ADDIO GEDDA, CATTOLICO DI FERRO
 
articolo di Costanzo Costantini

da "Il Messaggero" del 28 settembre 2000

 
 

Figura storica del mondo cattolico italiano, Luigi Gedda, spentosi ieri a Roma a 98 anni, aveva legato il suo nome ad un avvenimento fondamentale per le sorti del nostro paese: la creazione, nel 1948, su incarico di Pio XII, dei Comitati Civici, che svolsero un ruolo decisivo nella vittoria della Democrazia Cristiana nelle elezioni del 18 aprile di quell'anno memorabile. L'esito della consultazione popolare era stato preceduto da una campagna asprissima, senza esclusione di colpi, fra i due schieramenti contrapposti, il mondo cattolico e il mondo socialcomunista. Nel corso di quella campagna Palmiro Togliatti aveva annunciato, con una ironia di discutibile gusto, che s'era munito d'un paio di scarpe ben chiodate per affibbiare un colpo in quel posto ad Alcide De Gasperi. Ma la Democrazia Cristiana aveva riportato una maggioranza schiacciante. Gedda aveva rievocato quel periodo drammatico in un libro, "18 Aprile, Memorie inedite della sconfitta del Fronte Popolare", pubblicato nel 1998.

Nato a Venezia il 23 ottobre del 1902, Gedda si era laureato in medicina nel '27 e già nel '33 era assistente ordinario di clinica medica presso l'Università di Torino. Aveva dinanzi a sé una carriera scientifica rapida e brillante, ma nel '34 veniva chiamato a Roma da Pio XI, che lo nominava presidente centrale della gioventù italiana di Azione Cattolica. Da allora egli alternava l'attività scientifica all'impegno nel campo dell'apostolato. Nel '53 fondava l'Istituto Gregorio Mendel e nel '62 vinceva il concorso per la cattedra di genetica medica presso l'Università di Roma "La Sapienza".

Nel suo libro di memorie Gedda rivela numerosi retroscena politici dagli anni Trenta alla morte di Pio XII (1958). Racconta degli scontri tra Franco Rodano, il futuro leader dei catto-comunisti e collaboratore di Enrico Berlinguer - e Pio XII, dei contrasti fra Pio XII e Alcide De Gasperi. Fra i documenti più importanti, una sua lettera a Badoglio (autunno del '43), in cui metteva a disposizione "la struttura dell'Azione Cattolica per la rinascita del Paese", fra le curiosità l'allontanamento di Umberto Eco dall'Azione Cattolica, allora presieduta da Carlo Carretto.

Circa la campagna elettorale del '48, dice: "Gli incontri con Alcide De Gasperi furono pochi, anche perché noi lavoravamo per conto nostro. Invitavamo a votare per la Democrazia Cristiana ma soprattutto a costituire quella cosiddetta diga contro il comunismo di Stalin e di Tito e, in Italia, di Togliatti".

Gedda aveva anche preso parte al Concilio Vaticano II in qualità di uditore. Ma i tempi erano ormai cambiati. Oltretevere spirava un'altra aria. Giovanni XXIII fu il pontefice che sollecitò il comunista Giacomo Manzù ad eseguire le Porte di San Pietro, fra le sculture più importanti di tutta la basilica. Gedda, che era stato ricevuto in udienza 26 volte da Pio XI e 64 da Pio XII, lascia anche intravedere le cause dell'ascesa e del crollo dell'Azione Cattolica.

Come medico e ricercatore, Gedda è stato anche il padre riconosciuto della "gemellologia", attraverso la quale ha cercato per quasi 60 anni una soluzione al problema della nascita dei gemelli. Il termine "gemellologia", da lui coniato nel 1952, indica una serie di studi multidisciplinari che comprendono la genetica, la psicologia e l'ostetricia. Dagli anni Quaranta a oggi l'Istituto Mendel fondato da Gedda ha redatto 22 mila cartelle cliniche di gemelli: il più vasto e importante registro italiano sull'argomento.