LE SOLENNI ESEQUIE DI LUIGI GEDDA INDIMENTICATO APOSTOLO DELL'IMPEGNO LAICALE
 
articolo di Francesco M. Valiante

da "Osservatore Romano " del 29 settembre 2000

 
 

L'Azione Cattolica, la vita sociale e politica, la professione medico-scientifica, la famiglia: sono i quattro ambiti in cui Luigi Gedda ha percorso con inesauribile passione ecclesiale e civile "le vie della santità e della giustizia" lungo tutto l'arco del XX secolo. Alla luce di queste quattro dimensioni fondamentali, la vita dell'indimenticato apostolo dell'impegno laicale è stata riproposta dal Vescovo Agostino Superbo, Assistente Ecclesiastico Generale dell'Azione Cattolica Italiana, durante il rito esequiale presieduto nella mattina di giovedì 28 settembre, nella chiesa parrocchiale romana di sant'Eugenio.

La sua vita: un dono per la Chiesa e la società
Una vita, quella di Gedda, che è stata autentico "dono": per la Chiesa, per la società, per il mondo culturale e scientifico, per intere generazioni di laici. La prima "scuola di santità" è stata per lui proprio l'Azione Cattolica. "Si deve anche a Gedda ha sottolineato Mons. Superbo se, in anni difficili, l'Associazione ha mantenuto la sua fedeltà al Signore e alla Chiesa, ed è stata un riferimento fondamentale per la presenza dei cattolici in Italia". L'impegno civile ha completato e approfondito il suo cammino lungo le vie della santificazione e della giustizia. "Egli è stato - ha ricordato il Presule - testimone di fedeltà al Papa, alla Chiesa, al Vangelo di Cristo e al Paese in un momento nel quale si affacciava alla storia il pericolo reale di perdere ogni libertà civile in nome di una giustizia che poi non si è mai realizzata pienamente". "E lo ha fatto - ha aggiunto - con un amore gratuito, senza pretendere nulla per sé". Anche nella sfera professionale, Gedda - che è stato genetista e scienziato di fama - ha vissuto il suo lavoro come "manifestazione di santità e di giustizia". E nella sua "Nazareth" domestica ha ricevuto il tenero e delicato abbraccio di una famiglia esemplare.

Due sono stati i punti di forza della spiritualità che ha alimentato il suo instancabile impegno: l'Eucaristia, "autentico centro della sua vita", e la contemplazione orante del Signore, vissuta nell'ascolto della Parola e nella preghiera assidua. La sua lunga esistenza è stata una realizzazione "singolare, originale e unica" del motto dell'Azione Cattolica: "Preghiera, azione, sacrificio". "E stato - ha affermato Mons. Superbo - "operaio buono" per la costruzione di cieli nuovi e di terre nuove. Ha lavorato perché la terra potesse trasformarsi in civiltà di uomini che amano". Riferendosi al brano evangelico del "Discorso della Montagna", proclamato durante la Liturgia della Parola, il Vescovo ha indicato nella "giustizia" e nella "povertà" le beatitudini che hanno segnato in modo determinante la vita di Gedda. Dalla sua "lezione" - ha concluso - ogni cristiano deve ricevere un "sussulto di coscienza" e riscoprire "la via della santità e della giustizia che il Signore traccia per ciascun uomo".

Alla preghiera dei fedeli, le invocazioni levatesi dall'assemblea sono state per il compianto professore, affinché "venga accolto nella Casa del Padre" ed "il bene che ha seminato porti frutti di redenzione eterna"; per tutte le vittime di violenze, perché "il Padre le accolga nella eterna pace"; per il popolo di Dio, perché nell'impegno per la vita e per la dignità della persona "testimoni la vittoria di Dio sulla morte"; per l'assemblea dei partecipanti al rito esequiale, infine, perché si sentano "più uniti fra di loro e con tutti i fratelli vivi e defunti nell'amore di Cristo che ha vinto la morte".

Lo storico labaro dell'Azione Cattolica
La bara è stata deposta ai piedi dell'altare, circondata da cuscini di fiori. Alla sinistra era collocato lo storico labaro della Società della Gioventù Cattolica, realizzato nel 1868 ed esposto sempre in circostanze particolarmente significative per la vita dell'Associazione. Alla destra spiccava un gonfalone bianco con la scritta "Gruppo di Preghiera Padre Pio - Sacro Cuore di Gesù Agonizzante nel Getsemani -Vitinia, Roma" (la chiesa fu un dono dell'Azione Cattolica a Pio XII ai tempi di Gedda), ornato dall'immagine di Cristo nell'Orto degli Ulivi e del beato cappuccino di Pietrelcina. L'impegno laicale e la spiritualità del Getsemani: due "tasselli" fondamentali per leggere il grande "mosaico" della vita di un uomo umile e intrepido, spesosi senza riserve al servizio della Chiesa e del suo Paese.

Con il Vescovo Superbo hanno concelebrato il Vescovo Elio Sgreccia, Vice Presidente della Pontificia Accademia per la Vita; il Parroco di sant'Eugenio, Don Michele Diaz; diversi sacerdoti, alcuni dei quali hanno condiviso il cammino spirituale e la passione apostolica di Gedda: tra questi, Padre Lucio Migliaccio, che da 1946 gli fu accanto nell'impegno con i Comitati Civici; Don Donato Conte, assistente spirituale della sorella, la serva di Dio Mary Gedda, e poi vicino a Luigi fino agli ultimi giorni; Padre Antonio Stefanizzi; Padre Pasquale Princigalli, Superiore provinciale dei Giuseppini e Direttore del "Getsemani" di Paestum; Padre Tarcisio Stramare; Don Andrea Decani, Assistente Ecclesiastico centrale della Fuci; il Superiore Generale dell'Ordine della Madre di Dio, a cui Gedda era affiliato.

Artefice di una stagione intensa e feconda
Un'assemblea commossa e partecipe ha gremito la chiesa per partecipare alla Concelebrazione Eucaristica. In prima fila sedeva la consorte del prof. Gedda, Linda Romano, insieme con alcuni nipoti. Molti, tra i presenti, hanno vissuto con lui le fatiche e le speranze di una intensa stagione di apostolato e di mobilitazione ecclesiale, civile e professionale. Nomi noti e meno noti, che hanno attinto al suo esempio la forza e la coerenza di una testimonianza generosa, limpida, quotidiana. Alla Concelebrazione Eucaristica era presente il Cardinale Fiorenzo Angelini. Hanno partecipato alla Santa Messa gli ex Presidenti dell'Azione Cattolica Italiana Agostino Maltarello (nel 1959 successore di Gedda come Presidente Generale), Mario Agnes, Direttore del nostro Giornale, e Alberto Monticone. Una rappresentanza dell'Associazione era guidata dal Vice Presidente Nazionale Ernesto Preziosi. Tra gli altri, vi erano gli onorevoli Emilio Colombo e Pierferdinando Casini; il Presidente dell'Associazione Medici Cattolici Italiani, Domenico Di Virgilio; diversi membri della Società Operaia giunti dalle città di Milano, Torino, Bari, Firenze, Salerno (significativa la presenza di Mario Valiante, che dagli anni della giovinezza sino ad oggi ha condiviso con Gedda amicizia e impegno ecclesiale e civile); esponenti della comunità medica e scientifica; sacerdoti e laici che in Gedda hanno avuto un riferimento saldo e sicuro in anni spesso difficili.

Il suo ricordo in toccanti testimonianze
Al termine della Concelebrazione, prima del rito dell'aspersione alla salma e del commiato, Mons. Luigi Tirelli, per lunghi anni parroco di sant'Eugenio, ha voluto ripercorrere alcuni tratti della personalità di Luigi Gedda, al quale era legato da un rapporto di amicizia ultraventennale. Lo ha ricordato in particolare come "difensore della fede", "combattente valoroso", "testimone e protagonista della storia italiana del Novecento". Di lui ha sottolineato la fede, il coraggio, la profondità interiore e la grande passione per la libertà e per la giustizia. Quindi i presenti hanno recitato il "Simbolo della Società Operaia", la toccante preghiera intrisa di spiritualità oblativa che gli appartenenti alla Società recitano per consacrare se stessi a Dio come "buoni Operai".

Successivamente il prof. Maltarello ha offerto ai presenti una commovente testimonianza scaturita da quasi settant'anni di condivisione e di impegno comune per la Chiesa e per la società civile italiana. Ricordando gli anni della militanza nell'Azione Cattolica diocesana di Torino, Maltarello ha messo in rilievo lo "entusiasmo" e la "passione" che Gedda trasfondeva nel suo apostolato con i gruppi dell'Associazione, che egli voleva aperta a tutti senza eccezioni o artificiose separazioni. Il suo "lavoro eccezionale" aveva trovato terreno particolarmente fertile anche nell'Associazione Medici Cattolici Italiani - fondata del 1944 e presieduta per trent'anni e nella Società Operaia, vera e propria fucina di spiritualità e di apostolato. "Non ti abbiamo perduto - ha concluso Maltarello - ci hai solo preceduto. Ti dico addio, anzi, arrivederci!".

Infine Lila B. Archideo, Presidente dell'Istituzione argentina "Servidora", ha espresso riconoscenza e ammirazione per l'opera svolta da Gedda, il quale ebbe stretti rapporti con il fondatore, il canonico Etcheverry Boneo, e chiamò le sue figlie spirituali dall'Argentina a collaborare con lui nelle molteplici opere intraprese in Italia. In particolare, si deve al fervore di Gedda la diffusione nel Paese latinoamericano della recita dell'Angelus in comunione con il Papa. "Parlava ai giovani come un giovane - ha ricordato -, era sempre creativo e pieno di iniziativa, forte e paterno, amico leale".

Al termine del rito, la salma di Luigi Gedda è stata tumulata nel cimitero del Verano.