I) PRECEDENTI METODOLOGICI ANATOMO-DISSETTORII
NEGLI STUDI DI TOPOGRAFIA CRANIO-ENCEFALICA

(PROCESSI TOPOGRAFICI ASSOLUTI E PROCESSI PROPORZIONALI)

 

La Topografa cranio-encefalica è «lo studio preciso dei rapporti che le diverse parti dell'encefalo presentano con la scatola cranica e con le parti molli da cui questa è ricoperta» (TESTUT e JACOB, 1922), studio condotto al fine di poter raggiungere le formazioni interne profonde, encefaliche nel modo più diretto, partendo, guidatamente, da punti cranici esterni, superficiali.

G1i studii di topografia cranio-encefalica - che oggigiorno richiamano un interesse sempre maggiore, stante l'enorme sviluppo raggiunto dalla neuro-chirurgia cranica, dall'elettro-encefalografia, dalla roentgen-irradiazione cranica nella terapia dei tumori - obbligarono, già da tempo, gli anatomici ed i chirurgi a ricercare una metodica, che permettesse di realizzare, in pratica, una transvisione tridimensionale delle parti cefaliche, oltreché una proiezione localizzatrice superficiale delle varie formazioni profonde (che fosse metricamente indicabile rispetto a punti cranici superficiali, di riferimento, facilmente individuabili). Se la calotta cranica umana avesse posseduto, per condizione naturale, una serie uniforme di rilievi ossei, direttamente apprezzabili al rilevamento manuale, e indubbio che i punti corrispettivi sarebbero stati considerati «punti di repere», e sarebbero stati utilizzati efficacemente, in tutti gli individui, per i riferimenti proiettivi topografici delle formazioni profonde alla superficie cutanea.

Purtroppo però la calotta cranica umana è liscia, levigata, e priva di rilievi ossei e quindi di punti di repere. Questo fatto rese enormemente difficili gli studii di topografia cranio-encefalica ed obbligò gli indagatori a cercare di utilizzare anche i pochi punti cranici ossei superficiali «di repere» posti al confine tra neuro-cranio (di configurazione uniforme) e splancno-cranio (di configurazione ben più variabile da un individuo all'altro); obbligò inoltre gli studiosi ad escogitare processi empirici e tecniche geometriche, più o meno complesse, di misurazione lineare affiancate a quelle di misurazione angolare.

Il metro usato in un primo momento fu quello, molto semplicistico, «delle dita trasverse»; questo però dovette ovviamente essere subito abbandonato per quello più preciso «centimetrico».

I primissimi studii di Anatomia topografica e topometrica cranio-encefalica potrebbero essere in verità considerati quelli del 1781 del VICQ D'AZYR, il quale infatti pubblicò un atlante di tavole anatomiche cranio-encefaliche, ed indicò le distanze reali e naturali passanti tra punti vari presenti in esse a mezzo di misure a pollici e frazioni di pollice.

Le prime indagini, condotte in modo specifico sull'Anatomia topografica cranio-encefalica, apparvero invece nella seconda metà del XIX secolo e più precisamente intorno al 1854 (quando GRATIOLET iniziò la ricerca di corrispondenze tra lobi cerebrali e suture craniche, seguito in tale campo da LANDZERT ed HEFFLER F., 1973 e da BROCA P., 1876).

Le determinazioni delle corrispondenze delle circonvoluzioni cerebrali con le semplici suture, furono estese successivamente anche ai rapporti con alcuni repere ossei cranici superficiali da TURNER W. (1874), FERE' CH. (1976), GIÀCOMINI C. (1878), mercé l'adottamento di metodiche proiettive empiriche varie, utilizzanti le più diverse misurazioni (a pollici, a centimetri, a gradi).

Molti ricercatori si entusiasmarono a queste ricerche. Si ebbe subito, infatti, una vasta proliferazione di tali indagini fino al primo decennio del XX secolo, principalmente in Francia, in Germania, in Svizzera, in Italia, in America, dato che i neuro-chirurghi erano di già molto interessati alla proiezione superficiale ed alla localizzazione dell'Art. meningea media, della Scissura centrale di Rolando, della Scissura di Silvio, dei Ventricoli cerebrali laterali, di Centri vari corticali del cervello, dei Nuclei grigi basali cerebrali.

Non e possibile ricordare tutti quanti gli studiosi che si sono occupati di queste ricerche. Richiameremo brevemente pertanto alla nostra memoria soltanto alcuni di essi (riportati dai Trattatisti sia di Anatomia umana che di Chirurgia) ed in ordine alfabetico:

ANDERSON W. e MACHIN G. H. (1888) (per la proiezione della Scissura di Rolando e di quella di Silvio), ANTONELLI G. (1883) (Sciss. di Rol.), BARRAT (1902) (Ventr. later.), BERGMANN G. H. e MERKEL F. (1880) (Sciss. di Rol.), BONOMO L. (1900) (Sciss. cerebr.), BROCA P. (1876) (Sciss. di Rol., Sciss. di Silvio), CHAMPIONNIERE L. (1877) (Sciss. di Rol., Sciss. di Silvio), CHIENE J. (Sciss. di Rol.), DANA (1889) (Lobo occipitale cerebrale), D'ANToNA A. (1891) (Sciss. di Rol., Sciss. di Silvio), FALCONE C. (1928) (Lobulo di Broca), FRAZER (1890) (Ventr. lat.), GIÀCOMINI C. (1878) (Sciss. di Rol.), GIÀNNELLI L. (1894 e 1895) (Sciss. di Rol., Art. Meningea media), JACOBSON L. (1840) (Art. meningea media), KEEN (1890) (Ventric. later.), KRONLEIN R. U. (1885-1886-1898) (Sciss. di Rol., Sciss. di Silvio, Art. meningea media), LACHI P. (1880) (Sciss. di Rol.), LAURENT O. (1908) (Sciss. di Rol., Sciss. di Silvio), LE FORT R. (1887) (Sciss. perpendic. est.), MAYO e ROBSON (1900) (Ventric. later.), POIRIER P. I. (1891) (Sciss. di Rol., Sciss. di Silvio, Nuclei centrali, Ventric. later., Art. meningea media), SPTZKA (1901) (Ventric. later.), TESTUT L. e JACOB O. (1890) (Nuclei centrali cerebrali), VOGT O. (1872) (Art. meningea media).

Dei suddetti metodi, quelli che sono stati riportati con maggior diffusione nei vari Trattati sono quelli di KRONLEIN , riguardanti la proiezione superficiale sia delle Scissure di Rolando e di Silvio che dell'Art. meningea media.

La moltitudine dei processi empirici escogitati stava, però, già da sola, ad indicare e dimostrare la inefficienza pratica di ciascuno di essi. Tale inefficienza, d'altra parte, avrebbe dovuto essere prevista, dato che una misura centimetrica, esistente in un cranio tra due punti determinati posti ad una certa distanza tra loro, non poteva restare la stessa in un altro cranio di grandezza e di conformazione diversa. Ciò era poi aggravato dal fatto che i punti cranici superficiali di repere appartenevano, in effetti, solo alcuni al neuro-cranio ma altri allo splancno-cranio. Questo - come abbiamo già detto - è soggetto a notevole variabilità, nelle sue grandezze intrinseche, non soltanto nel confronto tra infanti ed adulti ma anche nel confronto tra gli adulti stessi.

Il discredito, che già cominciava lentamente a diffondersi per l'inefficacia pratica, in campo chirurgico, di questi processi semplici (o empirici o ordinari) di Cranio-topografia e di Cranio-topometria, non fu arrestato neppure dalla introduzione di un nuovo concetto e di un nuovo procedimento, proposti dal-l'anatomico LACHI (1880) e dal chirurgo CHIPAULT (1895); il concetto cioè della misurazione relativa (o proporzionale) delle distanze nel cranio, in contrapposizione a quello della misurazione assoluta (o centimetrica) fino allora usata. La scala relativa, o proporzionale, adottata fu la scala centesimale ottenuta dalla scompartizione uniforme della Curva cranica sagittale mediana (Glabello-Iniaca per LACHI e Nasion-Iniaca per CHIPAULT) in cento parti uguali.

Putroppo però questi Ricercatori utilizzarono la misurazione proporzionale non in sostituzione bensì in collaborazione con la misurazione centimetrica e goniometrica dei processi empirici, creando in tal modo soltanto dei processi misti. Infatti i processi proporzionali servirono, nella realtà dei fatti, unicamente a fissare, lungo la curva cranica sagittale mediana, i punti superiori delle linee rolandica (55), pre-rolandica (47), post-rolandica (62) e della linea silviana (70) (oltreché per LACHI i punti inferiori delle linee rolandica (45), pre-rolandica (37) e post-rolandica (52) sulla curva cranica trasversale). Oltre questo, null'altro!

In effetti, i processi semplici, non proporzionali, non vennero ancora banditi dalla metodica, come sarebbe stato conveniente invece fare già dal primo apparire del concetto proporzionalistico di cranio-topo-metria.

Fu proprio questo fatto la causa del discredito completo a cui andarono inevitabilmente incontro tali ricerche dei morfologi, oltrecché dell'abbandono definitivo - dopo il secondo decennio del secolo XX - di ogni ulteriore indagine (in campo puramente anatomico) sulle localizzazioni superficiali topografiche cranio-encefaliche.

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