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Figura storica del mondo cattolico italiano,
Luigi Gedda, spentosi ieri a Roma a 98 anni, aveva legato il suo
nome ad un avvenimento fondamentale per le sorti del nostro paese:
la creazione, nel 1948, su incarico di Pio XII, dei Comitati Civici,
che svolsero un ruolo decisivo nella vittoria della Democrazia Cristiana
nelle elezioni del 18 aprile di quell'anno memorabile. L'esito della
consultazione popolare era stato preceduto da una campagna asprissima,
senza esclusione di colpi, fra i due schieramenti contrapposti,
il mondo cattolico e il mondo socialcomunista. Nel corso di quella
campagna Palmiro Togliatti aveva annunciato, con una ironia di discutibile
gusto, che s'era munito d'un paio di scarpe ben chiodate per affibbiare
un colpo in quel posto ad Alcide De Gasperi. Ma la Democrazia Cristiana
aveva riportato una maggioranza schiacciante. Gedda aveva rievocato
quel periodo drammatico in un libro, "18 Aprile, Memorie inedite
della sconfitta del Fronte Popolare", pubblicato nel 1998.
Nato a Venezia il 23 ottobre del 1902, Gedda
si era laureato in medicina nel '27 e già nel '33 era assistente
ordinario di clinica medica presso l'Università di Torino. Aveva
dinanzi a sé una carriera scientifica rapida e brillante, ma nel
'34 veniva chiamato a Roma da Pio XI, che lo nominava presidente
centrale della gioventù italiana di Azione Cattolica. Da allora
egli alternava l'attività scientifica all'impegno nel campo dell'apostolato.
Nel '53 fondava l'Istituto Gregorio Mendel e nel '62 vinceva il
concorso per la cattedra di genetica medica presso l'Università
di Roma "La Sapienza".
Nel suo libro di memorie Gedda rivela numerosi
retroscena politici dagli anni Trenta alla morte di Pio XII (1958).
Racconta degli scontri tra Franco Rodano, il futuro leader dei catto-comunisti
e collaboratore di Enrico Berlinguer - e Pio XII, dei contrasti
fra Pio XII e Alcide De Gasperi. Fra i documenti più importanti,
una sua lettera a Badoglio (autunno del '43), in cui metteva a disposizione
"la struttura dell'Azione Cattolica per la rinascita del Paese",
fra le curiosità l'allontanamento di Umberto Eco dall'Azione Cattolica,
allora presieduta da Carlo Carretto.
Circa la campagna elettorale del '48, dice: "Gli
incontri con Alcide De Gasperi furono pochi, anche perché noi lavoravamo
per conto nostro. Invitavamo a votare per la Democrazia Cristiana
ma soprattutto a costituire quella cosiddetta diga contro il comunismo
di Stalin e di Tito e, in Italia, di Togliatti".
Gedda aveva anche preso parte al Concilio Vaticano
II in qualità di uditore. Ma i tempi erano ormai cambiati. Oltretevere
spirava un'altra aria. Giovanni XXIII fu il pontefice che sollecitò
il comunista Giacomo Manzù ad eseguire le Porte di San Pietro, fra
le sculture più importanti di tutta la basilica. Gedda, che era
stato ricevuto in udienza 26 volte da Pio XI e 64 da Pio XII, lascia
anche intravedere le cause dell'ascesa e del crollo dell'Azione
Cattolica.
Come medico e ricercatore, Gedda è stato anche
il padre riconosciuto della "gemellologia", attraverso la quale
ha cercato per quasi 60 anni una soluzione al problema della nascita
dei gemelli. Il termine "gemellologia", da lui coniato nel 1952,
indica una serie di studi multidisciplinari che comprendono la genetica,
la psicologia e l'ostetricia. Dagli anni Quaranta a oggi l'Istituto
Mendel fondato da Gedda ha redatto 22 mila cartelle cliniche di
gemelli: il più vasto e importante registro italiano sull'argomento.
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