Muro Tenente". Di notevole importanza l'iscrizione votiva a Diovei Mourgo (Giove delle Murge); proveniente da "Muro Maurizio" e databile alla fine del II sec. a.C., essa testimonia l'innesto del culto di Giove sulla tradizione messapica. La maggior parte delle iscrizioni è dedicata a liberti e servi; una è dedicata ad un Augustale; un'altra, proveniente dal territorio brindisino, è dedicata ad un classiarius (comandante) della liburna triton (tipo di nave romana). Vi si conserva anche un miliarius (databile al 313 a.C.) della via Appia, la quale attraversava l'attuale centro abitato. Vi sono, inoltre, frammenti di iscrizioni messapiche e greche, assieme a numerose macine di età messapica.

Hydria messapica
hydriaLa maggior parte dei corredi documenta le due necropoli messapiche finora accertate nell'ambito urbano: quella settentrionale (contrada Amendoleto) e quella meridionale (contrada S. Andrea). Si tratta di materiale tipico della civiltà indigena (trozzelle, crateri, patere, ecc.) e di pochi oggetti d'importazione in cui è rintracciabile l'influenza attica e tarentina. Notevole è il corredo, proveniente dalla necropoli meridionale, ritrovato in una tomba a semicamera integra, databile al periodo ellenistico, che fu rinvenuta ne 1988 ed è stata ricomposta idealmente in tre vetrine contigue. Questo corredo è costituito da 33 reperti, tra cui un grande cratere a volute a figure rosse, un grande cratere a campana dello stile Gnathia su cui è raffigurato un corteo dionisiaco, vari craterischi e anforette di stile Gnathia, due anfore vinarie (una cnidia ed una rodia), numerose foglie di alloro auree relative ad una corona o diadema. La tomba è stata ricostruita in una sala del Castello comunale.

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