III) IL CONCETTO GEOMETRICO INFORMATORE
DEL METODO «ECATIMERICO» DI CRANIO-METRO-LOCALIZZAZIONE

(A SCALA, CENTESIMALE, PROPORZIONALE AL CRANIO IN ESAME)

 

A) IL SISTEMA GEOMETRICO «INSCRITTORE» CRANIO-METRO-LOCALIZZATORE PROPORZIONATO A CRANIO «INSCRITTO». (Cranio «inscritto» in un Sistema geometrico «inscrittore», portatore di scale esterne ecatimeriche, atte a far fare il punto nel proprio spazio a mezzo delle coordinate cartesiane).

 

I concetti informatori della Metodica stereotassica sono validi per l'Anatomia topografica quando impongono, ad un cranio inscritto, un sistema geometrico inscrittore, portatore di scale esocraniche sui tre piani spaziali, che facciano blocco unico con il cranio stesso (figg. 1 e 2).

Sono invece non più validi - per le più vaste applicazioni della pratica - se vogliono limitare il sistema geometrico inscrittore esclusivamente a quello portato dal pesante casco metallico peri-cranico, sempre ingombrante e sempre molto fastidioso sia per il soggetto (vivente) in esame sia per l'operatore.

Non sono più validi inoltre se vogliono mantenere l'uso sistematico delle scale centimetriche e goniometriche per le misurazioni delle grandezze e delle distanze delle formazioni endocraniche. Ciò perché, mentre per la Stereotassia cranio-cerebrale interessa più particolarmente sapere «come» operare al fin che si possa raggiungere chirurgicamente «in un dato individuo» un punto endocranico voluto, a cielo coperto (lungo la guida di assi cranici rettilinei prestabiliti coordinati), per la Anatomia topografica invece interessa più particolarmente sapere «dove» siano situati i varii punti profondi voluti in un cranio «medio-normale», affinché si potessero ricavare le sedi rispettive topo-metriche «di buona approssimazione» da utilizzare in un qualsiasi soggetto in esame. E' evidente che, da tale punto di vista, alla Anatomia Topografica interessa che il Sistema metrolocalizzatore, imposto dall'esterno al cranio, portasse scale relative al cranio stesso, in modo che una certa distanza relativa, presente in un cranio, aumentasse millimetricamente di valore in un cranio più grande e diminuisse millimetricamente in un cranio più piccolo, sempre in modo corrispondente e proporzionale.

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Fig. 1. Il sistema curviscalare del Metodo ecatimerico (con le Scale craniche curve). A destra notare la metro-localizzazione spaziale del punto P.

Per inscrivere un cranio in un sistema geometrico ad esso proporzionale inscrittore, che fosse provvisto di scale proporzionali, diventa necessario fissare il cranio ed il sistema geometrico esocranico su «due» punti spaziali «in comune» e trovare quindi il Metro portato dal cranio stesso da trasformare in scala proporzionale di riferimento.

Per raggiungere tali scopi bisogna ricercare - appunto nel cranio stesso - la dimensione-base di riferimento (da considerare convenzionalmente come Metro di proporzionalità), che con facilità potesse misurarsi millimetricamente dall'esterno del cranio. Tale «dimensione - rettilinea» dovrebbe innestarsi nel Sistema geometrico inscrittore, con le sue due estremità, in modo che il Sistema condizionasse ad essa inoltre la sua grandezza sì da restare proporzionata al cranio.

La Dimensione-base, che si è dimostrata (dopo numerose indagini) la più idonea a rispondere a questo scopo, è risultata la dimensione cranica che è la maggiore di tutte nell'ovoide cranico, e la comprensiva di tutte le altre: la «Longitudine basicraniale», estesa tra il «punto cranico sopra-nasale» in avanti ed il «punto cranico sopra-nucale» in dietro (figg. 1 e 2). Tali punti basicraniali diventano pertanto i «Punti primarii del sistema» (Punti-base) e la Longitudine basicraniale diventa il «Metro proporzionale di riferimento». La suddivisione proporzionale più idonea del Metro basi-craniale è, a sua volta, risultata quella «centesimale». Possiamo dire quindi che ogni cranio porta con sè la propria scala metrica di proporzionalità, il proprio Metro di paragone e di riferimento.

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Fig. 2. Il Sistema rettoscalare del Metodo ecatimerico (con le Scale craniche rette). A sinistra il cubo metro-spaziale, a destra i Piani cartesiani con i reticolati quadrettati di scompartizione.

Nell'Uomo il punto sopranasale corrisponde alla Glabella (che diventa il punto zero di tutto il sistema) ed il punto sopranucale corrisponde all'Inion (che diventa il punto cento di tutto il sistema). I punti primarii da fissare sulla testa sono quelli cutanei (allo scopo di permettere l'utilizzazione pratica del Metodo anche nel vivente): tutti e due sono punti di facile, preciso e pronto riscontro alla indagine manuale, situati alla superficie esterna del cranio cerebrale.

La longitudine basicraniale si è dimostrata anche la retta che ci dà l'orientamento spaziale del cranio.

Il cranio, il cui primo piano spaziale è quello sagittale mediano, può utilizzare come secondo piano spaziale convenzionale, il piano orizzontale (ortcogonale al precedente) che è posto appunto sulla Longitudine basicraniale.

Il piano convenzionale orizzontale del cranio è pertanto il Piano Basi-craniale. Il terzo piano spaziale diventa ovviamente quello ortogonale al primo ed al secondo (fig. 3).

Con questa sistemazione convenzionale noi otteniamo l'0rientamento convenzionale del cranio, indispensabile per la impostazione del Sistema geometrico inscrittore esocranico.

Per indicare il «Centesimo del Metro basicraniale glabello-iniaco» (con un termine proprio che intendesse distinguere, tra gli altri, il Metodo) è stato usato il neologismo di «ecatimerico», che significa appunto «centesimale» dal greco ecaton cento e meros segmento. Il Metro basicraniale centesimato pertanto diventa Scala ecatimerica. Dobbiamo far notare che la Dimensione-base «glabello-iniaca» è una dimensione appartenente esclusivamente a formazione ossea, e pertanto è la più stabile e la più rigida fra tutte quante le altre esistenti nel cranio: è già grande alla nascita (circa 11 cm.), si accresce gradatamente, uniformemente e senza sbalzi irregolari, durante l'infanzia, già dal primo anno di età (circa 14 cm. a 1 anno, circa 16 cm. a 5 anni, circa 17 cm. a 10 anni); è la prima a raggiungere (in tutto il corpo) lo sviluppo definitivo e la sua stabilizzazione metrica (circa cm 17,5 subito dopo la pubertà, con differenza di pochi millimetri in meno nel sesso femminile). Il suo accrescimento definitivo è infatti di appena il 60% circa, valore piccolo rispetto al 240% circa dell'accrescimento definitivo della statura corporea. Non è modificata mai da nessuna altra influenza che non fosse quella primaria genidica, nello sviluppo concorde e consensuale con l'encefalo sovrastante. La sua metà lunghezza (il 50 per cento) cade, in tutti i cranii, subito dietro il dorso sellare al di sopra del clivus alla nascita, così come nell'adolescenza, così come nell'età adulta. I suoi rapporti con le parti cerebrali si caratterizzano subito.

E' da tener presente solo la modesta relativa verticalizzazione infantile delle Scissure di Rolando e di Silvio (DANA 1889). Questa, d'altronde, prende già subito ad obliquarsi dai 3 anni (CUNNINGHAM 1892) ai 5 anni (LAURENT 1908) per il pronto accrescimento del lobo frontale.

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Fig. 3. I tre piani di orientamento spaziale della testa nel Metodo ecatimerico.

Il Piano basicraniale, o orizzontale, divide nettamente, all'esterno del cranio, il neuro-cranio dallo splancno-cranio, e circoscrive, nella circonferenza basicraniale, la base di appoggio della volta cranica.

Il cranio viscerale, quello appunto che si modifica cospicuamente durante il periodo dello sviluppo infantile (a causa della vasta e progressiva pneumatizzazione dei seni paranasali, dell'ingrandimento delle arcate alveolo-dentarie per l'aggiunta dei molari definitivi, dell'irrobustimento della mandibola), viene a trovarsi situato al disotto del piano orizzontale predetto e pertanto non lo impegna nelle sue evoluzioni.

La Retta basicraniale è quindi una dimensione che appartiene propriamente al cranio-cerebrale, di cui segue sempre lo sviluppo; e non già al cranio-viscerale, di cui non segue e non riflette che solo parzialmente le evoluzioni.

Determinati i due «Punti basicraniali primarii» del sistema (punto sopra-nasale e punto sopra-nucale), orientato convenientemente il cranio nello spazio rendendo orizzontale il piano basicraniale predetto, misurata (con compasso di spessore) la Distanza glabello-iniaca millimetrica, fabbricata (su un regolo) la Scala metrica proporzionale centesimale (ecatimerica), non resta che collocare fissamente le Scale ecatimeriche intorno al cranio, in modo che queste formassero un Sistema geometrico scalare, esteso sulle tre dimensioni spaziali, atto a far effettuare la puntualizzazione endocranica a mezzo delle coordinate cartesiane.

Non già quindi coordinate angolari, le più varie, quali quelle usate nei Metodi stereotassici, bensì soltanto coordinate cartesiane ad angolo costante unico, quello retto.

Anche questa modalità di coordinazione spaziale rende più facile e più semplice l'uso del Metodo ecatimerico e ne permette la generalizzazione, semplificandone i dati topometrici di coordinazione spaziale localizzatrice.

In conclusione possiamo dire che «il Metodo ecatimerico permette di indicare le coordinate spaziali di ogni punto della testa, facendo riferimento a scale esocraniche senza più il bisogno assoluto delle complesse e pesanti apparecchiature stereotassiche».

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