Quando F.Ciusa concluse gli studi, presso l'Accademia di Belle Arti di Firenze ( 1899-1902 ), tornò in Sardegna dove vi rimase per sempre, nonostante le offerte che riceveva dall'estero. Trascorse qualche tempo a Sassari ( 1903-1904 ), ove nacque un'amicizia col pittore sardo Giuseppe Biasi.

Ritornato a Nuoro intorno al 1907 iniziò a scolpire l' opera che poi lo rese celebre, "La madre dell'ucciso". Infatti con quell'opera prima non fu selezionato per andare alla mostra di Venezia e dopo con la stessa opera la vinse. Che divenisse un artista famoso si sarebbe visto subito, infatti da quello che faceva dimostrava di essere una persona dotata di una spiccata intelligenza. F.Ciusa aveva un dono innato per la scultura, riuscì pure ad ottenere un sussidio annuo di 300 lire dal comune di Nuoro, che gli permise di andare a Firenze presso l'Accademia di Belle Arti.

Fra i suoi principali maestri, dobbiamo elencarne alcuni come G.Fattori e D. Trentacoste per quanto riguarda il campo della scultura. L'opera più famosa e quella che l'ha portato al successo è stata "La madre dell'ucciso", questa opera vede la madre con pietà; in essa traspare l'immagine di una vita all'interno di una società che voleva la madre soggiogata in casa, dove non si credeva nella giustizia, ad economia prevalentemente agro-pastorale. La figura di questa donna che aveva le mani e i piedi scoperti esprimeva per intero il tipo di tenore di vita diffuso a quell'epoca a Nuoro e dintorni, e che Ciusa aveva vissuto quand'era bambino. L'opera risente della sensibilità dell'artista scossa da tristi avvenimenti di delitti feroci e morti misteriose e sentite con le storie dagli anziani del tempo.

Altre due opere principali sono "Il pane" e la "La Filatrice" (1908-1909). La prima opera esprime il simbolo del lavoro dell'uomo, e le premesse di una famiglia che vive in gioia e amore. F.Ciusa non fu mai capito dalla critica, in quanto raccontava la sua vita scolpendo una roccia e non scrivendola .La seconda scultura, "La Filatrice" è stata elaborata dalla storia di Franzisku e Salvatora, una coppia di adolescenti innamorati, che non hanno mai svelato il loro amore a nessuno; lei era una bella fanciulla , che stava sostituendo la madre, la filatrice del rione di "Santu Caralu" , nel compito di filare la lana; Salvatora filava la lana fuori del balcone in legno, e questo divertiva tutti i bambini del rione; Franziskeddu era innamorato di Salvatora ma il suo amore non glielo confessò mai. Di questa storia F.Ciusa scolpì l'opera che fu esposta alla biennale di Venezia (1909), mentre in Sardegna fu esposta a Sassari presso la 1° Biennale d'arte Sarda.

Un'altra scultura che scolpì F.Ciusa fu "Il nomade"; quest'opera rivolgeva lo sguardo verso altre terre lontane; Le altre sculture che F.Ciusa compose sono: "Dolorante anima sarda" (1911), " La bontà" (1911), "Il cainita" (1914), "Il ritorno" (1922), " Il sacco di orbace " (1922), "La camana" (1922), "Sposina di Nuoro" (1922), "Cuffietta di Desulo" (1925), "Vibrazioni di violino" (1926), "Anfora Sarda" (1927), "Il bacio" (1930), "Torso di Vittoria" (1932), "La bagnante" (1933), "Testina che ride"( 1933 ), "Il pane storiato" (1933), "Prua di Sardegna" ( 1934 ), "La vita" (1934), "Solenne giuramento" ( 1934 ), "Canto di primavera" (1936), "La famiglia protetta" (1936), "Sebastiano Satta" ( 1936), "Il fromboliere" (1940).

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